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chiese

Cristiani
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Cristiani in moschea e musulmani in chiesa: la forza della preghiera interreligiosa

scritto da L'Interessante

Cristiani e musulmani

Di Erica Caimi

Forse, l’attentato alle Torri Gemelle può essere considerato il ciglio di uno scosceso baratro di brutalità che si sono succedute e alle quali abbiamo imparato ad assistere. Fino ad allora non si era mai parlato di scontro di civiltà, guerra religiosa, decapitazioni gettate in rete, infedeli da annientare e crisi del melting pot, vanto di molte società. La verità è che le barbarie di talune azioni superano di gran lunga le differenze religiose e si conficcano dritto al cuore dell’essere umano in quanto tale, scalfendo il diritto inviolabile alla vita, un principio che dovrebbe essere universalmente condiviso. Quest’ottica, purtroppo molto utopistica, spoglia un attentato dalla sua matrice ideologica ed equipara le distanze, che si tratti di ragioni politiche o religiose, che si verifichi nel cuore di Parigi o a Beirut, un atto di violenza rimane pur sempre un atto di violenza, dovunque e qualunque siano le ragioni.

Il primo passo per superare le divergenze è l’incontro, basato, sul presupposto imprescindibile di riconoscere il valore dell’interlocutore e delle sue posizioni, in un clima di scambio di opinioni alla pari. Con questo intento, il presidente delle Co-mai (Comunità del mondo arabo in Italia), Foad Aodi ha promosso un’interessante iniziativa in programma per l’11 e il 12 settembre volta ad aprire le porte di moschee e luoghi di culto musulmani a cristiani, fedeli di altre religioni e laici che abbiano voglia di unirsi per testimoniare la propria solidarietà verso le vittime degli attentati. Le adesioni finora sono numerose, tra associazioni, organizzazioni, università arabe, federazioni, comunità, moschee, italiani di origine straniera che in tutta Italia hanno ben accolto la proposta.

Gli organizzatori hanno sottolineato che «l’iniziativa Cristiani in moschea ripropone a parti inverse quella dei Musulmani in chiesa, che il 31 luglio scorso ha portato oltre 23 mila islamici in diverse chiese italiane a pregare con i cristiani per le vittime del terrore»

A luglio, infatti, molti musulmani si erano raccolti nelle chiese per manifestare la propria indignazione contro il brutale omicidio di padre Jacques Hamel in Francia. L’iniziativa, volutamente in concomitanza con l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, si articolerà in due momenti, uno l’11 settembre, quando le moschee aderenti ospiteranno dibattiti dalle 17 alle 20 e saranno aperte a chiunque voglia lasciare un messaggio di pace e vincere il pregiudizio. Un secondo momento di apertura e scambio d’auguri avverrà il giorno seguente, il 12 settembre, in occasione della festa islamica dell’Id Al-Adha, “Festa del sacrificio”, una delle ricorrenze più importanti per il mondo musulmano, durante la quale i fedeli rievocano il pellegrinaggio alla Mecca. Questa iniziativa ben si sposa anche quanto dichiarato dall’Associazione Islam Italia:

 « Je ne suis pas Charlie, ma allo stesso tempo siamo tutti coloro che sono vittime (musulmani compresi) di questo terrorismo e non permettiamo che si possa strumentalizzare il dolore».

Cristiani in moschea e musulmani in chiesa: la forza della preghiera interreligiosa was last modified: settembre 9th, 2016 by L'Interessante
9 settembre 2016 0 commenti
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Giornate Fai
CulturaEventiIn primo piano

Giornate FAI in 400 città italiane

scritto da Roberta Magliocca

Giornate Fai

Tornano in 400 città italiane le giornate FAI. È una serie di due appuntamenti, quella organizzata dal fondo ambiente italiano, che apre il sipario su 900 luoghi della nostra penisola.

Il 19 e 20 Marzo saranno echi di preludio alla primavera della bellezza, origine da cui l’uomo stesso proviene e che, per circostanze talvolta inspiegabili, sembra non riuscire a preservarne le peculiarità.

È con questo spirito che saranno concesse al pubblico aperture straordinarie a chiese, musei, palazzi, ville, spazi naturali ed archivi storici. La corrente edizione, che battezza il ventiquattresimo anno della rassegna, avrà come tema cardine quello della mutazione. È un dato innegabile, infatti, la trasformazione geografica che, di generazione in generazione, ha travolto la   superficie e l’anima del nostro pianeta, così come diversi sono gli approcci   ad iniziative del genere.

Sono stati 8.500.00 gli italiani scesi in piazza, agglomerandosi in chilometriche file di attesa, che in questi ventitré anni hanno assistito allo spettacolo dell’Italia che ricomincia a splendere, se poi si tratta di un entusiasmo a tempo determinato sembra non essere rilevante.

La Campania, come dimostrato dalle opportunità fissate nel calendario delle iniziative regionali, non accenna a voler arrivare impreparata al ripetuto noviziato della riscoperta.

È giusto che anche le nostre province richiamino l’interesse a restituirsi un’identità storica ed artistica ben definita. Ecco, dunque, alcune delle irrinunciabili opportunità fra Caserta e Napoli:

La reggia di Caserta aprirà le porte a stanze restaurate, saranno visibili le suggestive collezioni Terrae Motus, una serie di opere attribuite a rinomati artisti del 900 che furono, secondo fonti note, commissionate in occasione del terremoto dell’Irpinia. Presenti anche 140 dipinti che finora avevano conosciuto vecchiaia negli scaffali dei depositi.  Previsto , fra gli itinerari più interessanti, un percorso negli spazi dei sottotetti ,per ammirare le tecniche architettoniche utilizzate da Vanvitelli, proprio lì, dove in quel periodo di conflitto mondiale si appostavano le truppe alleate per sorvegliare il monumento.

A Napoli, invece, saranno aperte le catacombe di San Gaudioso: un’atmosfera coinvolgente sintetizzata in una particolare mistura fra barocco e l’epoca paleocristiana.

Dal XVII secolo la zona fu chiamata “Sanità” perché ritenuta incontaminata e salubre, anche grazie a proprietà miracolose attribuite alla presenza delle tombe dei Santi.

Si narra che alla fine del 1500 i frati domenicani ospitarono la sepoltura di alcuni nobili napoletani, in quest’ ipogeo sarebbero infatti conservati  i loro crani; i rispettivi corpi furono affidati all’arte di Giovanni Balducci che ne ritrasse le pareti.

Non resta , dunque, che abbandonarsi a questo tintinnio di meraviglia e lasciarsi ammaestrare dallo stupore non solo di quello che siamo in grado di vedere, ma anche da ciò che siamo disposti ad immaginare oltre le canoniche alternative di aggregazione come in questo caso.

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)”.

Michela Salzillo

Giornate FAI in 400 città italiane was last modified: marzo 16th, 2016 by Roberta Magliocca
16 marzo 2016 0 commenti
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