Vivere la vita come se si fosse alla finestra, immobili. Di quelle immagini che ci vogliono metà in ombra e metà alla luce, senza che si capisca bene quali siano i contorni, dove finiamo realmente.
Alla finestra a guardar fuori; cosa non importa. O meglio, importa eccome, nonostante la miseria e la disperazione di un mondo che non ci appartiene. Il mondo è lì, fuori dalla tua finestra a sbranarsi per un tozzo di pane, per un titolo sul giornale, per il posto macchina, per lo sconto al supermercato.
E voltandoti di appena mezzo giro sei sollevato, perchè hai un salotto con la smart tv i risparmi in banca pane a volontà uno stipendio fisso al mese derivato da un lavoro a tempo indeterminato sudato con anni e anni spesi a studiare ti sei laureato in anticipo i tuoi ti hanno lasciato in eredità una casa non hai mutuo la fidanzata che ti vuol bene dall’altra parte del letto la macchina bella.
Si, tutto d’un fiato. Senza punteggiatura emotiva. Senza la possibilità di avere il tempo di chiederti se sei felice. E ti senti quasi in colpa quando guardando a quello che hai, desideri tutto l’opposto. Vorresti solo essere dall’altra parte della finestra.
Non puoi dirlo, sembreresti pazzo. Ma in questa follia c’è il lucido sentimento di chi vuole appartenere a questo mondo, qualunque cosa significhi. E se il mondo è in miseria, vuoi la miseria, se il mondo è in lotta vuoi lottare, se non c’è spazio per tutti, la tua casa di 200 metri quadri ti sembra effettivamente troppo grande e ti fa sentire solo. Un monolocale è più caldo, ci stai con altra gente.
E se sembra un insulto, perdonatemi. Ma il punto non è, materialmente, cos’hai o cosa no. Tutto ruota intorno al voler far parte di un meccanismo che non ti esuli, che non ti escluda solo perchè non hai i requisiti giusti. O meglio, perchè ne hai troppi.
Se davanti ad un passeggino e ad una torta di compleanno riusciamo a capire che non vorremmo altro, allora dovremmo rallentare. Smettere di fare e sentire un po’ di più.
DA CONSUMARCI PREFERIBILMENTE DOPO MORTI
Di Michele Pagano
Con Francesco Ruggiero | Rita Pinna
Elaborazioni visive e multimediali Marco Moretti | Michele Pagano
Costumi Pina Raucci
Regia Michele Pagano
Progetto OFFLAB