Referendum
Di Michela Salzillo
C’è chi dice “Sì”, c’è chi dice” No”, ma c’è pure chi non ci sta. Mentre il conto alla rovescia raddrizza le distanze dal 4 dicembre, data in cui si decideranno le sorti ultime del referendum costituzionale proposto dal governo Renzi, la barca di chi è chiamato a decidere pare essere ancora in alto mare. Al di là dei sondaggi ordinari, che continuano a fornire variazioni pendenti dall’ una o dall’altra parte, quel che emerge è una intricata confusione sull’argomento. Come se contasse sapere la risposta e non la domanda, come se per decidere bastasse capire per chi o cosa simpatizzare. Non è la prima volta che succede, è da un po’ che sulla sfiducia l’ Italia costruisce le sue scelte, ed è forse da troppo che con la parola democrazia non riesce più a fare sul serio. Mentre l’ intento comune è totalmente occupato a sbarrare le vie d’ uscita a chi non rappresenta le esigenze di molti, la voglia di capire non sembra più essere prioritaria rispetto alla volontà di “cacciarli tutti”.
A sentire il peso di questa ingiustizia, che sembra sempre più grande delle alternative possibili, sono soprattutto i giovani, quelli che restano e quelli che se ne vanno. Il futuro dell’ Italia sta diventando sempre più forestiero. La fuga dei cervelli, tanto agognata dalle statistiche e i salotti da “ prima serata,” non appare più un’eccezione, ma la regola che troppe volte restituisce dignità.
A chi ha dovuto imparare a chiamare casa un posto lontano dagli affetti, al coraggio di chi si è fatto strada lontano dalle abitudini rassicuranti del proprio paese, al ragazzo qualunque che con l’ Italia ha dovuto tagliare i ponti, è arrivata, in questi giorni di trepidante attesa, la lettera del presidente del consiglio. Una missiva dal tono formale, che invita gli italiani all’estero ad esprimere il proprio parere sul referendum costituzionale. Lo scomodo doveroso ha provocato, in alcuni casi, parecchio dissenso, e qualcuno non l’ha mandata di certo a dire.
Floriana risponde al Referendum
Si chiama Floriana, la ragazza che pochi giorni fa, sfruttando uno spazio della trasmissione “piazzapulita”, in onda su La7 ogni giovedì sera, ha detto a Renzi la sua verità, una di quelle in cui è difficile non riconoscersi, una di quelle che fa riflettere:
“Sono Floriana Parisi, nata è cresciuta a Palermo, vivo da ben cinque anni a Parigi e sono vice direttrice di un grand hotel, pur avendo una laurea in scienze delle attività motorie e sportive. Ti volevo innanzitutto ringraziare per la tua bellissima letterina, ma voglio dirti anche che avresti potuto risparmiare tantissimi soldi, inviando, semplicemente, una e- mail a tutti gli italiani residenti all’estero. Nella tua lettera dici che siamo un paese dalla politica debole, e che basta un “Sì” per renderlo molto più credibile e prestigioso. Sarebbe stato più gradevole inviare una lettera in cui tu chiedevi a noi il perché della nostra partenza; una lettera in cui ci chiedevi di rientrare in patria perché l’ Italia ha bisogno anche di noi, e non solo per votare. Io ti dico che andrò a votare comunque, voterò da Parigi, controvoglia, ma, fondamentalmente, che io voti sì o che io voti no, a mia madre, a mio padre e a mio fratello, non cambia assolutamente nulla. Quel posto a tavola sarà ugualmente vuoto, anche dopo il 4 di dicembre, quando tu ti scorderai nuovamente di noi, italiani all’ estero.”