Serie A
Ieri sera, sui canali nazionali, abbiamo assistito all’ennesima recita a soggetto dei “saputoni” cosiddetti opinionisti “imparziali” e “oggettivi” (vero Trapattoni?), con le solite “menate”: che, tanto, l’arbitro è un uomo, che uno (due/tre) errore ci può stare, che tanto poi alla fine gli errori si bilanciano e vince sempre il più forte.
Serie A: chi c’è su lo sappiamo, ma cosa c’è sotto?
Ora, sul fatto che la Juve sia una squadra forte e organizzata siamo tutti d’accordo. Ma proprio per questo dovrebbe vincere solo con i propri (ingenti) mezzi, senza aiuti e aiutini che si materializzano, guarda caso, soprattutto quando la lotta-scudetto è più equilibrata. E questo dovrebbero chiederlo gli stessi tifosi bianconeri (come ha giustamente fatto notare ieri sera Umberto Chiariello su C. 21). Quello che si è visto ieri va ben al di là della semplice svista, come hanno fatto notare i media locali, ovviamente, ma anche qualche onesto giornalista “super-partes” (leggi Maurizio Pistocchi, Bontà sua!).
La mancata espulsione di Alex Sandro nonché quella di Bonucci non possono essere chiamate “errori” (con una quantità industriale di “facciatosta”), ma decisioni scientificamente volontarie prese per favorire i poteri forti.
E inoltre, la storia si ripete da decenni. Facciamo notare che i giocatori delle squadre “normali”, anche se ne sono i “capitani”, solo se chiedono spiegazioni all’arbitro con tono leggermente alterato, vengono ammoniti. Vogliamo parlare poi dell’espulsione di Pandev da parte di Mazzoleni nella famosa finale di supercoppa italiana a Pechino? Motivazione: frasi ingiuriose rivolte al guardalinee dal giocatore che si trovava a più di 30 metri di distanza!!!! Chissà perché, quando sono i giocatori della Juve che “vomitano”, muso contro muso, sull’arbitro le loro proteste, quest’ultimo diventa improvvisamente sordo e cieco.
Di episodi da citare ce ne sarebbero tantissimi, senza peraltro scomodare “calciopoli”, ma sembra che ieri si sia oltrepassato il senso e la misura, per dirla alla Totò. La rabbia aumenta se si pensa, e ne siamo purtroppo certi, che il tutto sarà archiviato, per l’ennesima volta, senza che venga preso nessun tipo di provvedimento a carico del Sig. Rizzoli da parte degli organi federali, retti da persone che avallano per i propri interessi questo sistema pur avendo la possibilità (ma non la voglia evidentemente) di cambiarlo (leggi: tecnologia in campo, ecc.)
Ma questo è un altro discorso che rinviamo ad una prossima volta.
Domenico Magliocca