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Eventi

Guappecartò
CulturaEventi

Guappecartò: da Parigi a Caserta, passando per la capitale

scritto da L'Interessante

Guappecartò

Martedì 22 marzo scorso si è tenuto nell’accogliente ed elegante scenario del teatro Sala Uno sito in piazza Porta di S.Giovanni in Roma, il concerto AMAY Live dell’unsamble Guappecartò e la cantante  NERIPE’ con la partecipazione del pianista e compositore Stefano PIRO.
Il ricavato della serata è stato devoluto in beneficenza alla Casa Internazionale Delle Donne che opera in Roma. Infatti il clou del programma è stato costituito da nove canzoni dedicate a nove grandi donne della storia: Rose Parks, Marie Curie , Frida Kahlo, Margherita Hack, Aung San Suu Kyi, Saffo, Samantha Cristoforetti, Leyma Gbowee e Kikki.
I nove brani, di “struggente bellezza” per dirla con le parole di uno dei brani eseguiti -Un fiore nascosto-, sono stati composti dal maestro Stefano Piro e la stessa NERIPE ‘e co-arrangiati dagli stessi autori e i GUAPPECARTO’.

Guappecarto’: tutta l’Italia in un gruppo

Il lettore potrebbe chiedersi come mai si parla di questo evento su una testata giornalistica che ha nei suoi intendimenti quello di parlare di ciò che succede a CE-NA (Caserta e Napoli). Il motivo è molto semplice: del gruppo GUAPPECARTO’ fanno parte due ragazzi di S.Maria C.V., Pierluigi D’Amore (Braghetta) al basso e Marco Sica(O’ malamente) violino.  Ma non mancano le altre regioni d’Italia: Frank Cosentino alla chitarra è di Udine, Claudio de Vecchio – detto Dottor Zingarone – alla Fisarmonica è di Matera, Natale La Riccia – Batterista detto ‘O Professore – è di Foggia.
I ragazzi hanno cominciato a suonare per strada. Ma si sono formati artisticamente a Parigi dove sono stati “portati” dall’attrice transalpina Madeleine Fischer. La loro musica raccoglie l’inflessione di vari generi (folk mediterraneo, sudamericano, musica tzigana, tango argentino, jazz fino alla musica classica) che però sfociano poi in uno stile particolare e spontaneamente genuino grazie all’uso sapiente e virtuosistico degli strumenti, suonati talora in modo del tutto personale e spettacolare. Il tutto produce un effetto unico e suggestivo che trascina  ed entusiasma. La critica francese, infatti, li indica come coloro che riescono a fare ballare il pubblico sulle sedie. Il che avviene  effettivamente  durante i loro concerti.
Anche l’altra sera il pubblico ha vissuto le stesse emozioni , con una piacevolissima novità: la presenza sul palco del pianista Stefano Piro e della stupenda voce di NERIPE’, poliedrica artista a tutto tondo (è infatti anche attrice e danzatrice) che ha interpretato in maniera sublime i nove bellissimi brani emozionandosi ed emozionando. La sua voce potente, ma nello stesso tempo calda e dolcissima, si è fusa mirabilmente con le particolari sonorità dei “Guappi” producendo un effetto suggestivo e commovente grazie anche alle struggenti melodie ben adattate ai delicati testi.
Apprezzabile, significativo e al contempo  discreto il contributo delle coriste: le giovanissime Marina Ladduca e Sabrina Fiorella. Molto gradevoli anche le presentazioni dei vari brani fatte dalla stessa NERIPE’.
A fine serata gli artisti ci hanno confidato che c’è stato un intenso lavoro di quasi tre anni per la realizzazione del concept album “AMAY” che promuoveranno nel corso della prossima estate in vari festival e manifestazioni. Con i GUAPPECARTO’ l’appuntamento più vicino è quello di giovedì 24 marzo allo storico Jarmusch Club di Caserta.

Domenico Magliocca

Guappecartò: da Parigi a Caserta, passando per la capitale was last modified: marzo 24th, 2016 by L'Interessante
24 marzo 2016 0 commenti
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Stirpe
CulturaEventi

Stirpe dei Draghi: il mito continua

scritto da L'Interessante

Stirpe

Inaugurata sabato 19 marzo la mostra Stirpe dei draghi ed è già boom di visitatori

La storia infinta della Saticula, tanto cara al Touring Club Italiano, irrompe nuovamente sulle scene della cittadina considerata erede del nucleo preromano. Nella tiepida giornata di sabato 19 marzo 2016 si è, infatti, tenuta la conferenza stampa della mostra “Stirpe di draghi”, realizzata nell’ambito del progetto “Suoni di terra nei luoghi  dell’Arte”. L’evento-mostra riporta in “patria”un altro capolavoro di questo maestro pestano: un vaso a figure rosse che si collega al cratere esposto a Sant’Agata de’ Goti dal dicembre 2014 al maggio 2015. Il precedente cratere raffigura i mito del “ratto di Europa” ad opera di Zeus,trasformatosi in un toro bianco e possente. Il vaso attualmente in  esposizione (proveniente dal Museo Nazionale di Napoli) restituisce, quindi, uno dei racconti più completi di questa parte del mito. Ritrae, infatti, Cadmo, il fratello di Europa, alla vana ricerca della fanciulla. Dopo aver consultato l’oracolo delfico si imbatte in un drago spaventoso che riesce a sconfiggere e, su consiglio di Atena, semina i suoi denti nel terreno dai quali spunteranno uomnini armati delle nuova città di Tebe.

La mostra assume un’atmosfera suggestiva anche grazie agli effetti scenici superbi, coadiuvati dalla società che si occupa dei percorsi di luce della Reggia di Caserta. 

Saticula, uno dei centri principali del Sannio Caudino, è stata depredata per secoli.  I suoi tesori, rinvenuti grazie agli scavi all’interno della ricca necropoli, sono stati in gran parte dispersi in Musei italiani ed esteri e ancor oggi, purtroppo, oggetto di trafugamento da parte di scavatori clandestini. Emblematico è proprio l’esempio del primo cratere in esposizione lo scorso anno, venduto da un tombarolo dietro compenso di un milione di lire e un maialino e poi esposto fino al 1981 al Getty Museum di Malibu. Questa seconda mostra segna un passo importante verso la promozione di un territorio di arte e di storia e di un patrimonio archeologico, quello di Saticula, dal valore inestimabile.

Carmen Giaquinto

Stirpe dei Draghi: il mito continua was last modified: marzo 24th, 2016 by L'Interessante
24 marzo 2016 0 commenti
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arti
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Arti in Movimento: arriva a Napoli “Rivoluzione d’amore 1647”

scritto da L'Interessante

Arti in Movimento

Attracca al Napoli Museum, Giovedì 24 Marzo, la rivoluzionaria storia d’amore e coraggio di Masaniello e Bernardina Pisa. A partire dalle 19:00 di domani sera, lo spettatore sarà protagonista dell’intima immersione nella vita di una donna intenzionalmente avulsa dal suo essere moglie, catapultata in una vita densa di sovvertimenti e segnata da un’esperienza carceraria e di prostituzione. Le vicende, colme di patos, incideranno poderosamente nella vita della protagonista femminile, tanto da trasformala più volte in qualcosa di diverso rispetto all’inizio, un’artistica sintesi di come ciò che accade è un’inevitabile porta sul cambiamento, a prescindere da quello che siamo.

Arti in Movimento

Un appuntamento voluto dagli organizzatori della rassegna Arti in Movimento, dedicata ai beni e alle tradizioni culturali campane. Un progetto realizzato dall’Associazione Jervolino (capofila) e da Orchestra da Camera di Caserta, Area Arte, Napoli Nova, Mousike’, Arabesque, Sancarluccio, Mutamenti, e finanziato nell’ambito delle iniziative per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale della Campania Pac III.

La regia della messinscena, curata da Roberto Solofria, immagina una Bernardina, interpretata dall’attrice Ilaria Delli Paoli, immersa in un buio soffocante che con la forza delle sue parole, del suo essere donna, della sua sofferenza e dell’audacia, riesce a “vedere” e ad “essere vista”.

 La scena è stata creata pensando ad un pubblico coinvolto nella penombra insieme a lei, vicino alla sua figura, al fine di annullare la discrasia dei tempi fra il palcoscenico e la platea, e creare un’unica energia emotiva.

La trama, una storia scritta da Marilena Lucente

Napoli, rivoluzione d’amore1647, è la storia di Bernardina Pisa, giovane, volitiva, sfacciatamente bella e piena di passione per Masaniello: protagonista, insieme al marito e ai napoletani, di una indimenticabile rivoluzione. La loro storia si intreccia con quella della città, una   Parthenope piena di storie. Il loro istintivo slancio politico accese speranze e infiammò il popolo, ma generò anche equivoci e incomprensioni, che fecero di loro prima due eroi, poi due esseri umani travolti e feriti dagli eventi.

Un testo che si appoggia sull’anima, quello scritto da Marilena Lucente, scombussola, fa star male,  fa vivere sensazioni mai piatte, e  lascia una scossa elettrica, perpetuante durante tutta la lettura.

Qualche domanda all’autrice

 

Scrivere per il teatro: Se dovessi raccontare in breve la tua esperienza ai nostri lettori?

“Il teatro è spazio in cui la parola prende vita, si anima, dialoga corpo a corpo, attraverso gli attori, con gli spettatori.

Il teatro è una delle sfide più affascinanti per chi scrive. Solo a teatro le parole, ogni singola parola, raggiunge i confini estremi dell’espressività, dall’urlo al silenzio, dai dialoghi ai monologhi, al canto. Il teatro è la vera casa delle parole.”

Da scrittrice, qual è, secondo te, la differenza fra la stesura di un romanzo e la drammaturgia?

“ Non l’ho mai scritto un romanzo, ma da lettrice di romanzi, di tutti i generi dei romanzi, la differenza è tutta qui: tutto va scritto sul corpo, con il corpo. I pensieri devono diventare gesti, le sensazioni espressioni del volto, persino una indicazione atmosferica, piove o tira vento, è affidato ai gesti, alla postura dell’attore. Nulla va spiegato, a teatro, tutto va mostrato. E chi scrive un testo drammaturgico deve considerare solo questo.”

Perché hai scelto di raccontare proprio di Masaniello?

“Perché Masaniello è una delle figure più contraddittorie della storia napoletana. Perché ha davvero fatto la rivoluzione, persino con inconsapevolezza. I personaggi che vivono di contraddizioni hanno sempre tanto da dire, anche secoli e secoli dopo. Ma nel mio testo Masaniello è raccontato dalla donna, l’unica, Bernardina Pisa, che è capace di stargli accanto tutta la vita. Una donna che lo accompagna, lo ferma, se lo vede portare via, non smette di amarlo, e attraverso lui, di amare la rivoluzione.”

Grazie Marilena!

Michela Salzillo

Arti in Movimento: arriva a Napoli “Rivoluzione d’amore 1647” was last modified: marzo 23rd, 2016 by L'Interessante
23 marzo 2016 0 commenti
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Madre
CulturaEventiIn primo piano

Al Madre arriva il biglietto sospeso

scritto da L'Interessante

A Napoli non ci si smentisce mai.

Dopo il caffè sospeso, il caffè pagato da qualcuno per uno sconosciuto a caso, arriva anche il biglietto sospeso.
Di cosa si tratta? Semplice, di un biglietto che chiunque può pagare ad un altro visitatore consentendogli l’escursione ad un museo o ad una galleria d’arte.
A proporre questa iniziativa è stato il MADRE di Napoli che, dal 24 Marzo 2016 al 31 Dicembre 2016 consentirà di acquistare un biglietto da tenere per sé e uno da donare.

Ma cos’è il MADRE?

Il Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, che deve il suo nome all’edificio all’interno del quale è ospitato, sorge nell’antico quartiere di San Lorenzo nel centro storico di Napoli a pochi passi dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dalla Galleria d’Arte Moderna.

Grazie all’acquisto da parte della Regione Campania nel 2005, il palazzo appartenente al XIX secolo viene restaurato e adibito a museo dall’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira; oltre alla parte espositiva, sono realizzati un auditorium, una libreria, una biblioteca, laboratori didattici, un ristorante con annessa caffetteria, per un totale di 7.200 mq, di cui 2662 sono destinati ai diversi livelli di esposizione.

Nel 2006 l’intero edificio è stato completato con l’apertura al pubblico delle sale con esposizioni permanenti e temporanee, di innumerevoli artisti nazionali ed internazionali.

Inoltre, dal 28 Marzo al 3 Aprile il MADRE parteciperà alla terza edizione del #Museumweek, un evento che permetterà, tramite la piattaforma social di Twitter, di condividere contenuti multimediali e interagire con i follower.

Un’occasione da non perdere!

Maria Rosaria Corsino

Al Madre arriva il biglietto sospeso was last modified: marzo 23rd, 2016 by L'Interessante
23 marzo 2016 0 commenti
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Dacia
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Dacia Maraini al Buonarroti di Caserta

scritto da L'Interessante

Nel pomeriggio di Martedi 15 marzo  all’Istituto Buonarroti di Caserta è stato presentato l’ultimo romanzo di Dacia Maraini, dal titolo” La bambina e il sognatore”.

Il testo ha per protagonista un maestro di quarta elementare, già colpito dalla tragedia della morte per leucemia della sua bambina di otto anni e dall’abbandono della moglie. Una notte il maestro sogna una bambina con un cappottino rosso che sparisce avvolta da una nuvola di uccelli, una bambina che gli ricorda nell’andatura la figlia morta. Al risveglio apprende la notizia che realmente è sparita Lucia, una bambina  che frequentava la scuola elementare dove lui lavora. Il fatto lo colpisce particolarmente spingendolo a fare delle indagini personali, coinvolgendo gli abitanti della città e gli alunni della scuola. Lungo questo percorso il maestro si imbatte in  drammatiche e crude realtà, scontri di culture diverse, falso perbenismo, facile rassegnazione al dramma, quasi un viaggio agli Inferi di Orfeo, come affermato dalla stessa Dacia Maraini. La coscienza comune è metaforicamente rappresentata da uno strano uccello, quasi un gufo che poggiato su una spalla del maestro gli parla, come il grillo di Pinocchio, invitandolo a lasciar stare, a convincersi della morte della bambina, forse violentata. La stessa autrice ha messo in evidenza i punti essenziali del romanzo : il senso di paternità, i sogni, la narrazione. La paternità espressa da un protagonista maschile, un maestro, che soffre per la perdita della figlia, una paternità oggi smarrita,  come anche la figura del maestro è rara rispetto alla maestra nelle scuole elementari. Il sogno spesso è il segnale di qualche malessere interiore, infatti il maestro patendo dal sogno e indagando si confronta con la violenza sui minori, su falso perbenismo dei buoni padri di famiglia che praticano il turismo sessuale. La narrazione con la quale il maestro insegna e di cui c’è molto bisogno, più che della informazione, anche eccessiva. Nel testo è toccato anche lo scontro tra le culture occidentali ed orientali, quando il protagonista incontra un medico islamico nigeriano, scontro che nasce da una diversità di valori in cui l’elemento religioso è solo un inutile pretesto. I valori occidentali non sono necessariamente quelli cristiani bensì quelli universali quali la libertà, il rispetto per gli altri in particolare verso le donne e i bambini. I valori islamici sono basati sulla prevaricazione , il totalitarismo che nascondono la paura per l’emancipazione, il sapere, la libertà di pensiero. Dunque importante è recuperare e custodire i valori universali, anche in Italia dopo un ventennio di berlusconismo ispirato al concetto di capitale e mercato si ritorna a parlare di etica. Tali valori devono essere la base per la formazione delle coscienze, compito in prevalenza della scuola su cui si investe molto poco per una progettualità culturale che sia la rampa di lancio verso un futuro non unicamente economico.

Francesco Pernice

Dacia Maraini al Buonarroti di Caserta was last modified: marzo 23rd, 2016 by L'Interessante
23 marzo 2016 0 commenti
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Frida
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Frida Kahlo all’interno della rassegna teatrale WOMEN IN HART

scritto da L'Interessante

È dedicato a Frida Kahlo il quarto appuntamento della rassegna teatrale WOMEN IN HART: un raffinato omaggio messo a punto dall’interprete Maria Luisa Firpo e la regista Renata Cagno.

Una espressione tutta al femminile che aprirà il sipario di via Crispi, Mercoledì 23 Marzo alle ore 21:30.

Non è la prima volta che Napoli celebra l’arte ribelle e sentimele della rivoluzionaria Messicana ma, come dichiarato dalla direzione della rassegna, questo non vuole essere un appuntamento che racconti didascalicamente una storia, bensì un’occasione per rappresentare le emozioni e trasferirle al pubblico.

Viva la vida, ereditato dal titolo dell’ultimo quadro della Kahlo è il nome di uno spettacolo che intreccia più linguaggi artistici, in un clima rievocante le abitudini stilistiche   degli anni 30-40.

Per  l’occasione , verranno interpretati alcuni estratti epistolari  dal diario  dell’artista,  accompagnati dalla musica di un quartetto d’eccezione, formato da:

Frank Prota (chitarra, sassofono, clarinetto), Luis B (trombone e piano), Tottolo Stefanelli (basso e chitarra), con le inusuali percussioni di Gibbone Celeste .

Parte della serata sarà lasciata a disposizione di chi vorrà ballare nelle vesti di un costume a tema e manifestare, così, la sua personale idea di tributo.

Alcune notizie sulla vita personale e artistica di Frida Kahlo

Frida Kahlo manifestò sin dalla nascita uno spirito controcorrente e passionale. Riluttante verso convenzioni sociali che le calzavano strette, tradusse il suo disappunto in opere incentrate esclusivamente sull’immagine di sé. La sua tela, sinonimo di specchio, elaborava nel proprio ventre il dolore di una donna trasformata  anche dalle sofferenze fisiche, che la costrinsero ad una vita immobilizzante ma non scoraggiata, a seguito di un grave incidente, causa di  danni irreversibili al bacino.

La pena maggiore dell’artista, però, fu quella di non aver avuto figli dalla discussa storia d’amore con Diego Rivera, critico d’arte di cui la Kahlo si invaghì già in occasione del primo appuntamento con l’uomo, avvenuto per commissionargli la valutazione dei suoi quadri. Secondo testimonianze di cronaca comune, pare che abbia avuto numerosi amanti, di ambo i sessi, con personaggi di spicco, come: il rivoluzionario russo Lev Trotsky ed il poeta André Breton. Fu, inoltre, molto amica e probabilmente amante di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti.

Frida è stata una delle donne più fedeli all’idea che un artista non è chi segue le regole, ma è l’eccezione che le trasgredisce, facendo sembrare il rivoluzionario un sinonimo di normalità: per questo ed il suo dolente entusiasmo per la vita, resta una delle figure femminili più amate di sempre.

Michela Salzillo

Frida Kahlo all’interno della rassegna teatrale WOMEN IN HART was last modified: marzo 22nd, 2016 by L'Interessante
22 marzo 2016 0 commenti
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Caserta
CulturaEventi

Caserta: a Giugno prima Tattoo Convention

scritto da L'Interessante

La Prima “Caserta Tattoo Convention“, si terrà nei giorni 17-18 e 19 Giugno 2016 al Grand Hotel Vanvitelli a Caserta. L’ evento, organizzato dallo staff di NonSoloTattoo, ospiterà circa 120 tatuatori, con l’intento di mettere in evidenza giovani tatuatori professionisti che con la loro creatività potranno farsi conoscere ed apprezzare. Non mancheranno tatuatori affermati, che con la loro esperienza, potranno condividere quest’arte con altri artisti ed amanti del tatuaggio. Tutto ciò per promuovere il tatuaggio come forma d’arte di alto livello, in quanto una delle più antiche della nostra storia. In questi tre giorni d’arte ci saranno spettacoli con acrobati, pole dance, burlesque, Dj e band musicali.

Il programma della manifestazione Caserta Tattoo Convention:

Primo giorno
10:30 — Ingresso Artisti ed Espositori
13:00 — Inaugurazione Convention
13:30 — Apertura al pubblico
15:00 — Visione partita Europei Italia-Svezia
15:30 — Iscrizione al contest “Best of the Day”
16-19 — Disco con DJ
18:00 — Esibizioni Burlesque gruppo Napoli
19:30 — Chiusura contest “Best of the Day”
20-22 — Si esibiranno le band seguenti: Brand New Punch; Il Malpertugio; Nebulae; Madness Circus; Teverts.
22:15 — Premiazione “Best of the Day”
00:00 — Chiusura Convention e arrivederci al giorno dopo.
         

Secondo Giorno
10:30 — Ingresso artisti ed espositori
12:30 — Apertura al pubblico
14:00 — Gara bodypainting
14:30 — Iscrizione al contest “Best of the Day”
15:30-19:30 — Disco con DJ
18:00 — Esibizioni Burlesque Napoli
19:30 — Chiusura contest “Best of the Day”
20-22:30 — Esibizioni musicali con 5 band, la 1ª di fama internazionale: Fall Of Minerva, Damn City, As Mercy Comes, Disphere, Tidus Is Alive.
23:00 — Premiazione “Best of the Day”
00:00 — Chiusura Convention e arrivederci al giorno dopo.
         

Terzo giorno
10:30 — Ingresso artisti ed espositori
12:30 — Apertura al pubblico
14:30 — Iscrizione ai contest
16-19:30 — Disco con DJ
18:00 — Esibizioni Burlesque Napoli
18:30-22 — Esibizioni musicali con 5 band: One Shall Stand, Cemetery Drive, Da4th, Zero Eight One, Above The Trees.
22:30 — Premiazione dei contest: tradizionale (old school, new traditional), color, giapponese, etnico (Maori, tribale e simili), black e grey, realistico, best tattoo (Il miglior tatuaggio dell’intero evento)
23:30 — Chiusura Convention e arrivederci al prossimo anno.
         

Orari
17 Venerdì        13:00-24
18 Sabato         12:30-24
19 Domenica   12:30-23:30

Biglietti
Giornaliero   €12,00
Due giorni    €20,00
Tre giorni    €25,00
Parcheggio gratuito

Regolamento Contest
“Best in show”: questo contest premia il miglior tatuaggio eseguito durante i 3 giorni della convention. Quindi il lavoro in gara deve essere iniziato e portato a termine esclusivamente durante il periodo della convention.
Nelle altre categorie di contest, il tatuaggio col quale si partecipa, può essere già in lavorazione, ma per non più del 50% del lavoro completo, in quando la parte restante deve essere terminata durante la convention. Ogni tatuatore può partecipare a più contest, ma con diversi lavori, uno per ogni contest. Durante la premiazione dei contest non verranno menzionati gli artisti partecipanti, ma solo quelli vincitori.

Caserta: a Giugno prima Tattoo Convention was last modified: marzo 22nd, 2016 by L'Interessante
22 marzo 2016 0 commenti
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Poetry Slam
CulturaEventi

Poetry Slam, il 21 Marzo a Napoli

scritto da L'Interessante

Poetry Slam

“Non so che cosa sia la poesia,

ma so riconoscerla quando la

                  sento” 

        Housman

Nella giornata mondiale della poesia, Napoli canta versi.

 Dopo il grande plauso che continua ad ottenere in giro per l’Italia, il Poetry Slam arriva a Napoli per unire in un’unica voce, le vibranti sfumature della poesia. Ad ospitare la gentile competizione sarà Il tempo del vino e delle rose, rinomato ed elegante caffè letterario incorniciato nel ventre della città, al centro di Piazza Dante. A partire dalle 18.00 di questa sera, i poeti selezionati alterneranno sul palco esibizioni di massimo tre minuti, arbitro della gara sarà il maestro di cerimonia, scelto da Slam Italia, Paola Casulli. Lo slummer, per regolamento nazionale, sarà valutato da una giuria popolare scelta tra il pubblico presente all’evento.

Alla base della votazione oggettiva saranno applicati due imprescindibili criteri di valutazione:

 doti performative ed incisione del testo.

Il poeta che risulterà vincitore della serata, potrà concorrere alla gara di campionato nazionale fissata per il 18 giugno 2016.

Cos’è il Poetry Slam?

È una realtà ad eco nazionale che vanta radici lontane.

Sorge ,infatti, negli USA nel 1986.

In Italia è coordinata dai poeti Max Ponte e Bruno Rullo, che si avvalgono della collaborazione partecipata di referenti regionali, al fine di garantire  un progetto che sia il più concreto e lineare possibile. Mescolando la composizione poetica con la performance, Poetry Slam si sta rivelando un modo eccezionale di vivere la poesia, riscoprendo l’antico piacere della diffusione orale, e richiamando un’entusiasta attenzione  mai vista prima.

La poesia, dunque, non è morta, ha solo cambiato stile di vita.

Michela Salzillo

Poetry Slam, il 21 Marzo a Napoli was last modified: marzo 21st, 2016 by L'Interessante
21 marzo 2016 0 commenti
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felicità
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Giornata internazionale della felicità

scritto da L'Interessante

Giornata internazionale della felicità

“Buttate tutto all’aria, i cassetti, i comodini che c’avete dentro,

                                                                                                            vedrete che esce fuori, c’è la felicità.

                                                                                                                         Provate a voltarvi 

                                                                                                                         di scatto, magari la pigliate di sorpresa,

                                                                                                                                         ma è lì:

                                                                                                                             cercatela la felicità, tutti i giorni,

                                                                                                                                 continuamente.

Giornata internazionale della felicità

Come una primavera delle prioritarie opportunità   alla base del miglioramento del tempo per sé e gli atri, la giornata della felicità, diventa sinonimo di ricerca spirituale e non solo.

È una ricorrenza istituita dall’Onu nel 2012 e, come una festa sensibile, si celebra, ogni anno, il 20 Marzo. Si tratta di   un appuntamento che ognuno può intendere come vuole, purché sia uno spazio da riempire con tutte le cose, i verbi, le persone e le eccezioni alla regola che abbiano a che fare con la voglia di rinascita. È chiaro che lo stare bene è un concetto che non dovrebbe essere tradotto o sintetizzato in una cifra sul calendario, ma è altrettanto innegabile che -troppo spesso -dimentichiamo di passare al setaccio convinzioni sbagliate relative a ciò che crediamo di meritare.

La felicità è come un fiume, un mare da navigare, un esercizio a cui abituarsi: ci vuole coraggio e dedizione. A volte, per imparare a galleggiare, bisogna trattenersi l’acqua alla gola e tenere i piedi sul fondo, lasciare andare, piuttosto che arginare. Non è il quarto d’ora d’attesa dal dolore, ma la capacità di guardarla come fosse una parte del puzzle, un momento non detraibile all’esistenza.

A volte passa attraverso domande, altre invece , coincide con  una timida  certezza,  ma non dovrebbe mai fermarsi ad aspettarci negli altri: La felicità  ci deve appartenere, un qualcosa  che attraverso l’esterno, si faccia modellare o ritrovare quando scordiamo il suo indirizzo.

In un’epoca in cui tutto è diventato sinonimo di istantaneo, sembra un chimera la voglia di concedersi del tempo: è da lì che nasce la felicità, dalla voglia di andare lenti, dall’intelligenza di capire che quello che si conquista in maniera celere non può attraccare su territori fertili.

Un tempo non può esser  scandito  di ore felici, se scorre al netto della condivisione, come non può diventare  felice un amore, se è un corsa verso la compagnia di chiunque, anziché una scelta consapevole e graduale.

La felicità è anche qualcosa che non esiste più, è quello che invecchia dentro di noi e piano piano si allontana. È la certezza che le cose iniziano per finire e che non sempre, quando il momento arriva, è quello infelice. Bisogna lasciarsi accadere nelle trasformazioni per inseguire la felicità, perché è nella capacità di rinnovarsi che nasce l’idea di eterno: non si tratta di accontentarsi, bensì di capire che la metamorfosi ( anche quella personale)è molto più vera della staticità, e dunque molto più viva.

Che sia oggi o domani il nostro giorno felice, appuntiamoci il compito di riflettere sul fatto  che perdere tempo per noi stessi, a volte,vuol dire acquistarne nella vita degli altri: da questa verità allo squillare  del giorno sublime il passo è breve.

Michela Salzillo

Giornata internazionale della felicità was last modified: marzo 31st, 2016 by L'Interessante
20 marzo 2016 0 commenti
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Giornate Fai
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Giornate FAI in 400 città italiane

scritto da Roberta Magliocca

Giornate Fai

Tornano in 400 città italiane le giornate FAI. È una serie di due appuntamenti, quella organizzata dal fondo ambiente italiano, che apre il sipario su 900 luoghi della nostra penisola.

Il 19 e 20 Marzo saranno echi di preludio alla primavera della bellezza, origine da cui l’uomo stesso proviene e che, per circostanze talvolta inspiegabili, sembra non riuscire a preservarne le peculiarità.

È con questo spirito che saranno concesse al pubblico aperture straordinarie a chiese, musei, palazzi, ville, spazi naturali ed archivi storici. La corrente edizione, che battezza il ventiquattresimo anno della rassegna, avrà come tema cardine quello della mutazione. È un dato innegabile, infatti, la trasformazione geografica che, di generazione in generazione, ha travolto la   superficie e l’anima del nostro pianeta, così come diversi sono gli approcci   ad iniziative del genere.

Sono stati 8.500.00 gli italiani scesi in piazza, agglomerandosi in chilometriche file di attesa, che in questi ventitré anni hanno assistito allo spettacolo dell’Italia che ricomincia a splendere, se poi si tratta di un entusiasmo a tempo determinato sembra non essere rilevante.

La Campania, come dimostrato dalle opportunità fissate nel calendario delle iniziative regionali, non accenna a voler arrivare impreparata al ripetuto noviziato della riscoperta.

È giusto che anche le nostre province richiamino l’interesse a restituirsi un’identità storica ed artistica ben definita. Ecco, dunque, alcune delle irrinunciabili opportunità fra Caserta e Napoli:

La reggia di Caserta aprirà le porte a stanze restaurate, saranno visibili le suggestive collezioni Terrae Motus, una serie di opere attribuite a rinomati artisti del 900 che furono, secondo fonti note, commissionate in occasione del terremoto dell’Irpinia. Presenti anche 140 dipinti che finora avevano conosciuto vecchiaia negli scaffali dei depositi.  Previsto , fra gli itinerari più interessanti, un percorso negli spazi dei sottotetti ,per ammirare le tecniche architettoniche utilizzate da Vanvitelli, proprio lì, dove in quel periodo di conflitto mondiale si appostavano le truppe alleate per sorvegliare il monumento.

A Napoli, invece, saranno aperte le catacombe di San Gaudioso: un’atmosfera coinvolgente sintetizzata in una particolare mistura fra barocco e l’epoca paleocristiana.

Dal XVII secolo la zona fu chiamata “Sanità” perché ritenuta incontaminata e salubre, anche grazie a proprietà miracolose attribuite alla presenza delle tombe dei Santi.

Si narra che alla fine del 1500 i frati domenicani ospitarono la sepoltura di alcuni nobili napoletani, in quest’ ipogeo sarebbero infatti conservati  i loro crani; i rispettivi corpi furono affidati all’arte di Giovanni Balducci che ne ritrasse le pareti.

Non resta , dunque, che abbandonarsi a questo tintinnio di meraviglia e lasciarsi ammaestrare dallo stupore non solo di quello che siamo in grado di vedere, ma anche da ciò che siamo disposti ad immaginare oltre le canoniche alternative di aggregazione come in questo caso.

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)”.

Michela Salzillo

Giornate FAI in 400 città italiane was last modified: marzo 16th, 2016 by Roberta Magliocca
16 marzo 2016 0 commenti
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