Sassi Unplugged
Avete mai recensito un libro? E un libro della Roundmidnight Edizioni?
Vi spiego un po’ come accade per un giornalista della nostra redazione. Indossa una tuta molto comoda, spegne il cellulare, si prepara un panino con la mortadella e siede davanti al camino con il libro e una penna di colore viola. Comincia a leggere e segna via via i vari appunti che lo aiuteranno a redigere il pezzo una volta arrivato all’ultima pagina. Il lettore della recensione di solito non ha alcuna idea di come sia fatta questa lista, ma stavolta ho deciso di pubblicarla punto per punto. Questo perchè recensire Sassi Unplugged di Giorgio Olmoti non è semplice. Perchè le prime emozioni sono quelle che contano, e sono quelle che voglio trasmettervi, quelle scritte con penna viola, davanti al camino, mangiando un panino con la mortadella.
Sassi Unplugged: appunti di viaggio
1° appunto: un libro che nasce dalla paura che lo scrittore ha del suo editore Domenico Cosentino. Basta leggere la prefazione per capirlo.
2° appunto: un viaggiatore lo si riconosce dal bagaglio. Si è viaggiatori quando si sceglie uno zaino in luogo del trolley.
3° appunto: viaggiare con la Roundmidnight Edizioni significa passare in autostop tutti i luoghi dell’anima.
4° appunto: un viaggio che non è solo uno spostamento da un posto all’altro, ma anche da una generazione all’altra. Una generazione dall’igiene pari a zero, la scomodità del passato, la vita lunga. E la generazione del presente, comoda, all’amuchina e rifiuti.
5° appunto: ironia a scazzo, di un viaggio non bello, non brutto. Uno di quei viaggi che ti piace raccontare davanti ad una birra vent’anni più tardi.
6° appunto: l’amore raccontato senza dettagli intimi di pelle contro pelle. Ma con i dettagli intimissimi di Jimi Hendrix, dei cornetti alla crema e degli appuntamenti mancati.
7° appunto: sono giovane ma ho abbastanza anni per raccontare i miei salti giocando a campana, le schede telefoniche e le corse in bicicletta. Ecco perchè leggere di telefoni a gettoni, vagoni di treni lenti, lentissimi, tende da campeggio, mi restituisce quella nostalgia che ti prende quando ascolti Guccini alla radio vedendo vecchi filmini di famiglia.
8° appunto: quando dai un nome alla tua macchina, sei in piena sindrome di randagismo.
9° appunto: a metà libro ti accorgi che Matera non è solo una città, ma un vero e proprio luogo dell’anima. Ogni città diviene luogo dell’anima quando le si associa un proprio ricordo personale, ci si lascia un pezzo di storia, della propria storia, lì come un regalo. Perchè sono le persone con le loro storie a rendere un mucchio di case e strade, dei posti da vivere e raccontare.
10° (triste) appunto: 2015, la tristezza di un’omologazione che ha fatto perdere fascino ai luoghi che prima avevano una personalità individuale.
11° (tristissimo) appunto: se guardo bene l’autore sta invecchiando. (Dovete comprare il libro se volete sapere il perchè).
12° appunto: una seconda parte del libro con la sua contemporaneità che toglie fascino alle cose e avventura al viaggio. Una macchina che ha l’orologio della macchina già incorporato, togliendo a dei ragazzi fancazzisti la fantasia di attaccarne uno esterno con lo scotch. Treni, taxi e pullman che si preferiscono ad autisti improvvisati e a compagni di viaggio improbabili. E così addio storie, addio viaggi ed imprevisti.
Ma è anche la seconda parte di un film che diverte, che mostra luoghi e racconta storie.
Se vi scocciate di leggere questa intera lista farneticante di appunti, sappiate almeno una cosa. Sassi Unplugged di Giorgio Olmoti è una prima pagina che è un posto a caso nel mondo, ed è un’ultima pagina in cui quel posto diventa casa.
Roberta Magliocca