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Storie

dieci
CulturaIn primo pianoLibri

Dieci domande per l’Intervista Interessante (10?II) a Patrizia Angelozzi

scritto da L'Interessante

dieci

Di Maura Messina

Cari amici de L’ Interessante, eccoci alla terza puntata della giovane rubrica 10?II (dieci domande per l’Intervista Interessante).

Questa settimana Maura Messina incontra l’ autrice de “Il confine umano”, Patrizia Angelozzi. Abbiamo sottoposto le nostre dieci domande alla scrittrice abruzzese. 

Entriamo a piccoli passi nella scrittura che non conosce confini e che quando li trova li oltrepassa. Un libro che punta alla riscoperta di un valore che dovrebbe essere insito in ognuno di noi: l’umanità. Vi invitiamo a tenere aperta la mente e a lasciarvi condurre “oltre”. Buona lettura!

 

Scopriamo chi è Patrizia Angelozzi in dieci step

 

1) Un rigo per presentarti

Sono Patrizia Angelozzi, madre di tre figli e autrice. Amo le persone dirette e  le emozioni che fanno ‘crescere’.

2) Due righi per scoprire il titolo e un accenno alla trama tuo libro

Il confine umano, storie vere di persone in cerca di pace…

3) Tre righi dedicate al protagonista

Sono 7 uomini, 7 vite raccontate in ‘presa diretta’ attraverso la narrazione. Arrivano da Afghanistan, Pakistan, Somalia, Turchia, Siria, Libano…

4) Quattro righi per il personaggio al quale ti senti più legato/a

Uno di loro, scappa dalle persecuzioni con la donna che diventerà sua moglie. Andranno in Norvegia, Svezia vivendo anni da clandestini, avranno tre figlie senza trovare un posto dove stare in pace, e poi finalmente…

5) Cinque righi per commentare il tuo libro preferito

“L’interpretazione della mente” di Lombardo Radice, mi ha avviato ad una lettura di comprensione profonda verso chi siamo e quello che desideriamo diventare, secondo quanto siamo disposti a riconoscere in noi e negli altri.  

6) Sei righi per raccontarci come nasce la tua passione per la scrittura

Nasce dai banchi di scuola con  le prime poesie, esigenza costante che diventerà  bisogno negli anni di scrivere per comunicare di ‘vite’ che vanno oltre o di intensità dentro la creatività‘. Scrivere per emozioni.

7) Sette righi per rivelarci altre tue passioni

L’ambito sociale, la comunicazione che rompe schemi e promuove. Il cinema, il teatro, la fotografia. Ciò che mi porta ‘oltre’ .

8) Otto righi per ritornare al tuo libro: chi vorresti lo leggesse?

Vorrei lo leggessero le persone che parlano di rifugiati e migranti secondo stereotipi e notizie false e i ragazzi, gli studenti. Per conoscere la verità sull’altro.

Solo la conoscenza porta verità.

9) Nove righi per salutare i lettori e convincerli a leggere tutto fino alla fine… perché il più bello, si sa, arriva alla fine

Leggere per capire chi è chi affronta guerre e difficoltà estreme e resta solidale, disponibile. Storie che hanno visto epiloghi di serenità, ricongiungimenti familiari, cambiato ideologie e rapporti affettivi diventate senza ‘confini’.

10) Dieci righi per citare uno stralcio della tua opera

“A tavola con i miei figli, parliamo della giornata trascorsa, i loro compiti, il cibo nei nostri piatti e di cosa faremo domani, mentre dalla tivù il telegiornale annuncia nuovi sbarchi, quattrocento migranti. Solo una parte di loro è riuscita a salvarsi, gli altri non ce l’hanno fatta. Comincio a descrivere loro le persone e le storie; riflettiamo sulla sopravvivenza di alcuni e non di altri, sul loro senso di gratitudine e fratellanza. E così, mentre finiamo di mangiare, tra domande e risposte, spiego loro cos’è la pace. Potevamo nascere anche noi da quella parte di mondo”.

 

 

Dieci domande per l’Intervista Interessante (10?II) a Patrizia Angelozzi was last modified: marzo 23rd, 2017 by L'Interessante
23 marzo 2017 0 commenti
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Storie
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

Storie tra le macerie

scritto da Roberta Magliocca

Storie

Storie

Di Roberta Magliocca

Scrivo. Il tuo corpo, nudo e stanco sotto le lenzuola. E io…scrivo.

Scrivo di questa stanza, campo di battaglia. La nostra battaglia. Quanta vita mi hai passato stanotte. Mi sono vista nelle tue mani. Mi piace ciò che ho visto. Io e te…e il mare d’inverno. Ma non serve a nulla. Non servono a nulla i colori con i quali mi hai dipinta. Me lo hai detto tu, i tuoi disegni, una volta completati, li distruggi. E allora non completarmi. Lasciami così, non finita…INFINITA. Infinita come quelle litigate che hanno portato i nostri corpi ad accendersi di nuova violenza. Infinita come le nostre distanze. Infinita come i miei occhi a cui non sai resistere. Infinita come il mio petto che pulsa troppo. Come il tuo petto che pulsa troppo poco. Troppo poco,sì! Perchè tu non ne hai bisogno, giusto? Non hai bisogno dei pensieri che quotidianamente fai di noi. Pensieri che, in questo momento, turbano il tuo sonno. Sei inquieto, agitato. Cosa c’è? Sogni di noi? Lo so, lo so…sono presuntuosa; anzi no, prepotente…come dici tu. La verità è che, altrove, siamo ben più avanti di così. Su quella spiaggia invernale abbiamo trovato il coraggio di viverci. Ma fa troppo caldo ora per percepire il freddo di quella stagione; un caldo che impedisce ogni possibile vicinanza. Questo caldo, però, non m’impedirà, adesso, di posare questi pensieri lontano da noi, per dedicarmi a te per quel po’ che resta. Asciugherò la tua schiena, ti sentirò bollente pulsarmi dentro ancora una volta come se fosse l’ultima.

Ti prego, dipingi questa notte….ma non buttarla via. Questo capolavoro che ci siamo donati, salvalo. Ancora una volta mi dirai…”Non serve a nulla!”. Può essere. Ma voglio imprigionare il nostro ricordo tra queste lenzuola. Non serve a nulla. Eppure qualcosa è successo. Eppure qualcosa sta succedendo.

Le macerie che ora ci avvolgono arrestano i nostri respiri ma non il nostro grande orgoglio di essere noi, insieme. Insieme nella vita, insieme in questa morte bastarda. La terra trema e tremo anche io davanti a te. Per amore, non per paura. Stiamo morendo insieme, eppure, io sono nata quando sei nato tu. Nessun terremoto potrà sgretolare il nostro miracolo.

Storie tra le macerie was last modified: agosto 25th, 2016 by Roberta Magliocca
24 agosto 2016 0 commenti
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Cerco storie a lieto fine
In primo pianoNotizie fuori confine

Cerco storie a lieto fine

scritto da Roberta Magliocca

Cerco storie a lieto fine

Domenica mattina. Piedi scalzi. Panni sporchi. Pensieri storti. FM 106.8. Non trovo le chiavi della macchina. Cerco nella borsa. Ci trovo un po’ di tutto. L’abbonamento del treno. Un accendino. Un ricordo sporco di lucidalabbra. Cerco nel primo cassetto della scrivania dove finisce il superfluo; ci sono le tue mani che promettevano ciò che non potevano. Le chiavi no, non ci sono. Cerco nei piedi delle persone che non sanno dove vanno, eppure vanno. In un teatro che da troppo tempo ormai mi vede comprare un unico biglietto. Cerco negli anni passati. In ciò che ho scritto. Cerco nei racconti di due sorelle, ora mogli e madri, un tempo figlie spericolate. Cerco nello sguardo assente di una signora con tanti compleanni da ricordare e troppi gatti a sottolinearle solitudini e dispiaceri. Cerco in un sorriso nostalgico ad un funerale. In chi non la pensa come me. Cerco in chi la pensa come me ma per ragioni diverse dalle mie. Cerco nei panni da stirare. Nelle parole che ho ascoltato e a cui ho creduto. Nelle parole opposte a cui non volevo credere, perchè vere. Cerco in quella canzone che odio ma che la mia bocca non smette di cantare. Più cerco e più perdo. E una domanda continua ad ossessionarmi. Dove diavolo avrò messo le chiavi della macchina? I Connels, intanto, cantano “Nothing to say ‘cause it’s already said” . Sorrido. Perchè la canzone mi piace. Perchè non c’è niente da dire. Perchè tutto è già stato detto. E cosa mai potrei dire? Hai messo “noi” in una scatola, un anello al dito e lo spazzolino accanto al suo.

Io che non ho mai capito cosa fosse realmente l’amore, non lo so tutt’ora, cercavo di scoprirlo insieme a te in giorni che non fossero mai uguali ai precedenti, in parole che non fossero quelle di banali soap opera. A me che non mi è mai importato nulla di fiori e sanvalentini, bastava avere qualcosa che fosse nostro e nostro soltanto. In quelle notti abbiamo scritto la nostra storia. Niente “C’era una volta…”; niente “…e vissero per sempre felici e contenti”. E’ una storia cominciata con passione e finita con altrettanta violenza. Ma è stata la nostra storia. Nascosta e vietata ai minori. Perchè il mondo non deve sapere di corpi che pulsano, di unghie che graffiano, di pelle che suda, di mani che incendiano. Allora continua a dare al mondo cavalli bianchi e parole sussurate alla luce del tramonto. E lascia a me la libertà di amare senza dire mai “Ti Amo”, di tenere accanto a me una persona lasciandola andare altrove, di renderla felice rendendo prima felice me stessa. Lasciaci chiusi dentro quella scatola. Tu hai il tuo amore adesso. Il tuo spazzolino accanto al suo. Io? Non ho nemmeno più le chiavi della macchina.

Roberta Magliocca

Cerco storie a lieto fine was last modified: luglio 17th, 2016 by Roberta Magliocca
17 luglio 2016 0 commenti
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Allontanarsi dalla linea gialla
CulturaIn primo piano

Allontanarsi dalla linea gialla

scritto da Roberta Magliocca

Allontanarsi dalla linea gialla

Attenzione. Annuncio ritardo. Il treno regionale 42110 proveniente da Cassino e diretto a Napoli centrale delle ore 6.34 arriverà con 55 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio.”

“Saltata la mia prima ora di lezione,cazzo! Proprio oggi che il professore traduceva quel testo così difficile da comprendere; e con la fortuna che mi ritrovo, magari sarà proprio il testo che mi chiederà all’esame. Dovrò procurarmi gli appunti”. Tutto questo abita la mia mente nei secondi successivi all’annuncio; pensieri partono in automatico per cercare di trovare una soluzione a quello che, in quel momento, mi sembra un grave problema. Ma forse tanto grave non è;anzi,pensandoci bene,non lo definirei neanche un problema. Piccola preoccupazione alla quale si pone rimedio con qualche ora di studio in più, con la disponibilità di qualche collega o anche con una bocciatura tranquillamente recuperabile. Massì…quasi quasi entro al bar della stazione,chiedo un bicchiere di latte caldo e cerco di vederlo mezzo pieno. In fondo, oggi mi sono stati regalati 55 minuti per osservare il mondo.

Quanta vita passa da qui. Mi siedo sulla panchina del binario 4 e cerco di leggere le abitudini delle persone. Una ragazza, più o meno della mia età, si accende una sigaretta mentre due cuffiette suonano una musica che, forse, la riporta con la mente a lui che, anche oggi, non la richiamerà. Dei baffi brizzolati e folti si fermano al giornalaio, comprano un quotidiano,curiosando tra i fatti del mondo. Al tabacchino c’è Marco. No, non lo conosco…o meglio,lo conosco scolasticamente parlando. Frequentava il mio stesso liceo e ora ci ritroviamo a prendere ogni mattina lo stesso treno. Mai scambiata una parola con lui, quindi come dire se lo conosco o meno? Bah…non credo sia di vitale importanza rispondere. Accanto al tabellone degli orari c’è un uomo, non più di 35 anni credo. Abito scuro, la 24 ore nella mano destra e faccia da “viaggiatore abituale trenitalia”, ossia, faccia per niente stupita all’ascolto dell’ “annuncio ritardo”. E poi un padre che aiuta la figlia a mettere lo zaino sulle spalle, ragazzi assonnati per colpa di una sveglia che li ha richiamati al dovere dopo una notte di locali e amici, donne che ancor prima di andare a lavoro già sono ossessionate dal pensiero di cosa preparare per cena una volta tornate a casa.

“Attenzione. Il treno regionale 42110 proveniente da Cassino e diretto a Napoli Centrale è in arrivo in ritardo al binario 6 invece che al binario 4. Allontanarsi dalla linea gialla.”

Questo messaggio mi riporta alla realtà; mi alzo, prendo la borsa con i libri, comincio a scendere le scale del sottopassaggio e mi avvio al binario indicato da quella voce, oramai familiare. Il treno arriva, le porte si aprono, prendo posto accanto al finestrino e riporto la mia mente all’ora di lezione persa; perchè non sarà un problema…ma se evito la bocciatura è meglio. Ma sorrido pensando a chi, anni fa, mi portava a sedere su panchine di un’altra stazione. All’epoca non m’importava dei ritardi…io quei treni non li prendevo, li vedevo solo passare. Arricchita da questi 55 minuti, capisco perchè quella donna, immensa, portava me e i miei cugini in quella stazione. È straordinario osservare la vita come se, per un po’, non si facesse parte di essa.

Roberta Magliocca

Allontanarsi dalla linea gialla was last modified: luglio 13th, 2016 by Roberta Magliocca
13 luglio 2016 0 commenti
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luoghi
CulturaEventiIn primo piano

Luoghi e piazze infestati di Napoli

scritto da L'Interessante

I luoghi infestati di Napoli

I luoghi infestati di Napoli

Palazzo Penne

Il palazzo appartenente al signor Penne, segretario del Re, par essere stato costruito in una notte. Il funzionario, innamoratosi di una fanciulla che gli promise amore se le avesse costruito un palazzo in una sola notte, chiese aiuto al diavolo Belzeburp. Al momento della resa dei conti però il signor Penne creò un tranello ad Diavolo che, infuriato, si dice sia stato risucchiato dalla terra che si aprì in due. In quello stesso punto oggi sorge un pozzo.

Piazza San Domenico Maggiore

Questo è senza dubbio dei luoghi più infestati di Napoli. Spicca qui il palazzo di *Maria D’Avalos *uno degli spiriti più tormentati di Napoli. Uccisa dal marito poiché adultera, il suo corpo fu gettato in mezzo alla piazza e lasciato lì per un paio di giorni in segno di disprezzo. Ancora oggi alcuni dicono di averla vista affacciata al balcone della casa.

Cappella San Severo

Nota soprattutto per il Cristo Velato, la cappella nasce in realtà come centro di raccolta massonica. Il Cristo infatti, è velato proprio perché i Massoni dovevano entrare nella chiesa completamente coperti, in una sorta di cecità, e scoprirsi solo dopo
un percorso iniziatico, raggiungendo così l’illuminazione. Sono presenti all’interno della stessa poi, le due macchine anatomiche che si dice siano corpi veri poiché perfetti, anche se poi studi approfonditi hanno dimostrato il contrario.

Piazza del Gesù Nuovo  

Si dice che al pomeriggio, su un lato di un palazzo alle spalle della statua al centro della Piazza, se si osserva bene è possibile vedere il volto della morte con tanto di cappuccio e falce.

Monaciello

E’ uno dei fantasmi più conosciuti a Napoli, è quello che fa scomparire le cose o, in alcune casi, anche riapparire.
La leggenda racconta che sia un bambino abbandonato e allevato dai monaci che portava il saio, dispettoso perché preso in giro da tutti. In realtà i monacielli non erano altro che i pozzari, coloro che andavano a svuotare le cisterne e che, oltre a essere molto minuti, indossavano un abito lungo con cappuccio per proteggersi dal freddo. Erano loro che, avendo accesso diretto alle case, rubavano gli oggetti o li lasciavano in caso di fuga o altro.

Maria Rosaria Corsino

Luoghi e piazze infestati di Napoli was last modified: maggio 2nd, 2016 by L'Interessante
2 maggio 2016 0 commenti
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Storie di Napoli e dintorni
CulturaEventiIn primo piano

Storie di Napoli e…dintorni

scritto da L'Interessante

Storie di Napoli

Tornano gli eventi targati The Dreamers, con una serata unica nel suo genere.
Fotografi, scrittori e musicisti, appartenenti a mondi completamente differenti, si uniranno con unico scopo, quello di raccontare attraverso le proprie opere Napoli e le sue vicende.

A fare da sfondo a questa mostra sarà Villa Cicala, teatro già di numerosi eventi dell’associazione nel passato, sita a Melito di Napoli in via Aldo Moro, trasformata per l’occasione in un vero e proprio museo con sale organizzate e differenziate una dall’ altra.

Presente inoltre un punto ristoro, con aperitivo, durante il quale avremo la possibilità di scambiare una chiacchiera con i nostri amici e con gli artisti partecipanti alla mostra.

Tutto questo il nove aprile, per condividere insieme l’ennesima serata all’ insegna dei sogni, nostri e della nostra città.

Storie di Napoli: la scaletta


Di seguito il programma suggerito della mostra, ricordando agli ospiti però, che tutte le sale saranno aperte durante l’intera durata dell’evento:

Ore 16:00
1. Inizio mostra fotografica a cura dei ragazzi di Storie di Napoli e di Vincenzo Cicala.
2. Inizio mostra d’arte a cura di Lucrezia di Fiore.

Ore 19:00
Presentazione del libro “Storie di Napoli”, edito da Spazio Cultura Italia, con l’intervento di Mimì De Maio, presidente della casa editrice, e gli autori dell’opera.

Ore 20:30
Inizio aperitivo.

Ore 21:00
Esibizione musicale della neonata band “Pretesti”.

Ore 22:00
Djset/afterparty con musica anni 70/80.

——–
Ricordiamo che l’evento sarà a sfondo benefico e non a scopo di lucro.
Pertanto gli ospiti saranno invitati a rilasciare una donazione a partire da 5€.

Per qualunque info o chiarimento sull’ evento potete contattarci alla nostra pagina Facebook o all’indirizzo email thedreamersmelito@gmail.com – cell. 3463995664

In collaborazione con:
Spazio Cultura Italia, Suburbio.it, “Il Fornaio” di Aldo Pagliuca, l’enoteca “Il Vinaio” di Davide Pellecchia

Storie di Napoli e…dintorni was last modified: aprile 7th, 2016 by L'Interessante
7 aprile 2016 0 commenti
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