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Categoria

Parliamone

1 MAGGIO
AttualitàCulturaEditorialeIn primo piano

1 MAGGIO: FESTA O…. LUTTO. UNA FESTA BEN CAMUFFATA

scritto da L'Interessante

1 MAGGIO

di Giovanna Rizzo

1 maggio…… la festa camuffata

In questa globalizzazione che costringe i lavoratori a “scannarsi” e “cannibalizzarsi” l’un l’altro, in una competizione apparentemente liberista ma di fatto asservita alle dinamiche della finanza, sembra più plausibile celebrare un lutto.

Un lutto più che una festa 

Un lutto, si. Non quello del lavoro nel suo significato più prossimo, ovvero quello evocato dall’art. 1 della Costituzione Italiana, ma del lavoratore che si troverà di fronte a un “lutto” nel senso psicologico più stretto del termine, nella auspicabile rielaborazione della possibilità di credere che le catene “platoniane” possano passare in ombra e che tutto ciò che ci viene proiettato come un bene dai padroni del discorso, dai padroni del sapere, dai padroni mediatici, possa essere messo in discussione. 

E che la “nuda” vita, magari, non sia così preziosa della vita “sociale” per la quale l’essere umano è più incline e per la quale ha dimenticato di lottare.

La zebra scappa dal leone perché conosce il suo predatore, ma se il predatore veste i panni del titolare dello zoo safari, sarà sempre più difficile avere il coraggio di pensare altrimenti, di pensare al TUO valore e alla responsabilità della TUA vita scevra dalla riconoscenza del dono, ma sempre più pregnante di sfumature da conoscere, conquistare e vivere.

È necessaria una rivolta dell’anima, per una rivolta verso l’immagine di ciò che ci può sembrare scontato.

 

 

1 MAGGIO: FESTA O…. LUTTO. UNA FESTA BEN CAMUFFATA was last modified: maggio 1st, 2020 by L'Interessante
1 maggio 2020 0 commenti
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coronavirus
AttualitàCulturaIn primo piano

CORONAVIRUS FASE 2 ……… GIU`LA “MASCHERINA

scritto da L'Interessante

Coronavirus

di Giovanna Rizzo

Coronavirsus: realmente la “fase 2” ci porterà fuori dal tunnel? 

Ci avviciniamo alla cosiddetta “fase 2”, sarà il preludio di un ritorno alla “fase 1”  (epidemia Yo-Yò) o svelerà a chi vuol intendere lati oscuri di questa vicenda?

Per ora assistiamo a rappresentazioni caricaturali e farsesche (es. “duello Fontana/De Luca a Porta a Porta) che intrattengono il pubblico come solo i reality sanno fare, alimentando focolai faziosi in cerca di una rivalsa sociale attraverso l’inevitabile demolizione dell’altro come nemico al di  fuori delle mura comunitarie.

L’assurdità di tutto ciò è ben evidente nei messaggi che ogni giorno ci bombardano attraverso i media, messaggi che fanno rievocare persino  Dante su  come i “ piagati si sentiranno in colpa per le loro piaghe” e quindi di come sarà nostra responsabilità, il NON aver saputo rispettare le “REGOLE”, il non essere stati “bravi” nel tutelare noi e la comunità nella quale viviamo.

In pratica farci sentire in pericolo o fonte di pericolo,  farci guardare con sospetto anche chi amiamo amplificando un senso di colpa che inevitabilmente conduce alla sottomissione e alla paura di essere “sbagliati” o peggio ancora “vittime”.

Negazione dei riconoscimenti dei diritti da parte di chi ci governa e privazione dei dettami democratici

Nel frattempo, le ambiguità di chi ci governa alimentano la dissonanza dei diritti defraudati rendendoli concessioni che non siamo stati capaci di tutelare, mandando in fumo la nostra Costituzione e di conseguenza il lavoro di tante piccole imprese (artigiani compresi) che non avranno la possibilità di contrastare le multinazionali e/o l’e-commerce beneficiari già da prima  di un’evasione legalizzata.

Rimarremo bloccati nei nostri “orticelli”( non esisterà neanche più la spiaggia libera e la concessione del “bagno” a mare che sarà solo per chi potrà permetterselo accentuando ancor di più le differenze “sociali”) con l’illusione di una tutela/sicurezza senza diritti e senza giudizio critico, elementi fondamentali ed essenziali di una democrazia.

CORONAVIRUS FASE 2 ……… GIU`LA “MASCHERINA was last modified: aprile 22nd, 2020 by L'Interessante
22 aprile 2020 0 commenti
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italia
AttualitàCronacaEditoriale

ITALIA IN VENDITA E ITALIANI PECORONI. CI PROPINANO SOLO FALSE NOTIZIE PER TRASMETTERCI PAURA E FARCI STARE A CASA. MA PERCHE’?

scritto da Walter Magliocca

 

Italia 

Italia in vendita: ci propinano volutamente delle falsità per nascondere scomode verità che conosceranno solo i posteri

Il sole 24 ore riporta, nella sezione interventi, i dati statistici forniti da Paolo Becchi, professore ordinario di filosofia del diritto presso l’università di Genova e Giovanni Zibordi, trader e consulente manageriale e finanziario.

Dati statistici inconfutabili che dovrebbero far riflettere. Ma noi italiani siamo abituati a pensare solo al nostro orticello, da più parti bollati come una massa di pecore non adusi a contrastare le direttive “aziendali” (leggi stato) ed è per questo che artatamente ci fanno “stagnare” nella nostra beata ignoranza trasferendoci notizie costruite, martellanti e ripetitive. Da regime dittatoriale,  altro che da popolo libero e che Mussolini (sì proprio lui) definì di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori. Ma tutti allineati e …..coperti.

Un’analisi per valutare la situazione economico finanziaria in relazione alla chiusura totale ed alle conseguenze sociali mediante notizie non sempre veritiere trasmesseci in oltre 40 giorni di arresti domiciliari. Solo per noi, ovviamente. Loro, i nostri rappresentanti, avevano ed hanno notizie vere. Ed inoltre continuano a mantenere una serie di benefit sempre a spese degli ignari taliani: barbieri a disposizione, ristorante a Montecitorio, però per asporto, trasferimenti con autista, con mascherina e guanti però.

I dati inconfutabili

Il crollo del PIL atteso in Italia è dell’ordine del 20% nei prossimi mesi e che porterà la nazione al periodo pre crisi del 2007.

Il disastro economico è inflitto agli italiani per l’adozione spropositata della chiusura totale adottata “modello Wuhan” senza avere i mezzi e le capacità cinesi per la ripresa.

Un dato certo è che nessuno sa con certezza il numero di decessi per il virus a Wuhan che si stimano in 10 o anche 50 volte in più rispetto ai dati ufficiali.

In Asia ed Australia non è stato adottato il criterio della chiusura e il virus è stato circoscritto con una immediata ripresa economica. In Italia, con decisioni spropositate ed anticostituzionali, “sguinzagliando” le  forze dell’ordine sul territorio e usando droni ed elicotteri, con ulteriori spese in danno degli ignari italiani, per sanzionare chi esce di casa, (assurdo ed illegale aggiungiamo) la ripresa appare lontana, lenta e farraginosa 

Differenze tra nord e sud avvalorate dalle uscite folkloristiche del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ottimo showman, ma nulla più

La chiusura totale, in esterofilia diffusa, questa si virale, definita total lockdown, viene giustificata dalla mortalità triplicata o quadruplicata a Bergamo, Brescia, Piacenza, Pavia, Milano ed altre province del NORD rispetto agli anni precedenti. I numeri forniti, anche in questi casi non veritieri, riferiscono 14 mila morti in più, mentre altre fonti riportano addirittura 63 mila morti in più rispetto agli anni precedenti ed attribuiti al conteggio Covid.

Orbene, la popolazione italiana è di circa 60 milioni  e si verificano mediamente 650 mila decessi l’anno e circa 230 mila nel periodo gennaio – aprile. Quest’anno, in base ai dati ISTAT, non si riscontra alcun aumento rispetto ai dati degli anni precedenti.

E’ evidente che in Lombardia, Veneto e nelle province del nord Italia si è verificato e si verifica un picco di decessi rispetto agli anni addietro, ma quando si analizza la mortalità complessiva su tutto il territorio nazionale, i dati riportano (ad es. Bloomberg del 6 aprile) meno morti del solito.

Allo stato, dunque, l’ISTAT, relativamente agli anni precedenti ed allo stesso periodo, riporta un numero di decessi pari a 231 mila, mentre per quest’anno, nel 2020, fino alla data odierna, i decessi sono stimabili in 191 mila. Per la fine del mese, potendo fare un confronto con il passato, si stima un numero di 216 mila decessi. Pertanto un numero inferiore rispetto ai dati ufficiali.

Si può affermare che nel Nord Italia il numero di decessi sia aumentato, mentre nel resto della nazione il numero è addirittura diminuito.

Inoltre, aggiungiamo, che il bollettino della protezione civile, precisa sempre ed a chiare lettere che il numero di decessi è TOTALE e non riferito al solo COVID 19.

In pratica la chiusura totale dell’intera nazione ha prodotto un numero di morti inferiore se comparato con i dati ISTAT degli anni passati.

L’obiezione che la chiusura abbia ridotto la mortalità al punto di farla scendere sotto la media storica, non sembra valida perché il dato è che quella italiana è la seconda/terza più alta del mondo per COVID con 338 morti per 1 milione di abitanti, mentre altri paesi (Corea, Giappone, Taiwan, Hong Kong, Australia, Svezia) che non hanno adottato il tanto decantato modello Italia mettendo tutti agli arresti domiciliari, hanno mortalità inferiore a 90 morti per 1 milione.

Sembra poco plausibile che senza chiusura l’Italia avrebbe avuto una mortalità ancora più alta.

Del resto anche la Germania, con una politica che lascia molte libertà ai cittadini, continua ad ottenere ottimi risultati nell’arginare e contenere il virus.

Vi è da aggiungere che lo stato non ha tenuto conto dei numeri diversi tra NORD e SUD Italia, chiudendo la parte bassa dello stivale non afflitta da numeri preoccupanti.

Oltretutto, da servizi giornalistici, si è appreso che nel NORD Italia le fabbriche ed aziende sono rimaste aperte continuando nella produzione e, presumibilmente, il paradosso è che nelle zone più colpite si avrà una ripresa sicuramente più celere dell’economia, rispetto al Sud Italia che, more solito, sarà completamente “affossato” da una politica incapace e volutamente afflittiva nei confronti dei cittadini meridionali.

Il presidente De Luca con i suoi provvedimenti ad effetto e le sue ordinanze in contrasto addirittura con quelle restrittive nazionali, espone tutta la Campania, ma soprattutto la realtà partenopea, ad una serie di rischi incalcolabili non solo economici ma di vita sociale che potrebbero rendere invivibile il territorio.

Ed intanto dal nord Italia continuano a piovere attacchi al sud da parte di esponenti politici e della società civile. Non possono tollerare che l’epidemia, al sud, non si è sviluppata nonostante i trasferimenti e tutte le misure messe in campo affinchè ciò avvenisse. Mostrando un personale sanitario “eccellente” nelle pratiche ospedaliere e non, nonostante le enormi limitazioni di risorse e la mancanza dei presidi di emergenza per i continui tagli ai mezzi economici messi in campo proprio dal presidente della Regione Campania.

Da ultimo Vittorio Sgarbi il quale, nella trasmissione di Barbara Palombelli, ha usato affermazioni forti, con l’unico scopo di  screditare i napoletani, identificati con tutto il sud Italia. Ma sicuramente con una punta di invidia

La cultura completamente distrutta

Dal punto di vista dell’economia c’è una distruzione di reddito, dal punto di vista culturale si evidenzia una volontà palesemente afflittiva che, con la chiusura delle scuole e delle università, o meglio con la loro trasformazione in una realtà telematica, evidenzia che il governo ha deciso di far aumentare (o far perdurare) uno stato di ignoranza per una stragrande maggioranza di italiani, al fine di una manipolazione facilitata. 

In Campania, poi, De Luca si sta uniformando ad un potere oligarchico con decisioni da regime con l’avallo del governo centrale.

Nessuna richiesta atta a sollecitare un dibattito in tal senso viene recepita da chi di dovere.

Tutti bravi, senza piangere mai, in fila per tre con distanziamento sociale, anzi in fila per uno, tutti zitti e battete le mani. Edoardo Bennato lo aveva cantato molto tempo fa. 

E’ proprio quello che vogliono. Non ci vogliono far capire ma soprattutto non dobbiamo capire NULLA.

ITALIA IN VENDITA E ITALIANI PECORONI. CI PROPINANO SOLO FALSE NOTIZIE PER TRASMETTERCI PAURA E FARCI STARE A CASA. MA PERCHE’? was last modified: aprile 18th, 2020 by Walter Magliocca
18 aprile 2020 0 commenti
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Lo Stato
Attualità

LO STATO CI HA TRUFFATO. CORONAVIRUS: PACCO CONTROPACCO E CONTROPACCOTTO E DE LUCA ALLA REGIONE RINCARA LA DOSE

scritto da Walter Magliocca

 

Lo Stato

Lo Stato: il nemico numero uno del cittadino

I cittadini  sono considerati delle pecore e trattati come tali, senza alcuna opposizione.

A tal riguardo riportiamo un intervista a cura di Salvatore Ridolfi (pubblicata su librieparole.it il 31 marzo 2020) al professor Francesco Benozzo, il poeta-filologo-musicista candidato dal 2015 al Premio Nobel per la Letteratura, autore di diverse centinaia di pubblicazioni, direttore di tre riviste scientifiche internazionali, membro del comitato scientifico di gruppi di ricerca internazionali (tra i quali  il “Centro Studi di Medical Humanities” (CMH),  il workgroup “We Tell / Storytelling e impegno civico in epoca post-digitale”, e “IDA: Immagini e Deformazioni dell’Altro”), coordinatore del Dottorato di ricerca in Studi letterari e culturali all’Università di Bologna.

Il professor Benozzo ha espresso in questi giorni pubblicamente considerazioni non allineate a quelle correnti a proposito dell’emergenza pandemica in atto.

In questa intervista spiega il suo punto di vista sulla questione.

Quella del Coronavirus è una grande truffa.”

Intervista a Francesco Benozzo

Come vive, in quanto intellettuale, la situazione presente? Sta lavorando a qualche progetto in questo isolamento?

Sono come tutti i cittadini agli arresti domiciliari, arresti attuati senza dibattimento parlamentare, in un chiaro momento di soppressione della democrazia, e presidiati dalle forze dell’ordine e dai militari.

Come vivo questo isolamento? Da privilegiato, avendo comunque – a differenza della maggior parte delle cittadine e dei cittadini attualmente reclusi – uno stipendio a fine mese, e vivendo in un luogo appartato sulle montagne, tra i cui boschi non potrebbe intrufolarsi nemmeno un drone dei Marines. Faccio lezione come tutti i colleghi da remoto, svolgo sedute di laurea e di dottorato, esamino gli studenti. Sto cercando intanto di portare a termine un lungo poema a cui lavoro da tempo, dal titolo Máelvarstal. Poema della creazione dei mondi, un poema sull’origine ed evoluzione dell’universo – e che ignora deliberatamente la storia del pianeta terra – che si appoggia in un certo senso alle teorie cosmologiche degli ultimi anni, quelle venute dopo il Big Bang.

Nei giorni scorsi sono uscite su qualche pubblicazione anarchica alcune sue esternazioni relative al punto di vista che lei ha assunto rispetto a questa situazione

Non è un punto di vista che ho assunto, ma il punto di vista spontaneo che, come professore di filologia, e cioè bene o male come studioso dei sistemi di comunicazione, ho necessariamente maturato fin dalle prime ore della dichiarata epidemia. Per quello che vedo io, siamo di fronte a delle prove generali di soggiogamento delle popolazioni, fondate su una visione scientocentrica della realtà.

Può essere più chiaro? La scienza è la responsabile dello stato di cose?

Beh, in quanto “scienziato” io stesso, non posso fare a meno di notare che tutto è orchestrato dalla nuova religione del mondo contemporaneo: una religione monoteista, antidialogica, totalitarista e oscurantista rappresentata, appunto, dalla cosiddetta “scienza”, in questo caso dalla scienza medica. Nei miei anni di studio e di insegnamento ho imparato dai grandi maestri che la scienza è prima di tutto una narrazione, una narrazione il più possibile plausibile, e che i passi avanti nelle varie discipline sono stati compiuti grazie al dialogo, alle confutazioni, ai dibattiti. Chi pratica la scienza come mestiere sa bene che tale mestiere consiste essenzialmente nell’arte del dubbio sulla verità e su ogni verità. Questo riguarda anche la scienza medica, e lo dico anche come membro del comitato scientifico del prestigioso CMH, il Centro Studi delle Medical Humanties che ha sede presso l’Università di Bologna. Assistiamo invece a una scienza da reti unificate che ritiene (o meglio finge) di essere portatrice dell’unica verità.

Ma la scienza, nella fattispecie i medici, non sono in realtà gli eroi – come molti dicono – di questa situazione?

Non sto parlando dei medici in corsia, ma dei virologi da salotto e da stanze del potere. Quanto ai medici in prima linea, come gli infermieri e i volontari, direi che più che gli eroi sono le prime vittime, insieme alle persone malate e a quelle decedute, di questa guerra. Sono in trincea a combattere. Ma ciò non deve distogliere emotivamente dall’opinione che ciascuno può farsi sul perché si trovino al fronte. Intendo dire che non può funzionare l’equazione “medici eroi =  guerra giusta”. E d’altro canto mi pare che in queste ore alcune delle associazioni dei medici si stiano ribellando, proprio contro il potere centrale, rispetto a questa etichetta di eroi affibbiata loro da chi li ha mandati al fronte.

Vittime di un sistema, dunque?

Direi proprio di sì. Se si guarda alla situazione italiana, senza andare oltre, bisogna registrare esclusivamente quanto segue, se non si vuole entrare nella lamentazione e nella strategia della paura: un virus particolarmente aggressivo ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario, dal momento che a fronte di 60 milioni e mezzo di abitanti sono presenti sulla penisola circa 5000 posti letto di terapia intensiva. I medici sono in trincea per questo, non per i numeri esorbitanti del contagio. Si trovano in trincea perché invece che delle corsie di ospedale abbiamo delle trincee (ma la situazione era già nota da prima dell’emergenza in atto: non si può non ricordare che fino al mese scorso gli stessi medici ora santificati dal popolo erano vittime di aggressioni, non solo verbali, proprio per la situazione di affanno – per usare un eufemismo – in cui versano strutturalmente i nostri ospedali, fin dalle stanze di smistamento dei prontosoccorsi).

La colpa è dunque del sistema sanitario?

Le colpe sono tante, per quello che uno può vedere o per l’idea che uno si può fare. Parliamoci chiaro: nel 2020 in uno stato di 60 milioni e mezzo di abitanti i posti per le terapie intensive dovrebbero essere come minimo 60.000. Il resto sono frottole, che per trasformarsi da frottole in qualcosa di diverso vengono naturalmente filtrate dalle drammatiche immagini delle corsie sovraffollate, delle infermiere e infermieri e medici esausti quando non deceduti, delle bare senza fiori appoggiate fuori dagli ospedali, delle stesse bare portate via con scene hollywoodiane dai mezzi militari. E che passano per i pornografici bollettini quotidiani di contagiati, ricoverati, guariti e morti. E tutto questo mentre la polizia gira per strada, mentre la protezione civile istiga coi megafoni a barricarsi nelle proprie abitazioni, mentre i balconi si riempiono di cittadini lobotomizzati che inneggiano alla patria, e mentre i santoni virologi – che si sono messi di recente a parlare anche di Dio in contrasto con sua santità il papa – ammoniscono, in nome della scienza, sui nuovi morti che dovremo contare se non facciamo come loro hanno deciso.

La pandemia miete comunque i suoi morti

Sì, il virus miete certamente i suoi morti, come altre centinaia di virus con cui conviviamo e che a volte ci ammalano, e ormai la nazione conosce a memoria il numero di questi morti, poiché arrivano puntuali alle ore 18 con i dati ufficiali. Verrà poi certamente un momento in cui si proverà a capire anche come sono fatti questi conteggi. Come saprà, i morti diretti per coronavirus al 28 marzo – secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità – sono in totale 7, e gli altri sventurati sono stati uccisi per il colpo di grazia che questo virus ha dato alle loro già precarie condizioni. Questo non sminuisce ai miei occhi l’effetto del virus, ma mi lascia dubbioso sulla narrazione imposta di una pandemia in atto. Più di un conoscente a cui è venuto a mancare un parente stretto mi ha detto che questi si trovava già all’ospedale a uno stato terminale: se è morto perché aveva anche il Covid-19, non so, come scienziato, che valore “scientifico” abbia metterlo nel conteggio delle vittime dell’epidemia. Di questo bisognerà pur tener conto visto che i 60 milioni di cittadini gioiscono alle 18.05 se ci sono anche solo 30 morti in meno nei famigerati bollettini (inviando cuoricini e ringraziamenti sulla pagina Facebook del Dipartimento della Protezione Civile) o si rattristano (inviando faccine con la lacrimuccia) se ce ne sono 30 in più: gioiscono o si rattristano, beninteso, perché all’interno della strategia della paura di cui si trovano a essere marionette inconsapevoli, sono convinti che quei dati ci dicano se il virus sta accelerando o decelerando.  Aggiungerei anche, ma qui si apre un discorso molto diverso, che – sempre secondo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore della Sanità – ogni anno in Italia circa 20.000 persone si ammalano in ospedale di varie patologie (tra le quali la polmonite è la più frequente) e muoiono a causa di queste: a chi entra in ospedale per un’operazione al femore può cioè capitare di ammalarsi per polmonite, e se è anziano o con altre complicazioni di morire a causa di questa malattia contratta dentro all’ospedale. Questa alta percentuale di morti per patologie contratte in ospedale è spiegata dai medici con il sovraffollamento: e quella – cronica – del sovraffollamento è una situazione che di questi tempi è quintuplicata.

Sono stati fatti pochi investimenti sulle strutture sanitarie, quindi?

Me ne intendo assai poco. Ma so che ogni giorno, anche in questi giorni di emergenza, mentre il suo primo ministro si presenta sui canali ufficiali preoccupato e impallidito, chiedendo a tutti di “stingersi a coorte”, il governo italiano spende 70 milioni di euro in spese militari (due miliardi al mese), e che con le spese militari di un solo giorno, cioè con i 70 milioni che vengono spesi ogni ventiquattro ore, si potrebbero costruire e attrezzare sei nuovi ospedali o comprare 25.000 respiratori. Se ci atteniamo questi dati, possiamo parlare dell’emergenza in corso, senza troppi giri di parole, come di una strage di stato.

In alcune interviste lei ha parlato di “finta pandemia”

Sì, in alcune interviste all’estero: qui pare che non si possa. Qui come avrà visto chi non la pensa come i medici ufficiali viene denunciato (se è un medico viene invece radiato). È infatti palesemente in atto, nel processo di soggiogamento, anche una soppressione della libertà di parola. Per quanto mi riguarda, non mi interessa affatto parlare di tesi cosiddette complottiste. Me ne discosto decisamente, ovvero posso approssimarmi ad esse – per adesso – come a un genere letterario. Io ho parlato di finta epidemia perché gli effetti di questo virus sono stati da subito incanalati nel terrore dell’epidemia, e dunque percepiti, temuti, enfatizzati e pompati dentro un contesto di paura indotta e controllata militarmente. Questa epidemia è finta perché nasconde il vero problema e si alimenta del terrore creato intorno ad essa.

È inoltre finta perché tra i cosiddetti poteri forti non ci sono voci fuori dal coro e tutte le componenti appaiono allineate nel sostenere un’unica narrazione, secondo tutte le strategie di manipolazione elencate ad esempio da Noam Chomsky per ottenere la manipolazione delle masse:

  1. strategia della distrazione;
  2. creare problemi e poi offrire le soluzioni (sono già tutti – non io – in fremente attesa del fantomatico vaccino);
  3. strategia della gradualità crescente e dell’impennata (le limitazioni graduali e poi sempre più stringenti);
  4. strategia del differire (presentando una soluzione come “dolorosa e inevitabile”);
  5. usare l’aspetto emotivo più che l’argomentazione (immagini apocalittiche, bollettini di guerra);
  6. mantenere gli interlocutori nell’ignoranza e nella mediocrità (il virologo non si può mettere in discussione, noi non siamo in grado);
  7. stimolare i cittadini ad essere compiacenti con la mediocrità (flash mob e altre manifestazioni di massa);
  8. Rivolgersi ai cittadini come a dei bambini (le parole del Governatore della Lombardia: “Se non lo capite con le buone domani ve lo faremo capire con le cattive”);
  9. insinuare il senso di colpa (siamo tutti potenziali contaminatori e untori, siamo tutti colpevoli, siamo messi gli uni contro gli altri per via di questa vergognosa colpevolizzazione);
  10. conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.

Lo sa che anche lo stesso Chomsky si è espresso in termini non troppo diversi in queste ore?

Una decina di giorni fa avevo mandato alcune di queste mie riflessioni a Chomsky – con cui ho una corrispondenza accademica da qualche anno dovuta ad alcuni studi e a un libro che ho pubblicato sul problema dell’origine del linguaggio – ed ha commentato le mie considerazioni dicendo che coglievano a suo parere un punto importante, anche se riferito alla sola Italia. Purtroppo, però, è uno di quei casi in cui il parere positivo di un personaggio del suo livello su ciò che penso non mi rende felice. Conferma piuttosto una diagnosi agghiacciante.

Come riassumerebbe dunque questa sua diagnosi?

Quella del Coronavirus è una grande truffa. Si tratta di un’epidemia dichiarata che non miete – come le vere epidemie – masse indistinte di persone, ma che invece uccide in massa i diritti di libertà e la dignità di tutti, imponendo un punto di vista univoco che vieta agli individui di autodeterminarsi e abituando la popolazione ad accettare come normalità la sospensione dei propri diritti inalienabili. Le persone che sono purtroppo decedute per questa combinazione di spazzatura metabolica e a causa di questa strage di stato vengono inoltre usate in maniera strumentale dal governo e dagli organi di propaganda tutti allineati, spaventati e agli ordini di questo terrorismo sanitario.

Pecore siamo e pecore resteremo

Pertanto, in questo momento storico, lo Stato, nel caso di noi Campani, coadiuvato da un presidente regionale, Vincenzo De Luca, incline alla spettacolarizzazione ma servo del potere,  stanno imponendo a noi cittadini uno stato di polizia con privazione dei diritti costituzionali senza la benchè minima protesta concreta e sensata.

LO STATO CI HA TRUFFATO. CORONAVIRUS: PACCO CONTROPACCO E CONTROPACCOTTO E DE LUCA ALLA REGIONE RINCARA LA DOSE was last modified: aprile 13th, 2020 by Walter Magliocca
13 aprile 2020 0 commenti
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cosi' parlo'
AttualitàEditoriale

COSI’ PARLO’ BEN..GIUSEPPE MUS….CONTE. APPUNTAMENTO SERALE A CENA

scritto da Walter Magliocca

cosi’ parlo’

Cosi’ parlo’ il presidente del consiglio …. a cena e gli italiani …..obbediscono

Anche in questa tranquilla serata, l’ennesima, di un venerdì santo anomalo, il presidente del consiglio, capo del governo italiano, Giuseppe Conte, ha parlato, ha imposto le direttive e gli italiani obbediranno fino al 3 maggio.

E poi? Non si sa. “Non parlate di date” ha detto il premier, non posso confermarle. Quindi è tutto aleatorio, sperando che i contagi continuino a diminuire. Un Italia distrutta in tutti i sensi: a livello psicologico, lavorativo, economico, morale.

L’Italia come esempio? Si ma è la nazione economicamente più malmessa, mentre le altre hanno maggior peso nei confronti dell’Europa.

Ecco l’Europa. E il presidente Giuseppe Conte, fuori dalle dinamiche di partito, che dovrebbe essere super partes, sfrutta la televisione di stato per fare politica. Accusa esponenti dell’opposizione per dare forza al governo da lui presieduto per ……grazia divina. Ovviamente. Lo spirito santo ha nominato Giuseppe Conte il quale fino a due anni fa era un avvocato, come tanti, illustre sconosciuto e che per grazia infusa è diventato presidente del consiglio dei ministri del governo italiano.

Ora non vogliamo difendere nessuno ma, fare politica senza un valido contraddittorio, e lui dovrebbe conoscere questa parola,  è a dir poco poco corretto.

I meno giovani ricordano che un tempo esisteva una trasmissione televisiva dove gli esponenti di partito e di governo si confrontavano sui temi di attualità, con pari diritti il cui nome era tribuna politica.

Ora, invece, siamo in uno stato simil democratico anzi, stato di polizia travestito con una bandiera di libertà. Inesistente.

Tutti con la testa abbassata  e dobbiamo solo obbedire in barba all’articolo 13 della Costituzione.

Conte dixit.

COSI’ PARLO’ BEN..GIUSEPPE MUS….CONTE. APPUNTAMENTO SERALE A CENA was last modified: aprile 10th, 2020 by Walter Magliocca
10 aprile 2020 0 commenti
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emergenza
Attualità

EMERGENZA CASERTA – SAN LEUCIO: LA GENTE IMPAZZISCE A STARE IN CASA E PERSEGUITA I VICINI

scritto da Walter Magliocca

Emergenza

Emergenza: da troppi giorni in casa e i condomini di un parco in San Leucio se la prendono coni vicini che sono in casa loro chiamando le forze dell’ordine

Emergenza canaglia. Si non è nostalgia, ma emergenza. Da troppi giorni in casa e la testa “sfrennesea”: i condomini di un parco a San Leucio di Caserta, chiamano le forze dell’ordine per far identificare i vicini che si trovavano sul terrazzo di loro proprietà.

Evitare gli assembramenti. Questo prevede l’ordinanza. Ma si impone anche di non uscire di casa.

Ma in questo fuorviante intrigo psicologico subentra l’invidia. Anche questa canaglia. Ed allora che si fa ? Se i vicini sono in terrazzo, io sono un bastardo e coniglio e mi gratto le ….braccia, allora SCOMODO le forze dell’ordine e le mando a casa del vicino che sta …libero sul suo terrazzo con la sua famiglia.

Ed ecco che i vecchi studi ritornano alla mente. Dagli all’untore. Ma si vede che non hanno studiato bene i Promessi sposi: gli untori uscivano per favorire l’epidemia. In questo caso nessuno è uscito.

Sono questi mentecatti e vigliacchi che hanno incomodato le forze dell’ordine che in questo frangente dovrebbero evadere pratiche ben più importanti.

Ma noi che sicuramente abbiamo un ricordo più vivido dei promessi sposi e ci vengono alla mente le frasi di frà Cristoforo:

“L’arroganza contro ogni diritto offende l’uomo, la sua dignità, la vostra INSENSATA prepotenza. E’ un delitto contro un dono di Dio, la libertà………”…… per poi finire con

“Verrà un giorno, verrà un giorno, verrà un giorno, verrà un giorno, Verrà, Verrà… “

E noi, se Dio vorrà, saremo qui ad attenderlo. Altrimenti avremo una visione privilegiata.

EMERGENZA CASERTA – SAN LEUCIO: LA GENTE IMPAZZISCE A STARE IN CASA E PERSEGUITA I VICINI was last modified: aprile 3rd, 2020 by Walter Magliocca
3 aprile 2020 0 commenti
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coronavirus
Attualità

CORONAVIRUS: IL COMUNE DI CASERTA CONTINUA INDEFESSAMENTE I LAVORI

scritto da Walter Magliocca

Coronavirus

Coronavirus: il Comune di Caserta continua i lavori a San Leucio. A loro l’epidemia li evita come ogni altra forma di malattia

Più volte è stato messo in evidenza che il contagio può attecchire tra la popolazione, nelle uscite, durante le lavorazioni, ristrutturazioni ed in ogni altra attività che presupponga il contatto tra le persone.

Il Comune di Caserta con a capo il sindaco di Caserta Carlo Marino, l’ing. Natale, tutti gli addetti possono essere infettati ed infettare i propri simili.

I lavori a San Leucio, svincolo per Casagiove, continuano speditamente e giornaliermente operai e addetti, senza mascherina ed a distanza ravvicinata, proseguono nella loro attività.

NESSUNO SI INTERESSA DELLA SITUAZIONE. E’ TUTTO LECITO.

Ma voi, poveri mortali, cioè noi, state nelle vostre case altrimenti il virus vi infetta. 

A noi, però. Alle istituzioni li schifa pure il coronavirus. 

Ma dovrà finire prima o poi.

CORONAVIRUS: IL COMUNE DI CASERTA CONTINUA INDEFESSAMENTE I LAVORI was last modified: aprile 3rd, 2020 by Walter Magliocca
3 aprile 2020 0 commenti
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sindacato cisl
Attualità

SINDACATO CISL: IL LAVORO SOMMERSO UNO DEI PROBLEMI PIU’ GRAVI

scritto da Walter Magliocca

Sindacato Cisl

Sindacato Cisl: nel territorio casertano è altissimo il tasso di disoccupazione generale e giovanile, migliaia i lavoratori precari, diffusissima la piaga del lavoro sommerso 

Continua con grande forza l’impegno del sindacato e della CISL di Caserta in questa drammatica emergenza sanitaria teso a salvaguardare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro e di evitare la diffusione del contagio. La salute dei lavoratori impegnati nelle attività essenziali resta certamente l’obiettivo primario del sindacato e della CISL: ma non basta.

A distanza di un mese dalle misure di distanziamento sociale e di chiusura in casa, ci sono migliaia di persone e di famiglie senza soldi necessari a provvedere ai bisogni primari.

Questa situazione è particolarmente grave e drammatica in un territorio come quello casertano in cui vi è un tasso di disoccupazione generale e giovanile altissimo; in cui ci sono migliaia di lavoratori precari; in cui è purtroppo diffusa la piaga del lavoro sommerso.

“Abbiamo la fondata preoccupazione che in breve tempo questa situazione, possa sfociare, se non risolta con efficacia e tempestività, in forme pesanti di grave tensione sociale di cui già si avvertono i primi segni: perché l’alternativa per tantissime persone non può certo essere quella di morire di Coronavirus o di fame.

Occorre mettere in campo risposte adeguate e tempestive a sostegno delle famiglie, specie in un territorio in cui opera una forte criminalità organizzata.

Pertanto la CISL chiede al Governo nazionale e alla Regione Campania un’immediata iniezione di liquidità verso le famiglie che vanno assolutamente messe nella condizione di poter soddisfare esigenze elementari e primarie”.

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, gli ammortizzatori sociali devono essere erogati nel più breve tempo possibile, superando strettoie e impedimenti burocratici assolutamente incompatibili col dramma che stiamo vivendo.

E con pari rapidità e massima sburocratizzazione occorre mettere in campo risorse per dare immediate risposte e sollievo a disoccupati, lavoratori precari, partite IVA e quanti non godono di emolumenti di alcun tipo.

L’ora che stiamo vivendo è straordinaria e straordinarie devono essere le risposte e le modalità di intervento che le istituzioni a tutti i livelli devono dare ai cittadini: senza perdite di tempo, senza lungaggini intollerabili.

Come ha detto con grande autorevolezza il Capo dello Stato, a cui va il plauso e il ringraziamento della CISL, nessun cittadino deve sentirsi solo e nessuno deve essere lasciato indietro.

Mettere in campo risposte immediate è indispensabile sia per chi soffre il bisogno, sia per salvaguardare la tenuta democratica ed impedire che la crescente preoccupazione di chi non ha niente venga alimentata e cavalcata da forze ostili all’ordine democratico.

Su queste questioni la CISL di Caserta non abbasserà la guardia e manterrà nei prossimi giorni, unitamente alla CISL regionale e alla CISL nazionale, il massimo impegno e determinazione verso la Regione e il Governo affinchè facciano con tempestività e determinazione la loro parte e mettano in campo tutti gli interventi necessari a dare risposte concrete e tranquillità ai cittadini tutti.

Ma soprattutto si dovrà fare qualcosa di concreto. Senza burocrazia.

Altrimenti solo belle parole

SINDACATO CISL: IL LAVORO SOMMERSO UNO DEI PROBLEMI PIU’ GRAVI was last modified: marzo 31st, 2020 by Walter Magliocca
31 marzo 2020 0 commenti
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cosi' parlo'
Attualità

GOVERNO CONTE: DECRETO SALVA …… NESSUNO. POTREBBE DEFINIRSI UN DECRETO AFFONDA ITALIA

scritto da Walter Magliocca

Governo Conte

Il Governo Conte per fronteggiare la crisi economica emana un provvedimento che non salva nessuno anzi diventa solo uno sperpero di denaro

«Lo Stato c’è, ci sono molti cittadini che soffrono e a loro dico che non stiamo girando il volto dall’altra parte». Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Ho firmato un Dpcm che stanzia 4,3 miliardi da girare al Fondo di solidarietà per i Comuni. È un anticipo del 66% – spiega -. Destiniamo dunque altri 400 milioni ai comuni, per le persone che non hanno soldi per fare la spesa».

Ma a cosa serve?

A niente. Il problema economico non si risolve facendo la spesa a pochi. Equivale ad un reddito di cittadinanza bis.

Si dovrebbe garantire un aiuto a tutti gli italiani indistintamente.

Lo Stato italiano, anche in questo frangente, non riesce a spogliarsi della burocrazia.

Evitare i pagamenti delle forniture e dei balzelli per un periodo necessario a garantire la ripresa. Sospendere e non rinviare i pagamenti

Basterebbe veramente poco. Non far pagare la rata dell’assicurazione, il pagamento del mutuo, le bollette, la tarsu, l’imu: insomma i balzelli che affliggono gli italiani.

Solo così  si potrebbe dare un concreto aiuto al popolo italiano.

Il presidente del Consiglio ha specificato che il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%) – criteri concordati con l’ANCI (da valutare l’introduzione tra i criteri di riparto dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) calcolato dall’ISTAT – ultimo dato disponibile aggiornato però al censimento del 2011). Ma quali sono questi criteri?

Tutti criteri farraginosi che non porteranno ad alcun risvolto positivo.

Fare l’elemosina di 600 euro, o anche meno, destinato solo ad alcuni, non serve. Tutti sono danneggiati. Indistintamente.

Occorre un piano serio ed articolato che garantisca aiuti concreti ed una ripresa lavorativa.

L’Italia sta per chiudere.

Chi sopravviverà al coronavirus sarà costretto a scendere per strada ed uccidere il suo simile per garantirsi la sopravvivenza.

Il rischio è alto. Lo Stato assente

GOVERNO CONTE: DECRETO SALVA …… NESSUNO. POTREBBE DEFINIRSI UN DECRETO AFFONDA ITALIA was last modified: marzo 29th, 2020 by Walter Magliocca
29 marzo 2020 0 commenti
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la pubblica amministrazione
Attualità

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON RISPETTA LE REGOLE DELLO STATO: DENUNZIA DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

scritto da L'Interessante

La pubblica amministrazione

La pubblica amministrazione non applica le regole imposte dal Governo. Lettera aperta delle associazioni di categoria per far rispettare le norme nell’applicazione del lavoro agile. 

La pubblica amministrazione non rispetta le regole e le Organizzazioni Sindacali CGIL FP,  CISL FP, UIL FPL nella persona dei segretari provinciali Luigi Capaccio, Franco Della Rocca e Domenico Vitale sollecitano attenzione su una problematica già oggetto di attenzione in questo periodo di emergenza.
Con una lettera indirizzata ai Sindaci della provincia, ai Commissari Prefettizi, al Presidente della Provincia di Caserta ed a tutte le direzioni delle Amministrazioni Pubbliche territoriali, le associazioni sindacali hanno sollecitato una maggiore attenzione sulle modalità ordinarie di lavoro  – lavoro agile – per le numerose notizie di applicazioni difformi e a macchia di leopardo sul territorio della Provincia di Terra di Lavoro e sia per i recenti nuovi provvedimenti assunti dal Governo Nazionale e dal Governatore della Regione Campania, a seguito dell’acuirsi della diffusione della pandemia.
Al momento l’unico rimedio efficace è quello di rimanere a casa, evitando contatti interpersonali. La situazione ha assunto oramai una gravità tale che con l’ultimo DPCM il Governo ha disposto il blocco di tutte le attività produttive con le conseguenze che ne trarremo nel prossimo futuro, ribadendo che la sicurezza dei cittadini è prioritaria.
Occorre che ognuno faccia il proprio dovere tra cui gli enti pubblici quali datori di lavoro nei confronti dei loro dipendenti.
La recente produzione normativa di emergenza, sin dalle prime pronunce, ha consigliato che negli enti pubblici il lavoro agile diventasse strumento per ridurre i contatti tra persone e per contenere la diffusione del virus.
Con D.L. n. 9 del 02 marzo all’art.18 venivano previste agevolazioni per consentire che si potesse facilitare la attivazione del lavoro agile.
Con successivo Dpcm dell’11 marzo si evidenziava la necessità che le pubbliche amministrazioni assicurassero lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile individuando prioritariamente le attività indifferibili da rendere in presenza.
Analogo indirizzo veniva inoltrato alle pubbliche amministrazioni dal Ministro della Funzione Pubblica con Direttiva n. 2/2020.
La Direttiva evidenziava che la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa è il lavoro agile, limitando la presenza del personale negli uffici ai soli casi in cui la presenza fisica fosse  indispensabile.
Per le attività che per loro natura non possono essere oggetto di lavoro agile le amministrazioni dovevano adottare strumenti alternativi per limitarne la presenza, quali ad esempio la rotazione del personale, la fruizione degli istituti del congedo, la banca delle ore nonché le ferie pregresse.
Quanto previsto nella citata direttiva è diventato, da obbligo morale, ad obbligo normativo.
Il Decreto Legge n. 18 del 17 marzo ha espressamente stabilito all’ articolo 87 le misure straordinarie da adottarsi per ridurre la mobilità delle persone e quindi la diffusione del virus.
Ha stabilito che fino alla cessazione dello stato di emergenza il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni.
Nell’Ente le presenze vanno limitate esclusivamente alle attività indifferibili e che non si possono svolgere da remoto. Tutta la restante attività è svolta con lavoro agile ovvero, espediti tutti gli strumenti alternativi ivi previsti, attivare la esenzione del personale dal servizio.
Infatti nel caso che non sia possibile ricorrere al lavoro agile, le amministrazioni utilizzano gli strumenti delle ferie pregresse (ricordiamo che entro il 30 giugno vanno usufruite le ferie pregresse), il congedo, la banca delle ore ove presente, la rotazione e altri istituti previsti contrattualmente.
Esaurite tali opzioni il datore di lavoro pubblico può motivatamente, a tal punto, esentare il personale dal servizio. Tale periodo risulta comunque servizio prestato a tutti gli effetti.
Quanto evidenziato non è più una facoltà, l’Ente pubblico ha l’obbligo di attivare tali procedure.Le stesse sono state tra l’altro confermate e ribadite anche nell’ ultimo DPCM ove si ribadisce che per la Pubblica Amministrazione resta fermo quanto previsto dall’articolo 87 del D.L. 18/2020.
Analogamente per tale obbligo si è espresso anche il nostro Governatore con l’Ordinanza n. 19 del 20.03.2020 con cui ordina che le Pubbliche Amministrazioni della regione Campania si attengano alla stretta osservanza delle disposizioni in precedenza evidenziate quali la direttiva F.P. n. 2 /2020, il Dpcm  dell’11.03.2020 e l’art. 87 del D.L. 17/2020.
Ciò al fine di limitare le presenze del personale negli uffici ai soli casi in cui la presenza fisica sia strettamente indispensabile per le attività individuate come urgenti e
indifferibili.
Al momento tutti i dipendenti pubblici sono da considerarsi in Smart Working ex lege, con conseguenti responsabilità penali e disciplinari sui datori di lavoro che li obblighino a presentarsi negli uffici.
Siamo in una situazione emergenziale estremamente grave e complicata, in cui tutti i cittadini sono stati chiamati a dare il proprio contributo per far sì che non si arrivi al tracollo delle strutture sanitarie.
Dunque, è assolutamente inaccettabile che le misure legislative poste in campo dal Governo per arginare i contagi da Covid-19 possano essere disattese in alcun modo.
E’ facilmente comprensibile che lo Stato, nella persona dei suoi rappresentanti, non abbia alcuna intenzione di far rispettare le regole unicamente per ragioni economiche e per essere pronto, alla ripresa, a mettere in campo tutte le azioni in danno dei cittadini, ora a casa, impauriti ed ignari di quello che “nel dopo” li attenderà.

 

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON RISPETTA LE REGOLE DELLO STATO: DENUNZIA DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA was last modified: marzo 27th, 2020 by L'Interessante
27 marzo 2020 0 commenti
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