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Russo

Raffaele
CulturaEventiIn primo pianoTeatro

Raffaele Patti e Teresa Perretta: Cyrano, uno splendido perdente.

scritto da L'Interessante

Raffaele

Di Christian Coduto

Al Teatro Izzo di Caserta, un pubblico numerosissimo e concentrato, ha seguito con molta attenzione il riadattamento del “Cyrano De Bergerac” di Edmond Rostand ad opera di Raffaele Patti, che ne ha curato la regia e si è ritagliato il ruolo del protagonista. La storia è nota: Cyrano è un uomo brutto (ha un naso enorme), ma ha una meravigliosa sensibilità. E’ innamorato di Rossana, a sua volta interessata a Cristiano, un ragazzo molto affascinante, ma sicuramente privo di quel dono dell’oratoria, dell’intelligenza e di quella emotività che caratterizzano invece il protagonista della vicenda. Cyrano decide quindi di sacrificarsi e di prestare la sua voce, il suo cuore e la sua mente a Cristiano, scrivendo frasi d’amore dedicate a Rossana.

Lo spettacolo è forte, intenso, di grande spessore. Raffaele Patti la fa da mattatore, con un amabile aplomb gigionesco. Al suo fianco, la solida professionalità di Teresa Perretta, una convincente Rossana. Non è da sottovalutare, infine, la bella prova di Gabriele Russo che, nello rappresentazione, è ovviamente Cristiano.

Un progetto che mescola elementi di varia natura (musiche moderne, un ottimo gioco di luci, un allestimento minimalista per emozionare nella maniera più immediata possibile), con un ritmo sostenuto.

Diverse sono state le versioni di questa opera, tra le più note ricordiamo quella con Gigi Proietti e una versione cinematografica con Gérard Depardieu, senza trascurare la commedia americana “Roxanne” con Steve Martin e Daryl Hannah. Patti ha scelto un approccio decisamente più drammatico, con risultati eccellenti.

Al termine dello spettacolo, attendo i due protagonisti nei pressi dei camerini e scambio con loro opinioni sul lavoro. Sono molto felici, orgogliosi.

Raffaele Patti ci racconta della genesi del Cyrano

Raffaele, perché la scelta di Cyrano De Bergerac? Perché lanciarsi in questa sfida così insidiosa?

Conoscevo, un po’ come tutti, la figura di Cyrano seppure negli elementi di base, quelli più comuni (il nasone e l’aspetto estetico poco piacevole, per esempio). Poi, una sera di un paio di anni fa, mi sono imbattuto nella replica televisiva di una trasmissione curata da Alessandro Baricco, “Miti ed eroi”. In quell’occasione si parlò, tra le altre cose, proprio del personaggio ideato da Edmond Rostand. Ne rimasi talmente colpito che, nei giorni successivi, decisi di approfondire meglio il testo. Sono sincero: è stato amore a prima vista! La prima lettura è stata sicuramente appassionata … questo romanticismo, questo stoicismo nel rincorrere Rossana … già in quel momento incominciai a pensare alla possibilità di poterlo rappresentare a teatro. Ci sono state tante rappresentazioni di “Cyrano”, ma ammetto di non averne mai vista una. Il che, da un certo punto di vista, è una cosa estremamente positiva: una visione vergine, se posso definirla così, mi permette di non essere influenzato in alcun modo. Si evita di cadere, anche senza volerlo, in qualche forma di citazionismo. Ho semplicemente intersecato le mie passioni cinematografiche, musicali e teatrali e le ho messe nello spettacolo. La storia è stata dunque asciugata, scarnificata. Anche perché sono convinto che, per Rostand, lo scopo fosse proprio questo: cogliere l’essenza della storia. Non a caso, l’originale è suddiviso in 5 atti (qui sono 3) ed è una commedia. Io ho scelto di virare nel terreno drammatico.

E’ insidioso, così come lo sono tutti i testi classici, però credo che un approccio nuovo, coraggioso alle opere del passato sia necessario per chi ama il lavoro di attore. Il sacro deve essere dissacrato, non nel senso di svilirlo, svalutarlo, ovviamente, bensì ricreando una struttura che vada in una direzione diametralmente opposta all’originale.

Al di là dell’impegno, mi piace sottolineare come l’approccio del protagonista nei confronti della vita, il suo coraggio sia stato un’ispirazione non solo per me, ma anche per gli altri attori sul palco.

Raffaele ha una voce amichevole. Sorride in maniera garbata. Ascolta con molta attenzione le mie impressioni. Com’è giusto che sia, trae profitto dai feedback che riceve dal pubblico. Ha lavorato tanto per portare in scena questa storia. Sente il bisogno di raccontare, di spiegare, di fare capire il perché delle sue scelte. Ogni tanto si lascia andare a qualche risata liberatoria. E’ un professionista, senza ombra di dubbio.

Da un punto di vista linguistico lo spettacolo è strutturato in rima. Quanto è stato impegnativo il lavoro per dare i giusti accenti ai dialoghi?

Devi sapere che non avevo mai lavorato con un testo in rima. C’è bisogno di un ritmo completamente diverso. Noi non abbiamo suggeritori a darci una mano, sul palco siamo solo in tre! Quindi è stato necessario un lavoro di memoria e di consapevolezza del testo molto approfondito, così come è stato necessario individuare la giusta ritmica da proporre poi agli spettatori. Confrontarsi con un testo come il “Cyrano” è stata una sfida vera e propria: c’era un paletto poetico/linguistico e da questo sono state liberate le emozioni, la parte emotiva tua e del personaggio che interpreti, ovviamente. E’ stato un anno impegnativo, ma che ha permesso a me e ai miei colleghi di crescere artisticamente.

Lo spettacolo è stato già portato in scena per le scuole. Come affrontano i ragazzi questa storia così forte, drammatica?

Ecco un’altra sfida! Molti insegnanti mi chiedevano se fosse adatto ad un pubblico di giovanissimi. Io rispondevo con convinzione di sì, ma il dubbio si insinuava. Per fortuna, sin dalla prima rappresentazione, al Liceo Scientifico di Marcianise, ci siamo resi conto che i ragazzi hanno un approccio forte, di grande passione nei confronti di questa drammaticità. Sono sempre coinvolti. Tra le altre cose, abbiamo guidato questi spettatori, facendoli entrare a mano a mano nella storia: abbiamo organizzato un dibattito dieci, quindici giorni prima della rappresentazione in cui abbiamo parlato del testo, dei personaggi e così via. Dopo lo spettacolo, c’è stato un secondo dibattito, proprio per portare a compimento l’intero progetto.

Cyrano è un eroe romantico. Si dice che un attore metta sempre qualcosa di sé nei ruoli che interpreta. Quanto c’è di Cyrano in Raffaele e di Raffaele in Cyrano?

In maniera volontaria o involontaria, capita sempre di mettere qualcosa di te nel personaggio. Con Cyrano e’ stato uno scambio reciproco. Il personaggio mi ha fatto comprendere i miei limiti, attraverso i suoi. La cosa più bella che mi ha donato è stato l’ affrontare la vita con coraggio, nonostante il fallimento. Alla fine c’è la battaglia contro i suoi nemici: la menzogna, i compromessi, la viltà e la stupidità. Tutti, per amore.

Nello spettacolo ho messo molti dei miei errori, i miei “fallimenti”, ma anche la volontà di affrontarli e di riscattarmi.

Dove vi porterà la tournée di Cyrano?

Ovunque! Per ciò che concerne la Campania: Napoli, Salerno, Benevento, Avellino … ma incrocio le dita anche per portare questo progetto in altre regioni. Di sicuro verrà presentato in diverse rassegne, alcune di portata nazionale. Vincere dei premi sarebbe un sogno e una grande soddisfazione. Sul “Cyrano” continuiamo a lavorare giornalmente: i personaggi sono in perenne trasformazione, lavoriamo sulle scene in maniera costante. Poi, prima dell’estate, inizieremo le prove di un nuovo spettacolo, ma non posso anticiparvi nulla!

Passiamo ora a Teresa Perretta

Una cosa che ho sempre amato di questo spettacolo è il fatto che i protagonisti si evolvano nel corso della vicenda. Rossana è il caso esemplare …

Parliamo di maturazione di un processo evolutivo. E’ quello che Rossana fa ed è più evidente rispetto agli altri due personaggi che, soprattutto nel caso di Cristiano, sono un po’ costretti dagli eventi. Rossana invece si evolve autonomamente. Credo che sia il suo aspetto più interessante. Una ragazzina che diventa donna. Sono sincera: all’inizio ho rifiutato un po’ questa ragazzetta perché non mi apparteneva. Troppo superficiale e furba, calcolatrice. Ma poi, con la maturità, si accorge che la verità è ben altro rispetto all’essere fisicamente e al saper parlare in un certo modo. Questo passaggio mi ha affascinato. Però ammetto che l’affrontare questa trasformazione non è stato affatto facile. Il motivo è semplice: lo sappiamo … nella vita reale, una crescita richiede molto tempo, un rapporto costante con te stesso e con gli altri. Nel riadattamento realizzato da Raffaele il tutto avviene invece con tempistiche più ristrette.

Rossana ama Cristiano che è bello e (crede) poetico ed intelligente. Però lo amerebbe anche se fosse brutto. In tutta onestà, se al posto di Rossana ci fosse stato un uomo, credi che avrebbe avuto lo stesso comportamento con una donna bruttina?

Non credo ci siano differenze tra uomini e donne in questo contesto. Sì, volendo seguire dei luoghi comuni, forse la donna ci arriva prima dell’uomo (scoppia a ridere). Però voglio andare al di là delle solite analisi. Anche perché credo che il tutto dipenda dall’uomo coinvolto, dalla sua sensibilità, dalla sua emotività, dalla sua empatia. Una donna è più predisposta a certi passaggi sia fisicamente sia emotivamente. Però l’uomo non è da meno. Il cuore è quello.

In alcuni casi lo si dà troppo per scontato.

Secondo me sta all’uomo decidere di cogliere e portare con sé quei passaggi viscerali tipici dell’amore. Così facendo può fare in modo che crescano. E’ un percorso totalmente soggettivo, si basa su una scelta: quella di ricercare la verità e di ottenere un equilibrio relazionale e non solo. Di sicuro c’è bisogno di tanto coraggio … eh, hai detto niente! (Ride di gusto).

Il fatto è che siamo troppo soggetti alle convenzioni sociali e molto spesso abbiamo quasi paura di imporci ad esse. Le nostre scelte sbagliate dipendono anche da questo, indipendentemente dal fatto che sia un uomo o una donna a farle.

Rispetto al personaggio che ha interpretato sul palco (inevitabilmente più controllato), dietro le quinte, Teresa è un vero e proprio uragano: trascinante e coinvolgente. Ogni frase è substrato per una nuova battuta. E’ il suo modo di scaricare la tensione, lo si capisce al volo. Nel corso dell’intervista rivela una personalità assai complessa ed articolata.

Sei romantica? Ti piace l’idea del rapporto epistolare? Tra Whatsapp et similia sembra destinato a svanire…

Bella domanda! Sì, sono estremamente romantica. In un primo momento non ho amato moltissimo questi social. Hanno reso sterili i rapporti umani, li hanno resi frettolosi, privandoli di un contesto romantico, poetico. Non sono contro il progresso, sia chiaro, ma questi nuovi contesti di comunicazione dovrebbero essere utilizzati nel modo giusto. Se ne fa un uso spropositato. Dovrebbero rendere la vita più semplice e ce l’hanno invece rovinata. Adoro la corrispondenza epistolare: da bambina scrivevo un sacco di lettere alle mie amiche delle vacanze. Adesso si usano le e mail, i messaggi e i vari programmi di messaggistica. Io cerco di usarli per lavoro. Però un sentimento non si esprime così … non c’è paragone con il profumo del foglio, il colore dell’inchiostro della penna, la forma delle lettere. Mi dispiace per le nuove generazioni, che non hanno avuto l’opportunità di poter vivere il sapore dello scrivere una lettera. Durante i laboratori con i ragazzi abbiamo fatto spesso questa domanda “Avete mai scritto una lettera?”  La risposta è triste. Preferiscono il whatsapp.

Ma poi … vogliamo parlare dell’attesa? Il tempo necessario per ricevere la risposta, l’immaginarsi quello che c’è scritto. Sono cose indescrivibili, uniche! Mi appartengono perché le ho vissute.

Secondo me i ragazzi dovrebbero essere rieducati a scrivere lettere in italiano, senza la x al posto del però e del perché e così via. Io le chiamo le parole mozzate.

Recentemente, cinque o sei mesi fa, ho scritto una lettera troppo bella ai miei genitori. Sai che li ho fatti commuovere?

No, non c’è proprio paragone!

Saluto i due giovani attori, augurando loro che questo progetto possa portare loro le più belle soddisfazioni umane ed artistiche.

Raffaele Patti e Teresa Perretta: Cyrano, uno splendido perdente. was last modified: maggio 17th, 2017 by L'Interessante
17 maggio 2017 0 commenti
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Capodanno
CulturaIn primo piano

Capodanno in Russia: si festeggia due volte

scritto da L'Interessante

Il vecchio Capodanno.

Di Erica Caimi

Se volete festeggiare due volte Capodanno, la Russia è il paese che fa per voi.

L’arrivo del nuovo anno si celebra esattamente come in Europa, la notte del 31 dicembre. E’ la festa delle famiglie, il momento in cui ci si riunisce per mangiare, bere champagne e scartare i regali. Pochi minuti prima che i dodici rintocchi dell’orologio del Cremlino battono la mezzanotte dall’alto della torre Spasskaja, il Presidente russo appare in TV per il suo consueto discorso di auguri alla Nazione. Si dice che se si riesce ad esprimere un desiderio tra il primo e l’ultimo rintocco, questo si avvererà certamente.

Esiste, però, un’altra curiosa tradizione che viene mantenuta in vita fin dal lontano 1918: quella di festeggiare il Capodanno un’altra volta, la notte tra 13 e il 14 gennaio e le ragioni sono da ricercare nella storia.

Storia del Capodanno nella Russia prerivoluzionaria

Nella Russia dei tempi pagani, l’arrivo del nuovo anno veniva celebrato a marzo, in concomitanza con l’equinozio di primavera, probabilmente perché associato al ciclo agricolo. Con l’adozione del cristianesimo da parte della Rus’ di Kiev (il primo stato russo fondato, secondo le antiche cronache, intorno alla metà del IX° secolo, che si estendeva su parte dell’attuale territorio ucraino, bielorusso e russo) e l’assimilazione del calendario bizantino, si spostò l’arrivo del nuovo anno al primo settembre. Questa incoerenza sopravvisse a lungo, poiché essendo il territorio estremamente vasto, in alcuni luoghi si continuava a festeggiare il Capodanno a marzo, mentre in altri a settembre. Soltanto alla fine del quindicesimo secolo, nell’antica Rus’, l’inizio del nuovo anno venne uniformato al primo settembre.

Venne poi l’epoca dello zar riformatore Pietro I, detto il Grande, che molto si prodigò per modernizzare l’Impero Russo e avvicinarlo il più possibile all’Europa. Perseguendo nel suo intento, con decreto datato 1699, lo zar stabilì ufficialmente che il nuovo anno dovesse cominciare il primo gennaio, esattamente come negli altri paesi europei. Con questa riforma, il calendario bizantino venne sostituito con quello Giuliano, il quale ha uno scarto di diversi giorni rispetto al nostro Gregoriano.

La Rivoluzione e il Vecchio Capodanno oggi

Dopo la rivoluzione russa del 1917, il governo bolscevico emanò un decreto che cambiò nuovamente lo scandire del tempo e delle festività, adottando il calendario Gregoriano. In quell’anno (1918), la differenza di giorni tra il calendario Giuliano, anche detto del “vecchio stile” e quello Gregoriano consisteva in tredici giorni. Il Vecchio Capodanno è una stranezza che nasce proprio dal passaggio da un sistema di calendario all’altro e dallo scarto di tredici giorni tra i due. Da quel momento, si cominciò a festeggiare il nuovo anno il 1° gennaio come nel resto del mondo, ma si conservò l’usanza di celebrare anche la notte tra 13 il 14 gennaio in onore del Vecchio Capodanno (Starij Novyj god, in russo) secondo il calendario Giuliano. Ancora oggi, sebbene non sia un giorno festivo, lo Starij Novyj god è una ricorrenza in più per riunirsi a festeggiare con famiglia o amici e mangiare i famosi vareniki con sorpresa, una vecchia e immancabile tradizione. In passato i varenki venivano preparati a mano, mentre oggi vengono più spesso acquistati al supermercato e comodamente cucinati. I vareniki, che assomigliano a dei ravioli, nascondono una sorpresa per chi li mangia: il ripieno è diverso per ogni raviolo e simboleggia ciò che ci si deve aspettare per l’anno venturo. Se nascosto nel ripieno c’è dello zucchero allora significa che l’anno sarà dolce, se c’è del pepe sarà un anno di forti sensazioni, con l’amarena ci attende molta fortuna, con la verza prosperità economica, con la patata un avanzamento di carriera e con i fagioli un allargamento della famiglia in vista. Le possibilità sono tantissime, per ogni gusto e auspicio, ma l’importante è non trovare quelli col sale perché….. portano sfortuna! 

Capodanno in Russia: si festeggia due volte was last modified: gennaio 16th, 2017 by L'Interessante
16 gennaio 2017 0 commenti
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Volalto
In primo pianoSportVolley

Volalto Caserta: le dichiarazioni di Russo

scritto da L'Interessante

Volalto.

“Gara strana, abbiamo ancora una volta sofferto la nostra mancanza di continuità.  Purtroppo siamo scesi in campo con la Percan con problemi fisici e la stessa Pascucci obbligata in panchina per problemi alal schiena e ciò ci ha, comunque  penalizzato.  Le ragazze ci hanno provato, si è sofferto tantisismo in ricezione e di conseguenzza in attacco. Si è fatto fatica a mettere palla a terra. Peccato. Ora ritorniamo a lavorare sperando di recuperare in breve gli infortuni”.

    Sorride la Battistelli San Giovanni Marigiano. La formazione romagnola viola il taraflex casertano chiudendo così una lunga striscia negativa che la vedeva sconfitta dall’inizio del mese di novembre. Una vittoria in quattro set, un successo figlio di una prestazione decisamente pulita delle giallonere, un successo che rilancia le azioni delle romagnole ponendo ridando al team di coach Marchese nuove energie stimoli rinnovati. Per la VolAlto ancora un ko, l’ennesimo di una stagione decisamente no, ma nella quale non manca nulla per poterla rimettere sui giusti binari. Caserta, che ha giocato con Percan in condiizoni non ottimali e la Pascucci out per problmei alla schiena, recrimina per un primo set decisamente sprecato e che, forse, avrebbe potuto cambiare l’inerzia della sfida. Poi le campane hanno provato a rimettre in piedi la contesa facendo loro il secondo parziale, ma perso il terzo, hanno visto sfumare i sogni di portare la sfida al tie break.

   Volalto Caserta: la cronaca

   Caserta punto molto al centro e Mio Bertolo risponde presente. Al di al della rete i centimetri di Moretto si fanno sentire. Così il set si mantiene in equilibrio. (4-4). Strobbe e Percan griffano il primo allungo campano. (6-4). Errori offensivi delle romagnole lanciano le padrone di casa sul più quattro. (9-5- 11-6). Contro break della Battistelli e ospiti nuovamente in scia delel rivali (11-10). Caserta gioca bne i cambi palla e pur soffrendo in ricezione conserva il suo piccolo vantaggio. (15-13). Tallevi sbaglia il servio (16-14), la VolAlto mette con continuità palal a terra e arriva sul più tre. (20-17). Qui la marcia si interrompe. Attacco vincente e due ace della Saguatti rimettono la contesa in pareggio. (20-20). Magia difensiva di Cecchetto e punto della Percan.(21-20), poi Strobbe a muro. (22-20). Pare fatta. Non sarà così. Due ricezioni poco felici aprono il cmapo alla Battistelli che prima impatta e poi va a costruirsi il pirmo set point. (23-24). La VolAlto lo
   annulla. Un muro vincente di Moretti da ancora una palal set. La Volalto commette infrazione e i giochi finiscono qui. 24-26

   Secondo set

   Dopo il vantaggio iniziale delle ospiti (0-2), Caserta si rimette in marcia e con la Percan impatta (3-3), poi Strobbe griffa il primo vantaggio rosanero. (5-4). Le squadre procedono a braccetto sino a metà frazione. (10-10). Un errore in attacco campano e l’ace della Battistoni aprono il break delle romagnole.(11-13). Saguatti spara forte al servizio e fa male anche dalla seconda linea. La VolAlto soffre troppo in ricezione e la Battistelli scatta sul più quattro. (14-18). Un muro di Agrifoglio apre un break a favore di Caserta. Mio Bertolo al cnetro è una sicurezza, così come Strobbe. (18-19). Moreretto prova a rimettere aria tra le due formazioni (18-21). Ancora una volta Mio Bertolo ricuce il margine. (21-22). Percan vine murata (21-23). Sembra al fuga buona della battistelli. Astarita al stoppa ed un ace della Percan vale il 23-23. Tallevi fa punto. Set point romagnolo. La Percan lo annulla. Poi Strobbe fa punto a muro e Bartesaghi chiude i conti. 26-24.

   Terzo set

   L’equilibrio iniziale e rotto da un ace di Mio Bertolo (5-4). Saguatti sbaglia l’attacco (6-4). Il set, però, è ben lungi dall’avere un padrone.(7-7) Due muri vincenti della Strobbe portano ancora Caserta avanti (9-8). Qui cambia la storia del parziale. La volAlto non risce più a mettere palal a terra e soffre in ricezione. (9-12). Coach Russo chiama time out. L’ace della Vyazovik.vale il più cinque. (10-15). Percan ed il solito egregio lavoro delle centrali consentono alle rosanero di tornare sul meno due (14-16). Avenia fa il suo esordio nella sfida, ma è ancora Saguatti a spezzare l’equilibrio con l’aiuto di Moretto (14-18).Pipe di Tallevi e punto di Moretto (14-20). Il set di fatto si chiude qui. La VolAlto ha un sussulto(21-23), ma la Battistelli controlla e fa suo il parziale. La chiosa è di Giuliodori 21-25

   Quarto set

   Sino al 4-4 il set segue i cambi palla. La solita Saguatti è un fattore al servizio, ma le campane non mollano di un millimetro e, anzi con Strobbe si portano avanti di uno. (10-9). Si prosegue a strappi. La VolAlto soffre troppo in difesa e ne paga le conseguenze anche il suo attacco. Al di la della rete Tallevi e Moretti lanciano le compagne sul più tre. (13-16). Sono ancora una volta, però, i punti al centro a ridare ossigeno alle campane. Mio Bertolo si conferma all’altezza della situazione, Astarita risponde presente (17-17).Marignano sbaglia due attacchi. Caserta ringrazia e mette la freccia. (20-19). E’ ancora una volta la Saguatti a rimettere le cose a posto per la sua squadra con due diagonali devastanti. (20-21). Un errore di Caserta obbliga coach Russo a chiamare sospensione.(20-22).Ottime notizie arrivano al centro con le solite Strobbe e Mio Bertolo. (22-22). Saguatti prima fa punto, poi piazza un servizio vincente. Arrivano due palle match. Il muro di Avenia
   ne annulla una, poi Caserta si arrende. 23-25

   VOLALTO CASERTA- BATTISTELLI SG MARIGNANO 1-3
   (24-26;26-24; 21-25; 23-25)

   VolAlto: Percan 15, Boriassi n.e, Avenia 2, Aquino, Cecchetto (L), Strobbe 10, Astarita 12, Agrifoglio 2, Barone (L) n.e., Pascucci n.e., Bartesaghi 13, Mio Bertolo 13. All. Russo
   MARIGNANO: Vyazovik 9, Tallevi 12, Angelini n.e., Battistoni 1, Giuliodori 15, Saguatti 16, Agostinetto n.e, Lanzini(L), Sgherza, Boccioletti, Rynk, Moretto 10. All. Marchese

Volalto Caserta: le dichiarazioni di Russo was last modified: dicembre 11th, 2016 by L'Interessante
11 dicembre 2016 0 commenti
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