Rosetta
Di Antonio Andolfi
È finita così, Rosetta si è appoggiata sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko
Il segnale di conferma della riuscita dell’ultima manovra è stato ricevuto alle 13.29 del 30 Settembre, dal centro di controllo ESA di Darmstadt. I sistemi vitali si sono spenti, il trasmettitore di bordo ha smesso di funzionare. Una delle missioni più coinvolgenti della storia dell’esplorazione spaziale si è conclusa.
Fino all’ultimo istante Rosetta ha raccolto informazioni sulla composizione di gas e polveri sul suolo della cometa e scattato fotografie a risoluzione altissima da una distanza estremamente ridotta. Una missione lunga dodici anni, 8 miliardi di km percorsi, 31 mesi di viaggio in ibernazione, il lancio e l’accometaggio del lander Philae, 21.000 osservazioni scientifiche, più di 16.000 fotografie ,218 gigabyte di dati, il primo manufatto umano a raggiungere una cometa.
Rosetta è andata ben oltre il suo obiettivo: lo studio dell’origine delle comete e le relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare, elementi fondamentali per comprendere l’origine del sistema solare.
Quando si parla di molecole organiche, non si fa riferimento alla vita come potremmo intenderla qui, sulla Terra, è invece la ricerca di materiali grezzi che riteniamo fondamentali per la vita. È già noto che sulla cometa esistono varie molecole organiche: dalla formaldeide (HCHO) all’acido cianidrico (HCN), dall’acido formico (HCOOH) all’ammoniaca (NH3), fino al metanolo (CH3OH) e al metano (CH4). A questo ventaglio va adesso aggiunta la scoperta più interessante: la glicina (C2H5NO2, un amminoacido) e il fosforo.
La glicina, una molecole organica, è l’amminoacido più semplice che si trova negli organismi viventi ed entra nella struttura delle proteine. Si può formare senza acqua liquida e può originarsi dall’esposizione alla luce ultravioletta di ghiaccio al cui interno vi siano molecole organiche semplici, come il metano o l’ammoniaca.
Anche il fosforo è un elemento fondamentale per la vita: un atomo di fosforo e uno di ossigeno combinati a formare la molecola P-O sono determinanti nella formazione della struttura del Dna. E la cosa straordinaria è che questa molecola sembra più comune nell’Universo di quanto si ritenesse.
La scoperta di questi elementi rafforza l’idea che le comete siano oggetti primordiali che hanno conservato tracce nel Sistema Solare così com’era 4,5 miliardi di anni fa, e che abbiamo portato sul nostro pianeta, a un certo punto della sua storia, gli elementi di base per la nascita della vita. Considerate le condizioni estreme in cui si trovano nello Spazio, questi elementi non possono originare vita sulle comete ma sulla Terra possono invece avere trovato tutte le condizioni necessarie alle reazioni chimiche che hanno portato a molecole sempre più complesse.
Ciò che fino a qualche decennio fa sembrava degno della trama di un – meraviglioso – film di fantascienza ora non sembra così distante. In un futuro l’essere umano esplorerà le profondità dello spazio con mezzi diversi, migliori. Le emozioni saranno le stesse che ci ha regalato la piccola sonda che per prima è atterrata su una cometa.