Gianrenzo
Di Christian Coduto
Giovedì 23 febbraio, presso la Sala Consiliare “Vescovo M. Natale” del comune di Casapulla, nell’ambito della Rassegna Incontri d’autore, si è svolta la presentazione del libro “Le mie notti” (ed. Spring) di Gianrenzo Orbassano. Il relatore Francesco Marino ha mediato la serata, presentando i vari ospiti: Eliana Riva e Antonella D’Andrea (della Spring Editore) Anna Di Nardo (Assessore alla cultura del comune di Casapulla) ed Elio Di Domenico (Docente di lettere e scrittore). Santa Santillo si è invece occupata della lettura di alcune delle poesie scritte dall’autore.
Elegantemente in giacca e cravatta, il giovanissimo Orbassano (compirà 22 anni a maggio) ha dato quel tocco di vivacità in più all’evento: volutamente provocatorio, ha voluto sottolineare sin dall’inizio il suo bisogno di non sentirsi definito poeta. “Non posso essere chiamato così, soprattutto se facciamo dei paragoni con i veri artisti della storia!”. Osservandolo da lontano, d’istinto, si tende quasi a considerarlo vanitoso, altezzoso. Parla molto, ma guarda spesso altrove, difficilmente negli occhi. Poi, però, ti accorgi a mano a mano che la sua è semplice timidezza. E’ consapevole di avere un dono, ha una grande sensibilità artistica, ma non vuole che gli venga riconosciuta in maniera così sfacciata. E’ un modo per rimanere ancorato con i piedi per terra, per essere se stesso. Se così non fosse, non potrebbe più descrivere in maniera così sincera le sue emozioni. E’ un gioco di equilibri che deve essere rispettato.
Dopo il dibattito, ci sediamo per alcuni minuti per parlare un po’.
Gianrenzo mi mostra orgoglioso la targa che gli è stata conferita dalla Pro Loco per la presentazione del libro. Ha un animo nobile, da adulto, intrappolato in un corpo da ragazzo. Lontano dai riflettori, è davvero un’altra persona. Da un certo punto di vista è facile capire il suo stato d’animo: le poesie vanno lette, vissute, interiorizzate … non vanno spiegate. Mai.
Gianrenzo Orbassano ci parla di sé.
D: Ciao Gianrenzo. Allora: “Le mie notti” …
R: In questa raccolta di poesie, la notte è il collante di vari argomenti quali la depressione e il sentimentalismo (anche spicciato). L’ho scelta come trait d’union perché a me la notte dona delle impressioni, delle emozioni che ho deciso di trascrivere su carta. C’è una ricerca anche nella scrittura, ovviamente, perché continuo a divorare i dischi di cantautori quali De Andrè, David Bowie, da cui traggo continua ispirazione.
D: In quale momento della giornata sei più produttivo nella scrittura?
R: Sicuramente di notte, perché sono circondato dalla calma e dal silenzio. Scrivere con il frastuono intorno, come quello dei cantieri in attività sin dalle sette del mattino, sarebbe per me impossibile. La notte ti regala un rilascio dell’anima che può essere riprodotto in poesia. La mente evapora e posso far volare le cose, le parole in primo luogo.
D: Hai presentato, con successo, il tuo libro in tante scuole. Stavolta la presentazione è avvenuta nel comune della tua città. Che tipo di emozione c’era?
R: Romantica, perché Casapulla è da dove sono partito. Terminare le mie presentazioni qui è stato come percorrere un cerchio che si è chiuso.
Si sofferma ancora un attimo sul piccolo dibattito nato in seguito alla sua affermazione “poeta/non poeta”. E’ visibilmente dispiaciuto perché ha paura di essere stato frainteso. Glielo si legge in volto. E’ un peccato che questo Gianrenzo non sia arrivato del tutto durante la presentazione. Sta mostrando un suo tallone d’Achille ed è una cosa inusuale: i personaggi dell’arte e del mondo dello spettacolo non lo fanno quasi mai. E’ un gesto ammirevole.
D: Sei così giovane, hai una profondità che lascia sgomenti … ci sono dei momenti in cui ti diverti, in cui sei più leggero?
R: (sorride) Certo! Sono una persona normalissima! Anzi, ti dirò: questi momenti più leggeri sono di grande utilità sai? Perché mi aiutano a pensare. In realtà l’uomo pensa 24 ore su 24, o almeno dovrebbe farlo (ridiamo insieme). Poi, come dicevo prima, di notte riesco a trascrivere quello che ho provato durante il giorno.
D: Che cosa ne pensi dell’editoria a pagamento?
R: Io ho deciso di pubblicare con una casa editrice a pagamento e non me ne sono affatto pentito, però sicuramente ne cercherò delle altre non a pagamento, in futuro, perché penso che l’autore venga maggiormente seguito. Si riesce ad avere un confronto più ricco, più diretto. Giusto per dire: le presentazioni le ho organizzate io nel 99 percento dei casi. Non mi sento, però, di criticare. Piuttosto do un consiglio, che è anche una speranza: quello di seguire meglio l’autore che è in primo luogo una persona.
D: Io mi occupo di cinema. Cinema e poesia vanno di pari passo. Quale è il film più poetico che tu abbia mai visto?
R: Oh! Sono sincero: amo moltissimo un film di Roberto Benigni, che non è “La vita è bella”, bensì “La tigre e la neve”. Credo sia l’opera più bella di questo regista. Sono rimasto colpito dal lato poetico di questo progetto, ne è colmo. Affronta temi molto delicati (sociali, politici e religiosi) di grandissima attualità.
D: Dopo “Le mie notti”, cosa ci dobbiamo aspettare da Gianrenzo Orbassano?
R: Un romanzo. Ci sto lavorando da tempo perché le dinamiche sono differenti rispetto alle poesie. Sarà un libro sicuramente affrontato con maggiore consapevolezza; il tema trattato è quello degli ultimi.
D: Bene! In bocca al lupo!
R: Grazie mille, crepi!