terremoti
di Antonio Andolfi
Un nuovo terremoto ha colpito l’Italia centrale. Secondo l’INGV la sua Magnitudo è stata di 6.5, mentre per il Servizio Geologico degli Stati Uniti di 6.6. Decine di scosse hanno seguito l’evento principale e certamente altre centinaia ce ne saranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Ma come è possibile questa catena di terremoti che sembra infinita? In realtà va detto che ogni volta che si verifica un sisma una fetta di crosta terrestre appenninica si comporta come se si rilassasse, approfondendosi, e questo scarica energia a volumi di roccia adiacenti. È possibile che se tali volumi di roccia si trovano anch’essi in uno stato di elevato stress, ricevendo una dose di energia molto forte cedono anch’essi, ossia si spaccano, e questo genera nuovi terremoti che possono essere molto violenti. Sono numerosi i casi in cui si ha una specie di “contagio laterale” della sismicità: ne sono stati osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti.
Tutti i terremoti sono collegati
Questo fenomeno starebbe alla base di quanto sta succedendo in Appennino centrale in questi mesi. Il primo terremoto si verificò vicino ad Amatrice, l’energia che venne rilasciata intaccò in modo particolare le aree a nord, quelle di Visso e Ussita. Qui un nuovo terremoto, quello del 26 di ottobre, riportò verso sud, nell’area di Norcia, nuova energia che ha innescato il terremoto di oggi. Nessuno è in grado di stabilire quanto tempo passa tra un terremoto, il trasporto di energia in un’area adiacente e il terremoto successivo. Possono trascorrere poche settimane ma anche mesi o anni. Cosa succederà nei prossimi giorni, settimane, mesi comunque, non è possibile stabilirlo.
Terremoti nel Mar Tirreno
L’unico sisma da non collegare con questi terremoti è quello avvenuto il 28 ottobre nel Mar Tirreno.
A differenza dei sismi appenninici, infatti, il cui epicentro è sempre stato localizzato a non oltre la quindicina di chilometri di profondità, il sisma del Tirreno si è verificato a circa 470 km al di sotto della superficie. La causa principale di quel terremoto è da imputare alla subduzione del Mare Ionio sotto l’arco Calabro e il Tirreno meridionale, in altre parole al fatto che il Mar Ionio va al di sotto di questi ultimi.