Adozione consapevole.
Di Luigi Sacchettino
Cari lettori interessati in settimana sono stato chiamato per fare una consulenza ad un cucciolo di spitz di 4 mesi: motivo della chiamata distruzioni in casa e smodato uso della bocca.
Una chiamata come tante altre, mi dico.
Dopo pochi minuti dall’inizio della consulenza si scopre un’amara verità: il cucciolo è stato acquistato in un negozio di Napoli saltato alla cronaca nei servizi di Striscia la Notizia per vendita scellerata di cuccioli.
Probabilmente alimentando lo scandaloso ed illegale mercato dell’est.
Si tratta di un cucciolo acquistato orientativamente ad un mese di vita, stipato in una vetrina insieme alla potenziale sorella. Nessun’ altra informazione.
Arrivato a casa il suo stato cagionevole si è subito evidenziato: iniziano così le corse al pronto soccorso veterinario, nei tentativi di salvarlo da vomito e diarrea disidratanti, causati da massicce infestazioni parassitarie. Spesso funeste nei cuccioli così piccoli.
Prelievi, indagini collaterali, somministrazione di farmaci, ricoveri in clinica.
Tutto questo nei soli primi sessanta giorni di vita di un cucciolo. Sessanta.
Il quadro si complica: il protocollo vaccinale viene procrastinato e a 4 mesi il cucciolo non è ancora completamente immunizzato per cui- in virtù anche della sua debolezza- non può essere condotto in passeggiata.
Ciò si traduce in un deficit di socializzazione verso i cani e le persone, in un deficit di autocontrollo, in una irritazione al contatto, in una assenza di inibizione al morso- per cui anche nel giocare ti lascia certi solchi sulle mani.
Insomma, il disagio del cucciolo è tangibile, e con esso quello della neo famiglia. Partiti per il loro primo viaggio con un cucciolo di una specie diversa, e catapultati rapidamente in una spirale di sofferenza. Si aspettavano coccole ed ossitocina e invece stanno facendo i conti con le spese mediche e la paura della perdita. L’inadeguatezza. La rabbia. Lo sconforto.
Erano preparati per pipì e popò disseminate per la casa, per ciabatte distrutte e qualche notte insonne. Non potevano immaginare a cosa sarebbero andati incontro acquistando un cucciolo in quel negozio.
Pagato anche profumatamente. Fidandosi.
Cari lettori interessati non possiamo pensare che a noi andrà diversamente, che faremo l’affare, che quello che si sente in giro non ci accadrà poiché distante da noi: la scelta di un cucciolo va condotta responsabilmente. Prendendo informazioni accurate e dettagliate sull’allevamento o sul canile, sul modo in cui gli altri cani vengono tenuti in struttura, sulla presenza di eventuali anziani. Non solo vedere i genitori, ma interagire con loro per valutarne le risposte. Osservare l’intera cucciolata. E prendere tempo. Per decidere, ponderare, senza lasciarsi travolgere dalle emozioni del momento.
Chiedere garanzie, parlare con un medico veterinario ed un educatore per farsi accompagnare nella fase preadottiva. Perché quei soldi investiti rappresenterebbero una polizza sulla scelta. Un casco. E se si cade, si fa meno male.
Infine denunciare.
Tutta la famiglia si è stretta intorno al cucciolo, a cui è stata negata la possibilità di viversi una infanzia serena. Ha già una grossa ipoteca sulla testa: molti deficit da riabilitare, molte lacune da colmare.
Costruiremo una solida impalcatura intorno alle fondamenta- già debolissime- di questa vita, affinché possa ergersi più compatta e stabile.