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Tag

Natale

coronavirus
Attualità

CORONAVIRUS: IL COMUNE DI CASERTA CONTINUA INDEFESSAMENTE I LAVORI

scritto da Walter Magliocca

Coronavirus

Coronavirus: il Comune di Caserta continua i lavori a San Leucio. A loro l’epidemia li evita come ogni altra forma di malattia

Più volte è stato messo in evidenza che il contagio può attecchire tra la popolazione, nelle uscite, durante le lavorazioni, ristrutturazioni ed in ogni altra attività che presupponga il contatto tra le persone.

Il Comune di Caserta con a capo il sindaco di Caserta Carlo Marino, l’ing. Natale, tutti gli addetti possono essere infettati ed infettare i propri simili.

I lavori a San Leucio, svincolo per Casagiove, continuano speditamente e giornaliermente operai e addetti, senza mascherina ed a distanza ravvicinata, proseguono nella loro attività.

NESSUNO SI INTERESSA DELLA SITUAZIONE. E’ TUTTO LECITO.

Ma voi, poveri mortali, cioè noi, state nelle vostre case altrimenti il virus vi infetta. 

A noi, però. Alle istituzioni li schifa pure il coronavirus. 

Ma dovrà finire prima o poi.

CORONAVIRUS: IL COMUNE DI CASERTA CONTINUA INDEFESSAMENTE I LAVORI was last modified: aprile 3rd, 2020 by Walter Magliocca
3 aprile 2020 0 commenti
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Babbo Natale
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

Babbo Natale? Porta i regali ai bambini ricchi

scritto da L'Interessante

Babbo Natale

di Antonio Andolfi

Uno studio scientifico smonta la credenza diffusa secondo cui a essere premiato è il comportamento

Non è vero che Babbo Natale porta i regali ai bambini buoni. Secondo una ricerca condotta nel Regno Unito, il comportamento non c’entra affatto, ma altre variabili hanno un ruolo importante nel determinare la frequenza delle visite. Lo studio è pubblicato sul numero natalizio della rivista British Medical Journal che ogni anno ospita ricerche condotte con rigore e precisione scientifici, ma i cui argomenti sono decisamente strani e divertenti. Come in questo caso.

L’esistenza di Babbo Natale, naturalmente, non è in discussione: gli avvistamenti da parte di adulti e bambini sono infatti numerosi e ritenuti sufficienti. I ricercatori hanno invece messo alla prova il criterio che Babbo Natale segue nel distribuire i doni, verificando se la sua presenza negli ospedali è legata alla percentuale di “bambini buoni” registrati nei rispettivi reparti di pediatria.

La “bontà media” dei piccoli pazienti è stata ricavata dal tasso di criminalità minorile registrato nell’area attorno all’ospedale e dall’assenteismo nelle scuole. È stata inoltre considerata la distanza dal Polo Nord (perché Babbo Natale potrebbe preferire habitat più adatti alle sue renne) e le condizioni socioeconomiche delle zone analizzate, dedotte da parametri come il reddito medio, il livello di disoccupazione e così via. La presenza di Babbo Natale è stata verificata in 186 ospedali del regno Unito, chiedendo ai medici e agli infermieri di turno se il personaggio sia passato il 25 dicembre 2015.

Babbo Natale. Per contratto o per il whisky

I risultati sono molto netti: «Non ci sono prove che Babbo Natale preferisca i bambini buoni» si legge nello studio. La frequenza delle visite, infatti, non era legata né al tasso di criminalità né all’assenteismo scolastico. 

A contare, invece sono le condizioni socioeconomiche: Babbo Natale, infatti, preferisce i bambini ricchi, mentre visita meno spesso quelli ricoverati in ospedali che si trovano in zone disagiate.

Per i ricercatori, ci sono due possibili spiegazioni. La più probabile è che Babbo Natale abbia un contratto che lo obbliga a rispettare lo status quo: ovvero, a dare di più ai ricchi e meno ai poveri, per non turbare l’ordine sociale.

La seconda è che nei reparti ospedalieri delle zone più agiate il whisky e i dolcetti lasciati per lui dai bambini siano migliori. Fortunatamente, comunque, dove Babbo Natale non arriva, altri personaggi vanno a tappare il buco, svolgendo uno splendido lavoro.

I più attivi sono, nell’ordine: gli elfi, i clown, i calciatori, Elsa di Frozen e i vigili del fuoco.

«Sorprendentemente, invece, non è stata trovata nessuna relazione fra la frequenza delle visite e la distanza dal Polo Nord» scrivono i ricercatori; «mentre la presenza quasi simultanea di Babbo Natale in molti luoghi conferma che il tempo e lo spazio non rappresentano per lui un limite, e che Babbo Natale è perfettamente in grado di distribuire doni in tutto il mondo nell’arco di 24 ore».

Babbo Natale? Porta i regali ai bambini ricchi was last modified: gennaio 2nd, 2017 by L'Interessante
2 gennaio 2017 0 commenti
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Natale
CulturaDall'Italia e dal MondoIn primo pianoViaggi Interessanti

NATALE A NAPOLI SUPERA TUTTE LE ASPETTATIVE

scritto da L'Interessante

Natale

DI VINCENZO PICCOLO                

“Santa Claus is coming to town”, recita una vecchia canzone di Natale, e la città che quest’anno lo accoglie nel migliore dei modi, e forse anche con molto sfarzo, (chi l’avrebbe mai detto) è Napoli!

Ebbene si, i fatti hanno superato le aspettative, che qualche mese fa già vi avevo descritto in un breve articolo sul turismo Natalizio. In questi giorni la città Partenopea è stata presa letteralmente d’assalto da orde di turisti che hanno affollato il centro storico, e principalmente San Gregorio, Mergellina, via Toledo e le varie attrazione museali che, per l’occasione hanno ideato varie iniziative per avvicinarsi anche ai più piccoli. Già nei giorni scorsi, per esempio, era possibile visitare Cappella San Severo gratuitamente, a Piazza Municipio invece è stato allestito il “Villaggio di Natale”, alla Mostra d’Oltremare sarà possibile entrare nel magico “Santa Claus village” con elfi, renne e tante attività per bambini. Insomma sono tante le proposte create da Napoli per accogliere la grande affluenza registrata in questi giorni. Basta visitare le pagine social del Sindaco De Magistris, o di qualche maestro presepiale sito nel Centro Storico, che subito vi rendete conto di quanto sia grande la portata turistica di questa grande e sorprendete metropoli.

Niente presepio, questo Natale si fa Nalbero

Eh si, sorprendente perché, a parte queste iniziative che possono sembrare normali per una qualsiasi città nel periodo natalizio, Napoli quest’anno ha voluto superarsi. Quest’anno la sirena ha fatto “Nalbero”, una struttura di 40 metri, innalzata su 35mila tubi di multirezionale Lahye con, alla base 150 tonnellate di zavorra per aumentare la stabilità e rispondere al vento del lungomare. Si, il lungomare, dove lo volevi fare l’albero a Napoli? Nalbero è lì alla Rotonda Diaz sul lungomare Caracciolo, e lì resterà per 90 giorni, ad attendere i tanti turisti che vorranno visitarlo. All’interno di questa imponente struttura ci sono la galleria commerciale e le esposizioni tra cui “Vulcano con vista mare” di Gennaro Regina. Salendo troviamo un ristorante di 180 posti, un bar e un bistrot. Poi si accede alla grande terrazza, che si estende su tutti i lati di Nalbero, dove la realtà supera le aspettative e l’opera ingegneristica cede il passo alla natura e allora le immagini mozzafiato di questa Napoli dicembrina ti entrano fin dentro agli occhi. Forse bastava questo, bastava Napoli, o forse no. A volte ci vuole qualcosa in più per farci apprezzare quello che già si ha. Forse bastava in presepio, invece quest’anno hanno fatto l’albero. Niente da fare, caro Eduardo, o’ presepio nun se port cchiu’.

NATALE A NAPOLI SUPERA TUTTE LE ASPETTATIVE was last modified: dicembre 13th, 2016 by L'Interessante
13 dicembre 2016 0 commenti
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tombola
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

Tombola : il gioco di Natale fra antiche tradizioni e cenni storici

scritto da L'Interessante

Tombola.

Di Michela Salzillo

 

Se il Natale fosse un vizio, probabilmente nessuno oserebbe dire che toccherebbe starci attenti. Anzi, sarebbe un peccato beatamente concesso. Nonostante i tempi moderni si facciano spesso sinonimo di disillusione e pessimismo, lo spirito natalizio è una rinuncia che sembra non volere accadere, non del tutto almeno. Che sia intesa in forma laica o religiosa, la festa dei desideri resiste, ancora oggi, fra le migliori attese dell’anno. Dalle grandi città ai piccoli borghi, ognuno con le proprie tradizioni, riscopre ogni volta quei piccoli esercizi di intimità che la ressa quotidiana tende a rimandare nei dimenticatoi. Fra quei riti irrinunciabili, a misura di semplicità, in grado di mettere d’accordo grandi e piccini, c’è sicuramente uno dei giochi da tavolo più belli di sempre: la tombola.  Per chi è nato a Napoli, ma non solo, è praticamente impossibile non aver mai fatto un lancio di fortuna al grido di ambo o terno. Nonostante abbia le stesse regole del bingo, il gioco meno nuocente della storia non intende cedere il posto a nulla che gli possa assomigliare.  Anche se è classificato per legittima attribuzione nella scaffalatura dei giochi d’azzardo, la tombola, di solito, non conosce affari loschi. E questo perché è da sempre il ludibrio delle famiglie, quelle che dopo il cenone della vigilia, con ancora il pandoro fra le mani, scostano di un centimetro la tovaglia per creare l’angolo delle scommesse buone. Solitamente, le somme che si impegnano e si vincono nelle singole partite hanno un valore prevalentemente simbolico, anzi, spesso si utilizzano premi di altra natura, molto più concilianti all’ idea di un dono natalizio. La legge vuole a gestire il gioco  un croupier d’eccezione che, sempre da regolamento, ha a disposizione un tabellone sul quale sono riportati i numeri da 1 a 90, e un bussolotto o un sacchetto riempito con pezzi numerati in modo analogo. Tale ruolo, specie nei nuclei famigliari abbondanti, viene ceduto, per gentile precedenza, ai nonni o bisnonni, motore indiscusso di gioia e ironia. È dunque il caposquadra ad effettuare l’estrazione di ciascun numero che, secondo le antiche tradizioni nostrane, va associato ad una delle immagini contenute nella smorfia napoletana, la quale, a sua volta, attribuisce ad ogni cifra uno strambo significato. Quando il numero estratto è presente su una delle schede dei giocatori, è usanza comune quello di coprirlo con ceci, lenticchie, fagioli o tubetti di pasta. È probabile, però, che molti di voi scavando nelle rimembranze della propria infanzia, associno a questo momento il profumo dei mandarini o delle arance. La buccia degli agrumi, infatti, detiene il primato fra gli strumenti più utilizzati in questo gioco, se non altro per evitare la possibilità che una lenticchia cruda possa rotolare giù dalle caselle e costringere tutti a scegliere fra due possibilità: Applicarsi con dedizione alla ripetizione di tutti i numeri già sorteggiati, fra una dissacrante imprecazione e un ‘impazienza di troppo, oppure dichiarare la partita terminata, perché tanto, soprattutto a Natale, ciò che conta è stare insieme. Ma se è vero che regole del gioco, forse, non sono una grossa novità da segnalare, chiedersi come sia nata la tombola, così come la conosciamo oggi, non è poi tanto comune.

 

 La tombola e le sue origini

Era l’anno 1734, e il re di Napoli Carlo III di Borbone era deciso a legittimare nel suo Regno il gioco del Lotto che, se fosse rimasto clandestino come fino a quel momento, avrebbe strappato ingenti entrate alle casse dello Stato. A questa volontà si opponeva fermamente il frate domenicano Gregorio Maria Rocco, una diatriba, quella nata fra i due, che si dimostrò parecchio partecipata da ambe le parti in causa.

Padre Rocco, dal suo canto, sosteneva che non fosse giusto introdurre, fra le cose lecite, un diletto così ingannevole. Tale scelta, sempre secondo il suo punto di vista, avrebbe cozzato con i valori religiosi a cui l’ intero regno era sempre stato devoto. Il re, forse per una sottile e astuta strategia, la mise sul piano del “meno peggio”, asserendo che il lotto, se giocato di nascosto, sarebbe stato più pericoloso per le tasche dei sudditi, uniche vere vittime di tale negligenza. In questo modo riuscì a conquistare consenso, ad un patto però, che il gioco, almeno nella settimana delle festività del Natale, fosse stato sospeso. In quei giorni,  dunque, non avrebbe dovuto esserci alcuna distrazione dai riti religiosi. Ma, visto che da sempre ogni divieto genera la voglia di trasgredirli, il popolo non ci impiegò molto a formulare una personale alternativa alla regola. I novanta numeri del lotto furono messi in ‘panarielli’ di vimini e, per divertirsi in attesa della mezzanotte, ciascuno provvide a disegnare numeri sulle cartelle. Fu così che l’ ingegnoso estro  popolare riuscì a trasformare un gioco pubblico in un divertimento familiare. Il nome di tombola venne fatto provenire dalla forma cilindrica che ha il  numero impresso nel legno, o forse dal capitombolo che fa lo stesso numero estratto, quando dal  panariello cade sul tavolo. Ad ognuno dei novanta numeri della tombola fu attribuito un simbolo diverso da regione a regione. I significati della tombola napoletana sono quasi tutti allusivi, alcuni anche piuttosto scurrili. Stando a queste verità,dunque, potremmo addirittura azzardare una smentita. Più che dal bingo, la tombola sembra essere stata partorita dalla fantasia audace dei napoletani.

Tombola : il gioco di Natale fra antiche tradizioni e cenni storici was last modified: dicembre 13th, 2016 by L'Interessante
13 dicembre 2016 0 commenti
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natale
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

Natale: A Marcianise si accende la festa

scritto da L'Interessante

Natale

Di Michela Salzillo

Ci sono tradizioni in grado di resistere ad epoche, culture e disillusioni, e il Natale è certamente una conferma in tal senso. Qualsiasi sia il significato che ciascuno attribuisce a questo appuntamento dell’anno, una cosa è certa: all’attesa di Babbo Natale e ai desideri delle letterine accucciate sotto l’albero nessuno è disposto a rinunciare. Non esiste verità che tenga di fronte a certe magie, e se anche la larga impronta dei centri commerciali sembra tradurre tutto in un cinico consumismo privo di coinvolgimento emozionale, c’è da ammettere che nelle piccole città e nei micro borghi delle province qualcosa di teneramente antico fa ancora eco. Dai mercatini allestiti nei centri storici, alle istallazioni di luminarie dal vario effetto ottico, la linea sottile della meraviglia regge, alquanto degnamente, la battaglia con gli sfiduciati. Ogni anno, a volte anche con sorprendente anticipo, le iniziative legate al periodo natalizio arrivano con una certa ritualità, e in alcuni casi diventano sorpresa.

Marcianise è senz’altro una delle città del territorio casertano che, nel corso del tempo, per questo o quel motivo, ha dovuto abituarsi ad una sempre più calante inventiva. Soprattutto in alcuni rioni, il “nulla” è da parecchio un costume ordinario che fa fatica a diventare qualcosa di diverso, ma l’iniziativa comunale resa nota nei giorni scorsi, tutt’ora in piena elaborazione, sembra voler declinare al passato l’abitudine ad una festa con le luci spente.

“Quest’anno sarà un Natale sfavillante. Tra le varie iniziative previste ce n’è una bellissima per coinvolgere e valorizzare il castello di Loriano: se ne sta occupando il consigliere Antonio Golino con il suo gruppo “Capa Tosta“.

 Così ha parlato il sindaco Antonello Velardi, che sogna per la sua città una serie di iniziative, a tema natalizio per l’appunto, che abbiano come obiettivo primo quello di rendere entusiasmanti tutti i fine settimana precedenti alla festività. Sarà un percorso ricco di programmi, che oltre a restituire valore ad uno dei patrimoni più sottovalutati dell’area marcianisana, porrà l’attenzione, anche e soprattutto, su  un ‘opportunità di riflessione autentica, molto più congeniale a tutti coloro che attribuiscono al Natale un valore prioritariamente religioso. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Cattolica di Volontariato San Simeone, sarà inaugurata l’iniziativa dal titolo “Il mondo di Babbo Natale . L’evento, che si svolgerà dall’8 al 26 dicembre 2016 in  via G. Mundo, di fronte al parcheggio comunale, si presenterà come un agglomerato di cose semplici ma parecchio desiderate, fatte di mercatini di Natale, street food  e la presenza di un Babbo Natale d’eccezione  in grado di invogliare grandi e piccini. L’idea è quella di allestire un vero e proprio villaggio, con tanto di elfi e ufficio postale. Marcianise, però, come tutte le città, è anche un luogo pieno di vissuti e storia. La saggezza ci insegna che senza una buona conoscenza delle proprie radici e impossibile pensare ad un futuro fortificato e fortificante. Proprio per questo, ogni scusa e ottima per saperne di più.

Natale a Marcianise: coinvolta anche la storia del  castello di Loriano

 Per una scusa a portata di mano, esiste una buona causa a cui ridare valore. Stando alle dichiarazioni del sindaco di Marcianise, infatti, anche la fortezza  di origine medievale, ubicata nel centro storico della città , meglio conosciuta come” il castello di Loriano” sarà ampliamente coinvolta nella corposa festa natalizia. I motivi di questa scelta non sono difficili da supporre, perché se è vero che le mura di cinta e le torri merlate sono parecchio note alla comunità, non è certamente un dettaglio trascurabile il fatto che pochi marcianisani ne conoscano la storia.

È convenzione popolare credere che più o meno agli inizi dell’ ottocento, il castello in questione  fu dimora di Napoleone Bonaparte. Tale diceria, si è diffusa  perché in un tempo immediatamente successivo l’edificio  prese ad accogliere  militari francesi. Citata anche nel romanzo “il dormiveglia” di Giuseppe Bonaviri, perché la moglie, Raffaella Osario, era originaria di Marcianise, la fortezza di Loriano è diventata persino “un ambiente” favorevolmente riconosciuto dalla letteratura.

Oggi, il castello è   un’abitazione privata e ha subito molte trasformazioni che  ne hanno, inevitabilmente, alterato  l’aspetto originale: sono riconoscibili solo la torre, le mura di confine e la chiesa confinante. Alcuni studiosi pensano che sotto il castello siano presenti alcuni tunnel che servivano, in caso di attacco nemico, come via di fuga.

 

Natale: A Marcianise si accende la festa was last modified: novembre 15th, 2016 by L'Interessante
15 novembre 2016 0 commenti
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turismo
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoViaggi Interessanti

TURISMO, A NAPOLI SI RIPARTE DA QUI!

scritto da L'Interessante

Turismo

Di Vincenzo Piccolo

Un vero e proprio exploit di visite si è registrato nei siti vesuviani, nei giorni del ponti di Ognissanti. Parchi naturali, scavi archeologici e le sontuose ville vesuviane sono state inondate dai turisti. L’interesse turistico non si è concentrato soltanto nelle zone del Vesuvio, anche Napoli e provincia hanno ospitato, in questi giorni, una grande massa di turisti. Secondo i dati forniti dal consorzio “Arte’m”, che gestisce la biglietteria al Gran Cono, il Vesuvio ha fatto registrare 8.403 presenze tra il 30 ottobre e il 1 novembre. Buon risultato anche per Ercolano, Pompei, Oplontis, Stabia e Boscoreale. Basti pensare che soltanto nella giornata di ieri, secondo la Soprintendenza, la città di Pompei ha visto arrivare 10.250 visitatori.

A Napoli è già Natale: il turismo Natalizio

Si accendono i riflettori, anche in anticipo, sul centro storico di Napoli. Tra i vicoletti di via San Biagio dei Librai e San Gregorio Armeno già si respira l’aria del Natale. In questi giorni, infatti, è ormai possibile ammirare i tipici presepi. Per le strade che sanno di muschio, sughero, caldarroste e caffè, accompagnati dalla maschera di Pulcinella tra una danza e l’altra, è già Natale! Napoli sta ripartendo, quindi, dalle sue più grandi peculiarità: l’arte e la tradizione. I dati Federalberghi parlano chiaro, l’ 8% in più soltanto nel primo semestre del 2016. In quest’ottica, quindi, non possiamo che aspettarci un altro grande “boom di turisti” anche a Natale.

TURISMO, A NAPOLI SI RIPARTE DA QUI! was last modified: novembre 5th, 2016 by L'Interessante
5 novembre 2016 0 commenti
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BCOutlet
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Al BCOutlet di Marcianise si respira la magia del Natale

scritto da L'Interessante

BCOutlet

Al BCOutlet di Marcianise si respira la magia del Natale. Sabato alle 19 l’accensione dell’albero. La Galleria si trasforma nel Villaggio di Santa Claus

Al BCOutlet di Marcianise già si respira la magia del Natale. Sabato 5 novembre, alle ore 19, si accenderanno per la prima volta le luci dell’albero di Natale.

Sarà una grande festa quella che darà inizio al conto alla rovescia dei giorni che precedono la festività più importante dell’anno, con le sue atmosfere da sogno. Un clima di magia che inizierà ad essere respirato a 50 giorni esatti dal Natale, con la galleria commerciale che si presenterà addobbata con strabilianti decorazioni che la trasformeranno in un vero e proprio Villaggio di Santa Claus.

Un’occasione per le famiglie per trascorrere una giornata all’insegna dello shopping, del gusto e del sano divertimento. Oltre alle offerte degli store presenti in BCOutlet, infatti, non mancheranno le sorprese dedicate ai più piccoli con lo spettacolo del Teatro dei Burattini, del Maestro burattinaio Mauro Apicella, in programma sabato e domenica dalle 17 alle 20.

Intanto sono ancora aperti i casting per i sosia di Babbo Natale. Per partecipare basterà inviare la propria candidatura a mezzo mail all’indirizzo appositamente creato, santaclaus@bco-outlet.com, inserendo una breve presentazione personale ed allegando due fotografie (primo piano e figura intera).

 

Al BCOutlet di Marcianise si respira la magia del Natale was last modified: novembre 4th, 2016 by L'Interessante
4 novembre 2016 0 commenti
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Salerno
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Salerno: la città di sempre e di mai

scritto da L'Interessante

Salerno

Di Roberta Magliocca

« Salerno, rima d’inverno, o dolcissimo inverno. Salerno, rima d’eterno. »

Queste le parole con cui Alfonso Gatto ha dipinto questa città, che sorge sul golfo del mar Tirreno, tra la costiera Amalfitana (a ovest) e la piana del Sele ed il Cilento (a sud), nel punto in cui la valle dell’lrno si apre verso il mare. E‘ il nostro dolcissimo inverno, questo. E‘ quasi Natale, i bambini fremono, i cappotti riscaldano, le luci si accendono. ln questa città particolarmente. Non sono semplici luci, sono ritratti, storie da raccontare. E a Natale si sa, le storie incantano. Elfi, renne, slitte…certo. Ma ci sono racconti che hanno un fascino diverso, un gusto antico, una curiosità nascosta. Sono le parole sprigionate dalle strade che camminiamo, dai palazzi che abitiamo, dalle chiese in cui preghiamo, dalle piazze in cui ci innamoriamo. E‘ la storia delle nostre città. Ed io, in queste pagine, vorrei parlarvi di una delle città più affascinanti del Sud. Salerno, appunto.

Che si vada a incominciare…

Si narra di un gruppo di Maestri che, dopo aver viaggiato a lungo in cerca di una terra da amare e da abitare, riconobbero in Salerno magnificenza e splendore tanto da stabilirvi la loro dimora. Essi interpretarono la scienza d‘ Ippocrate e volgarizzarono alla città e ai suoi abitanti le loro conoscenze in campo medico, facendo importare dalla Francia e dall‘ Arabia cento tipi di spezie e dando, così, il via alla nascita di una città che sarà famosa in tutto il mondo per l’arte medica; tanto che Alfano di Salerno, scrisse:

“Allora (Salerno) era così fiorente nell’arte medica che nessuna malattia poteva in essa trovar posto”.

Alcuni studiosi hanno affermato che l’origine della città si debba assegnare agli Elleni che vennero a fondare molte colonie, durante la seconda guerra messenica, sui lidi del mezzogiorno d’italia, formando così la Magna Grecia che si estendeva da Taranto a Cuma. La città andò incontro ad un periodo di decadenza alla fine del Xll secolo con l’avvento degli Svevi. Ma tornò ben presto ad una rinascita che la portò, poco dopo l’Unità d’italia, ad un progressivo sviluppo urbano che vide la costruzione di grandi edifici pubblici e privati. Oggi, la città, si propone sempre più come una comunità accogliente per i turisti di tutto il mondo, con l’incanto di un centro storico dove possono scorgersi tanto le tracce della sua antica storia, tanto il fervore delle botteghe artigiane e centri di aggregazione culturale e musicale vissuti da migliaia di persone.

Il Centro Storico offre ai giovani squarci della vecchia città longobarda, con locali che lo rendono vivo fino a tarda notte. Ma è una città che non scontenta nessuno. Gli amanti dell’arte possono incantare gli occhi, visitando il Duomo, cattedrale romanica edificata nel 1084; con i suoi mosaici e affreschi è un trionfo di colori che abbraccia 20 secoli d’arte. Architetture religiose e civili, profumi antichi e moderni, sapori vecchi e nuovi si alternano e si fondono per contenere dentro sè, le mille sfaccettature del mondo. E ancora Alfonso Gatto diceva

“E’ la Salerno di sempre e di mai, riconoscibile nei toponimi delle sue strade, prima fra tutte la Via dei Mercanti, ma soprattutto nella prospettiva aerea di una mediterraneità, affacciata ai balconi dell’attesa e della sorpresa. La gente vive nelle strade il miracolo dell’esistere e si stringe insieme, come le sue case, nell’amore e nella rabbia della vita.”

Salerno: la città di sempre e di mai was last modified: ottobre 26th, 2016 by L'Interessante
25 ottobre 2016 0 commenti
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