Bibbia
di Maria Rosaria Corsino
Giorgio Dell’Arti presenta la mitologia in tutte le sue luci e le sue ombre.
Non parliamo di tanti piccoli racconti separati tra loro, ma da una trama ben tessuta ed intrecciata insieme, come se Cloto Lachesi e Atropo ci avessero messo mano.
Quattro sono le parti in cui è diviso in libro e in ognuna di esse oltre che il mito c’è il racconto di quello che è l’uomo moderno.
Con l’abilità di non svelare mai troppo, Giorgio Dell’Arti fa appassionare il lettore fino alla fine, rendendo ancora più piacevoli miti che vengono raccontati da secoli.
Dei quasi umani in Bibbia Pagana
Non c’è morale, non c’è insegnamento solo violenza, sangue, libido.
Dei capricciosi, Dei feriti sono quelli raccontati da Dell’Arti che parte da un tempo estremamente addietro fino alla fuga di Elena e Paride.
Non più la divinità superiore all’uomo, lontana da pulsioni terrene.
Al contrario, gli Dei e i semidei descritti da Dell’Arti sono fin troppo facilmente preda dei vizi.
Appassionato di mitologia dionisiaca, l’autore non tralascia la follia, l’oscenità e l’asprezza che caratterizzano il culto del Dio trace.
Insomma, tutta l’opera può riassumersi in una nota frase di Schopenhauer: “Chi non ama le donne, il vino e il canto è solo un matto e non un santo”.