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Italia

Mamma Roma
CinemaCulturaIn primo piano

Mamma Roma: capolavoro Pasolini

scritto da L'Interessante

Mamma Roma.

Di Anna Maria di Monaco

Il drammatico film Mamma Roma trae spunto da un evento realmente accaduto, ovverosia la tragica morte di un giovane detenuto nel carcere di Regina Coeli. Prodotta da Alfredo Bini (Livorno 1926-Tarquinia 2010) per la prima volta nel 1962 e girata sullo sfondo del sobborgo romano, la pellicola è scritta e diretta da Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922-Roma 1975) in collaborazione con Sergio Citti (Roma 1933-ivi 2005). Gli attori principali sono Anna Magnani (Roma 1908-Roma 1973) – interprete di Mamma Roma – ed Ettore Garofalo (Roma 1946-ivi 1999) – nel ruolo del figlio –. Il film ruota intorno a quattro tematiche fondamentali del pensiero pasoliniano: il riscatto sociale, il rapporto madre-figlio, la figura della donna e l’immagine della morte.

Ecchela laggiù casa nostra, cu’ a finestra lassù n’do ce batte er sole, n’do ce stanno qué mutande stese, lassù all’urtimo piano. Guarda che qua ce stamo solo n’artro po’ de giorni, vedrai in che casa te porta tu madre. Vedrai quant’è bella, proprio ‘na casa de gente perbene, de signori. Tutto ‘n quartiere de n’artro rang.

Mamma Roma ad Ettore

Fattore scatenante dell’evolversi della vicenda e motivo centrale è il tema dell’escalation sociale e culturale del sottoproletariato – Mamma Roma libera dal proprio protettore Carmine (Franco Citti, Roma 1935-ivi 2016) decide di occuparsi del figlio Ettore per assicurargli una vita dignitosa –.

Ciò che emerge con il dispiegarsi della vicenda è l’osmotico rapporto madre-figlio. Il viscerale rapporto tra Mamma Roma ed Ettore richiama alla mente il forte legame che Pasolini ha con la madre, il medesimo che lo scrittore-poeta avvalora in molti suoi scritti, come nei testi poetici Ballata delle Madri e Supplica a mia madre. La madre-genitrice è per Pasolini una donna genuina e tenace, un gentil sesso dal sano rigore morale ed etico, nutrimento di nobili sentimenti e passioni – in più di un’occasione Pasolini rimembra coma l’interesse per la poesia gli sia stato trasmesso dalla madre –.

Ciò nonostante, donna non è solo la madre ma anche le tante protagoniste che fanno da sfondo alla vita e alla produzione letteraria e cinematografica di Pasolini. Le figure femminili descritte dal poeta vivono una vita di privazioni, vengono da famiglie disagiate e sono vittime di violenza o di controllo – ad esempio, Mamma Roma è vittima del magnaccio Carmine –. Prostitute sono anche le altre due donne presenti nel film, Bruna e Biancofiore. Dunque, attraverso la raffigurazione del femminile, lo scrittore denuncia i processi di corruzione e di svuotamento dei valori.

Infine, l’immagine della morte i cui indizi sono sparsi in tutto il film: dalla finestra della prima casa ove Ettore e Mamma Roma vivono si vede un cimitero; ogni volta che si incontrano, Ettore e Bruna parlano di morte; l’oggetto a forma di teschio che Bruna vede addosso a Pasquale, uno dei personaggi del film; infine, la stessa pellicola si chiude con l’immagine della morte.

Arrestato per aver rubato una radiolina, Ettore muore in carcere legato ad un letto di contenzione. Appresa la sorte del figlio e svanito nel nulla il sogno sociale, Mamma Roma corre a casa e tenta il suicidio gettandosi dalla finestra ma viene fermata da un gruppetto di donne che l’hanno seguita dal mercato.

Il film si chiude con una straziante immagine di Mamma Roma intenta a contemplare la cupola della basilica di San Giovanni Bosco.

Mamma Roma: capolavoro Pasolini was last modified: gennaio 9th, 2017 by L'Interessante
9 gennaio 2017 0 commenti
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Moda
CronacaIn primo pianoParliamone

Moda in nero: addio a Franca Sozzani

scritto da L'Interessante

Moda

Di Vincenzo Piccolo

Lutto per la moda italiana, si piange Franca Sozzani storica direttrice di VogueItalia e Condé Naste. É scomparsa a 66 anni, a Milano, dopo aver lottato con una lunga malattia. Un cancro, che le aveva dato battaglia da un anno, lei lo aveva indossato come un vestito che portava con estrema eleganza e discrezione, accompagnandolo con il suo solito sorriso paziente. Proprio a lei che era anche presidente della Fondazione Istituto Europeo di Oncologia. Ha lottano fino alla fine, ha lavorato instancabilmente: presenziando sfilate, curando servizi fotografici, accompagnando gli artisti che lavoravano alle loro produzioni. Senza riserbo, incarnando la figura della donna in carriera come nessun’altra finora.
Tante le case di moda, stilisti e artisti internazionali che sui Social Network le rendono omaggio per il grande contributo che ha dato al mondo della moda, italiano e mondiale. Da Donatella Versace ad Anna Wintour, da Valentino a Yves Saint Laurent: tutti piangono la scomparsa di Franca.

La Signora della moda

Mai locuzione fu più adatta per definirla. Ha lottato tutta la vita per ottenere quello che ha avuto, senza cadere nei soliti cliché, che la dipingevano come un direttore incontentabile, sempre insoddisfatta. Lei non era così.
“Dimenticate per favore Il Diavolo veste Prada. Miranda non esiste! Prepotenza, capricci? Non ce ne sarebbe neanche il tempo. E poi, non vedo chi li sopporterebbe o chi mi sopporterebbe”. Così rispondeva a chi voleva dare un immagine infernale al mondo della moda, per lei era un lavoro come tanti. Un incarico che richiedeva impegno e dedizione, la stessa che lei ha messo dal 1988, divenendo l’immagine della moda in Italia, rivoluzionando, sovvertendo e usando la sua posizione per contestare un intero sistema. Riuscendo a catalizzare la sua attenzione sulla portata mediatica che poteva avere una rivista come Vogue, una potenza che usava per trasmettere messaggi importanti. Non solo vestiti, foto, profumi e trucchi. Il Vogue di Sozzani è stato molto di più, arrivando ad adattarsi al clima economico-politico che sapeva ben interpretare e analizzare. La sua carriera nel mondo nella moda è iniziata a 25 anni, ribaltando persino la sua stessa vita, riscrivendo un destino alto-borghese che sembrava già scritto, un futuro fatto di frivolezze. Ma per lei non era così, non era fatta per “ricchi premi e cotillon”. Dopo il diploma di liceo classico si laurea alla Cattolica, in lettere e filosofia, si sposa e dopo tre mesi divorzia e da qui inizia la sua scalata tra le passerelle. Negli anni settanta comincia la sua storia all’interno di Vogue Bambino, nel 1980 passa a dirigere il femminile Lei e nel ’83 gli affidano la versione maschile Per lui. Ed ecco che vede arrivare la grande svolta nell’88 a Vogue Italia, dove viene anche minacciata di licenziamento da Jonathan Newhouse (direttore di Condé Nast International) per i sui atteggiamenti irriverenti e i messaggi destabilizzanti per il pubblico dell’alta moda. Servizi contro il nazismo, donne curvy, contro le violenze domestiche, contro l’omofobia, la guerra e le lotte di genere: tutte contornate da sete, tulle e tanti lustrini. Questo ci lascia Franca Sozzani, un sogno, un faro di speranza, ci lascia la consapevolezza di poter adattare il destino ai nostri sogni. Ci lascia la forza di poter raggiungere mete lontane, forse aliene, senza mai abbassare la testa. Ci lascia l’audacia di rischiare, anche se si arriva a ricoprire un ruolo importante. Franca è stata una visionaria, un’anticonformista alla moda, un ossimoro vivente. Beh Franca, dal basso, io ti dico GRAZIE. Grazie perché ci hai dato la concreta possibilità di poter sognare quello che, per alcuni, poteva essere impossibile.

Moda in nero: addio a Franca Sozzani was last modified: gennaio 2nd, 2017 by L'Interessante
2 gennaio 2017 0 commenti
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Sport
In primo pianoSportVolley

SPORT IN…COMUNE: IL NUOVO PROGETTO NAZIONALE DEL CONI

scritto da L'Interessante

Sport in Comune.

La Campania e la provincia di Caserta “laboratorio” per sperimentare nel 2017 l’iniziativa patrocinata dall’Anci

    SI PRESENTA SPORT IN…COMUNE, IL NUOVO PROGETTO NAZIONALE DEL CONI

Mercoledì 30 alle 10.30 al Teatro “Caserta-Città di Pace” i dirigenti centrali e regionali illustreranno ai Sindaci il regolamento e le modalità di partecipazione

                      Così come due anni fa con il Trofeo Coni, per la prima volta allestito in Campania e, specificamente, a Caserta, verrà sperimentato nella nostra Regione, con particolare attenzione a Terra di Lavoro, il nuovo progetto per il 2017, elaborato dal massimo Ente sportivo e che vede come partner l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Denominato “Sport in…Comune” è specificamente rivolto a sollecitare l’impegno degli Enti locali per un rilancio delle attività motorie di base. In pratica la Campania e Caserta rappresenteranno il “laboratorio”, come avvenne per il Trofeo Coni, per testare la validità dell’iniziativa che, se coronata da successo, verrà estesa dal 2018 in tutta Italia.
                    La presentazione del progetto, organizzata dal Coni di Caserta, è fissata per mercoledì 30 novembre alle 10.30 nel capoluogo presso il Teatro “Caserta-Città di Pace”, adiacente la Chiesa Ss. Nome di Maria nella omonima via della frazione Puccianiello, dove sono stati invitati tutti i Sindaci o loro delegati dei 104 Comuni di Terra di Lavoro e gli esponenti del mondo dello sport e della scuola. Ad illustrare le modalità di adesione, partecipazione e svolgimento di “Sport in…Comune”, sarà il componente della Giunta centrale del Coni Nello Talento, affiancato dal membro del Consiglio Direttivo dell’Anci Campania Andrea Maccarelli, sindaco di Presenzano, dal Delegato Coni Caserta Michele De Simone e dal Coordinatore Tecnico Sportivo del Coni Geppino Bonacci.
                  “E’ stato lo stesso Presidente Giovanni Malagò a scegliere la denominazione del progetto – evidenzia il dirigente centrale Nello Talento – e anche in occasione della recente riunione di Giunta a Napoli ha ribadito il suo interesse per il progetto e l’aspettativa nei confronti della Campania, già benemerita con la splendida organizzazione a Caserta del Trofeo Coni due anni fa, diventato parte integrante della mission promozionale del Coni”. “Ci auguriamo che anche Sport in…Comune si concluda con un successo -aggiunge il Presidente Regionale del Coni Cosimo Sibilia- mondo sportivo ed Enti locali lavoreranno in sinergia per rilanciare lo sport di base e coinvolgere soprattutto i centri periferici”. “L’Associazione Nazionale Comuni Italiani -sottolinea il rappresentante Anci in Terra di Lavoro Andrea Maccarelli- ha subito aderito con entusiasmo alla proposta del Coni e siamo orgogliosi che l’iniziativa parta dalle nostre terre. Auspico una vasta adesione da parte dei Comuni anche perché il progetto, al di là degli aspetti motori nel coinvolgimento dei ragazzi, prevede momenti socio-culturali di aggregazione e, soprattutto, opportunità conoscitive per un più agevole inserimento nelle normative in vigore quanto ad impiantistica sportiva e ottimizzazione delle strutture esistenti”.

SPORT IN…COMUNE: IL NUOVO PROGETTO NAZIONALE DEL CONI was last modified: novembre 26th, 2016 by L'Interessante
26 novembre 2016 0 commenti
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Se permetti non parlarmi di bambini
CinemaCulturaIn primo piano

Se permetti non parlarmi di bambini! Dal 29 Settembre al cinema

scritto da L'Interessante

Se permetti non parlarmi di Bambini

HA TRAVOLTO IL PUBBLICO ARGENTINO RAGGIUNGENDO OLTRE MEZZO MILIONE DI PERSONE E ORA ARRIVA IN ITALIA, SUL GRANDE SCHERMO, SE PERMETTI NON PARLARMI DI BAMBINI!

LA COMMEDIA CON LA BELLISSIMA ATTRICE DI FAMA INTERNAZIONALE MARIBEL VERDÚ NEL RUOLO DI UNA DONNA CHE ODIA I BAMBINI, MA …

DAL 29 SETTEMBRE AL CINEMA

Arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 29 settembre, distribuita da Microcinema, la divertentissima commedia che ha conquistato l’Argentina, Se permetti non parlarmi di bambini!, (Sin Hijos), diretta da Ariel Winograd, che vede protagonista la bellissima star internazionale Maribel Verdú con Diego Peretti, considerato unanimemente dalla stampa estera uno dei migliori interpreti argentini,  e un’eccezionale Guadalupe Manent, un’autentica rivelazione, per la prima volta sul grande schermo.

Incentrata sulla stravagante storia d’amore tra Gabriel (Diego Peretti) e Vicky (Maribel Verdú) la commedia fresca, divertente, coinvolgente, oltre che ricca di spunti di riflessione, racconta le peripezie che il povero innamorato deve affrontare per nascondere alla sua musa di avere una figlia, Sofia (Guadalupe Manent) … Vicky, infatti, odia letteralmente i bambini!!!

L’indiscusso talento dell’attrice spagnola Maribel Verdú, con all’attivo oltre 60 film, (di cui ricordiamo la straordinaria interpretazione nel ruolo di Luisa Cortés, nella pellicola che l’ha resa celebre in tutto il mondo Anche tua madre – Y tu mamá también – di Alfonso Cuarón), unito a quello dell’argentino Diego Peretti, uno degli attori più popolari del paese, ha dato vita a una pellicola graziosa e divertente, come ha dichiarato Ariel Winograd, frutto di un grande lavoro di squadra tra regista e interpreti.

Il film dal tema quanto mai attuale della scelta di avere o meno figli, trattato in modo inconsueto, leggero ma con spunti di riflessione interessanti tra una risata e l’altra, e che racconta anche in maniera eccellente il rapporto di una bambina con i genitori separati, ha già ottenuto un risultato straordinario in patria, travolgendo letteralmente il pubblico argentino: basti pensare che in Argentina il film ha ottenuto un grandissimo successo sin dal primo weekend di uscita, con 100.000 spettatori, per raggiungere un totale di oltre mezzo milione di persone.

Dal 29 settembre Se permetti non Parlarmi di bambini! giungerà in Italia pronto ad accendere il pubblico con una valanga di risate!

SINOSSI

Gabriel è separato da quattro anni. La sua vita è tutta dedicata a sua figlia di 8 anni, preferisce infatti riservare tutte le sue energie alla piccola Sofia, tanto che si rifiuta persino di avere una relazione sentimentale. Questo rapporto viene scosso dall’arrivo di Vicky, che fu, un tempo, amore platonico di Gabriel e che ora è diventata una donna bellissima e indipendente.

Sembra essere una storia d’amore perfetta, ma lei ha un’unica esigenza: non vuole assolutamente bambini nella sua vita. Così, quando Vicky chiede a Gabriel se ha figli, lui non ha il coraggio di dirle la verità.

Da quel momento, la sua vita diventa parecchio complicata, piena di bugie e sotterfugi. Basti solo pensare che prima di ogni appuntamento con Vicky, Gabriel fa piazza pulita in casa, di tutti gli oggetti di Sofia e nasconde ogni dettaglio che possa far nascere il sospetto della sua presenza; ovviamente non appena Vicky va via, ogni cosa torna al proprio posto, in modo che Sofia non si renda conto di nulla. Ma … fino a quando Gabriel riuscirà a gestire questa stravagante situazione?

Se permetti non parlarmi di bambini! Dal 29 Settembre al cinema was last modified: settembre 10th, 2016 by L'Interessante
10 settembre 2016 0 commenti
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Donna tatuata
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

Io, donna tatuata del Sud. In risposta alla caduta di stile di alcuni “giornalettisti”

scritto da Roberta Magliocca

Donna tatuata

di Roberta Magliocca

Premessa. Io, donna tatuata del Sud. Io che, giornalista, non dovrei cedere alle provocazioni. Io che, quando malauguratamente inciampo in maldestri tentantivi di critica sociale da parte di sedicenti giornalisti che nemmeno saprebbero venderlo un giornale, dovrei ridere dell’ignoranza e passare oltre.

Ma l’amore per il mio lavoro, il sudore, le notti insonni, i mal di testa dopo dodici ore ininterrotte davanti ad un pc, mi ispirano altruismo. Devo al mio lavoro la stessa serietà e dignità che ogni giorno l’essere giornalista mi impone.

E allora, no, stare zitta di fronte la stupidità umana, liquidando ogni scempiaggine come se l’autore della stessa fosse una voce fuori dal coro significherebbe giustificare. E giustificare significherebbe capire, trovare una logica a ciò che logica e comprensione non è attribuibile.

Perchè c’è un limite che non deve essere oltrepassato. Eppure qualcuno lo ha fatto. Qualcuno che ha abusato della lingua italiana per sputare giudizi non richiesti, fango e insulti gratuiti.

Non so come spiegarvi il senso di orticaria che il leggere certe parole mi ha dato, spingendomi a scrivere ciò che ho premesso fino ad ora e ciò che scriverò da qui a qualche momento.

Io, dicevo, donna tatuata del Sud. E in quanto campana la tammorra tatuata sul piede sinistro suona tutta la melodia che mi lega a questa terra meravigliosa e dannata, dilaniata dall’ignoranza di chi crede che sparare a zero contro la mia terra renda migliore i non-napoletani, i non-estroversi, i non-volgari.

E se è vero che io, donna tatuata del sud, non sono certo tatuata per nobiltà (?) marinara, nè per senso di appartenenza a qualche categoria ben precisa, non mi sento una poveraccia affetta da narcisismo, nè ho bisogno di chance per sentirmi strafiga. Forse chi scrive sciocchezzuole insensate ed infondate ha bisogno di quell’opportunità per brillare rubando luce a chi – tatuando il proprio corpo – non fa del male a nessuno, ma del bene a se stesso. Chi non ha luce, ne cerca altrove. E se pure prova ad essere luminoso con l’energia altrui, non riesce ad emanare grandezza. Allora tenta di spegnere gli altri. Fallendo.

E un’altra verità è stata detta da uno di questi giornalettai da quattro spicci. Il buon gusto non si può imporre per legge. Non si possono vietare i tatuaggi e non si può vietare la procreazione di esseri tanto ignoranti da imparare a leggere e a scrivere senza imparare buona educazione e grandezza d’animo.

Quanto al conformismo che prenderebbe noi cafoni del sud marchiati a fuoco come gli indigeni che furono, non sarà più o meno marcato di quello che invade i timorati di Dio la domenica mattina in Chiesa, o chi cerca con i propri figli i Pokemòn – ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale – o, ancora, chi indossa mocassini e maglioncini legati al collo.

Saremo pure conformisti, ma il tatuaggio è la forma più alta di responsabilità che un ragazzo possa intraprendere. Ci assumiamo i rischi di stancarcene domani, pagando con la nostra pelle un errore fatto a nostre spese. Quanti medici, poliziotti, giornalisti (etc.) possono dire di pagare a loro spese gli errori che modificano e rovinano vite di coloro che gli capitano a tiro?

E ci dispiace davvero tanto se qualcuno, andando in spiaggia quest’estate, ha dovuto subire questo assurdo panorama di noi tatuati, di pelle abbronzata e conformista, di labbra rifatte e consumistiche. C’è una soluzione per chi non vuol vedere ciò che – soggettivamente – non piace. Chiudere gli occhi o non uscire di casa. Eppure sono sicura che questi signori da giacca e cravatta, con la pelle bianca senza nemmeno una cicatrice, per raggiungere l’orgasmo nell’unico atto sessuale mensile con la propria moglie – anch’essa bianca e senza tattoo – sogna una donna tutta rifatta e tatuata, conformista e giovanissima, di contemporanea memoria.

Io, donna tatuata del Sud. In risposta alla caduta di stile di alcuni “giornalettisti” was last modified: ottobre 21st, 2016 by Roberta Magliocca
21 ottobre 2016 0 commenti
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Goran Bregovic
CulturaEventiIn primo piano

Goran Bregovic torna in Italia. “If you don’t go crazy, you are not normal!”

scritto da L'Interessante

Goran Bregovic

Di Erica Caimi

Goran Bregovic riporta in Italia il suo tour “if you don’t go crazy, your’re not normal”, esibendosi sui palchi di diverse regioni italiane, fino al 3 settembre

L’artista, esponente di spicco della cosiddetta Balkan music, torna alla ribalta accompagnato dalla Wedding & Funeral Band, un creativo impasto di strumenti musicali tra cui ottoni, che incalzano il tipico ritmo balcanico, grancassa e cori folkloristici bulgari.

Agli albori della sua carriera musicale Goran Bregovic, nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, diventa la star dei giovani jugoslavi e i suoi lunghissimi concerti mobilitavano milioni di fans. E’ un artista colto ed eclettico, non mancano i suoi contribuiti nel teatro e nel cinema, siglando molte celebri colonne sonore, le più conosciute per Emir Kusturica, tra queste si ricordano quelle dei film “Il tempo dei gitani”, “Arizoma Dream” e  “Underground”.  Firma le musiche di “La Regina Margot” di Patrice Chereau e compone il ritmo klezmer che accompagna l’ironia sapiente degli eventi narrati in “Train de Vie” di Radu Mihăileanu.

Il tour propone brani di repertorio, che spaziano da “Ederlezi” a “In the Death Car” passando per l’energico “Kalashnikov” ma anche pezzi più nuovi, tratti dagli ultimi album Alkohol e Champagne for Gypsies. Quest’ultima raccolta, uscita nel 2012, vuole essere una reazione culturale alla pressioni contro i Rom in Europa e un’esaltazione della cultura tzigana, ricca di sfumature e musicalità.  Nell’album alcune incisioni vantano la collaborazione con artisti quali i Gipsy Kings, Stephan Eicher, Florin Salam, Selina O’Leary e Eugene Hütz dei Gogol Bordello.

Un concerto di Bregovic è un’esperienza unica, significa assistere a un roboante condensato di generi, blues, rock e musica tradizionale tzigana, tocchi di klezmer, insomma una ballata cosmopolita e sintesi dell’incontro di popoli.

Se il multiculturalismo rispettoso delle differenze avesse una colonna sonora, di certo, si nasconderebbe tra le note di Goran Bregovic.

Prossime date di Goran Bregovic in Italia:

26 agosto Castagnole delle Lanze, Piazza San Bartolomeo

3 settembre Prato, Piazza Duomo

Goran Bregovic torna in Italia. “If you don’t go crazy, you are not normal!” was last modified: agosto 20th, 2016 by L'Interessante
20 agosto 2016 0 commenti
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lettera all'italia
CulturaIn primo piano

Lettera all’Italia in questa notte prima degli esami

scritto da Roberta Magliocca

Italia

E stanotte penso all’ Italia.

All’Italia del bello e cattivo tempo, in tutti i sensi. L’Italia del Nord contro Sud in territorio nostrano. Ma anche all’ Italia del “Guai a toccare il mio paese” quando si è all’estero. Un po’ come fratelli. Si litiga di brutto, ma ci si copre davanti ai genitori. Penso all’Italia di Dante, di Battisti, dei congiuntivi sbagliati, di una politica ancora più sbagliata, di cittadini non proprio innocenti. All’Italia che non ci vuole più, che ci spinge via, che troppe volte si nasconde dietro un Dio qualunque per non prendersi le proprie responsabilità. Uno stivale stanco, che gira lo sguardo dall’altra parte. Quell’Italia dell’oggi mi arrangio, ma domani mi arrendo, mi tolgo la vita fisica perché quella dignitosa non l’ho più. E ogni cittadino che si toglie la vita, uccide una strada, un bar, un sorriso, un futuro. E mentre c’è chi dà la colpa a destra o a sinistra, c’è un paese che va giù in quel mare in cui affonda speranze e problemi. Un mare che non ti puoi non innamorare. E chi non ha il mare stanotte, ha le stelle. Le stelle di una notte prima degli esami per i suoi ragazzi. E a me, che da quella notte mi separano ben 50 notti prima di altri esami e tanti bei ricordi, viene da dire a questo paese:

“Rialzati! Fallo per quei ragazzi e i loro sogni, fallo per me e i miei coetanei che quei sogni rischiano di perderli, fallo per chi quei sogni li ha già persi. Fallo per gli anziani che meritano di riposare serenamente, fallo per i bimbi che hanno il dovere di giocare, fallo per le donne che ancora oggi stanno pagando col sangue una cultura malata. Fallo per gli uomini e per le donne che se gli togli il lavoro gli hai tolto tutto. Fallo per madri e padri nel desiderio, soltanto nel desiderio. Sono madri e padri senza figli perché non si ha il coraggio di far nascere nessuno se non si può permettere un futuro. Fallo per te. Perché potremmo essere italiani a Londra, New York, Sidney. Ma noi italiani abbiamo una sola casa!”.

Roberta Magliocca

Lettera all’Italia in questa notte prima degli esami was last modified: giugno 23rd, 2016 by Roberta Magliocca
21 giugno 2016 0 commenti
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Giornate Fai
CulturaEventiIn primo piano

Giornate FAI in 400 città italiane

scritto da Roberta Magliocca

Giornate Fai

Tornano in 400 città italiane le giornate FAI. È una serie di due appuntamenti, quella organizzata dal fondo ambiente italiano, che apre il sipario su 900 luoghi della nostra penisola.

Il 19 e 20 Marzo saranno echi di preludio alla primavera della bellezza, origine da cui l’uomo stesso proviene e che, per circostanze talvolta inspiegabili, sembra non riuscire a preservarne le peculiarità.

È con questo spirito che saranno concesse al pubblico aperture straordinarie a chiese, musei, palazzi, ville, spazi naturali ed archivi storici. La corrente edizione, che battezza il ventiquattresimo anno della rassegna, avrà come tema cardine quello della mutazione. È un dato innegabile, infatti, la trasformazione geografica che, di generazione in generazione, ha travolto la   superficie e l’anima del nostro pianeta, così come diversi sono gli approcci   ad iniziative del genere.

Sono stati 8.500.00 gli italiani scesi in piazza, agglomerandosi in chilometriche file di attesa, che in questi ventitré anni hanno assistito allo spettacolo dell’Italia che ricomincia a splendere, se poi si tratta di un entusiasmo a tempo determinato sembra non essere rilevante.

La Campania, come dimostrato dalle opportunità fissate nel calendario delle iniziative regionali, non accenna a voler arrivare impreparata al ripetuto noviziato della riscoperta.

È giusto che anche le nostre province richiamino l’interesse a restituirsi un’identità storica ed artistica ben definita. Ecco, dunque, alcune delle irrinunciabili opportunità fra Caserta e Napoli:

La reggia di Caserta aprirà le porte a stanze restaurate, saranno visibili le suggestive collezioni Terrae Motus, una serie di opere attribuite a rinomati artisti del 900 che furono, secondo fonti note, commissionate in occasione del terremoto dell’Irpinia. Presenti anche 140 dipinti che finora avevano conosciuto vecchiaia negli scaffali dei depositi.  Previsto , fra gli itinerari più interessanti, un percorso negli spazi dei sottotetti ,per ammirare le tecniche architettoniche utilizzate da Vanvitelli, proprio lì, dove in quel periodo di conflitto mondiale si appostavano le truppe alleate per sorvegliare il monumento.

A Napoli, invece, saranno aperte le catacombe di San Gaudioso: un’atmosfera coinvolgente sintetizzata in una particolare mistura fra barocco e l’epoca paleocristiana.

Dal XVII secolo la zona fu chiamata “Sanità” perché ritenuta incontaminata e salubre, anche grazie a proprietà miracolose attribuite alla presenza delle tombe dei Santi.

Si narra che alla fine del 1500 i frati domenicani ospitarono la sepoltura di alcuni nobili napoletani, in quest’ ipogeo sarebbero infatti conservati  i loro crani; i rispettivi corpi furono affidati all’arte di Giovanni Balducci che ne ritrasse le pareti.

Non resta , dunque, che abbandonarsi a questo tintinnio di meraviglia e lasciarsi ammaestrare dallo stupore non solo di quello che siamo in grado di vedere, ma anche da ciò che siamo disposti ad immaginare oltre le canoniche alternative di aggregazione come in questo caso.

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)”.

Michela Salzillo

Giornate FAI in 400 città italiane was last modified: marzo 16th, 2016 by Roberta Magliocca
16 marzo 2016 0 commenti
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Exomars
AttualitàIn primo pianoParliamone

Exomars: l’Italia alla conquista di Marte

scritto da L'Interessante

Exomars

14 Marzo, 10:31 ora italiana: ha inizio la più grande avventura spaziale dell’Italia, con la Missione Exomars che prende ufficialmente il via.

Con un lancio perfetto, il razzo Proton si stacca veloce e dritto dal cosmodromo di Baikonur, nel Kazakistan centrale. Prende ufficialmente il via Exomars, la prima missione spaziale davvero “italiana” a tutti gli effetti. Italiana, perché questa volta il contributo alla missione – europea, è giusto segnalarlo – è perlopiù ad appannaggio del vecchio stivale: ben il 32% dei 1,3 miliardi di Euro di costo della missione, infatti, circa 350 milioni, sono stati finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Ma l’impegno del belpaese non è solo economico: anche la tecnologia parla italiano, con Finmeccanica e Thales Alenia Space Italia, alla quale l’Esa ha affidato la leadership della missione e la responsabilità complessiva di tutti gli elementi. Sul versante “contributo scientifico”, inoltre, l’Italia ha collaborato con l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l’Università di Padova e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).

Ma quali sono gli obiettivi della Missione Exomars?

Sono previste due fasi, la prima delle quali ha avuto inizio –appunto- ieri con la partenza del razzo Proton, che ha portato in orbita la sonda Schiaparelli (chiamata così in onore del famoso cosmologo italiano). Sonda che continuerà il suo viaggio verso Marte, della durata di circa 7 mesi: una volta agganciata l’orbita del pianeta rosso, e stabilizzatasi a circa 120 chilometri di quota, avrà inizio la fase più interessante della missione: cercare traccia della presenza di vita, presente o passata. Per far questo, ad Ottobre del 2016, un rover si staccherà dalla sonda e planerà sulla superficie di Marte, scavando ed analizzando la superficie extraterrestre.

La missione continuerà per ben 7 anni (stima della durata della vita del rover marziano), periodo durante il quale la sonda continuerà ad analizzare i dati “in loco”, per poi spedirli verso la Terra attraverso quei 12 minuti-luce necessari a trasportare i dati digitali alla casa base dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea). Ciò che Exomars troverà sulla superficie del pianeta rosso, per ora è difficile dirlo: quello che si cerca sono tracce biologiche, anche fossili, che possano confermare l’esistenza (probabilmente solo passata) della vita marziana. La presenza –passata anche questa- di acqua sulla sua superficie, infatti, è stata già ampiamente documentata dalle precedenti missioni, sia dell’Esa che della Nasa: quello che manca è una traccia biologia, una proteina, un singolo amminoacido, anche fossile. Compito della missione italiana, trovare queste tracce. E rendere finalmente chiaro a tutti il concetto dell’esistenza della vita extraterrestre.

Fabrizio Gentile

Exomars: l’Italia alla conquista di Marte was last modified: marzo 15th, 2016 by L'Interessante
15 marzo 2016 0 commenti
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