L'Interessante
  • Home
  • Parliamone
    • Politica
    • Cronaca
    • Attualità
  • Cultura
    • Eventi
    • Teatro
    • Cinema
    • Tv
    • Libri
    • Musica
  • Sport
    • Basket
    • Calcio
    • Volley
  • Dall’Italia e dal Mondo
    • Notizie fuori confine
    • Curiosità
    • Indovina dove andiamo a cena
    • Viaggi Interessanti
  • Editoriale
  • Vignette Interessanti
  • Web Tv
Notizie Flash
1 MAGGIO: FESTA O…. LUTTO. UNA FESTA BEN...
CORONAVIRUS FASE 2 ……… GIU`LA “MASCHERINA
LA MUSICA DELLA GATTA CENERENTOLA COME PASS PER...
INTERNAZIONALI: LA COPPIA DI TAIWAN SI AGGIUDICA IL...
INTERNAZIONALI TENNIS ASSEGNATE LE WILD CARD. SABATO INIZIANO...
Michele Pagano: Il futuro è il mio presente
Da consumarci preferibilmente dopo morti: Officina Teatro incanta...
VALERIO BIANCHINI E LE SUE … BOMBE. AMARCORD...
Caso Weinstein. Dite alle donne che non siamo...
The Aliens ad Officina Teatro: vita, amicizia ed...

L'Interessante

  • Home
  • Parliamone
    • Politica
    • Cronaca
    • Attualità
  • Cultura
    • Eventi
    • Teatro
    • Cinema
    • Tv
    • Libri
    • Musica
  • Sport
    • Basket
    • Calcio
    • Volley
  • Dall’Italia e dal Mondo
    • Notizie fuori confine
    • Curiosità
    • Indovina dove andiamo a cena
    • Viaggi Interessanti
  • Editoriale
  • Vignette Interessanti
  • Web Tv
Tag

Vaccini

morbillo
AttualitàIn primo piano

Morbillo e vaccini, tutto quello che c’è da sapere

scritto da L'Interessante

di Antonio Andolfi

Torniamo a parlare di morbillo, abbiamo visto che ci sono stati oltre 700 casi dall’inizio dell’anno, con un aumento del 230 per cento, e che la morte insorge solo in rari casi. Per fortuna abbiamo un’arma potentissima, il vaccino, che ha salvato tantissime vite. Purtroppo c’è ancora chi ha paura di vaccinare i propri figli. Questa paura è ingiustificata. Vi spieghiamo perché.

Come funziona il vaccino del morbillo?

Il vaccino contro il morbillo esiste da più di cinquantanni: è un vaccino vivo attenuato, cioè contiene il microrganismo in forma tale da far sviluppare la risposta immunitaria ma non da produrre la malattia. Ne fu creata una prima versione nel 1963 e una migliorata nel 1968.

Nel 1971 è stata formulata una combinazione che riunisce in un unico prodotto l’immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia: è il cosiddetto vaccino trivalente MPR. In Italia è disponibile dal 1976, mentre dall’inizio degli anni Novanta è disponibile la formulazione MPR. Dalla sua introduzione a oggi ne sono state somministrate in tutto il mondo oltre un miliardo di dosi.

In Italia il vaccino per il morbillo non è obbligatorio ma viene raccomandato dalle autorità sanitarie. La prima dose viene in genere somministrata tra i 12 e i 15 mesi di vita, dato che fin verso il nono mese di vita il neonato è protetto dagli anticorpi della madre (se ha avuto il morbillo o, per un periodo inferiore, se è vaccinata), con un richiamo a 5-6 anni. Anche ai giovani e agli adulti che non hanno avuto la malattia da piccoli è consigliata la vaccinazione, in due dosi a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra.

Otto bambini su dieci non hanno alcun effetto collaterale dalla vaccinazione. Nel restante 20 per cento dei casi, ci possono essere alcuni effetti (che compaiono in genere tra 5 e 12 giorni dopo, nella fase in cui il virus attenuato si replica nell’organismo, e soprattutto dopo la prima dose). I più comuni sono una reazione locale con rossore, prurito o gonfiore nella zona dell’iniezione, febbre (in circa un caso su sei), una lieve eruzione cutanea che ricorda quella del morbillo (in una persona su 20), un ingrossamento dei linfonodi della gola e del collo (una persona su 75).

In circa un caso su 3mila, il bambino può avere convulsioni per la febbre, che non lasciano però conseguenze. In due-quattro casi ogni 100mila vaccinati si può verificare una piastrinopenia, ovvero un’alterazione della coagulazione del sangue che può causare emorragie: sono in genere non gravi, ma bisogna intervenire subito per trattarle

Lo shock anafilattico può verificarsi come per altri vaccini all’incirca in un caso ogni milione di vaccinati.

Riguardo all’encefalite, la complicazione più temibile dopo il morbillo, anche tra le fonti più attendibili si trovano informazioni contrastanti, che non la escludono in maniera assoluta dopo il vaccino, creando confusione e allarme. Il motivo è questo: dato che il virus naturale causa l’encefalite, c’è una plausibilità biologica per cui potrebbe farlo anche quello attenuato del vaccino. Questa possibilità non è però mai stata confermata in casi concreti. Si tende a credere che anche nei rarissimi casi in cui l’encefalite si è verificata dopo il vaccino, la persona fosse in realtà già infettata dal virus naturale. E in ogni caso, va ricordato che l’encefalite da morbillo è un rischio reale e molto concreto (un caso su mille), mentre quella da vaccino è un rischio solo ipotetico, mai accertato e che riguarderebbe nella peggiore delle ipotesi meno di un caso su un milione.

Esiste il rischio di autismo legato al vaccino del morbillo?

Questo non esiste: una mole ormai considerevole di studi non ha mai trovato alcun legame tra vaccino trivalente e rischio di autismo. La storia del presunto collegamento è nata negli anni Novanta, quando il medico inglese Andrew Wakefield sostenne in uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet che il vaccino potesse provocare un’infiammazione della parete intestinale e contribuire a mettere in circolo sostanze tossiche per il cervello.

Lo studio è stato smentito, la rivista stessa lo ha ritrattato dopo che è stato dimostrato che i dati erano stati falsificati, Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei medici, ma la bufala continua a circolare, portando in Italia anche a sentenze di tribunale che in qualche modo sembrano legittimare il legame, ma che sono poi state ribaltate.

Gli esperti ritengono che, come per diverse altre vaccinazioni, anche quella contro il morbillo sia vittima del suo stesso successo: molte persone oggi non hanno mai avuto occasione di vedere un caso di morbillo, o di constatare quanto gravi possono essere le complicazioni portate dalla malattia, per cui si tende a credere che sia di fatto innocua. Gli effetti collaterali del vaccino, veri e presunti, vengono invece continuamente ricordati.

Questo fa sì che in Italia, come in altri paesi europei, la soglia delle vaccinazioni sia inferiore a quella del 95 per cento ritenuta necessaria per interrompere la circolazione del virus. L’eradicazione della malattia entro il 2015 è un obiettivo che per ora è stato mancato sia dal nostro che da diversi altri paesi.

Morbillo e vaccini, tutto quello che c’è da sapere was last modified: marzo 29th, 2017 by L'Interessante
29 marzo 2017 0 commenti
0 Facebook Twitter Google + Pinterest
morbillo
AttualitàIn primo piano

Morbillo e vaccini, tutto quello che c’è da sapere

scritto da L'Interessante

morbillo

di Antonio Andolfi

È una malattia grave o innocua? Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini? Si può morire di morbillo? Ecco le risposte ai dubbi più comuni.

Il bambino di sei mesi ricoverato in ospedale ad Ancona, e la lettera nello studio del pediatra che accusa i genitori che non vaccinano. Un focolaio epidemico in un asilo nido milanese, con dodici bambini colpiti. L’aumento del 230 per cento dei casi appena denunciato dal ministro della Salute (oltre 700 casi dall’inizio dell’anno contro gli 844 complessivi del 2016). Una epidemia in Romania, con oltre 3mila casi da gennaio, e 16 morti.

Il morbillo continua a far parlare di sé. Su questa malattia si continua a sentir dire tutto e il contrario di tutto: che tantissimi dei quaranta-cinquantenni di oggi ci hanno fatto conti da bambini, senza alcun problema. Oppure che è una malattia grave e pericolosa. Dove sta la verità? Cerchiamo di fare chiarezza.

Che cos’è il morbillo, innanzitutto?

Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus. È molto contagiosa e colpisce soprattutto i bambini, ma non risparmia adolescenti e adulti. Oltre la metà dei casi in Italia si verifica nella fascia di età 15-39 anni. È diffuso in tutto il mondo, da noi colpisce di più tra la fine dell’inverno e la primavera.

Si trasmette per via respiratoria attraverso tosse e starnuti e attraverso le secrezioni nasali: il virus può rimanere attivo e contagioso nell’aria o sulle superfici infettate anche due ore.

Chi è infetto è contagioso da quattro giorni prima che compaiano le tipiche macchioline rosse fino a quattro giorni dopo. Il periodo di incubazione dura 10-12 giorni, e il decorso della malattia è tra i 10 e i 20 giorni. Una volta contratto, si è immuni contro il morbillo, teoricamente per tutta la vita. In Italia vige l’obbligo di notificare la malattia alle autorità sanitarie.

Quali sono i sintomi del morbillo?

Il più tipico è l’eruzione cutanea, che neppure per i medici, che vedono oggi molti meno casi di quelli di un tempo, è tanto facile da riconoscere e distinguere rispetto ad altre malattie, come la rosolia o la scarlattina. Prima ancora dei caratteristici puntini rossi compare di solito un forte raffreddore, congiuntivite, febbre sempre più alta.

Quali sono le possibili complicazioni del morbillo?

Otite, diarrea, polmonite sono le più frequenti, si verificano complessivamente in circa il 20-30 per cento dei casi. Ci sono anche complicazioni molto meno frequenti, ma assai più temibili.

Una di queste, in 1 caso su 1.000, è l’encefalite, un processo di infiammazione del cervello, mortale nel 10 per cento dei casi, e che può lasciare danni neurologici permanenti. Di encefalite morbillosa morì nel 1962, a sette anni, la figlia del celebre scrittore di libri per l’infanzia Roald Dahl, autore de La fabbrica di cioccolato.

C’è infine una complicanza del morbillo ancora più rara (un caso su 100mila) che può manifestarsi anche a distanza di anni dall’infezione con il virus del morbillo: è la panencefalite sclerosante subacuta (PESS), una malattia progressiva del cervello dagli effetti devastanti.

Ma non solo: il virus lascia nel sistema immunitario dei bambini strascichi che durano fino a tre anni dalla fine della malattia, lasciandoli vulnerabili a una serie di infezioni anche più gravi.

Si può morire di morbillo?

Sì. Prima dell’introduzione su larga scala del vaccino, le morti per morbillo erano oltre 2 milioni e mezzo l’anno. Tra il 2000 e il 2015, in tutto il mondo, i decessi causati dal virus sono diminuiti dell’80 per cento, ma ancora due anni fa, globalmente, sono stati circa 134mila o, detto in altri termini, 367 al giorno.

La stragrande maggioranza delle morti per morbillo si verifica nei bambini, in paesi africani e asiatici poveri, dove i bambini sono malnutriti o le strutture sanitarie carenti, non in grado di trattare con mezzi adeguati la disidratazione provocata dalla diarrea o la polmonite. Ma di morbillo si muore ancora anche nei paesi industrializzati: tra il 2005 e il 2013 ci sono state 24 morti in Bulgaria, 17 in Romania, 10 in Francia, 4 in Italia, 3 in Germania e in Gran Bretagna.

Per fortuna esistono i vaccini che hanno salvato tante vite, ma purtroppo, negli ultimi anni, la popolazione ha sempre più paura di vaccinare i propri figli. Se anche voi avete paura allora leggete la seconda parte, in cui parleremo di vaccini.

 

 

Morbillo e vaccini, tutto quello che c’è da sapere was last modified: marzo 29th, 2017 by L'Interessante
29 marzo 2017 0 commenti
0 Facebook Twitter Google + Pinterest
meningite
AttualitàCronacaIn primo pianoParliamone

Meningite: domande e risposte

scritto da L'Interessante

Meningite

Le due studentesse della Statale di Milano morte a distanza di pochi mesi l’una dall’altra, l’imprenditore di 59 anni deceduto il 10 dicembre nel bresciano, il focolaio in Toscana, la maestra di Roma… I casi di meningite che finiscono sulle cronache allarmano e spaventano, tanto che c’è chi parla di epidemia. È davvero così? Rispondiamo a questa e ad altre domande comuni.

Meningite. C’è un aumento dei casi?

NO: per i tre patogeni principali prevenibili con la vaccinazione – meningococco, pneumococco e Haemophilus influenzae – l’andamento non è sostanzialmente cambiato negli ultimi anni. Pochi giorni fa sono usciti gli ultimi dati. Si può quindi dire che in generale il quadro è stabile, a parte il focolaio della Toscana, in corso dal gennaio 2015, in cui c’è in effetti stato un aumento piuttosto marcato dei casi negli ultimi due anni. Le meningiti da meningococco sono state 35 nel 2016 e 38 nel 2015, mentre negli anni precedenti i casi erano 10-15 l’anno. In Lombardia, le meningiti da meningococco sono state 29 nel 2016 e 34 nel 2015, un numero in linea con gli anni precedenti.

Di quale tipo sono i casi in Toscana?

Il focolaio di casi recenti in Toscana e anche i casi delle due studentesse a Milano riguardano il meningococco C, in particolare quello del gruppo clonale 11. È un ceppo che circola anche in Europa e ha come caratteristica quella di essere particolarmente trasmissibile e di provocare quadri clinici piuttosto gravi. Il ceppo di Milano però non è identico a quello della Toscana, anche se fanno parte della stessa famiglia. Di meningococco esistono poi altri sottotipi, come il B, l’Y, il W. Il meningococco è in generale un “sorvegliato speciale”:  i casi sono assai meno numerosi di quelli della malattia invasiva da pneumococco – circa un migliaio ogni anno in Italia – ma spesso danno dei quadri clinici particolarmente gravi.

 Alcune delle persone che si sono ammalate in Toscana erano vaccinate. Come è possibile?

Delle 58 persone colpite da meningite da meningococco C in Toscana da gennaio 2015 a oggi, una decina erano vaccinate. È un fatto che i ricercatori stanno studiando e valutando, approfondendo ogni singolo caso. Di queste dieci persone, circa la metà si era vaccinata parecchi anni fa, e può darsi che questo fatto indichi che con il tempo l’immunità svanisce ed è necessario un richiamo. Come ogni vaccino, in ogni caso, anche quello contro il meningococco non conferisce una protezione al 100 per cento. Sembra però che la malattia, anche se contratta, sia in forma più lieve in chi è vaccinato rispetto a chi non lo è.

 Che cosa si sa dei portatori sani, coloro che hanno il batterio della meningite ma non si ammalano?

Secondo i dati della letteratura scientifica, il 10 per cento circa degli individui è portatore, ma la percentuale cambia anche a seconda delle fasce di età. Negli adolescenti, per esempio, la percentuale di portatori è più elevata, probabilmente anche a causa degli stili di vita: i ragazzi hanno più occasione di stare insieme in ambienti chiusi. Perché il portatore non si ammali è una questione cui al momento gli infettivologi non sanno rispondere, ed è uno degli interrogativi su cui si sta lavorando. Si sa però che lo stato di portatore è transitorio: uno può esserlo per 3, 6, magari anche 12 mesi, e poi smettere di esserlo.

Quali vaccini sono disponibili?

Contro diverse forme di meningite, ma non contro tutte, sono disponibili i vaccini. Proteggersi con un vaccino non significa proteggersi da tutte le forme di meningite. E in ogni caso la protezione, anche se piuttosto alta, come abbiamo visto non è completa. I vaccini contro lo pneumococco, l’Hemophilus influenzae e il meningococco di tipo C sono offerti nel programma vaccinale delle regioni ai bambini piccoli, e la copertura è abbastanza alta. Esiste anche un vaccino contro il meningocco B, offerto da poco in alcune regioni ai nuovi nati.

 Anche gli adulti dovrebbero vaccinarsi?

A parte il caso dello pneumococco, in cui la vaccinazione è raccomandata anche agli anziani, finora i vaccini contro i batteri della meningite erano raccomandati solo ai bambini. Con l’inizio del focolaio, la Toscana ha iniziato una campagna di vaccinazione straordinaria contro il meningococco di tipo C, offrendolo gratuitamente anche agli adulti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, quelle in cui si è verificato il maggior numero di casi. In Lombardia, anche se non c’è un allarme particolare, è stata annunciata la possibilità di vaccinarsi contro il meningococco, a partire dal 2017, con una compartecipazione di spesa.

 Chi dal resto d’Italia si reca per lavoro o turismo in Toscana dovrebbe vaccinarsi?

Chi ci va occasionalmente per un viaggio no, perché in pratica è esposto allo stesso rischio che se rimanesse a casa. Per chi si dovesse trasferire per settimane o mesi nelle province dove si sono verificati i casi, e magari fa un lavoro a contatto con molte persone, il vaccino può essere consigliato.

Come funziona la meningite da Escherichia Coli?

La maestra di Roma morta il giorno di Santo Stefano al policlinico Gemelli per meningite aveva sviluppato una forma dovuta a Escherichia coli, un batterio che comunemente si trova nel nostro intestino e si trasmette con le feci. Molte persone ce l’hanno senza avere alcun problema. Può dare luogo più facilmente a infezioni del tratto urinario, in rarissimi casi alla meningite, di solito però in neonati o anziani immunodepressi o debilitati. E soprattutto non si trasmette da persona a persona o con contatto diretto e quindi la profilassi antibiotica in questi casi è superflua.

Meningite: domande e risposte was last modified: gennaio 12th, 2017 by L'Interessante
12 gennaio 2017 0 commenti
2 Facebook Twitter Google + Pinterest
Vaccini
AttualitàIn primo pianoParliamone

Vaccini: facciamo un po’ di chiarezza

scritto da L'Interessante

Vaccini.

di Antonio Andolfi

Il tema dei vaccini è sempre caldo e le polemiche sempre troppo accese. Tutto questo rischia di offuscare altre informazioni, più importanti e fondamentali per esempio su come i vaccini agiscono e sugli episodi a volte curiosi che hanno portato alla loro scoperta. Facciamo un po’ di chiarezza.

Perché i vaccini funzionano?

I vaccini si basano sulla capacità del sistema immunitario di riconoscere gli agenti infettivi già incontrati, e di reagire prontamente per eliminarli prima che danneggino l’organismo.

A scoprire questo principio fu l’inglese Edward Jenner (1749-1823). Ancora studente, Jenner incontrò una mungitrice durante una passeggiata. Sebbene fosse in corso un’epidemia di vaiolo, la ragazza disse di non temerlo.

Molti anni dopo, Jenner capì che la giovane era immune perché il vaiolo dei bovini rendeva i pastori resistenti alla forma umana. Per dimostrarlo, estrasse il liquido delle vesciche del vaiolo bovino e lo inoculò a un bimbo di 8 anni. Due mesi dopo gli iniettò anche del materiale infetto prelevato da un malato: il bimbo non si ammalò.

Come sono fatti i vaccini?

Esistono tre tipi di vaccini. Quelli contro morbillo, parotite, rosolia e varicella contengono i virus da cui ci si vuole proteggere, ma “attenuati”: trattati cioè in modo che non possano replicarsi e scatenare la malattia.

Quelli contro la poliomielite, l’epatite A e, a volte, l’influenza contengono invece i virus uccisi.

Esistono infine vaccini preparati solo con alcune porzioni dell’agente infettivo: questo è già sufficiente ad attivare la protezione immunitaria. Sono fatti così i vaccini contro il papilloma virus, la difterite, il tetano, la pertosse, l’Haemophilus influenzae, lo pneumococco e il meningococco.

Vaccini. Tenere alta la guardia!

La prima vaccinazione obbligatoria in Italia è stata l’antivaiolosa, introdotta a partire dal 1888. La seconda è stata l’antidifterica, dal 1939. Il virus del vaiolo non esiste più in natura e per questo non è più necessario vaccinarsi. Bisogna invece continuare a proteggersi dalle altre malattie perché, anche se non sono presenti in Italia o sono molto rare, potrebbero tornare.

Il cuoco somalo Ali Maow Maalin è stato l’ultimo a contrarre da un malato la forma più lieve del virus del vaiolo, nel 1977. Nel 1975, in Bangladesh, la piccola Rahima Banu Begum, di appena due anni, era stata invece l’ultima a prendere la forma più seria della malattia. Entrambi sono sopravvissuti. Ali si è in seguito impegnato in campagne a favore della vaccinazione antipolio ed è morto nel 2014. Rahima si è sposata a 18 anni e ha avuto almeno 4 figli.

Nel 1978, durante una visita a un laboratorio inglese, la fotografa Janet Parker si infettò accidentalmente con il virus e morì un mese dopo. È stata l’ultima vittima del vaiolo. Il virus è ancora conservato in due laboratori di massima sicurezza, uno in Russia e l’altro negli Stati Uniti.

Vaccini e bufale

Nel 1998, la rivista Lancet pubblicò un articolo del medico inglese Andrew Wakefield, che collegava la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia all’autismo. In seguito, altri studi non confermarono il dato e si scoprì che Wakefield aveva ricevuto 435.000 sterline dagli avvocati di alcuni genitori, che volevano avere un risarcimento per la malattia dei figli, attribuendola proprio al vaccino.

Lancet ritirò l’articolo e Wakefield fu radiato dall’Ordine e quindi non è più un medico. Nonostante le smentite, la copertura vaccinale nel Regno Unito passò dal 92 all’80%, e i casi di morbillo da 56 (nel 1998) a circa 1.400 (nel 2008). In Italia, dove l’effetto è stato ritardato, una bambina di 4 anni, non vaccinata, è morta nel 2014.

Il mercurio non è contenuto nei preparati in uso oggi. Fino agli anni Novanta era presente un sale dell’etilmercurio (chiamato tiomersale), che serviva da conservante. A differenza del metilmercurio, che è tossico, l’etilmercurio è metabolizzato dall’organismo e non danneggia il sistema nervoso. Nonostante questo, per fugare ogni sospetto, anche il tiomersale è stato comunque eliminato. Sono anche stati smentiti possibili legami fra vaccini e leucemia infantile, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla.

I veri effetti collaterali dei vaccini

Al di là delle leggende, gli effetti collaterali dei vaccini più diffusi sono: per la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia: reazioni allergiche gravi o encefalite (1 caso su un milione), riduzione delle piastrine nel sangue (1 caso su 100.000). Per l’esavalente (contro epatite B, difterite, pertosse, Haemophilus influenzae, poliomelite e tetano): reazioni allergiche gravi (1 caso su un milione), convulsioni febbrili (1 o 2 casi su 10.000). I vaccini possono causare nei giorni seguenti malessere, febbre, gonfiore, arrossamento e dolore nella zona della puntura.

In tutti i casi, poiché le malattie per cui ci si vaccina sono potenzialmente letali, è di gran lunga più pericoloso ammalarsi che vaccinarsi.

L’  “effetto gregge”

Solitamente i neonati sono vaccinati a partire dal terzo mese e l’iter si completa a 5-6 anni, con i richiami. Prima di allora potrebbero quindi contrarre gravi malattie, se entrano in contatto con una persona infetta. 

Neppure può vaccinarsi chi è allergico ai vaccini o è portatore di alcune rare malattie. Per proteggersi, tutti costoro devono quindi contare sugli altri. Infatti, quando la percentuale di chi si vaccina è molto alta, gli agenti infettivi non riescono a circolare e a scatenare epidemie, e quindi tutti sono al sicuro. In termini tecnici, questo fenomeno si chiama “immunità di gregge”. Per il morbillo, per esempio, una copertura vaccinale del 95% mette in sicurezza anche chi non può vaccinarsi. L’immunità di gregge consente inoltre di proteggere quella piccola quota di persone che, pur vaccinandosi, non acquisiscono una protezione completa.

Chi è in partenza per una destinazione esotica e ha dimenticato di vaccinarsi, può farlo anche all’ultimo momento. Le vaccinazioni andrebbero programmante con circa due mesi di anticipo, ma per alcune malattie (non per tutte) si possono seguire procedure accelerate, che conferiscono una protezione di breve durata, e che in qualche caso necessitano di un richiamo una volta tornati. In alcuni Paesi è tuttavia obbligatorio esibire un certificato che attesti che ci si è immunizzati contro la febbre gialla o la meningite meningococcica. Chi non lo ha non può uscire dall’aeroporto.

Vaccinare la madre in gravidanza contro l’influenza protegge anche il bambino che nascerà. Infatti, i figli delle donne che si vaccinano nel secondo o terzo trimestre (come peraltro è raccomandato) vedono diminuire del 40% il rischio di ammalarsi. Infatti, attraverso la placenta, il nascituro acquisisce gli anticorpi contro il virus influenzale prodotti dalla madre vaccinata. Questa pratica è quindi altamente consigliata, perché protegge il bambino in un periodo particolarmente vulnerabile della sua vita.

Vaccini: facciamo un po’ di chiarezza was last modified: gennaio 12th, 2017 by L'Interessante
12 gennaio 2017 0 commenti
1 Facebook Twitter Google + Pinterest

Resta in Contatto

Facebook Twitter Google + Instagram Email RSS

Categorie

  • Attualità
  • Basket
  • Calcio
  • Cinema
  • Cronaca
  • Cultura
  • Curiosità
  • Dall'Italia e dal Mondo
  • Editoriale
  • Eventi
  • In primo piano
  • Indovina dove andiamo a cena
  • Libri
  • Musica
  • Notizie fuori confine
  • Parliamone
  • Politica
  • Sport
  • Teatro
  • Tv
  • Viaggi Interessanti
  • Vignette Interessanti
  • Volley

I Più Visti

  • ciao francesca

    Ciao Francesca!

    29 maggio 2016
  • duel gomorra

    Gomorra 3: i casting al Duel Village

    8 giugno 2016
  • amore

    L’ Amore ai giorni nostri

    6 dicembre 2016
  • molly

    Molly Malone, la strana leggenda

    19 novembre 2016
  • museo

    Museo di arte islamica come l’araba fenice

    24 gennaio 2017
  • Facebook
  • Twitter
  • Google +
  • Instagram
  • Email

© 2015 L'Interessante. Tutti i diritti riservati.
Designed by Armando Cipriani


Back To Top
Utilizziamo i cookie per migliorare l'esperienza utente sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu sia d'accordo. Accetto
Privacy & Cookies Policy