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AttualitàCronacaEditoriale

ITALIA IN VENDITA E ITALIANI PECORONI. CI PROPINANO SOLO FALSE NOTIZIE PER TRASMETTERCI PAURA E FARCI STARE A CASA. MA PERCHE’?

scritto da Walter Magliocca

 

Italia 

Italia in vendita: ci propinano volutamente delle falsità per nascondere scomode verità che conosceranno solo i posteri

Il sole 24 ore riporta, nella sezione interventi, i dati statistici forniti da Paolo Becchi, professore ordinario di filosofia del diritto presso l’università di Genova e Giovanni Zibordi, trader e consulente manageriale e finanziario.

Dati statistici inconfutabili che dovrebbero far riflettere. Ma noi italiani siamo abituati a pensare solo al nostro orticello, da più parti bollati come una massa di pecore non adusi a contrastare le direttive “aziendali” (leggi stato) ed è per questo che artatamente ci fanno “stagnare” nella nostra beata ignoranza trasferendoci notizie costruite, martellanti e ripetitive. Da regime dittatoriale,  altro che da popolo libero e che Mussolini (sì proprio lui) definì di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori. Ma tutti allineati e …..coperti.

Un’analisi per valutare la situazione economico finanziaria in relazione alla chiusura totale ed alle conseguenze sociali mediante notizie non sempre veritiere trasmesseci in oltre 40 giorni di arresti domiciliari. Solo per noi, ovviamente. Loro, i nostri rappresentanti, avevano ed hanno notizie vere. Ed inoltre continuano a mantenere una serie di benefit sempre a spese degli ignari taliani: barbieri a disposizione, ristorante a Montecitorio, però per asporto, trasferimenti con autista, con mascherina e guanti però.

I dati inconfutabili

Il crollo del PIL atteso in Italia è dell’ordine del 20% nei prossimi mesi e che porterà la nazione al periodo pre crisi del 2007.

Il disastro economico è inflitto agli italiani per l’adozione spropositata della chiusura totale adottata “modello Wuhan” senza avere i mezzi e le capacità cinesi per la ripresa.

Un dato certo è che nessuno sa con certezza il numero di decessi per il virus a Wuhan che si stimano in 10 o anche 50 volte in più rispetto ai dati ufficiali.

In Asia ed Australia non è stato adottato il criterio della chiusura e il virus è stato circoscritto con una immediata ripresa economica. In Italia, con decisioni spropositate ed anticostituzionali, “sguinzagliando” le  forze dell’ordine sul territorio e usando droni ed elicotteri, con ulteriori spese in danno degli ignari italiani, per sanzionare chi esce di casa, (assurdo ed illegale aggiungiamo) la ripresa appare lontana, lenta e farraginosa 

Differenze tra nord e sud avvalorate dalle uscite folkloristiche del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ottimo showman, ma nulla più

La chiusura totale, in esterofilia diffusa, questa si virale, definita total lockdown, viene giustificata dalla mortalità triplicata o quadruplicata a Bergamo, Brescia, Piacenza, Pavia, Milano ed altre province del NORD rispetto agli anni precedenti. I numeri forniti, anche in questi casi non veritieri, riferiscono 14 mila morti in più, mentre altre fonti riportano addirittura 63 mila morti in più rispetto agli anni precedenti ed attribuiti al conteggio Covid.

Orbene, la popolazione italiana è di circa 60 milioni  e si verificano mediamente 650 mila decessi l’anno e circa 230 mila nel periodo gennaio – aprile. Quest’anno, in base ai dati ISTAT, non si riscontra alcun aumento rispetto ai dati degli anni precedenti.

E’ evidente che in Lombardia, Veneto e nelle province del nord Italia si è verificato e si verifica un picco di decessi rispetto agli anni addietro, ma quando si analizza la mortalità complessiva su tutto il territorio nazionale, i dati riportano (ad es. Bloomberg del 6 aprile) meno morti del solito.

Allo stato, dunque, l’ISTAT, relativamente agli anni precedenti ed allo stesso periodo, riporta un numero di decessi pari a 231 mila, mentre per quest’anno, nel 2020, fino alla data odierna, i decessi sono stimabili in 191 mila. Per la fine del mese, potendo fare un confronto con il passato, si stima un numero di 216 mila decessi. Pertanto un numero inferiore rispetto ai dati ufficiali.

Si può affermare che nel Nord Italia il numero di decessi sia aumentato, mentre nel resto della nazione il numero è addirittura diminuito.

Inoltre, aggiungiamo, che il bollettino della protezione civile, precisa sempre ed a chiare lettere che il numero di decessi è TOTALE e non riferito al solo COVID 19.

In pratica la chiusura totale dell’intera nazione ha prodotto un numero di morti inferiore se comparato con i dati ISTAT degli anni passati.

L’obiezione che la chiusura abbia ridotto la mortalità al punto di farla scendere sotto la media storica, non sembra valida perché il dato è che quella italiana è la seconda/terza più alta del mondo per COVID con 338 morti per 1 milione di abitanti, mentre altri paesi (Corea, Giappone, Taiwan, Hong Kong, Australia, Svezia) che non hanno adottato il tanto decantato modello Italia mettendo tutti agli arresti domiciliari, hanno mortalità inferiore a 90 morti per 1 milione.

Sembra poco plausibile che senza chiusura l’Italia avrebbe avuto una mortalità ancora più alta.

Del resto anche la Germania, con una politica che lascia molte libertà ai cittadini, continua ad ottenere ottimi risultati nell’arginare e contenere il virus.

Vi è da aggiungere che lo stato non ha tenuto conto dei numeri diversi tra NORD e SUD Italia, chiudendo la parte bassa dello stivale non afflitta da numeri preoccupanti.

Oltretutto, da servizi giornalistici, si è appreso che nel NORD Italia le fabbriche ed aziende sono rimaste aperte continuando nella produzione e, presumibilmente, il paradosso è che nelle zone più colpite si avrà una ripresa sicuramente più celere dell’economia, rispetto al Sud Italia che, more solito, sarà completamente “affossato” da una politica incapace e volutamente afflittiva nei confronti dei cittadini meridionali.

Il presidente De Luca con i suoi provvedimenti ad effetto e le sue ordinanze in contrasto addirittura con quelle restrittive nazionali, espone tutta la Campania, ma soprattutto la realtà partenopea, ad una serie di rischi incalcolabili non solo economici ma di vita sociale che potrebbero rendere invivibile il territorio.

Ed intanto dal nord Italia continuano a piovere attacchi al sud da parte di esponenti politici e della società civile. Non possono tollerare che l’epidemia, al sud, non si è sviluppata nonostante i trasferimenti e tutte le misure messe in campo affinchè ciò avvenisse. Mostrando un personale sanitario “eccellente” nelle pratiche ospedaliere e non, nonostante le enormi limitazioni di risorse e la mancanza dei presidi di emergenza per i continui tagli ai mezzi economici messi in campo proprio dal presidente della Regione Campania.

Da ultimo Vittorio Sgarbi il quale, nella trasmissione di Barbara Palombelli, ha usato affermazioni forti, con l’unico scopo di  screditare i napoletani, identificati con tutto il sud Italia. Ma sicuramente con una punta di invidia

La cultura completamente distrutta

Dal punto di vista dell’economia c’è una distruzione di reddito, dal punto di vista culturale si evidenzia una volontà palesemente afflittiva che, con la chiusura delle scuole e delle università, o meglio con la loro trasformazione in una realtà telematica, evidenzia che il governo ha deciso di far aumentare (o far perdurare) uno stato di ignoranza per una stragrande maggioranza di italiani, al fine di una manipolazione facilitata. 

In Campania, poi, De Luca si sta uniformando ad un potere oligarchico con decisioni da regime con l’avallo del governo centrale.

Nessuna richiesta atta a sollecitare un dibattito in tal senso viene recepita da chi di dovere.

Tutti bravi, senza piangere mai, in fila per tre con distanziamento sociale, anzi in fila per uno, tutti zitti e battete le mani. Edoardo Bennato lo aveva cantato molto tempo fa. 

E’ proprio quello che vogliono. Non ci vogliono far capire ma soprattutto non dobbiamo capire NULLA.

ITALIA IN VENDITA E ITALIANI PECORONI. CI PROPINANO SOLO FALSE NOTIZIE PER TRASMETTERCI PAURA E FARCI STARE A CASA. MA PERCHE’? was last modified: aprile 18th, 2020 by Walter Magliocca
18 aprile 2020 0 commenti
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Lo Stato
Attualità

LO STATO CI HA TRUFFATO. CORONAVIRUS: PACCO CONTROPACCO E CONTROPACCOTTO E DE LUCA ALLA REGIONE RINCARA LA DOSE

scritto da Walter Magliocca

 

Lo Stato

Lo Stato: il nemico numero uno del cittadino

I cittadini  sono considerati delle pecore e trattati come tali, senza alcuna opposizione.

A tal riguardo riportiamo un intervista a cura di Salvatore Ridolfi (pubblicata su librieparole.it il 31 marzo 2020) al professor Francesco Benozzo, il poeta-filologo-musicista candidato dal 2015 al Premio Nobel per la Letteratura, autore di diverse centinaia di pubblicazioni, direttore di tre riviste scientifiche internazionali, membro del comitato scientifico di gruppi di ricerca internazionali (tra i quali  il “Centro Studi di Medical Humanities” (CMH),  il workgroup “We Tell / Storytelling e impegno civico in epoca post-digitale”, e “IDA: Immagini e Deformazioni dell’Altro”), coordinatore del Dottorato di ricerca in Studi letterari e culturali all’Università di Bologna.

Il professor Benozzo ha espresso in questi giorni pubblicamente considerazioni non allineate a quelle correnti a proposito dell’emergenza pandemica in atto.

In questa intervista spiega il suo punto di vista sulla questione.

Quella del Coronavirus è una grande truffa.”

Intervista a Francesco Benozzo

Come vive, in quanto intellettuale, la situazione presente? Sta lavorando a qualche progetto in questo isolamento?

Sono come tutti i cittadini agli arresti domiciliari, arresti attuati senza dibattimento parlamentare, in un chiaro momento di soppressione della democrazia, e presidiati dalle forze dell’ordine e dai militari.

Come vivo questo isolamento? Da privilegiato, avendo comunque – a differenza della maggior parte delle cittadine e dei cittadini attualmente reclusi – uno stipendio a fine mese, e vivendo in un luogo appartato sulle montagne, tra i cui boschi non potrebbe intrufolarsi nemmeno un drone dei Marines. Faccio lezione come tutti i colleghi da remoto, svolgo sedute di laurea e di dottorato, esamino gli studenti. Sto cercando intanto di portare a termine un lungo poema a cui lavoro da tempo, dal titolo Máelvarstal. Poema della creazione dei mondi, un poema sull’origine ed evoluzione dell’universo – e che ignora deliberatamente la storia del pianeta terra – che si appoggia in un certo senso alle teorie cosmologiche degli ultimi anni, quelle venute dopo il Big Bang.

Nei giorni scorsi sono uscite su qualche pubblicazione anarchica alcune sue esternazioni relative al punto di vista che lei ha assunto rispetto a questa situazione

Non è un punto di vista che ho assunto, ma il punto di vista spontaneo che, come professore di filologia, e cioè bene o male come studioso dei sistemi di comunicazione, ho necessariamente maturato fin dalle prime ore della dichiarata epidemia. Per quello che vedo io, siamo di fronte a delle prove generali di soggiogamento delle popolazioni, fondate su una visione scientocentrica della realtà.

Può essere più chiaro? La scienza è la responsabile dello stato di cose?

Beh, in quanto “scienziato” io stesso, non posso fare a meno di notare che tutto è orchestrato dalla nuova religione del mondo contemporaneo: una religione monoteista, antidialogica, totalitarista e oscurantista rappresentata, appunto, dalla cosiddetta “scienza”, in questo caso dalla scienza medica. Nei miei anni di studio e di insegnamento ho imparato dai grandi maestri che la scienza è prima di tutto una narrazione, una narrazione il più possibile plausibile, e che i passi avanti nelle varie discipline sono stati compiuti grazie al dialogo, alle confutazioni, ai dibattiti. Chi pratica la scienza come mestiere sa bene che tale mestiere consiste essenzialmente nell’arte del dubbio sulla verità e su ogni verità. Questo riguarda anche la scienza medica, e lo dico anche come membro del comitato scientifico del prestigioso CMH, il Centro Studi delle Medical Humanties che ha sede presso l’Università di Bologna. Assistiamo invece a una scienza da reti unificate che ritiene (o meglio finge) di essere portatrice dell’unica verità.

Ma la scienza, nella fattispecie i medici, non sono in realtà gli eroi – come molti dicono – di questa situazione?

Non sto parlando dei medici in corsia, ma dei virologi da salotto e da stanze del potere. Quanto ai medici in prima linea, come gli infermieri e i volontari, direi che più che gli eroi sono le prime vittime, insieme alle persone malate e a quelle decedute, di questa guerra. Sono in trincea a combattere. Ma ciò non deve distogliere emotivamente dall’opinione che ciascuno può farsi sul perché si trovino al fronte. Intendo dire che non può funzionare l’equazione “medici eroi =  guerra giusta”. E d’altro canto mi pare che in queste ore alcune delle associazioni dei medici si stiano ribellando, proprio contro il potere centrale, rispetto a questa etichetta di eroi affibbiata loro da chi li ha mandati al fronte.

Vittime di un sistema, dunque?

Direi proprio di sì. Se si guarda alla situazione italiana, senza andare oltre, bisogna registrare esclusivamente quanto segue, se non si vuole entrare nella lamentazione e nella strategia della paura: un virus particolarmente aggressivo ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario, dal momento che a fronte di 60 milioni e mezzo di abitanti sono presenti sulla penisola circa 5000 posti letto di terapia intensiva. I medici sono in trincea per questo, non per i numeri esorbitanti del contagio. Si trovano in trincea perché invece che delle corsie di ospedale abbiamo delle trincee (ma la situazione era già nota da prima dell’emergenza in atto: non si può non ricordare che fino al mese scorso gli stessi medici ora santificati dal popolo erano vittime di aggressioni, non solo verbali, proprio per la situazione di affanno – per usare un eufemismo – in cui versano strutturalmente i nostri ospedali, fin dalle stanze di smistamento dei prontosoccorsi).

La colpa è dunque del sistema sanitario?

Le colpe sono tante, per quello che uno può vedere o per l’idea che uno si può fare. Parliamoci chiaro: nel 2020 in uno stato di 60 milioni e mezzo di abitanti i posti per le terapie intensive dovrebbero essere come minimo 60.000. Il resto sono frottole, che per trasformarsi da frottole in qualcosa di diverso vengono naturalmente filtrate dalle drammatiche immagini delle corsie sovraffollate, delle infermiere e infermieri e medici esausti quando non deceduti, delle bare senza fiori appoggiate fuori dagli ospedali, delle stesse bare portate via con scene hollywoodiane dai mezzi militari. E che passano per i pornografici bollettini quotidiani di contagiati, ricoverati, guariti e morti. E tutto questo mentre la polizia gira per strada, mentre la protezione civile istiga coi megafoni a barricarsi nelle proprie abitazioni, mentre i balconi si riempiono di cittadini lobotomizzati che inneggiano alla patria, e mentre i santoni virologi – che si sono messi di recente a parlare anche di Dio in contrasto con sua santità il papa – ammoniscono, in nome della scienza, sui nuovi morti che dovremo contare se non facciamo come loro hanno deciso.

La pandemia miete comunque i suoi morti

Sì, il virus miete certamente i suoi morti, come altre centinaia di virus con cui conviviamo e che a volte ci ammalano, e ormai la nazione conosce a memoria il numero di questi morti, poiché arrivano puntuali alle ore 18 con i dati ufficiali. Verrà poi certamente un momento in cui si proverà a capire anche come sono fatti questi conteggi. Come saprà, i morti diretti per coronavirus al 28 marzo – secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità – sono in totale 7, e gli altri sventurati sono stati uccisi per il colpo di grazia che questo virus ha dato alle loro già precarie condizioni. Questo non sminuisce ai miei occhi l’effetto del virus, ma mi lascia dubbioso sulla narrazione imposta di una pandemia in atto. Più di un conoscente a cui è venuto a mancare un parente stretto mi ha detto che questi si trovava già all’ospedale a uno stato terminale: se è morto perché aveva anche il Covid-19, non so, come scienziato, che valore “scientifico” abbia metterlo nel conteggio delle vittime dell’epidemia. Di questo bisognerà pur tener conto visto che i 60 milioni di cittadini gioiscono alle 18.05 se ci sono anche solo 30 morti in meno nei famigerati bollettini (inviando cuoricini e ringraziamenti sulla pagina Facebook del Dipartimento della Protezione Civile) o si rattristano (inviando faccine con la lacrimuccia) se ce ne sono 30 in più: gioiscono o si rattristano, beninteso, perché all’interno della strategia della paura di cui si trovano a essere marionette inconsapevoli, sono convinti che quei dati ci dicano se il virus sta accelerando o decelerando.  Aggiungerei anche, ma qui si apre un discorso molto diverso, che – sempre secondo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore della Sanità – ogni anno in Italia circa 20.000 persone si ammalano in ospedale di varie patologie (tra le quali la polmonite è la più frequente) e muoiono a causa di queste: a chi entra in ospedale per un’operazione al femore può cioè capitare di ammalarsi per polmonite, e se è anziano o con altre complicazioni di morire a causa di questa malattia contratta dentro all’ospedale. Questa alta percentuale di morti per patologie contratte in ospedale è spiegata dai medici con il sovraffollamento: e quella – cronica – del sovraffollamento è una situazione che di questi tempi è quintuplicata.

Sono stati fatti pochi investimenti sulle strutture sanitarie, quindi?

Me ne intendo assai poco. Ma so che ogni giorno, anche in questi giorni di emergenza, mentre il suo primo ministro si presenta sui canali ufficiali preoccupato e impallidito, chiedendo a tutti di “stingersi a coorte”, il governo italiano spende 70 milioni di euro in spese militari (due miliardi al mese), e che con le spese militari di un solo giorno, cioè con i 70 milioni che vengono spesi ogni ventiquattro ore, si potrebbero costruire e attrezzare sei nuovi ospedali o comprare 25.000 respiratori. Se ci atteniamo questi dati, possiamo parlare dell’emergenza in corso, senza troppi giri di parole, come di una strage di stato.

In alcune interviste lei ha parlato di “finta pandemia”

Sì, in alcune interviste all’estero: qui pare che non si possa. Qui come avrà visto chi non la pensa come i medici ufficiali viene denunciato (se è un medico viene invece radiato). È infatti palesemente in atto, nel processo di soggiogamento, anche una soppressione della libertà di parola. Per quanto mi riguarda, non mi interessa affatto parlare di tesi cosiddette complottiste. Me ne discosto decisamente, ovvero posso approssimarmi ad esse – per adesso – come a un genere letterario. Io ho parlato di finta epidemia perché gli effetti di questo virus sono stati da subito incanalati nel terrore dell’epidemia, e dunque percepiti, temuti, enfatizzati e pompati dentro un contesto di paura indotta e controllata militarmente. Questa epidemia è finta perché nasconde il vero problema e si alimenta del terrore creato intorno ad essa.

È inoltre finta perché tra i cosiddetti poteri forti non ci sono voci fuori dal coro e tutte le componenti appaiono allineate nel sostenere un’unica narrazione, secondo tutte le strategie di manipolazione elencate ad esempio da Noam Chomsky per ottenere la manipolazione delle masse:

  1. strategia della distrazione;
  2. creare problemi e poi offrire le soluzioni (sono già tutti – non io – in fremente attesa del fantomatico vaccino);
  3. strategia della gradualità crescente e dell’impennata (le limitazioni graduali e poi sempre più stringenti);
  4. strategia del differire (presentando una soluzione come “dolorosa e inevitabile”);
  5. usare l’aspetto emotivo più che l’argomentazione (immagini apocalittiche, bollettini di guerra);
  6. mantenere gli interlocutori nell’ignoranza e nella mediocrità (il virologo non si può mettere in discussione, noi non siamo in grado);
  7. stimolare i cittadini ad essere compiacenti con la mediocrità (flash mob e altre manifestazioni di massa);
  8. Rivolgersi ai cittadini come a dei bambini (le parole del Governatore della Lombardia: “Se non lo capite con le buone domani ve lo faremo capire con le cattive”);
  9. insinuare il senso di colpa (siamo tutti potenziali contaminatori e untori, siamo tutti colpevoli, siamo messi gli uni contro gli altri per via di questa vergognosa colpevolizzazione);
  10. conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.

Lo sa che anche lo stesso Chomsky si è espresso in termini non troppo diversi in queste ore?

Una decina di giorni fa avevo mandato alcune di queste mie riflessioni a Chomsky – con cui ho una corrispondenza accademica da qualche anno dovuta ad alcuni studi e a un libro che ho pubblicato sul problema dell’origine del linguaggio – ed ha commentato le mie considerazioni dicendo che coglievano a suo parere un punto importante, anche se riferito alla sola Italia. Purtroppo, però, è uno di quei casi in cui il parere positivo di un personaggio del suo livello su ciò che penso non mi rende felice. Conferma piuttosto una diagnosi agghiacciante.

Come riassumerebbe dunque questa sua diagnosi?

Quella del Coronavirus è una grande truffa. Si tratta di un’epidemia dichiarata che non miete – come le vere epidemie – masse indistinte di persone, ma che invece uccide in massa i diritti di libertà e la dignità di tutti, imponendo un punto di vista univoco che vieta agli individui di autodeterminarsi e abituando la popolazione ad accettare come normalità la sospensione dei propri diritti inalienabili. Le persone che sono purtroppo decedute per questa combinazione di spazzatura metabolica e a causa di questa strage di stato vengono inoltre usate in maniera strumentale dal governo e dagli organi di propaganda tutti allineati, spaventati e agli ordini di questo terrorismo sanitario.

Pecore siamo e pecore resteremo

Pertanto, in questo momento storico, lo Stato, nel caso di noi Campani, coadiuvato da un presidente regionale, Vincenzo De Luca, incline alla spettacolarizzazione ma servo del potere,  stanno imponendo a noi cittadini uno stato di polizia con privazione dei diritti costituzionali senza la benchè minima protesta concreta e sensata.

LO STATO CI HA TRUFFATO. CORONAVIRUS: PACCO CONTROPACCO E CONTROPACCOTTO E DE LUCA ALLA REGIONE RINCARA LA DOSE was last modified: aprile 13th, 2020 by Walter Magliocca
13 aprile 2020 0 commenti
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cosi' parlo'
Attualità

GOVERNO CONTE: DECRETO SALVA …… NESSUNO. POTREBBE DEFINIRSI UN DECRETO AFFONDA ITALIA

scritto da Walter Magliocca

Governo Conte

Il Governo Conte per fronteggiare la crisi economica emana un provvedimento che non salva nessuno anzi diventa solo uno sperpero di denaro

«Lo Stato c’è, ci sono molti cittadini che soffrono e a loro dico che non stiamo girando il volto dall’altra parte». Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Ho firmato un Dpcm che stanzia 4,3 miliardi da girare al Fondo di solidarietà per i Comuni. È un anticipo del 66% – spiega -. Destiniamo dunque altri 400 milioni ai comuni, per le persone che non hanno soldi per fare la spesa».

Ma a cosa serve?

A niente. Il problema economico non si risolve facendo la spesa a pochi. Equivale ad un reddito di cittadinanza bis.

Si dovrebbe garantire un aiuto a tutti gli italiani indistintamente.

Lo Stato italiano, anche in questo frangente, non riesce a spogliarsi della burocrazia.

Evitare i pagamenti delle forniture e dei balzelli per un periodo necessario a garantire la ripresa. Sospendere e non rinviare i pagamenti

Basterebbe veramente poco. Non far pagare la rata dell’assicurazione, il pagamento del mutuo, le bollette, la tarsu, l’imu: insomma i balzelli che affliggono gli italiani.

Solo così  si potrebbe dare un concreto aiuto al popolo italiano.

Il presidente del Consiglio ha specificato che il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%) – criteri concordati con l’ANCI (da valutare l’introduzione tra i criteri di riparto dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) calcolato dall’ISTAT – ultimo dato disponibile aggiornato però al censimento del 2011). Ma quali sono questi criteri?

Tutti criteri farraginosi che non porteranno ad alcun risvolto positivo.

Fare l’elemosina di 600 euro, o anche meno, destinato solo ad alcuni, non serve. Tutti sono danneggiati. Indistintamente.

Occorre un piano serio ed articolato che garantisca aiuti concreti ed una ripresa lavorativa.

L’Italia sta per chiudere.

Chi sopravviverà al coronavirus sarà costretto a scendere per strada ed uccidere il suo simile per garantirsi la sopravvivenza.

Il rischio è alto. Lo Stato assente

GOVERNO CONTE: DECRETO SALVA …… NESSUNO. POTREBBE DEFINIRSI UN DECRETO AFFONDA ITALIA was last modified: marzo 29th, 2020 by Walter Magliocca
29 marzo 2020 0 commenti
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