Risorgimento Pop al Teatro Civico 14, nel cuore di Caserta
Uno spettacolo sull’Italia che non c’è, sull’Italia che non sorge, che anche se è risorta, è morta. Questo è lo slogan di Risorgimento Pop . Due preti in scena che non nascondono sin dal primo momento di essere due attori che pur di guadagnare la “pagnotta” , approfittano dell’anniversario dell’Unità d’Italia per vendere lo spettacolo e ottenere date . Questa mancata evangelizzazione è alla base dello spettacolo ed anche l’unico punto fermo . Con il passare del tempo la funzione didattica diventa la loro unica preoccupazione . La comicità da loro portata in scena è nuova, competente, funziona. Dal punto di vista drammaturgico è uno spettacolo che, seppur partendo da un tema adatto alle matinée scolastiche, tutto è tranne che semplice. Uno stile ben delineato, una drammaturgia vincente che presta un ritmo sfrenato allo spettacolo. La trovata regala, sempre dal punto di vista drammaturgico, un maggior spessore alla pièce: infatti la scelta è di raccontare al pubblico ciò che non è, evitando, così, di cadere nel banale o nel già detto. La regia presenta, così come la drammaturgia, picchi di sagacia seminati molto bene all’interno dello spettacolo, anche se tutti a sé, privi di raccordi. Il disegno luci coadiuva in modo netto la divisione di tutti i momenti dello spettacolo, tuttavia il tutto è fuorviato dal piazzato pieno. Daniele Timpano e Valerio Malorni donano al pubblico del Teatro Civico 14 una performance intensa ed efficace. Nella seconda metà si viaggia in una sorta di delirio che in taluni punti risulta confusionario e sporco. La scelta del finale ricade sul meno originale dei numerosi proposti negli ultimi di spettacolo, il ché fa perdere la tensione al pubblico. Vivete di teatro e fatevi vivere da esso.
Michele Brasilio