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Terremoti

faglia
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

Nuova faglia in California

scritto da L'Interessante

Faglia

di Antonio Andolfi

Pochi giorni dopo lo sciame di oltre 200 piccoli terremoti che hanno scosso l’area di Salton Sea, nel sud della California, gli scienziati hanno scoperto una seconda faglia che corre parallela alla nota faglia di Sant’Andrea (San Andreas Fault), a ovest rispetto a questa, lunga oltre 50 chilometri. La scoperta obbliga i sismologi a rivedere i modelli di rischio sismico per la maggior parte dell’area che comprende Los Angeles.

Secondo i ricercatori la faglia, che prende il nome di Salton Trough, non era mai stata rilevata prima perché si trova sotto il Salton Sea, un vasto lago salato che si è formato in seguito all’attività tettonica dell’area. La frattura è stata identificata casualmente, grazie ad un gruppo di ricercatori impegnati ad approfondire la geologia della regione incrociando dati ottenuti attraverso numerosi strumenti, tra cui rilevatori sismici, sismometri per ricerche oceaniche e il LiDAR (Light Detection and Ranging), ossia una tecnica di telerilevamento che utilizza impulsi laser.

La faglia si trova nella parte orientale di Salton Sea e poiché negli ultimi anni non ci sono stati terremoti associati con essa, non è mai stata evidenziata. Nonostante la scoperta, non c’è tuttavia motivo di pensare che la zona sia più soggetta a terremoti rispetto a quanto già ipotizzato.

La faglia di San Andreas, perché non è arrivato il Big One

Questa nuova frattura potrebbe in realtà spiegare perché ci sono stati meno terremoti rispetto a quanto previsto lungo quella di San Andreas. Una ricerca da poco pubblicata evidenzia che nell’arco degli ultimi 1.000 anni, lungo l’area meridionale della più famosa faglia, si è verificato un terremoto di magnitudo 7 ogni 185 anni: una periodicità che, in tempi più recenti, sembra essere saltata.

Questo spiega perché da tempo se ne attende uno di elevata intensità, il famigerato Big One.

Quale ruolo può avere questa seconda scoperta di Salton Sea in questo lungo periodo di quiete relativa? Una ipotesi è che potrebbe aver assorbito parte dell’energia che, altrimenti, si sarebbe scaricata lungo la faglia di San Andreas provocando l’atteso evento catastrofico.

 

Nuova faglia in California was last modified: febbraio 2nd, 2017 by L'Interessante
2 febbraio 2017 0 commenti
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terremoto
AttualitàCronacaIn primo pianoParliamone

La Protezione civile ci dice cosa fare in caso di terremoto

scritto da L'Interessante

Terremoto.

di Antonio Andolfi

La Protezione Civile sul suo sito fornisce una serie di consigli da seguire prima, durante e dopo un terremoto

IN CASO DI SCOSSA, PRIMA DI TUTTO IDENTIFICARE POSTI SICURI ALL’INTERNO E ALL’ESTERNO 

  • Sotto mobili robusti, come per esempio una pesante scrivania o un tavolo.
  • Contro un muro interno.
  • Lontano da dove vetri potrebbero frantumarsi (come nei pressi di  finestre, specchi, quadri) o da dove librerie pesanti o altri mobili pesanti potrebbero cadere.

All’esterno, lontano da edifici, alberi, linee telefoniche ed elettriche, cavalcavia  o autostrade sopraelevate.

In dettaglio,

  • Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.

Ti può proteggere da eventuali crolli

  • Riparati sotto un tavolo.

È pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso

  • Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.

Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire

  • Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.

Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami

  • Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.

Potrebbero crollare

  • Rimani lontano da impianti industriali e linee elettriche.

È possibile che si verifichino incidenti

  • Sta lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.

Si possono verificare onde di tsunami

  • Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.

Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli

  • Evita di usare il telefono e l’automobile.

È necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi

CHE COSA FARE DOPO LE SCOSSE

Due semplici consigli che non salvano la vita, ma aiutano i soccorsi.

Primo: togliere la password al Wi-Fi, in modo da facilitarne l’uso per aiutare i soccorsi. 

Secondo: se Facebook ha attivato il Safety Check, il servizio che permette alle persone nelle zone interessate dalle scosse di segnalare ai propri amici dove ci si trova, e se voi siete su Facebook, fate sapere che state bene. È un modo indiretto per indirizzare i soccorsi dove c’è davvero bisogno.

La Protezione civile ci dice cosa fare in caso di terremoto was last modified: gennaio 20th, 2017 by L'Interessante
20 gennaio 2017 0 commenti
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Terremoto
AttualitàIn primo pianoParliamone

Terremoto: la liquefazione del terreno

scritto da L'Interessante

terremoto

di Antonio Andolfi

Oltre allo sciame sismico, in alcune zone colpite, e per particolari condizioni del suolo, si verifica la liquefazione del suolo: ecco in breve che cos’è e come avviene.

Com’è già accaduto per il terremoto in centro-nord Italia nel 2012, anche gli eventi sismici iniziati nell’agosto 2016 hanno portato alla ribalta, in alcuni luoghi, un altro aspetto dei terremoti, la cosiddetta liquefazione del terreno (o liquefazione del suolo), in particolare in seguito alla scossa del 30 ottobre scorso, di magnitudo 6.5.

Il fenomeno è strettamente connesso alla natura del terreno della zona dove si verifica il terremoto. In questa occasione è stato osservato a Santa Vittoria in Matenano (Fermo), a circa 40 km dall’epicentro della scossa (ma non è escluso che sia avvenuto anche altrove, inosservato).

Terremoto. Come funziona la liquefazione del terreno

In pratica, succede che un sedimento sottoposto a pressione e vibrazione perda temporaneamente, ma improvvisamente, resistenza e si comporti come un liquido denso. Questo può accadere su terreni sabbiosi o argillosi, in zone ricche d’acqua. A seconda del luogo dove avviene, il fenomeno può avere conseguenze più o meno gravi: dalle improvvise valanghe di fango – se la liquefazione interessa un versante collinare – al cedimento di edifici, che sprofondano per diversi centimetri nel terreno e possono perciò crollare o risultare poi inagibili. Naturalmente il fenomeno può avvenire anche in campagna, in zone coltivate, con danni materiali più contenuti.

Terremoto: la liquefazione del terreno was last modified: novembre 14th, 2016 by L'Interessante
14 novembre 2016 0 commenti
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terremoti
AttualitàIn primo pianoParliamone

Il laboratorio dove si simulano i terremoti

scritto da L'Interessante

terremoti

di Antonio Andolfi

 

A Pavia, in una zona a rischio sismico molto basso, è possibile sperimentare scosse di terremoto di intensità pari o anche superiore a quelle che stanno avvenendo in questi giorni nel Centro Italia e nelle Marche in particolare. Com’è possibile? Grazie ai test che vengono condotti nel TreesLab, un laboratorio della Fondazione Eucentre.

Nel laboratorio di Pavia, dove si simulano i terremoti

A Pavia si può vedere un edificio di quattro piani agitato da potenti scosse di terremoto… Non perché siamo in un territorio sismico, ma perché i tecnici del laboratorio TreesLab della Fondazione Eucentre possono riprodurre questi eventi a piacimento. TreesLab è forse il più avanzato centro europeo per la simulazione in laboratorio degli effetti dei terremoti sulle strutture edilizie.

Affidandosi alle esperienze californiane e giapponesi, i tecnici hanno messo in piedi questo centro dove imponenti apparati strumentali e modelli al computer simulano gli effetti di violenti terremoti. I clienti del TreesLab sono coloro che sviluppano tecnologie antisismiche, e vengono qui a testarle. Ma anche le grandi compagnie di riassicurazione che vogliono stabilire scenari credibili sui danni che un terremoto causerebbe in una certa zona. Gli edifici, a dimensione reale o in scala 1:2, vengono posti su una piattaforma vibrante che simula l’oscillazione dovuta alla scossa sismica. Una rete di sensori misura le sollecitazioni puntuali sulle strutture. Una volta simulato il terremoto, si controllano i danni, anche quelli che in una situazione normale non sarebbe facile osservare .

I test misurano la reazione al sisma degli edifici realizzati in cemento armato e muratura. Un edificio, alto circa 5,50 metri e con una pianta di 20 metri quadrati, in scala 1:2 per riprodurre un’abitazione di 11 metri d’altezza,  è stato sottoposto a una scossa con un’accelerazione di gravità di circa 0,6 g, simile a quella fatta registrare dal sisma dell’Aquila che è stata di 0,65 g.

L’accelerazione genera la forza con cui il terremoto scuote gli edifici con oscillazioni orizzontali. Un’accelerazione di 0,6 g significa che l’abitazione riceve alla base spinte orizzontali la cui forza è superiore al 60% del peso dell’edificio.

Grazie all’analisi dei danneggiamenti subiti dall’edificio, gli ingegneri potranno conoscere più a fondo la vulnerabilità al sisma delle strutture costruite così. In prospettiva la ricerca in questo ambito consentirà di valutare come le costruzioni di questo tipo già esistenti possano essere rinforzate o ristrutturate al meglio.

Eucentre è una fondazione creata nel 2003 dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall’Università degli Studi di Pavia e dalla Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia. Obiettivo di Eucentre è promuovere la ricerca e la formazione nel campo della riduzione del rischio sismico. I sistemi di costruzione antisismica sono ben conosciuti e diffusi soprattutto nei Paesi più sviluppati, come il Giappone, ma mantengono comunque costi elevati. I più moderni grattacieli di Tokyo hanno resistito egregiamente, nel marzo 2011, al forte terremoto che ha provocato lo tsunami e il disastro della centrale nucleare di Fukushima. In quell’occasione la scossa più potente fu del nono grado della scala Richter. La vera sfida, però, è realizzare edifici antisismici a basso costo.

Il laboratorio dove si simulano i terremoti was last modified: novembre 10th, 2016 by L'Interessante
10 novembre 2016 0 commenti
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cane dog friendly aree cani terremoti
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

Cani e Terremoti. Il Dog Friendly: capitolo 18

scritto da L'Interessante

Cani e terremoti

Cani e terremoti

Di Luigi Sacchettino

Cari lettori interessati in questi giorni di Terra che trema mi sono spesso sentito porre una domanda: ma i cani percepiscono i terremoti? Se sì, come?

Nonostante sia consapevole delle straOrdinarie doti dei cani, a  parte una immediata risposta del genere “certo hanno i sensi più acuiti dei nostri” non ho saputo fornire ulteriori spiegazioni; per cui ho deciso di approfondire l’argomento ed eccovi quello che ho trovato.

I paesi che hanno maggiormente investito nella ricerca in merito al comportamento degli animali prima dei terremoti sono il Giappone e la Cina, proprio perché questi fenomeni naturali colpiscono con maggiore frequenza questi territori.

 Infatti secondo Mitsuaki Ota, professore di medicina veterinaria alla Azabu University in Giappone,“…cani e gatti sono in grado di dirci quando un terremoto colpirà con un preavviso tale da permettere la fuga. Le onde elettromagnetiche vengono emesse prima che un terremoto abbia luogo. Gli animali hanno la capacità di rilevarle. Nella distruzione lasciata dallo tsunami che ha colpito l’Oceano Indiano qualche anno fa non è stato trovato alcun animale morto. L’unica risposta che riesco a fornire è che gli animali possono avvertire i terremoti prima degli esseri umani e riescono ad avere il tempo di scappare per mettersi in salvo”.

Una ipotesi di tale comportamento si trova sul sito della  United States Geological Survey (USGS): seppur  non si è ancora riconosciuta  una correlazione concreta e ufficiale tra il comportamento degli animali e i terremoti- una possibile spiegazione degli insoliti comportamenti degli animali pre- terremoto è rappresentata dal “percepire  l’onda  P che viaggia velocemente dalla sorgente del terremoto e arriva prima della più grande onda S. Ma molti animali con i sensi più acuti sono in grado di sentire l’ onda P qualche secondo prima che l’onda S arrivi. Per quanto riguarda il rilevamento di un terremoto giorni o settimane prima che si verifichi, questa è una storia diversa.”

 

Dati di riflessione ce li fornisce anche Stanley Coren – professore di Psicologia presso l’Università della British Columbia- noto al grande pubblico per i libri best-seller sui cani. 

 Il Professore stava studiando le alterazioni del comportamento dei cani durante i mesi invernali o altri periodi di tempo con poco sole durante le ore diurne quando si accorse di un dato inspiegabile:  “Stavo raccogliendo i dati su questo tema grazie a 200 cani che venivano monitorati  per gli otto mesi che vanno da settembre ad aprile. Due volte alla settimana i proprietari  scrivevano una e-mail e valutavano il livello di attività e di eventuali segni di ansia, rispetto al giorno precedente. In generale, c’era poca variabilità nelle medie di gruppo nei vari giorni, ma un giorno particolare, il 27 febbraio 2001 ho evidenziato un netto aumento dell’attività e dell’ansia. Dei 193 cani che hanno riportato quel giorno, il 47 per cento ha mostrato livelli di attività significativamente più elevati e il 49 per cento ha mostrato un marcato aumento di ansia. Per caso, avevo dati acquisiti dal giorno prima che un terremoto aveva scosso il nord-ovest del Pacifico”. 

Che tutto ciò crei uno stato di allerta, preoccupazione ed inquietudine sembra essere chiaro.

Che il cane sia poi in grado di decodificarlo, segnalarlo al proprietario- che deve a sua volta capirlo- è tutt’altro discorso.

Ma le ricerche su questo affascinante aspetto del comportamento animale continuano e ci si auspica che presto il mondo della scienza riesca a carpire questi meccanismi, compiendo non solo un grande passo nello studio del comportamento ma anche nello studio della previsione dei terremoti che si rivela quanto mai importante per la salvaguardia di milioni di animali  umani e non, che in ogni parte del mondo rischiano la vita.

Un intimo pensiero agli abitanti di Amatrice che hanno perso i loro cari. Tra cui i loro cani.

Un fiducioso pensiero a quei cani che salvano i cani.

E a quei cani salvati dai cani.

Cani e Terremoti. Il Dog Friendly: capitolo 18 was last modified: settembre 1st, 2016 by L'Interessante
1 settembre 2016 0 commenti
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