Fobie
Cari lettori interessati oggi parleremo della paura, quest’emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale. Sì, anche i nostri amici a quattro zampe la sperimentano e la vivono.
Lo faremo raggiungendo al telefono la Dott.ssa Sabrina Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale, Presidentessa SISCA (società italiana scienze del comportamento animale).
Dott.ssa Giussani grazie mille per aver accettato l’intervista. Cosa s’intende per paura? E per fobie?
Prego Luigi, è un piacere. La Paura è la più antica delle emozioni, una sorta di “pilota automatico” che induce il soggetto a realizzare una risposta di evitamento, fuga o aggressione. La paura serve a proteggere il cane da un eventuale pericolo.
La Fobia è una paura angosciosa e inspiegabile di qualcosa o di qualche evento in particolare. La Fobia induce una reazione non controllabile, esagerata e sproporzionata alla situazione nei confronti, per esempio, di un rumore (tuoni o botti).
Quindi la fobia induce un maggior senso di sofferenza nei nostri cani rispetto alla paura. Quali sintomi osservare come campanello dall’allarme in un cane fobico?
Quando il cane si trova esposto allo stimolo fobogeno può leccarsi il naso, dilatare la pupilla, ansimare, tremare, abbassare la coda e le orecchie, piangere o abbaiare, cercare di fuggire, nascondersi o aggredire per sottrarsi alla situazione che lo mette in difficoltà.
Che cosa fare una volta ricevuta diagnosi di fobie?
La fobia non è una malattia ma un sintomo. È necessario completare il quadro comportamentale del cane così da comprendere quali sono tutte le “fragilità” dell’individuo. La visita comportamentale consente al Medico Veterinario Esperto di emettere una diagnosi e una prognosi.
Esiste una cura per la fobia nei cani?
Certamente. L’intervento riabilitativo è progettato secondo il sistema famiglia interspecifico che abbiamo di fronte. Il focus non è sulla fobia ma sulla relazione tra i referenti e il cane. Le parole d’ordine, soprattutto all’inizio dell’intervento, sono “ti capisco, ti proteggo e ti aiuto”.
Che cosa bisogna evitare di fare per non peggiorare la situazione?
È necessario evitare di esporre il cane a ciò che lo mette a disagio fino a quando il sistema non avrà acquisito gli strumenti cognitivi per gestire la situazione. È fondamentale imparare a capire quando il cane è in difficoltà, rassicurandolo e allontanandolo dalla situazione.
Spesso i proprietari di un cane fobico si chiedono se l’introduzione di un cane in casa possa migliorare la fobia; cosa ci dice a riguardo?
Poiché ogni situazione è a se, è difficile generalizzare. Quando il cane adulto mostra una fobia, un cucciolo, soprattutto se timoroso, tende a imitarlo grazie all’apprendimento sociale. Così facendo il più piccolo potrebbe, una volta cresciuto, mostrare gli stessi sintomi del più grande! Ciò può accadere anche adottando un cane adulto. Per “migliorare” la fobia, consiglio di realizzare una visita comportamentale e un percorso riabilitativo prima di adottare un altro cane.
Ringraziamo la dott.ssa Giussani, per la squisita disponibilità e competenza.
Occuparsi dei nostri amici cani significa anche riconoscere in loro gli stati di disagio, e traghettarli verso un concreto concetto di benessere.
E l’amore non basta. E’ l’elemento necessario ma non sufficiente.
A volte ci vogliono medici, competenze, diagnosi, cure, rinunce e sacrifici.
Se c’è la paura, non c’è la felicità.
(Seneca)
Luigi Sacchettino