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Luigi Sacchettino

cane dog friendly aree cani terremoti
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo piano

I bisogni del cucciolo. Il Dog Friendly: capitolo 1

scritto da L'Interessante

Cari lettori interessati pensavo di inaugurare “IL DOG FRIENDLY” con un argomento molto “nobile”: come insegnare al cucciolo a sporcare nel posto appropriato

Effettivamente può sembrare un inizio di popò; tuttavia mi piace pensare di  partire col piede giusto, ed affrontare questa prima sfida nel modo corretto rappresenta una buona partenza per gettare basi solide di una lunga relazione.

Capita spessissimo, nelle famiglie che decidono di trascorrere parte della loro vita con un cane, di imbattersi in quella che sembra essere la prima grande sfida uomo – cane: come insegnare al cucciolo a sporcare nel luogo giusto. Armati di scopa, guanti e traversine-pannolino i proprietari scendono in campo per rimediare ai misfatti, affidandosi spesso a consigli vari e fantasiosi come:

– prendere il musetto del cane e obbligarlo a odorare la sua pipì;

– punirlo fisicamente o verbalmente dopo diverso tempo dal “colpaccio”;

– usare un giornale; il fatidico giornale della paura, quello che personalmente definisco il corrispettivo animale della cucchiarella di legno per i bambini.

Tutto ciò con risultati deludenti.  In tutti questi anni, infatti, c’è stato un approccio al problema delle deiezioni non sempre rispettoso né dell’etogramma né della fisiologia del cane. Nei primissimi mesi di vita il cucciolo non ha la percezione dello stimolo ad evacuare: un po’ come un neonato…quando ce l’ha, la molla. Quindi viene meno l’interpretazione del dispetto spesso attribuita da noi umani.

Necessita di tempo per imparare a riconoscere il significato di quella sensazione, a trattenere le feci e l’urina per poterle eliminare nel luogo adatto. E’ un processo di maturazione fisiologico e psicologico che richiede dai due ai quattro mesi. E’ proprio in questo lasso di tempo che i proprietari possono mettere in atto delle semplici ma efficaci pratiche che permettono al cane di capire dove sporcare. E’ fondamentale sapere che un cucciolo ha la tendenza a sporcare dopo che ha mangiato, bevuto, giocato, dormito o fatto il pisolino pomeridiano. In questi casi bisognerà giocare d’astuzia e d’anticipo portando il cucciolo nel luogo dove vogliamo espleti le sue funzioni e premiarlo appena terminato.

E come ci comportiamo se rincasando troviamo i bisogni nel salotto?

  1. Non puniamolo, meglio ignorare l’accaduto;
  2. mettiamo il cucciolo in un’altra stanza in modo che non assista alle operazioni di pulizia (altrimenti potrebbe confonderle con una dinamica di richiesta di attenzione o gioco);
  3. non disinfettiamo con prodotti chimici diversi dal quotidiano detersivo lavapavimenti in quanto il cane potrebbe pensare che è proprio quello il posto che abbiamo scelto per i suoi bisogni, avendo un odore “particolare”.

Nella crescita di un cucciolo è più funzionale premiare che punire, sostenere che inibire e spesso per premiare bisogna agire in prevenzione, indirizzando il cucciolo verso il comportamento più sano.

Così facendo i proprietari potranno diventare a tutti gli effetti una base sicura-attenta e responsiva alle esigenze  del pet-, strutturando un attaccamento sicuro del cane, in cui si ha fiducia nella disponibilità  e nella comprensione da parte del “proprietario”.

Quindi  buona pipì, popò, pazienza ed empatia.

Luigi Sacchettino

I bisogni del cucciolo. Il Dog Friendly: capitolo 1 was last modified: maggio 26th, 2016 by L'Interessante
14 aprile 2016 0 commenti
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Il Dog Friendly: intervista a Luigi Sacchettino

scritto da Roberta Magliocca

Il Dog Friendly

Al via la nuova rubrica de L’Interessante: Il Dog Friendly, a cura di Luigi Sacchettino

Giovedì 14 Aprile partirà la nuova rubrica de L’Interessante. Abbiamo fatto due chiacchiere con Luigi Sacchettino, l’esperto che ci aiuterà a capire meglio i nostri cani. Da giovedì, ogni giovedì, sarà un appuntamento fisso.

Ciao Luigi, grazie di aver accettato di farti intervistare prima di tutto, ma soprattutto di aver accettato di seguire per noi la rubrica “IL DOG FRIENDLY”. Partiamo da te. Qual è la tua figura professionale?

Ciao Roberta, grazie a te e a “L’interessante” per aver reso possibile la nascita di questa rubrica, nonché per la condivisione di idee: è un vero piacere per me. Sono un istruttore cinofilo formato presso la SIUA – Scuola di Interazione Uomo Animale con sede a Bologna – e sono uno studioso della zooantropologia, la scienza che indaga proprio la relazione che intercorre tra l’uomo e gli animali. Ho ibridato la mia formazione con seminari e congressi in giro per l’Italia, in un aggiornamento continuo, sempre più affascinato dalla mente dei nostri cani. Il ruolo di un istruttore cinofilo  è proprio quello di aiutare i proprietari ad avere una relazione equilibrata con i loro cani, superando problemi gestionali o equivoci comunicativi, e per farlo c’è bisogno di passione e studio.

Quali sono gli obiettivi che intendi raggiungere con questa rubrica?

Mi piacerebbe condividere con tutti voi  ciò che i cani mi insegnano ogni giorno,  affinché si possano capire sempre più i nostri amici a quattro zampe – superando antropocentrismi e luoghi comuni. In cinofilia si sente molto spesso parlare per “esperienza personale – mio cugino ha detto ” che sicuramente rappresenta un valore aggiunto, se unito a competenza e conoscenza.

Qual è, secondo te, la convinzione più sbagliata che di solito noi bipedi abbiamo del mondo a quattro zampe?

Bella domanda; credo a volte si abbia la tendenza a considerare i cani come dei piccoli umani o come dei bambini, fedeli e desiderosi di solo amore, proiettando su di loro molti dei nostri comportamenti e bisogni. Il cane però è una specie diversa e per rispettarla appieno – senza banalizzazione – bisogna conoscerne l’etogramma – termine che in etologia rappresenta l’insieme dei comportamenti propri di una specie animale. Solo sapendo ciò di cui hanno desiderio possiamo dedicarci alla loro felicità. Ad esempio i cani hanno un grosso bisogno di esplorare il mondo attraverso delle passeggiate quotidiane in cui possono inebriarsi con gli odori, mentre noi umani abbiamo la tendenza a pensare che un divano, del cibo e tanto amore siano sufficienti.

I nostri cani, se avessero le parole, cosa ci direbbero più spesso rispetto ai nostri consolidati comportamenti “sbagliati” che abbiamo nei loro confronti?

Ci direbbero di parlare meno ed agire di più. Noi umani siamo “verbosi” mentre la comunicazione del cane si esplica più sul piano non verbale, con postura e prossemica,  spazi e distanze corrette. I cani amano “il fare”, sono animali sociali votati all’azione. Credo ci direbbero: “Ehi, prendiamo il guinzaglio e ce ne andiamo a passeggiare in campagna?! In questo periodo ci sono odori bellissimi per me e colori bellissimi per te”. Per farsi un po’ cane bisogna ragionare più con il naso che con la vista, più in collaborazione, partnership che in individualismo.

Grazie Luigi e buon lavoro!

Roberta Magliocca

 

Il Dog Friendly: intervista a Luigi Sacchettino was last modified: aprile 12th, 2016 by Roberta Magliocca
12 aprile 2016 1 commento
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