Psittacosaurus
Di Antonio Andolfi
Quando pensiamo ai dinosauri ci vengono in mente i grandi rettili feroci come il Tiranussaurus Rex, oppure i grandi erbivori come il Brachilosaurus.
Ma i resti fossili ci mostrano che accanto a questi grandi rettili, c’erano alcuni davvero particolari, come il Psittacosaurus
Un fossile ha “riportato in vita” un dinosauro del Cretaceo inferiore, il periodo che va dagli 80 ai 145 milioni di anni fa, grande poco più di un tacchino. E’ un dinosauro abbastanza strano, con il becco che ricorda quello di un pappagallo, la forma quella di un lucertolone e dal volto spuntavano due grosse corna. Era un dinosauro erbivoro che si nutriva di noci e semi e visse circa 120 milioni di anni fa, nel territorio dove oggi si estende la Cina nord-orientale.
Grazie ad alcuni pigmenti conservatisi nel tempo si è riusciti a ricostruire i colori delle scaglie che lo ricoprivano. Aveva il ventre chiaro e il dorso scuro, una livrea che probabilmente lo aiutava a mimetizzarsi, per nascondersi dai feroci e voraci rettili di quell’area. Sulla coda aveva una serie di filamenti simili alle setole di uno spazzolino.
Lo Psittacosaurus, è stato ricostruito in 3D grazie al lavoro di un gruppo di paleontologi guidato da Jakob Vinther dell’Università di Bristol, che hanno pubblicato la loro ricerca su Current Biology. L’artista Robert Nicholas, partito dallo scheletro fossilizzato che una volta ricostruito è stato ricoperto da argilla, polistirolo e una rete che ha fatto da struttura portante, ha ridato un corpo e un volto all’animale.
I ricercatori, basandosi sui colori dell’animale, hanno ricostruito l’ambiente in cui viveva. Si tratta di una fitta foresta, un’Amazzonia del Cretaceo.
Una curiosità: nella ricostruzione, sembra che l’animale stia defecando. I paleontologi sostengono che non morì in quel momento, ma che le feci vennero espulse in un secondo momento per via dei gas formatisi nel corpo dopo la morte.
Un piccolo tassello in più sulle nostre conoscende della storia antica.