Biglietto
Napoli e l’arte di arrangiarsi. Napoli non si smentisce mai. La bellezza di Napoli sta tanto nel Vesuvio quanto nella sua mano tesa al prossimo, anche senza che venga con consapevolezza. Ci si aiuta perché…oggi a me, domani a te. E accussì jamm annanz. E parte proprio da Napoli l’ultima iniziativa curiosa quanto generosa. Ricordate il caffè sospeso? Pagare due caffè e berne solo uno. E poi il libro sospeso? Anche qui, comprare due libri e lasciarne uno in libreria per chi non può permetterselo. Entrambi i fenomeni che hanno riscosso tante adesioni quanto notevole successo. Ebbene, Napoli ci riprova.
Ad essere sospeso, questa volta, è il biglietto
Arriva, dal capoluogo partenopeo, il “biglietto sospeso”. I frequentatori di stazioni e metropolitane certo si saranno accorti di strani pezzi di carta tra le fessure dei muri, o sulle panchine. Quelli sono biglietti non ancora scaduti di chi ha fatto un viaggio più breve di quanto previsto dal tiket. O, ancora meglio, sono i biglietti comprati appositamente per essere lasciati ad un prossimo che non si conosce, ma che ugualmente si vuole aiutare. Napoli ancora una volta dimostra che c’è: c’è contro la crisi, contro l’indifferenza, contro l’omertà troppo spesso attribuitale senza osservanza alcuna. Ma Napoli c’è anche per alzare la voce contro un sistema che toglie senza dare, che chiede senza offrire. Il biglietto sospeso, infatti, è stato visto anche come un gesto di rivolta contro i prezzi che salgono e i servizi che restano lì, anzi, regrediscono fino al totale azzeramento. Forse, chi sa, questa cartolina di Napoli sta cambiando. Il mandolino lascia il posto al caffè, la pizza al libro, la camorra ad un biglietto che non per forza significa scappare. Un biglietto per restare o per tornare. A Napoli il biglietto sospeso offre un passaggio, un viaggio, un sorriso e un altro buon motivo per credere ancora in questa città.
Roberta Magliocca