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Attualità

Figlia
AttualitàIn primo pianoParliamone

Sono figlia del mio tempo – Le Vignette

scritto da Roberta Magliocca

figlia

Italia figlia del malcostume

Sono figlia dei cibi precotti. Di Google e del vivavoce. Del Papa emerito e dell’uscita per buona condotta. Del multitasking, delle famiglie eterosessuali, le cosiddette famiglie normali. Sì, quelle sane, quelle della Barilla, quelle in cui il marito normale uccide la moglie normale, in un omicidio normale ogni due giorni. Delle guerre per la pace, delle armi al supermercato. Dei figli del ’68, un po’ sopravvalutato. Di genitori che proteggono troppo, che non lasciano andare, che mettono sempre il piatto caldo a tavola. Della crisi come scusa per non cercar lavoro. Degli smartphone che pensano un po’ a tutto e dei ragazzi che non pensano più a niente. Della benzina troppo cara e delle poche passeggiate. Sono figlia della promozione per tutti, per evitare traumi. Della coca light, della meritocrazia zero. Del mio tempo. Un tempo che spero di poter raccontare un giorno ai miei nipoti come un passato chiuso e trasformato in energia positiva. 

Sono figlia del mio tempo – Le Vignette was last modified: marzo 31st, 2016 by Roberta Magliocca
17 marzo 2016 0 commenti
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Exomars
AttualitàIn primo pianoParliamone

Exomars: l’Italia alla conquista di Marte

scritto da L'Interessante

Exomars

14 Marzo, 10:31 ora italiana: ha inizio la più grande avventura spaziale dell’Italia, con la Missione Exomars che prende ufficialmente il via.

Con un lancio perfetto, il razzo Proton si stacca veloce e dritto dal cosmodromo di Baikonur, nel Kazakistan centrale. Prende ufficialmente il via Exomars, la prima missione spaziale davvero “italiana” a tutti gli effetti. Italiana, perché questa volta il contributo alla missione – europea, è giusto segnalarlo – è perlopiù ad appannaggio del vecchio stivale: ben il 32% dei 1,3 miliardi di Euro di costo della missione, infatti, circa 350 milioni, sono stati finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Ma l’impegno del belpaese non è solo economico: anche la tecnologia parla italiano, con Finmeccanica e Thales Alenia Space Italia, alla quale l’Esa ha affidato la leadership della missione e la responsabilità complessiva di tutti gli elementi. Sul versante “contributo scientifico”, inoltre, l’Italia ha collaborato con l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l’Università di Padova e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).

Ma quali sono gli obiettivi della Missione Exomars?

Sono previste due fasi, la prima delle quali ha avuto inizio –appunto- ieri con la partenza del razzo Proton, che ha portato in orbita la sonda Schiaparelli (chiamata così in onore del famoso cosmologo italiano). Sonda che continuerà il suo viaggio verso Marte, della durata di circa 7 mesi: una volta agganciata l’orbita del pianeta rosso, e stabilizzatasi a circa 120 chilometri di quota, avrà inizio la fase più interessante della missione: cercare traccia della presenza di vita, presente o passata. Per far questo, ad Ottobre del 2016, un rover si staccherà dalla sonda e planerà sulla superficie di Marte, scavando ed analizzando la superficie extraterrestre.

La missione continuerà per ben 7 anni (stima della durata della vita del rover marziano), periodo durante il quale la sonda continuerà ad analizzare i dati “in loco”, per poi spedirli verso la Terra attraverso quei 12 minuti-luce necessari a trasportare i dati digitali alla casa base dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea). Ciò che Exomars troverà sulla superficie del pianeta rosso, per ora è difficile dirlo: quello che si cerca sono tracce biologiche, anche fossili, che possano confermare l’esistenza (probabilmente solo passata) della vita marziana. La presenza –passata anche questa- di acqua sulla sua superficie, infatti, è stata già ampiamente documentata dalle precedenti missioni, sia dell’Esa che della Nasa: quello che manca è una traccia biologia, una proteina, un singolo amminoacido, anche fossile. Compito della missione italiana, trovare queste tracce. E rendere finalmente chiaro a tutti il concetto dell’esistenza della vita extraterrestre.

Fabrizio Gentile

Exomars: l’Italia alla conquista di Marte was last modified: marzo 15th, 2016 by L'Interessante
15 marzo 2016 0 commenti
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trivellazioni
AttualitàIn primo piano

Trivellazioni: silenzio sul referendum

scritto da Walter Magliocca

trivellazioni

Le istituzioni al fianco del cittadino. Sempre più mera utopia.

Il 17 aprile prossimo si voterà per il referendum sulle trivellazioni ma, volutamente, nessuno ne parla.

Lo scopo? Non far raggiungere il quorun in quanto il governo Renzi non era d’accordo sul voto referendario. Un referendum dovrebbe essere scevro dalle battaglie politiche, dovrebbe essere uno strumento di democrazia nelle mani del cittadino per poter esprimere una propria idea, un proprio convincimento e soprattutto una speranza di poter incidere nel sociale con un voto libero.

Ma, anche in questo caso, non è così. Prima, per la raccolta firme: battaglie e veti. Il voto che diventa una battaglia politica a favore di questo o quell’altro schieramento ed infine far di tutto per far boicottare il voto. Il cittadino, già stressato e vessato è tentato dall’optare per il “non voto”.

Ma se, svegliandosi dal torpore dicesse: “No. Voglio esprimere il mio voto libero, ho deciso, vado”, e, nell’ipotesi, la votazione risultasse valida, nulla sarebbe ancora definito. I cittadini non vincono mai.

Ritorna tutto al vaglio del parlamento che deciderà nuovamente in base alla maggioranza esistente, con legge che potrebbe essere in parte contraria a quanto emerso dalle urne.

Allora: siamo ritornati al punto di partenza.

Ma i cittadini italiani, quelli pensanti, quelli che non intendono farsi condizionare, il loro voto il 17 aprile lo dovranno esprimere solo per la ragione che si sta facendo di tutto per tenerli all’oscuro del referendum e lontano dalle urne. Molto poco democratico.

LA STORIA DEL REFERENDUM SULLE TRIVELLAZIONI

La consultazione popolare è stata promossa da nove  (in origine dieci) consigli regionali: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise con l’appoggio  di movimenti e associazioni ambientaliste. Lo scopo quello di fermare le trivellazioni nei mari italiani.

Tra gli altri saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni) nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano.

 E’ rimasto in piedi un solo quesito su sei. Infatti dieci consigli regionali (Abruzzo, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna,Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) hanno promosso sei quesiti referendari sulla ricerca e l’estrazione degli idrocarburi in Italia. L’Abruzzo si è poi ritirato dalla lista dei promotori. A dicembre del 2o15 il governo ha proposto delle modifiche alla legge di stabilità sugli stessi temi affrontati dai quesiti referendari, per questo la cassazione ha riesaminato i quesiti e l’8 gennaio ne ha dichiarato ammissibile solo uno, perché gli altri sette sarebbero stati recepiti dalla legge di stabilità.

Alcune regioni hanno proposto ricorso. Se la corte costituzionale accogliesse i ricorsi delle regioni, i due quesiti referendari in precedenza non ammessi tornerebbero a essere validi e dovranno essere sottoposti agli elettori. I due quesiti riguardano il “piano delle aree” (ossia lo strumento di pianificazione delle trivellazioni che prevede il coinvolgimento delle regioni, abolito dal governo con un emendamento alla legge di stabilità) e la durata dei titoli per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi liquidi e gassosi sulla terraferma. La Storia continua.

Con il referendum si chiede di abrogare il comma 17 dell’articolo 6 del Codice dell’ambiente – dlgs n. 152 del 2006 – nella parte in cui prevede che le trivellazioni nelle acque territoriali italiane  – cioè quelle che si trovano entro le 12 miglia dalla costa – continuino fino a quando il giacimento lo consente.

In pratica si chiede che vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio quando scadranno le concessioni.

 Quindi se vince il fronte del “sì” verranno bloccate le concessioni alla scadenza dei contratti. Però ad essere interessate saranno solo alcune delle 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare territoriale italiano. Se, invece avrà la maggioranza il fronte del “no”, la situazione resterà invariata. Alla scadenza delle concessioni le compagnie petrolifere potranno chiedere un prolungamento.

 Naturalmente, come spesso avviene in questi casi , si strumentalizza il voto adducendo quale giustificazione che la vincita del “si” potrebbe avere forti ripercussioni sul mercato economico con conseguente fuga di investimenti , chiusura di imprese e conseguenti licenziamenti.

La quantità di petrolio e metano presente nel  sottosuolo Italia non è dato sapere.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con l’approvazione dello sblocca Italia,  ha parlato di “investimenti per 15 miliardi di euro, 25 mila nuovi posti di lavoro e un risparmio sulla fattura energetica nazionale di 5 miliardi l’anno”.

Naturalmente dubitiamo che ciò possa accadere e il danno sull’ambiente non è stato considerato né valutato. Non conviene. È ovvio.

Non si comprende perché nel nostro “bel Paese” l’industria turismo non debba essere migliorata. Quello che si perde da una parte, si guadagna dall’altra.

Ma evidentemente, anzi senza ombra di dubbio, il guadagno per “i terzi” e il tornaconto personale non c’è.

Trivellazioni: silenzio sul referendum was last modified: marzo 12th, 2016 by Walter Magliocca
12 marzo 2016 0 commenti
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