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Tag

Ristorante

Matuta
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoIndovina dove andiamo a cena

Matuta: questa sera grande inaugurazione!

scritto da L'Interessante

Matuta.

Di Roberta Magliocca

“Indovina dove andiamo a cena”, la rubrica più gustosa de L’Interessante, oggi si occupa di un nuova realtà gastronomica campana, a due passi dall’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere.

Matuta: Giovedì 26 Gennaio, grande inaugurazione

Il conto alla rovescia è terminato, mancano soltanto poche ore all’apertura di “Matuta – cibo, musica e cultura” e la curiosità stuzzica il palato e la fantasia per questo nuovo format della ristorazione nostrana. 

Ingredienti: tra qualità ed innovazione. Obiettivo primo di Matuta è quello di garantire l’altissima qualità delle materie prime della nostra tradizione culinaria, pur non mortificandole con la noia. Ogni piatto, infatti, presenta l’originalità giusta per rendere ogni pietanza accattivante.

Non solo cibo. Condivisione e momenti unici faranno da sfondo a quelle che non saranno solo delle cene per voi, ma dei veri e propri istanti da passare al centro di eventi culturali e musicali di altissimo livello. 

Parola d’ordine: atmosfera. Un caldo ed accogliente ambiente vi farà sentire a casa, ma con qualcuno che si prenda cura di voi, del vostro cibo e delle vostre serate.

“Siamo emozionati – affermano i gestori – e non vediamo l’ora di rendervi partecipi del progetto che stiamo portando avanti da mesi, frutto di lavoro, corse, prove, gioie… Perché, come ci piace spesso ricordare, la felicità si moltiplica quando è condivisa.”

Serata giusta per provare cose nuove. E festa sia!

Matuta
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Matuta: questa sera grande inaugurazione! was last modified: gennaio 26th, 2017 by L'Interessante
26 gennaio 2017 0 commenti
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cerimonie
CronacaCulturaIn primo pianoParliamoneTv

È Morto Antonio Polese, il boss delle cerimonie

scritto da L'Interessante

Boss delle cerimonie

 

Di Vincenzo Piccolo

Ebbene si, questa volta non è una bufala. Già lo scorso novembre, infatti, era girata la notizia della presunta morte di don Antonio, che aveva messo in agitazione tutti i fan e le tante coppie che, negli anni, aveva aiutato a convolare a nozze. Questa volta è vero, don Antonio ci ha lasciato, a 80 anni.

Protagonista indiscusso della trasmissione messa in onda da Real Time – per l’appunto “il boss delle cerimonie”- ha fatto conoscere in tutt’Italia lo stile dei matrimoni alla Napoletana. Quelli sfarzosi, quelli trash, quelli per il quale non si bada a spese. Ha fatto si che anche il matrimonio uscisse fuori dallo “status quo”,rendendolo e mostrandolo, alla fine, per quello che dovrebbe essere: una festa!

I Ricoveri del boss delle cerimonie

Era stato già ricoverato per scompenso cardiaco quando il Tribunale di Torre Annunziata aveva disposto il sequestro della sua struttura, la Sonrisa,famosa per lo stile principesco, quasi Disneyano e per le tante trasmissioni che l’hanno usata come cornice negli anni. In quell’occasione furono condannati anche la moglie e il fratello del Polese, imputati per lottizzazione abusiva avvenuta dal 1979-2011. Così la struttura, che comprendeva anche un albergo e un ristorante a 5 stelle, è stata assorbita al patrimonio comunale di Sant’Antonio Abate. Dopo due ricoveri e un periodo di accertamenti che avevano impedito a Polese di tornare sulle scene del docu-reality, l’ottantenne boss delle cerimonie è stato ricoverato per una nuova crisi cardiaca alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove è morto.

Tutti, sui social, lo salutano con affetto “Statv buon don Antó, per voi fiori  a beverun, a zeffun, a migliara!”.

È Morto Antonio Polese, il boss delle cerimonie was last modified: dicembre 1st, 2016 by L'Interessante
1 dicembre 2016 0 commenti
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Alba Cappella
CulturaEventiIn primo pianoLibri

Alba Cappella al Cortile di Caserta

scritto da L'Interessante

Domenica 22 maggio p.v. alle ore 19 negli spazi espositivi del “Cortile” di Via Galilei nr. 24, si terrà un evento Extens-Art, nel cui ambito, l’Artista Alba Cappella presenterà una selezione della sua più recente produzione d’arte anche visiva, il suo libro d’Arte Exstenspoem, rotolopapiro, ed i il volume di liriche Comunicarconversi – Ritualia Edizioni

Dall’introduzione del Prof. Angelo Calabrese:
Solo nella libertà la poetessa sa identificarsi con il suo vissuto o con ciò che ama: da questo assunto programmatico si estendono, poi, tutti gli altri suoi procedimenti, pluridirezionati nella rosa dei venti del vasto giro della comunicazione. Alba sceglie i guizzi, i tocchi rapidi, gli ingredienti dosati con gusto raffinato. Coniuga la semplicità con la tenacia, andando per matite, per pietre e per versi, come gli scultori vanno per marmi, combinando il portento materico di un conglomerato cristallino con la magnificenza di variopinte piume attrattive, attivando la concettualità nel senso più illuminante. L’Extens-Art va verso, non in cerca, ma all’incontro, e se il vascello dei pirati, miraggio di tesori, sparisce alla vista di chi accelera le bracciate verso bramati forzieri, ha sempre a portata di vista la sua barchetta, le inalienabili ricchezze delle intuizioni, delle conoscenze, del sale dell’esistenza…

Interverranno:
Prof. Lidia Luberto – Giornalista
Prof. Nikea Albanese
Prof. Angelo Calabrese – Critico d’arte

Sarà inoltre proiettato il breve filmato “Viandanti”

L’artista ringrazierà i graditi ospiti con un brindisi all’amicizia, alla cultura, che sono fondativi dell’Arte di vivere civilmente.

Per informazioni:
Tel. 0823.362686 Cell. 347.9649782
Associazione Culturale DAMUSA
associazionedamusa@alice.it

Evento FB http://www.facebook.com/events/1572109233087516/

Alba Cappella al Cortile di Caserta was last modified: maggio 20th, 2016 by L'Interessante
20 maggio 2016 0 commenti
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Casal Di Gioia
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoIndovina dove andiamo a cena

Casal Di Gioia: quando la qualità incontra l’esperienza

scritto da Roberta Magliocca

Casal Di Gioia

“Il cibo trova sempre coloro che amano cucinare” esclamava Gusteau, il simpaticissimo topolino del film d’animazione Ratatouille.

Sarà che, a mio parere, i cartoni animati sono portatori sempre di semplicissime e, al tempo stesso, grandi verità, ma nel ristorante Casal Di Gioia, immerso nel fantastico verde di Amorosi, in provincia di Benevento, il cibo ha davvero incontrato colui che lo ama, lo Chef Giuseppe di Gioia, vincitore di numerosi premi e riconoscimenti per il suo splendido lavoro

Lavoro a cui dedica gran parte della sua vita così come la moglie e le tre figlie che studiano affinchè questo ristorante e i valori e le tradizioni (che sono l’ingrediente principale dei piatti che propone) possano durare nel tempo e confermare la qualità che oggi vanta nel beneventano. Il menù è vario e pronto a soddisfare tutti i palati, dai più a raffinati e ricercanti sapori particolari, a quelli più giovani e alla buona. Dal tartufo ai fantastici e immensi panini, esteticamente vicini a quelli dei fast-food americani, ma dai sapori sempre genuini e legati a questa fantastica terra che è il Sud Italia. Nonostante una cucina così ricercata e mai banale, Casal Di Gioia non si dimentica di chi, alcuni alimenti, non può mangiarli, vuoi per problemi fisici o per idee etiche. Ecco che i celiaci e i vegetariani, che di solito trovano non poche restrizioni in pub e ristoranti, qui vengono coccolati esattamente come tutti gli altri. Sul sito del ristorante si legge: “Un ristorante nato da un vecchio casale del ‘900, da un pizzico di speranza e tanta voglia di realizzare quel sogno nel cassetto che ognuno di noi ha. Situato alle porte di Amorosi, paesino che il tempo non ha cambiato, dai sapori sani e genuini e a pochi passi dal fiume Calore, il casale si affaccia su di una ricca pianura ricca di verde e di sole. L’amore per la cucina sana e l’uso di prodotti genuini, danno vita a piatti di assoluta genuinità e pregio, conservando e valorizzando le tradizioni che ci appartengono.”  E, dopo aver assaggiato i fantastici piatti di Giuseppe di Gioia, aiutato dalla mano preziosa della bravissima e competente Elena Mancino, sottoscrivo appieno quanto scritto sopra. Ma se non credete a ciò che diciamo, vi fiderete certo degli avventori che da anni frequentano Casal Di Gioia: “Che dire, era un po’ che mancavo ma tornarci mi ha fatto rivivere la qualità della cucina che da sempre contraddistingue il ristorante” e ancora “Trovare un tesoro quando non lo si cerca”  e poi “C’è un’accoglienza familiare, ma anche particolarmente elegante. Si mangia meravigliosamente e Giuseppe, il cuoco, è sempre molto contento quando riceve i complimenti, ogni volta sembra sorpreso ed emozionato. Pochissimi tavoli ed un servizio eccellente.”  E così potrei continuare all’ infinito, perché i clienti soddisfatti e innamorati di questo posto e della sua cucina sono veramente innumerevoli, difficile, quasi impossibile, contare. Che dire oltre…

… andate e innamoratevi!

Roberta Magliocca

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Casal Di Gioia: quando la qualità incontra l’esperienza was last modified: maggio 4th, 2016 by Roberta Magliocca
4 maggio 2016 0 commenti
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OCCCA
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

OCCCA: il dietro le quinte dei ristoranti!

scritto da Roberta Magliocca

OCCCA

Facebook è un’accozzaglia di idee, citazioni, canzoni e foto. Pensieri riflessivi si alternano a riflessioni sarcastiche su questo o quell’argomento, invettive alla nostra classe dirigente non mancano mai. C’è poi chi, con uno stile ironico e con una grafica sottile e leggera, riesce a fare emergere una realtà che in Italia dilaga a macchia d’olio: il mondo della ristorazione. Senza denunce, senza critiche, la pagina facebook OCCCA racconta il dietro le quinte di un universo che gli avventori dei ristoranti conoscono solo superficialmente. Abbiamo fatto due chiacchiere con l’ideatore, in un’intervista che vi proponiamo invitandovi a seguire le avventure di OCCCA su Facebook.

OCCCA dixit

Ciao ragazzi, grazie di aver accettato il nostro invito a farvi intervistare. Da quale esigenza nasce OCCCA, da quale necessità nasce la volontà di far conoscere ciò che accade dietro le quinte di un ristorante?

Il tutto nasce, nome compreso da una chiacchierata con un collega cameriere, mentre lavoravamo entrambi nel solito posto di passaggio dal quale a breve ci saremmo licenziati entrambi. Si parlava di come non esistesse un SINDACATO del nostro settore e di come nemmeno per certi versi potesse esistere. Entrambi viviamo a Terni, città dell’acciaieria dove il lavoro, quello classico da operaio è vissuto con tutti i suoi criteri: tredicesima, quattordicesima, lotte sindacali, diritti, doveri. Cose pressochè inesistenti nella ristorazione. Nella ristorazione vige più roba tipo patti, strette di mano, promesse. Stipendi pattuiti ad una cifra dove spesso è sottointeso che il contratto è di un tipo e il resto fuori busta. Ma entrambi siamo sempre stati dalla parte anche del ristoratore, e ci rendevamo conto che la quadratura del cerchio deve arrivare da altre forme, non certo quella di un’associazione di categoria. Venne così in testa l’idea di un’ordine massonico, cazzeggiavamo sul come i camerieri fossero dei templari, spesso che camminano in coppia, e sempre scherzando venne fuori il nome di OCCCA Ordine dei Camerieri e Cuochi alla Carta. Li è partita l’idea, un po’ di difendere la categoria in toto, un po’ di far conoscere la categoria. Il cameriere è diventato l’elemento principale, un po’ perchè è comunque l’elemento con cui il cliente (ma anche la cucina) si interfaccia di più, ma soprattutto perchè è anche quella meno omaggiata. Cuochi, pasticceri, barman, tutti ormai hanno il loro momento di gloria. E c’è da dire che anche trasmissioni come Masterchef riescono a comunicare anche il retroscena del mondo della cucina. Ma della sala non si occupa nessuno. Probabilmente perchè quello del cameriere non può essere un BRAND. Un cuoco può essere sponsor di coltelli, padelle, patatine. Un barman di shaker e alcoolici, un pasticcere di attrezzature varie ma un cameriere di che può essere sponsor? Che programma potrebbero mai inventare sulla figura del cameriere? E a casa che gliene frega di emulare un cameriere? Un conto preparare alla propria morosa un piatto di Cracco, ma servirlo come Giuseppe Palmieri a chi interessa? (sempre che sappiano chi è Giuseppe Palmieri!)

La vostra ironia, le immagini che raffigurano animali intenti al lavoro del cameriere, piuttosto che del cuoco o del ristoratore, sbaglio o intendono lanciare una velata denuncia allo sfruttamento che, soprattutto al Sud Italia, dilaga senza rispetto alcuno?

Onestamente no. Anzi, di come nel Sud Italia vengano così sottopagati l’ho scoperto proprio con OCCCA. A esser sincero non vedo un enorme differenza di metodo. Mi spiego meglio, il problema della scarsa retribuzione, o meglio, della giusta retribuzione, colpisce in egual modo tutto lo stivale. Nel sud italia c’è probabilmente un tenore di vita più basso rispetto al nord e la forbice da loro tende al ribasso, ma ho letto di altrettante discrepanze anche al Nord. Un cameriere è innanzitutto un dipendente, che fa un lavoro. Lavorare per 70 ore a settimane per 900 come per 600 euro al mese è sbagliato a prescindere. Poi se i primi sono del Trentino e i secondi stanno in Sicilia, quella differenza di 300 euro peserà di più certamente ai secondi ma non cambia la sostanza dei fatti.

Dietro OCCCA chi c’è?

Marco Natali è ideatore, grafico e admin della pagina. Merito delle illustrazioni invece è tutto di Alfonso Amarante, senza le cui opere probabilmente, OCCCA sarebbe rimasto un progetto nel cassetto. Alfonso lavora a tempo pieno in acciaieria, ma ha anche un diploma presso lo IED come illustratore che cerco di sfruttare al meglio. IO, Marco, invece lavoro da 12 anni nella ristorazione. Ho fatto cameriere, pizzaiolo, gelataio, barman e una volta anche il cuoco (mini esperienza). Di base però mi sento cameriere. Ho lavorato sia in trattorie, come in discoteche, in piccoli ristoranti di qualità o in rinomati stellati michelin come in grandi ristoranti da 300 coperti a sera durante le stagioni estive. Ho un bel background a cui attingere per le occcate di partenza.

Chi scrive fa la cameriera da dieci anni, fidanzata con un ragazo che fa il cameriere da ben 14 anni. Quindi questo mondo lo conosciamo bene. Ma per i nostri lettori, quali sono le differenze tra il mondo di chi è nel campo della ristorazione e quello di altri lavori?

La differenza tra chi lavora nel mondo della ristorazione e chi fa un lavoro a contatto con il pubblico è in parte simile, per tutto quello che riguarda l’elemento CLIENTE. Mi è capitato di vedere condividere OCCCATE da amiche commesse e vedere come certi messaggi fossero valide anche per loro. Poi c’è l’aspetto dell’aldiqua. E li si apre un mondo che è difficile spiegare per chi non c’è stato dentro. Il mondo della cucina è connotato di tante sfaccettature. L’aspetto umano, psicologico è quello che più di tutti non viene compreso al di fuori. Abbiamo voluto creare 8 personaggi in OCCCA proprio per dare voce a quelle anime, anime che conosciamo un po’ tutti noi che lavoriamo nei ristoranti. Chi leggendo l’occcata “Il lavapiatti è la portinaia del ristorante” non ha sorriso e pensato inevitabilmente a qualche collega? Perchè è inevitabile che quella componente della brigata diventi per esempio la spugna di tanti discorsi, di tante chiacchiere. In una brigata di almeno più di 15 persone si creano intrecci, storie, complotti, affari, roba da farci non un film, ma una serie tv a più stagioni. Che in effetti sarebbe un sogno da realizzare.

Grazie ragazzi!

Roberta Magliocca

OCCCA: il dietro le quinte dei ristoranti! was last modified: marzo 26th, 2016 by Roberta Magliocca
26 marzo 2016 1 commento
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