Disney.
Di Erica Caimi
Come sempre, la Walt Disney Animation Studios ha in programma un nuovo film d’animazione per le feste di Natale. Anche quest’anno, la tradizione non sarà interrotta e il 22 dicembre arriverà sugli schermi Oceania, il 56° lungometraggio animato diretto dai registi John Musker e Ron Clements, famosi per aver coordinato anche La Sirenetta, Aladdin e la Principessa e il ranocchio. In Oceania si narra la storia di una vivace adolescente di nome Vaiana che s’imbarca in una coraggiosa avventura per salvare il suo popolo, seguendo le orme dei suoi antenati, grandi esploratori. Tremila anni fa, audaci navigatori avevano attraversato l’Oceano Pacifico e, attratti dal richiamo della scoperta, erano approdati sulle Isole dell’Oceania, ancora sconosciute sulle carte geografiche. Dopo di che, le loro esplorazioni cessarano, senza che nessuno sapesse il motivo. Durante il suo viaggio, Vaiana, s’imbatterà nel semidio in disgrazia Maui, che diventerà il suo compagno d’avventura e l’accompagnerà attraverso l’oceano, in un percorso ricco d’azione, affrontando enormi creature feroci e ostacoli impossibili. La protagonista porterà a compimento l’antica ricerca dei suoi antentati, ma ancor più importante, troverà l’unica cosa che ha davvero desiderato: la propria identità.
In Italia, il titolo del nuovo film della Disney sarà Oceania
In Italia, l’uscita del film ha già scatenato non poche polemiche sui giornali. A far discutere è la scelta del titolo, poiché mentre all’estero è Moana, in Italia uscirà come Oceania. Anche il nome della protagonista non sarà Moana, come nella versione originale, dalla quale deriva il titolo, ma diventerà Vaiana. Secondo quanto si vocifera sulla stampa estera, la scelta sarebbe dettata dal fatto che la Disney temeva possibili accostamenti alla celebre pornostar Moana Pozzi. Ad alimentare ulteriormente i sospetti, i vertici della casa di produzione, interpellati da alcuni cronisti sulla decisione, non hanno ancora fornito risposte ufficiali a smentire o confermare l’ipotesi.
Pur dubitando del fatto che un bambino in età pre adolescenziale conosca Moana Pozzi e sia in grado di fare tale associazione, più spontanea nel mondo degli adulti, ci sono altre ragioni che spiegano la scelta oltre a quella più evidente che è stata già stata ipotizzata. Primo, il nome Moana non è stato ben accolto anche in altre nazioni, tra cui Spagna, Croazia, Ungheria, per citarne alcune, ragion per cui si è deciso di optare per Vaiana, esattamente come in Italia. Secondo, anche i nomi sono importanti quando si passa da un contesto linguistico a un altro, soprattutto se questi sono stati concepiti per evocare una particolare immagine nella mente degli spettatori. Non meno importante, se in una determinata lingua alcuni nomi suonano musicali, la medesima armoniosità dovrebbe essere mantenuta anche nella lingua di arrivo, pur perdendo l’apparente attinenza con l’originale. Se si guarda al passato, non è certo una novità nella storia della traduzione dei cartoni animati quella di adattatare i nomi dei protagonisti al contesto di ricezione. Pensate ad esempio a Qui Quo Qua, avrebbe lo stesso effetto se si fosse deciso di mantenere i nomi originali Huey, Dewey e Louie? E che ne sarebbe di Romeo er meglio der Colosseo negli Aristogatti? Se fosse rimasto O’Malley, come l’originale, nella trasposizione italiana si sarebbe persa un’importante associazione che funziona perfettamente nel contesto linguistico anglosassone. Il cognome O’Malley, in inglese, riconduce immediatamente alle sue origini irlandesi, infatti il micione rosso parla inglese con forte accento irlandese, anche per sottolineare la bassa estrazione sociale da “vagabondo”, in contrasto con quella elevata di Duchessa. Nella versione tradotta si è preferito dare un nome italiano all’ammaliante gattone, perché più funzionale al nostro contesto culturale e aggiungendo il riferimento al Colosseo, che notoriamente ospita colonie di gatti randagi, non si perde neppure la sfumatura dell’originale, pur modificando radicalmente il nome di battesimo. Così “Thomas O’Malley, The Alley Cat” (letteralmente “Thomas O’Malley il Gatto Randagio”) in Italia diventa “Romeo Er Mejo der Colosseo”, un simpatico gatto di strada con forte accento romano.
Il nuovo film della Disney e la critica
Il film firmato Disney è stato accolto positivamente dalla critica. USA Today ha scritto: “L’inno girl-power How Far I’ll Go è il nuovo Let it Go. Che c’è di male se anziché essere una principessa preferisce essere un marinaio? Moana è comunque fortissima”.
Anche l’Entertainment Weekly mostra apprezzamenti, “Moana ha tutti gli elementi caratteristici della classica avventura della Disney – i bizzarri animali che fanno da spalla, i messaggi ricchi di ottimismo – ma la sua eroina è qualcosa di inedito, una deviazione acuta e irruenta delle classiche principesse europee che si struggono d’amore”.
La posizione di Variety si allinea a quella degli altri giornali, patteggiando per l’eroina poiché “Moana rispetta la tradizione che ha reso la Disney un leader nelle fiabe popolari animate, eppure mostra un tocco decisamente moderno decidendo di non inserire un interesse sentimentale per la protagonista. Certo, ci sono uomini nella sua vita, omoni giganteschi che ricordano i rugbisti delle Samoa e che hanno ego di pari misura: Maui vuole che i mortali lo adorino, e il padre di Moana stabilisce una regola che impedisce ai membri della sua tribù di avventurarsi oltre la barriera corallina che circonda la loro isola Motunui. Ma l’unica forza alla quale Moana risponde è l’oceano stesso”.