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Pianoforte

Piano
CulturaEventiIn primo pianoMusica

Piano City Napoli 2016: maratona musicale alla Federico II

scritto da L'Interessante

Piano City Napoli

Di Carmen Giaquinto

Un soleggiato venerdì 14 ottobre 2016.

Sembrava una normale quanto faticosa giornata di lavoro. Molti studenti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II si sono svegliati all’alba, hanno viaggiato, magari in treno e, già stanchi, hanno cercato di scovare un posto libero in un’aula già stracolma di gente alle otto di mattina.

Tutta questa noiosa routine è stata spazzata via dal suono di dolci note che si sentivano riecheggiare in corso Umberto I, proprio all’ingresso della facoltà. Era una melodia estasiante ed ormai tutti erano già necessariamente svegli da poter riconoscere uno spartito di Chopin, seguito da un altro di Mozart, passando per Schubert, Beethoven, giungendo ad Einaudi. E così, la turbolenta giornata di lezioni è stata addolcita dal miele della poesia in musica. Una maratona di studenti universitari che si sono susseguiti dalle ore 10.00 fino alle ore 18.00 in un continuum di applausi e bocche aperte.

Una maratona che si inserisce in un più ampio progetto, coinvolgente non solo l’università ma tutta Napoli e che è giunta alla sua quarta edizione: Piano City Napoli 2016, dal 13 al 16 ottobre

L’happening coinvolgerà, infatti, musei, teatri, biblioteche, metropolitane, strade, piazze e salotti delle case napoletane che, per l’occasione, apriranno le porte al pubblico con house concerts esclusivi. Il festival nasce da un’idea del pianista tedesco Andreas Kern, il quale vi ha dato vita a Berlino nel 2010. Un successo straordinario ha riscosso anche l’edizione milanese, divenuta, oramai, appuntamento abituale sin dal 2012. A queste città capitali della musica, si è aggiunta, per l’appunto, Napoli che dal 2013 ha apportato numerose novità a questo imperdibile evento. Quattrocento i pianisti coinvolti e oltre duecento gli eventi che animeranno le grigie giornate di ottobre.

Sul sito ufficiale è possibile consultare il programma completo ( www.pianocitynapoli.it ). Di seguito, alcune delle tappe più importanti dei prossimi giorni:

15 ottobre 2016

  • Ore 10.00: Una Fiaba Musicale, in Complesso monumentale di San Paolo Maggiore, Basilica, Piazza San Gaetano
  • Non solo Scuola – Maratona pianistica deli studenti delle scuole medie ad indirizzo strumentale, in Complesso monumentale di San Paolo Maggiore, Sacrestia, Piazza San Gaetano
  • Suonami – Aeroporto internazionale di Napoli, in Aera imbarchi dopo i controlli di sicurezza
  • Suonami – Cioccolato Foresta, in Via Giosuè Carducci, 29
  • Suonami – La Feltrinelli, in via Santa Caterina a Chiaia, 23
  • Ore 11.00: Classica, Marai Teresa Bertolini, in Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Piazza Museo, 19
  • Ore 13.00 Jazz – Francesco Suozzo in Aeroporto Nazionale di Napoli, Salone Check in 1° piano

16 ottobre 2016

  • Ore 11.00: Classica – Ugo Ruocco, in Maschio Angioino, Sala della Loggia
  • Classica – Benito Borrelli, in Accademia G. Verdi, Piazzale Vanvitelli, Volla (NA)
  • I suoni della storia, in Gallerie d’Italia – Palazzo Stigliano, via Toledo 185
  • Giuseppe Onofrietti, House Concert di musica Jazz, in zona Posillipo

Piano City Napoli 2016: maratona musicale alla Federico II was last modified: ottobre 15th, 2016 by L'Interessante
15 ottobre 2016 0 commenti
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Novecento, Alessandro Baricco
CulturaIn primo pianoLibri

Novecento. Intramontabile

scritto da L'Interessante

Novecento

Di Carmen Giaquinto

Novecento di Alessandro Baricco, edito da Feltrinelli nell’anno 1994, è il primo testo teatrale dell’autore torinese. Prima di “Oceano Mare”, uno dei suoi testi più famosi, scrive, appunto, Novecento, un monologo in un atto unico che ha avuto anche una riduzione cinematografica in “La leggenda del pianista sull’oceano”, del regista Giuseppe Tornatore (1998).

L’atto racchiude la storia, narrata dall’amico suonatore di tromba Tim Tooney, che si impersona in questo modo nei panni di narratore interno, di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, pianista sul transatlantico Virginian. Abbandonato sulla nave da emigranti, viene accudito da Danny Boodman, marinaio di colore che muore dopo otto anni. Il suo talento straordinario si incontra e si scontra con musicisti d’eccezione come colui che si autodefinisce “l’inventore del jazz”, Jelly Roll Morton, il quale si reca sulla nave per sfidare proprio Novecento, il pianista che pare non sia mai sceso sulla terraferma. Nemmeno quando il suo amico Tim lo esorta a scendere i gradini della scaletta che lo separano dal primo vero contatto con il suolo. Al terzo gradino aveva già voltato le spalle a quella cosa «immensa» che è la vita. Quando anche Tim decide di abbandonare la nave, il destino di Novecento sembra essere già scritto. La sua esistenza finisce a bordo del Virginian, ormai distrutto dalla guerra e prossimo al suo definitivo declino, deciso da un carico di dinamite. Novecento scompare su quella nave nello stesso modo in cui è apparso, misteriosamente. Egli ha vissuto attraverso i desideri e le passioni altrui. Ha ascoltato i racconti dei passeggeri e così ha imparato a conoscere il mondo; suonando, ha viaggiato ed esplorato luoghi di cui ha sentito parlare. Piuttosto che raggiungere un compromesso con la vita, preferisce «incantare» i propri sogni, le proprie speranze e lasciarsi esplodere col transatlantico che per tutta la vita ha conosciuto i suoi timori e ne ha custodito i desideri. Da qui si deduce la tematica principale del testo: la paura; la paura di affrontare il mondo esterno, di avere un rapporto con Dio, o meglio, con l’infinito. Novecento preferisce morire con la sua nave anziché affrontare il mondo di fuori.

Novecento è uno di quei libri che spunta da uno scaffale saturo di testi, nel momento più opportuno, proprio come è accaduto a me

Emoziona, parla di me, di noi, di tutti. Dopo averlo concluso, un senso di nostalgia misto a tristezza ed emozione, pervade l’animo. Nessuno è pronto per scendere sulla terraferma ed esplorare un posto finito, eppure viviamo in una esistenza finita ma Novecento è riuscito ad andare oltre, a capire che l’infinito è dentro di noi, in ogni cosa che viviamo, nei luoghi che percorriamo, nella terra su cui camminiamo. L’oceano, così apparentemente profondo e pauroso, possiede un senso di infinita sicurezza agli occhi di chi è nato sul mare. È un paradosso esistenziale.

Questo monologo, racchiuso in un atto unico, mi lascia un segno profondo; ha un’intensità graffiante che invita a riflettere. Chissà se un giorno riusciremo a «disarmare la felicità» e non occorrerebbe farsi esplodere su una nave, basterebbe incantare i nostri sogni.

Novecento. Intramontabile was last modified: agosto 18th, 2016 by L'Interessante
18 agosto 2016 0 commenti
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pianoforte
CulturaIn primo pianoMusica

Un pianoforte per Napoli

scritto da Roberta Magliocca

Take a sad song, and make it better. Dai tetti di Londra ai vicarielli di Napoli. Come i Beatles e le loro chitarre furono, oggi i napoletani e il pianoforte sono. Hey Jude, prendi una canzona e rendila migliore. Quante volte lo si è pensato di Napoli. Prendiamo una città – la nostra città – e rendiamola migliore. E forse qualcuno che crede nella musica come salvezza per il mondo, o chi non vuole rassegnarsi a partenze ed addii, o forse solamente chi vuole trovare rimedio alla noia dei ritardi e mancate coincidenze.

Chiunque abbia avuto l’idea di mettere un pianoforte alla stazione, ci ha visto lungo

Ebbene si, Napoli canta don’t cry for me Mergellina – o meglio, suona – per i pendolari giornalieri o figuranti di passaggio. Nei mattini di primavera, spesso è passato di qui il treno dei desideri di Celentano che all’incontrario va.

Nessuna idea originale quella partenopea, sia chiaro. Sembra che tutto sia partito dal Giappone, portando pianoforti a Roma, Venezia, Torino, passando dagli Stati Uniti.

E se fino a qualche mese, alla stazione, si ingannava il tempo con qualche veloce lettura, con un caffè al bar o con una passeggiata per le attese più lunghe, ora si canta e si perde la nozione del tempo, lo stesso tempo che, all’insegna della noia, sembrava non passare mai. Quindi basta tristezza nelle attese snervanti. Per assurdo, se per lavoro, studio, viaggio, svago e divertimento, vi trovaste a passare alla stazione di Napoli Centrale, potreste addirittura meravigliarvi nel vedere viaggiatori contenti dei ritardi di Trenitalia, perché questo permetterebbe loro n’ata cantata.

Ed è proprio questo che succede: bellissimi momenti di aggregazione che solo la musica  riesce a regalare. A colpi di Tu vuò fa l’americano e Funiculì Funiculà, il pianoforte a Napoli è stato accolto con gioia da partenopei e parte-no.

Perché che siano classici napoletani o canzoni d’oltreoceano, una cosa è sicura – parola di pendolare – quel pianoforte non smette mai di suonare. C’è sempre qualcuno che, per sé o per gli altri – si accomoda al piano, la valigia al suo fianco, e suona. Spesso qualcuno si accosta e, sulla scia di note ben conosciute, canta. E se… “Annuncio ritardo, ci scusiamo per il disagio”, adesso c’è chi scusa volentieri quel disagio e risponde a gran voce “suoniamoci su!”.

Roberta Magliocca

Un pianoforte per Napoli was last modified: aprile 11th, 2016 by Roberta Magliocca
11 aprile 2016 0 commenti
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