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Mirella Casale
CulturaIn primo pianoTv

Mirella Casale: l’insegnante che abolì le classi differenziali

scritto da L'Interessante

Mirella

Di Michela Salzillo

 

“Nessun bambino è perduto finché c’è un’ insegnante che crede in lui”

 Spesso certe verità si dimenticano, e allora è necessario andare indietro nel tempo, per capire chi le ha svelate e qual è stato il coraggio che le ha fatte conquiste. La scuola, oggi come ieri, è uno strano micro cosmo, fatto di mille contraddizioni e centinaia di bellezze. È un posto che non si aggiusta mai del tutto, c’è sempre qualcosa che stona, che funziona  malamente, che mescola le priorità rendendole confuse. È uno di quegli specchi che mette alla prova i passi avanti e costringe a chiedersi cosa è veramente cambiato e cosa, invece, continua a sapere di irrisolto. Il passato è pieno di insegnanti che hanno fatto del mestiere una missione, senza inseguire scopi diversi dall’educare, bambini e ragazzi, al futuro che si fa sperare e non temere. Mirella Antonione Casale è certamente una di quelle donne che ha insegnato la conquista all’ impossibile . Solo pochi giorni fa, sulla prima rete Rai, è andato in onda “La classe degli asini”, un film a lei ispirato, che ha raccontato in maniera semplice la lunga battaglia di chi le cose le ha cambiate davvero. Interpretato da Vanessa Incontrada, Flavio Insinna, Fabio Troiano e Aurora Giovinardi, il grande successo cinematografico  del regista Andrea Porporati ha dimostrato quanto di” buona scuola”, quella vera, si può e si deve ancora parlare.

Nel 1971 Mirella Antonione Casale volle, all’ inizio in maniera del tutto sperimentale, abolire le classi differenziali, concependo necessario che i bambini disabili si rapportassero con  tutti i loro compagni, senza più essere “catalogati” in aule dal ruolo secondario. Fu un progetto partito dalla scuola media” Camilio Olivetti” di Torino, dove la Casale era preside dal 1968. I risultati di quell’ idea, che all’epoca fu concepita come folle, furono ottimi, tanto che il suo operato si espanse  a macchia d’ olio fino a Roma. Nella capitale lavorò al fianco del sottosegretario Franca Falcucci, promotrice della legge del 1977 che prevedeva appunto l’integrazione dei bambini con disabilità nelle scuole, attraverso la figura dell ‘ insegnante di sostegno.

“Pensavamo a fare in modo che i ragazzi sentissero questo nuovo muoversi”  così ha parlato in un ‘ intervista, l’ oggi novantunenne, Mirella Casale. Fu un  percorso impervio il suo che certamente  incontrò parecchie difficoltà, alcuni genitori opposero alla novità da lei proposta  quella resistenza che viene fuori dalla paura del cambiamento. Un timore che la stessa Casale era in grado di comprendere, ma che indubbiamente fu capace  di trasformare in forza rivoluzionaria, complice anche e soprattutto l’esperienza strettamente personale che le  concesse di stare sia da un lato che dall’altro della barricata.

Mirella Antonione Casale: il coraggio di una madre

Mirella Antonione Casale aveva trent’anni quando sua figlia, Flavia, una bambina di appena sei mesi, si ammalò gravemente. Un ‘encefalite virale le procurò un coma ritenuto irreversibile, i medici, infatti, non le davano grosse speranze e la dimisero convinti di non avere altra soluzione. Fu da lì che la Casale cominciò ad imparare la speranza. A quelle parole di sconfitta non si arrese. Consultò un ‘altro pediatra, grazie al quale la bambina riuscì a salvarsi .  Nel frattempo, però, quella condizione di stallo forzato, procurò a Flavia  gravi danni al cervello. Sillabava solo alcune parole, era difficile interagire con lei, per questi motivi fu rifiutata da un sistema scolastico restio ad assumersi la responsabilità di un disagio piuttosto grave.

 È difficile pensare che l’esperienza di madre non abbia influenzato le scelte  dell’educatrice. È presumibilmente accettabile il pensiero  che la solitudine letta negli occhi di sua figlia, tutti i giorni, la sensazione  di impotenza e un composto senso di rabbia abbiano guidato i suoi rischi, azzardi  corsi per amore di tutti quei bambini che, come sua figlia, erano esclusi dalla vita con gli altri.

A cosa serve, oggi, raccontare di Mirella Antonione  Casale?

Quando la storia sembra  aver insegnato poco, quando  si parla di scuola rendendola sinonimo di precariato,  perdendo di vista l’emblema del suo ruolo, raccontare vissuti  del genere sembra inutile, tutto pare  avvicinarsi al passato, agli anni in cui certe cose neppure si immaginavano. È come se fosse un piacere vissuto a metà, la punta di un eroismo che si è trovato per puro caso a far capolinea nell’ ordinario, e che non può appartenerci veramente, ma non è così. Non deve esserlo. Ricominciare sempre, sui continui rattoppi non è facile, e la fiducia è un qualcosa di difficile da difendere dalle delusioni. Sono tante le madri che potrebbero chiamarsi Mirella, ancora oggi, per motivi diversi, certo, ma non meno degni di essere sottolineati. Sono quelle che, pur avendo la possibilità di accompagnare i propri figli a scuola devono lottare costantemente per rivendicare il diritto agli insegnanti di sostegno che, ce lo insegna la cronaca, quando ci sono, spesso, non vengono pagati a sufficienza per coprire l’ intero orario scolastico. Questo comporta che molti ragazzi con disabilità, pur non essendo inseriti  in una classe differenziale, perché la legge è non lo prevede più, spesso vivano la stessa sensazione di disagio. Siamo sicuri che sia tutto così come dovrebbe essere?

Mirella Casale: l’insegnante che abolì le classi differenziali was last modified: novembre 17th, 2016 by L'Interessante
17 novembre 2016 0 commenti
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donne
CulturaIn primo pianoTv

Donne pentite, un tempo regine

scritto da L'Interessante

Donne

di Maria Rosaria Corsino

Giovedì 10 Novembre alle ore 10 nella Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa la proiezione di alcuni estratti della serie tv “Camorriste”, prodotta da A+E Networks Italia e reduce da un grande successo di pubblico sui canali Sky Crime Investigation e History Channel, sarà l’occasione di un convegno sulle “Camorriste 2.0”, organizzato per avviare una riflessione multidisciplinare ed inter istituzionale sui nuovi ruoli delle donne all’interno delle organizzazioni di stampo camorristico.

Al convegno, organizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, l’Associazione di ex detenuti napoletani EX DON, la Fondazione Pol.I.S e la società di produzione televisiva Media Mediterranea, prenderanno parte Giuseppe Borrelli, coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Paolo Colangeli, autore della serie “Camorriste”, Nino Daniele, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli,Mariavaleria del Tufo, Pro Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa,Marco Demarco, direttore della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa”,Simona Di Monte, sostituto procuratore presso la Corte di Appello di Napoli,Geppino Fiorenza, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Pol.I.S,Pietro Ioia in rappresentanza dell’Associazione di ex detenuti napoletani EX DON,Sherin Salvetti, general Manager A+E Networks Italy, Isaia Sales, docente di Storia delle mafie al Suor Orsola e la scrittrice e regista Anne Veron.

La parola alle Donne

Donne che narrano in prima persona la propria storia, senza nessun filtro e nessuna mediazione, che offrono una visione narrativa del tutto nuova, facendo luce sul ruolo, ancora poco conosciuto, delle donne nelle organizzazioni camorristiche. La nuova serie tv di A+E Networks Italia (in onda su Crime Investigation e History Channel) ci offre l’occasione di indagare quattro universi femminili, quattro donne molto diverse tra loro, quattro regine dei clan, a volte madri, a volte figlie, a volte amanti di potenti boss, che hanno affiancato i propri uomini e li hanno poi sostituiti al comando della cosca quando se li sono visti portare via dalla giustizia.

Quattro donne di spicco della camorra raccontano la loro irresistibile ascesa all’interno del clan e ci offrono uno spaccato del tutto inedito delle motivazioni e dei meccanismi che spingono una donna ad assumere ruoli chiave nell’organizzazione criminale. Donne che hanno guidato interi clan, che hanno gestito traffici, droga, racket, rifiuti, appalti, che hanno deciso della vita e della morte, che hanno perfino ordinato omicidi e che, a volte, li hanno commessi in prima persona, ma sempre in nome e per nome della fedeltà e protezione dei propri cari e della propria famiglia.

Camorriste loro malgrado. Camorriste per nascita, per amore, per fedeltà ai figli, alla famiglia. Hanno vissuto ascese improvvise e rapidissime al comando di clan potenti e rispettati. Hanno governato, creato alleanze con altre donne, combattuto come leonesse per le necessità del clan, sono state tradite e hanno finito per tradire. Poi, un giorno, l’istinto che ha fatto loro scegliere la difesa degli affetti privati sopra di tutto e nonostante tutto, si è incrinato. Agguati, fughe, strazianti separazioni dai propri cari, fino all’unico approdo in grado di mettere fine a quell’esistenza criminale: l’incontro con la legge.

Donne pentite, un tempo regine was last modified: novembre 10th, 2016 by L'Interessante
10 novembre 2016 0 commenti
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dieci piccoli indiani
CulturaIn primo pianoTv

Dieci piccoli indiani, il successo di Agatha Christie su Giallo

scritto da L'Interessante

Dieci Piccoli indiani

Di Erica Caimi

Nell’anno in cui ricorre il quarantesimo anniversario della morte della scrittrice, Giallo manda in onda in prima tv assoluta la miniserie inglese tratta dall’omonimo libro di Agatha Christie, divisa in due serate domenica 6 e lunedì 7 novembre alle 21. “Dieci piccoli indiani”, “Ten Little Niggers” in UK, esce nel lontano 1939 e si rivela un successo assoluto, vendendo oltre cento milioni di copie in tutto il mondo. La BBC ci regala un’ottima trasposizione televisiva del grande capolavoro, grazie a un cast di altissimo livello e una scrittura precisa, ponderata, ma di grande effetto. In UK è stata trasmessa in tre parti da BBC One, per celebrare i 125 anni di Agatha Christie, ed è stato visto da oltre sei milioni di telespettatori. Anche oltreoceano ha incassato gli apprezzamenti del pubblico.

Interpreti e sceneggiatura di “Dieci piccoli indiani”

La sceneggiatura di “Dieci piccoli indiani”, in UK “And Then There Were None”, è opera della talentuosa Sarah Phelps, il cui curriculum sfoggia importanti collaborazioni di scrittura per il teatro nella Royal Shakespeare Company e per il piccolo schermo. Il suo adattamento televisivo coglie in pieno l’intento del romanzo di Agatha Christie e, come il libro, è in grado di trasmetterlo: lo spettatore, immedesimandosi con lo stato d’animo dei personaggi, si sente addosso il peso dell’angoscia, dell’attesa, della disperazione e percepisce quell’opprimente sensazione claustrofobica data dalla consapevolezza di trovarsi in un luogo dal quale non si può scappare. E’ percepibile la cura al dettaglio, sia scenografico sia delle interpretazioni che risultano misurate, ma di grande effetto.

Nel cast figurano, infatti, interpreti di notevole importanza che danno una lezione di grande teatro inglese, tra questi ricordiamo: Douglas Booth (Great Expectations, The Riot Club),  Charles Dance (Game of Thrones, The Imitation Game), Maeve Dermody (Black Water, Beautiful Kate), Burn Gorman (The Dark Knight Rises, Torchwood), Anna Maxwell Martin (The Bletchley Circle, Death Comes to Pemberley), Sam Neill (Peaky Blinders, The Tudors),  Miranda Richardson (Mapp & Lucia, Parade’s End), Toby Stephens (Black Sails, Jane Eyre), Noah Taylor (Peaky Blinders, Game of Thrones) e Aidan Turner (Poldark, The Hobbit Trilogy).

Dieci piccoli indiani: sinossi

Ambientato nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, “Dieci piccoli indiani”, segue le vicende di dieci personaggi, sconosciuti tra loro, ciascuno con un torbido passato, che vengono contattati e riuniti dai coniugi Owen in una sperduta isola vicino alle coste del Devon, nel sud dell’Inghilterra. Dopo una prima cena in attesa dei misteriosi padroni di casa che nessuno ha mai incontrato, una voce proveniente da un grammofono ed amplificata per tutta la casa elenca i nomi di tutti i presenti e rivolge loro tremende accuse, inaugurando una lunga e straziante catena di omidici. Uno dopo l’altro vengono assassinati secondo modalità diverse e in scenari differenti, ma ben congeniati. Nel frattempo, il tempo peggiora e si ritrovano tutti bloccati, lontani dalla terraferma, senza via di scampo in balia dei nefasti eventi. L’angoscia danza sulle note della filastrocca appesa in ogni stanza, che comincia con “Dieci piccoli Indiani” , “Ten Little Soldier Boys” , prosegue con un verso sempre diverso fino a “…non rimase più nessuno”, “And Then There Were None”. Sull’isola niente è come sembra e abbattuta l’apparenza, ognuno dei personaggi deve fare i conti con il proprio macabro passato.

Dieci piccoli indiani, il successo di Agatha Christie su Giallo was last modified: novembre 8th, 2016 by L'Interessante
8 novembre 2016 0 commenti
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Alessia Macari
CulturaIn primo pianoTv

Grande Fratello Vip: vince Alessia Macari

scritto da L'Interessante

Alessia Macari

Di Vincenzo Piccolo

Mancava poco all’una quando la Blasi legge il verdetto, in diretta su Canale 5, che dichiara vincitrice della prima edizione del Grande Fratello Vip, la ciociara, Alessia Macari.

L’Irlandese di origini ciociare è nota al pubblico italiano per la sua partecipazione nel game-show di Paolo Bonolis “Avanti un altro”, che la vede appunto nelle vesti della “Ciociara”. Ovvero una simpatica ragazza che interviene nel gioco leggendo, e cantando, alcune domande, nel colorito dialetto della sua terra d’origine.

 

Eletta prima finalista dal pubblico, Alessia è arrivata al duello diretto con Gabriele Rossi

 

Molto amata dal pubblico, con diversi milioni di Followers sui principali social-network, Alessia è arrivata in finale quasi subito. Nella serata di ieri, insieme a lei c’erano Valeria Marini, Stefano Bettarini, Laura Freddi e Gabriele Rossi che ha battuto al televoto nel duello finale, risultando vincitrice.

A festeggiare nello studio, insieme a lei,c’erano tutti gli ex-concorrenti oltre ad Alfonso Signorini, opinionista indiscusso di questa edizione del GF Vip, e “la Capitana” Ilary Blasi.

Si conclude così la trasmissione più trash della televisione italiana, che ci ha fatto rivedere il concetto stesso di “VIP”. Dandoci la possibilità di capire che,tra un “bacio stellare” e uno “scolapasta”,non è tutto oro quello che luccica.

Grande Fratello Vip: vince Alessia Macari was last modified: novembre 8th, 2016 by L'Interessante
8 novembre 2016 0 commenti
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Guerra
CulturaIn primo pianoTv

Guerra e Pace: un classico in tv

scritto da L'Interessante

Guerra

di Maria Rosaria Corsino

Lev Tolstoj è ancora oggi uno degli autori più famosi al mondo.

Insomma, chi almeno una volta non ha sentito nominare uno dei suoi capolavori, soprannominati anche “mattoni”?

Parliamo di romanzi come Anna Karenina e Guerra e Pace, che più volte il cinema ha cercato di riprodurre (alcune volte anche con discreto successo).

Anche se ridurre un testo di circa duemila pagine a una pellicola di due ore è un lavoro abbastanza arduo!

E così la BBC proprio nel 2016 ha mandato in onda una miniserie di sei puntate ispirata al mastodontico “Guerra e Pace”.

L’ambientazione è quella di una fredda e povera Russia a inizio Ottocento, massacrata dalla guerra e dall’avanzata napoleonica.

Guerra e Pace: la trama

Alle grandi battaglie della storia (Austelitz, Borodino, Campagna di Russia) si intrecciano le storia di due famiglie aristocratiche, i Rostòv e i Bolkonski con i protagonisti Natasha e Andrei i quali vivono una tormentatissima storia d’amore, mai equiparata dagli scrittori dei secoli successivi.

Con ambientazioni da favola, come la sala da ballo dello zar, con crude scene di battaglia, la BBC ha reso accessibile un’opera che se rimasta solo sui libri, purtroppo, non può mai essere abbastanza apprezzata.

La visione è assolutamente consigliata, soprattutto per la numerosa presenza di gentiluomini in divisa.

 

Guerra e Pace: un classico in tv was last modified: ottobre 24th, 2016 by L'Interessante
24 ottobre 2016 0 commenti
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Pamela prati
CulturaIn primo pianoTv

Pamela Prati al Grande Fratello Vip: capricci da diva

scritto da L'Interessante

Pamela Prati

Di Michela Salzillo

Se la scorsa settimana eravamo occupati a sdegnarci per le battute sessiste di Clemente Russo, un dire che gli è costato la squalifica dalla prima edizione del Grande Fratello Vip, stamattina, i riflettori dell’opinione pubblica si stanno ancora abituando alla sfuriata della showgirl Pamela Prati

La quarta puntata del reality, che ha incoronato il format a record stagionale, è stata segnata dall’espulsione dell’ex primo volto del “Bagaglino” che, dopo settimane di avvisaglie inutili e richiami all’ordine superflui da parte della produzione, si è consumata nel peggiore dei modi.  Da quando aveva varcato la soglia della porta rossa più famosa d’ Italia, la Prati si era mostrata continuamente intollerante: lamentando seri problemi di claustrofobia, aveva accettato con riserva la regola che le imponeva, per la prima settimana, l’alloggio forzato nella cosiddetta cantina. Lo spazio adiacente alla “casa dei privilegiati” non era di certo confortevole, oltre che poco arioso, così la soubrette aveva pensato bene di infuriarsi, promettendo di andarsene non appena fosse stato possibile. Era andata avanti per due settimane col “gioco della margherita”, esco o non esco, facendo sballottolare anche chi con lei era costretto a vivere 24 ore su 24. Neanche dopo essere stata trasferita nell’altro ambiente la situazione era cambiata, anzi, è addirittura degenerata. Niente regole per Pamela, che ha vissuto secondo le sue, fino all’ ultimo momento: toglieva il microfono, non rispettava gli appuntamenti nel confessionale e, ignorando ogni voce che la ammonisse, aveva addirittura messo piede fuori dalla casa senza autorizzazione. Proteste su proteste, silenzi e isolamenti erano diventati insopportabili per tutti. L’ unica coinquilina veramente solidale con i suoi capricci, a metà tra l’infantile e una “prima donna” dalla viziosità facile, era stata la collega ed amica Valeria Marini, anche se pure per lei gli ultimi giorni vissuti insieme alla Prati sono stati molto difficili. Durante la settimana, l’atteggiamento irreverente della signora Pamela ha rasentato il limite, facendo perdere la pazienza persino agli autori del programma che, fino a ieri sera, avevano sempre assecondato il comportamento poco rispettoso della concorrente. Si sa, certe cose fanno ascolti, e in programmi di questo tipo più sei fuori dalle regole, maggiore diventa l’attenzione di chi ti segue. In fondo, spiare le noiose giornate di persone ben educate non risulta poi così allettante, sarà perché la routine senza colpi di scena è molto simile a quella dello spettatore, che va alla ricerca di novità, o per la tendenza all’ inciucio che ci contraddistingue, fatto sta che quando c’è aria di tensione e di scontro siamo sempre in prima linea. A dimostrarlo è lo share registrato ieri nel momento in cui la Prati era intenta a dare di matto: 23, 3% i punti regalati alle sue urla, al microfono sbattuto per aria, al saluto negato agli altri concorrenti e alla pretesa che qualcuno, dopo averla squalificata per cattiva condotta, le chiamasse un taxi e le portasse le valigie. Tutto questo dettando la legge di non essere ripresa dalle telecamere, perché a deciderlo è lei, pure stavolta. Dopo l’ennesimo scatto, nessuno si sarebbe aspettato che arrivasse in studio per i commenti, invece è stata un’occasione che non si è fatta scappare. Ripetendo il mood che prevede la fase del vittimismo, dopo l’aggressività ingiustificata, la Prati, arrivata in studio, ha dichiarato:

“Ho voluto combattere questo mostro che mi soffoca. Io non prendo l’ascensore, non prendo l’aereo. Quella cantina mi soffocava. Il ‘Grande Fratello Vip’ mi lascerà forza. Chi soffre di questa patologia deve combattere, non deve stare a casa ferma. Una volta vince lui e tre volte vinco io. In casa ero spontanea, istintiva, come si fa a frenare l’istinto”.

A non essere d’accordo con le parole della showgirl, Alfonso Signorini, che, in un botta e risposta secco, ha controbattuto:

Nella casa non ho visto la persona che conoscevo da tanto tempo. Ci sarebbe stato un modo più elegante per uscire dal programma. Chi sei per dire: “Chiamatemi un taxi e portatemi le valigie. Ma chi sei? Erano parole vuote? Allora è meglio se stavi zitta”.

A questo punto, la Prati, non potendo accettare che qualcuno le intimasse di tacere, mentre lei, stando alle sue regole, possiede l’autorizzazione per mandare a qual paese chiunque con la scusa della sincerità, ha cominciato ad aggredire l’opinionista, ma a placare gli animi ci ha pensato la conduttrice. Ilary Blasi, infatti, ha creduto bene di calare la nota del programma sulla storia triste appartenuta all’ infanzia dell’ex concorrente. Un vissuto in collegio, lontano dalla madre ed i fratelli, che per sette anni l’ha costretta ad una vita difficile. Triste realtà e belle lacrime che, in un lampo, hanno spazzato via tutto il resto. È normale, di fronte alle tragedie tutto diventa relativo, ma allora potrebbe tranquillamente diventare passabile qualsiasi? Se chi soffre, deve essere giustificato, allora vuol dire che più o meno tutti, da domani, potremo alzarci dal letto e agire come caspita ci pare. Tante l’importante è essere spontanei.

Pamela Prati al Grande Fratello Vip: capricci da diva was last modified: ottobre 11th, 2016 by L'Interessante
11 ottobre 2016 0 commenti
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Tu sì que Vales
CulturaIn primo pianoTv

Tu sì que Vales contro il femminicidio: tutti gli uomini dello studio al grido di “Se questo è un uomo, io non sono un uomo” – IL VIDEO

scritto da Roberta Magliocca

Tu sì que Vales

Di Roberta Magliocca

Quando l’intrattenimento si veste di serietà sociale e grida al mondo le sue ingiustizie, senza sembrare fuori luogo o fuori tema. 

E’ successo a Tu sì que Vales la scorsa puntata

Su quel palco tanto amato e seguito dagli italiani, ne passano davvero di tutti i colori. Cantanti, ballerini, acrobati, attori, italiani e stranieri. Ma anche personaggi alquanto improbabili, che strappano un sorriso durante i numerosi siparietti che vedono protagonisti i padroni di casa: Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudi Zerbi e il nuovo giudice Teo Mammuccari, sotto gli occhi vigili di Mara Venier e dei presentatori Belèn Rodriguez e Simone Ruggiati.

Poi, due sgabelli al centro del palcoscenico. E sullo schermo, una frase: “Se questo è un uomo”. Una ragazza si appella al diritto all’esistenza. Perchè i fari accesi sulle donne che muoiono per mano di un uomo sono giusti, sono informazione e il cielo solo sa quanto abbiamo bisogno di informazione che diventi educazione ed infine prevenzione. Ma ci sarebbe una luce che andrebbe accesa su chi resta: i figli. Figli che diventano orfani in un colpo solo, come in un incidente aereo, salvo vederne i diversi destini: una mamma al cimitero, un papà in carcere. E in questo caso non si parla solo  di lutto, ma di un intreccio di storie e legalità, di allontanamento e dolore.

Ed è solo uno sgabello occupato. Accanto a lei, ad occupare l’altro con lacrime che non si sanno trattenere, una donna che piange ancora – e sempre lo farà – una figlia diciannovenne che ha detto NO al suo e ragazzo. Un No che le è costata la vita.

Tutti visibilmente commossi, lasciano la parola a Maria De Filippi:

“Sarebbe bello se tutti gli uomini in questo studio dicessero <<Se questo è un uomo, io non sono un uomo>>“

E’ stato un attimo. I tre giudici e il conduttore raggiungono il centro dello studio, a ruota tutti gli uomini presenti in studio. Un microfono che passa di mano in mano e quella frase ripetuta una, dieci, cento volte. Se questo è un uomo, io non sono un uomo. E se gli appelli delle donne sono importanti, i messaggi che derivano dalla bocca e dal cuore degli uomini sono doverosi e ci fanno ben sperare per il futuro. Quel futuro che speriamo possa arrivare presto. Quel futuro in cui nessuna donna morirà più per un “no”.

Tu sì que Vales contro il femminicidio: tutti gli uomini dello studio al grido di “Se questo è un uomo, io non sono un uomo” – IL VIDEO was last modified: ottobre 10th, 2016 by Roberta Magliocca
10 ottobre 2016 0 commenti
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Disabili
CinemaCulturaIn primo pianoLibriMusicaTeatroTv

DISABILI in foto: il messaggio dei Vip – LE FOTO

scritto da L'Interessante

Disabili

Disabili

Di Vincenzo Piccolo

Partirà venerdì 7 Ottobre il progetto “Human faces. Art for life”, una raccolta fotografica di Sergio Goglia, parte dell’omonimo progetto sociale nato dalla mente di Ludovico Lieto e promosso dall’agenzia pubblicitaria “Visivo Comunicazione” coadiuvato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite. L’inaugurazione si terrà presso gli spazi del Loft del Pan di Napoli.

La mostra, che gode del patrocinio morale del Comune di Napoli, sarà in tour tra Napoli e New York tra il 2016 e il 2017. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e le istituzione sul tema della “disabilità”, ancora troppo poco trattato e affrontato, nonostante le tante problematiche che comporta. A fare da padrini e madrine sono stati alcuni rappresentanti del mondo del cinema,dello spettacolo, dell’imprenditoria e della moda, quali Ferzan Ozpetek, Lambert Wilson, Bill Goodson, Luisa Ranieri, Cristina Chiabotto, Fabio Fulco, Cristina Donadio, Roberto Faraone Mennella, Maurizio Marinella e Fausto Puglisi. Ad ognuno dei testimonial, il maestro Goglia, ha chiesto di lanciare un messaggio forte riguardante il tema degli scatti. Ne è risultato un prodotto forte e coinvolgente, che spinge lo spettatore ad un’analisi introspettiva sulla condizione umana della disabilità. A Palazzo Petrucci,il 6 Ottobre alle 18:30, ci sarà la vernissage della mostra, evento al quale si potrà prendere parte solo su invito. La serata sarà arricchita dalle degustazioni enogastronomiche di Lino Scarallo, chef stellato.

L’opera fotografica sarà visitabile fino al 16 ottobre presso il Palazzo delle Arti di Napoli. Per poi riprendere dal 19 ottobre al 30 novembre 2016, negli spazi del cortile cinquecentesco di Palazzo Caracciolo MGallery by Sofitel (via Carbonara, 112 – Napoli). Il progetto poi prenderà il largo, approdando oltre oceano in giugno 2017 a New York. Qui sarà ri-allestita in occasione della decima “Conferenza degli Stati Parte della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”.

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DISABILI in foto: il messaggio dei Vip – LE FOTO was last modified: ottobre 5th, 2016 by L'Interessante
5 ottobre 2016 0 commenti
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Clemente Russo e Stefano Bettarini
AttualitàParliamoneTv

Clemente Russo al tappeto: il gioco è bello quando dura poco

scritto da L'Interessante

Clemente Russo

Di Michela Salzillo

Il gioco è bello quando dura poco, ma a volte se non comincia diverte pure di più. Ad insegnarci il consiglio, l’ultima caduta di stile segnata dalla nuova edizione del Grande Fratello. Il programma in onda su canale cinque, che quest’anno ha voluto presentarsi al pubblico attraverso un format completamente rinnovato, sta diventando oggetto di discussione sempre più accesa. Le polemiche che continuano ad investire il gruppo Vip di questa prima edizione della nuova formula, non hanno nulla a che vedere con coppie più o meno scomposte, men che meno con baci rubati sotto i piumoni mentre la telecamera di troppo ne spia lo stampo. Le facce lustrate della ribalta e l’addominale raggrinzito di presunti famosi del passato o del presente, ci stanno offrendo un triste spettacolo che, senza mezzi termini, rappresenta lo spaccato di una società non tanto differente dal contesto. A far parlare di sé sin dalla prima puntata è stato il pugile pluripremiato di Marcianise, Clemente Russo. Dopo la delusione delle appena trascorse olimpiadi, il Tatanka nazionale aveva voluto rimestare le carte e andarsi a stendere sotto l’occhio pettegolo del parente più piccolo del biscione. Solo una settimana fa, lo sportivo della provincia casertana aveva collezionato uno dei rimproveri, oseremmo dire, più scontati per questa società dal passo zoppo. L’accusa che gli era stata assegnata può essere sintetizzata in un termine innocente dal neologismo offensivo. Galeotto fu il “friariello”, e non certo in cucina. Russo, infatti, in una delle serate di caciara nel giardino della casa, aveva utilizzato la metafora suddetta per sottolineare a ‘ mo di scherno, l ‘omosessualità del coinquilino Bosco Cobos. Un divertere di cattivo gusto, il suo, che aveva meritato un’ammonizione, archiviata, senza troppo stallo, con le scuse a tutti i gay d’ Italia. Era stato perdonato persino dal concorrente offeso, che aveva voluto riconoscere nell’atteggiamento denigratorio a suo carico un ‘incoscienza da compatire. Scampato il pericolo, però, a neppure una settimana di distanza, l’associazione amichevole Russo Bettarini fa un auto goal su cui neanche i più magnanimi hanno abbassato lo sguardo ed il giudizio.

La scorsa puntata del reality, infatti, ha calato il sipario di benvenuto con toni parecchio mesti da parte della conduttrice Ilary Blasi, che con un affrettato tono dissociante ha dichiarato:

“Il televoto previsto per questa settimana è stato annullato, le ragioni ve le spiegheremo tra poco[…]  Con Stefano Bettarini e Clemente Russo dovremo, questa sera, affrontare un tema molto delicato. Sto parlando di qualcosa che è accaduto nei giorni scorsi all’ interno della casa, che ha provocato grandissimo clamore fuori. Durante una chiacchierata notturna, sono state dette cose molto gravi che hanno leso la dignità di tante persone.”

A confermare quanto detto dalla conduttrice, arriva subito un documento auto video, che ritrae i due sportivi in un ‘accorata confidenza, che se da un lato riguarda la vecchia relazione di Bettarini con  Simona Ventura, dall’altro diventa lo spazio per declinare una lista di donne con cui il calciatore fiorentino avrebbe intrapreso scappatelle prima e durante il matrimonio. Il fare con cui tale vicende vengono raccontate appare, sin dal primo momento, parecchio spocchioso, tanto da fare infuriare anche il giornalista di gossip, spalla destra della Blasi, Alfonso Signorini.

“Tu sei un padre di famiglia e ti posso assicurare che la tua lista della spesa non è stata né intelligente né a favore dei tuoi ragazzi. Sei un po’ un buschero, io ti conosco anche fuori dalle telecamere. Le donne non sono da collezionare come figurine in un album  con l’amico di turno. Non ci bastano neanche le scuse, devi cambiare atteggiamento. Il tempo delle guasconate è finito”.

Neppure un minuto di troppo  per  ascoltare il copione di rammarico, parecchio indotto e poco scontato, che l’attenzione si sposta su Clemente Russo

Il pugile, che mentre aspettava la possibilità di prendere parola non riusciva a riconoscere alcuna cattiva condotta in quanto detto da lui e il suo collega di giochi, verrà completamente colto di sorpresa quando riceverà la notizia di una querela in atto, inviata a suo carico dalla Ventura. L ‘ex moglie di Bettarini, sentendosi offesa da un ‘espressione sessista dichiarata dal pugile marcianisano ha coinvolto addirittura il ministro Orlando. Una decisione forse esagerata, ma che le ha permesso di ottenere la giusta attenzione sul caso, tanto da sollevare un polverone mediatico, che ha costretto la dirigenza del reality a squalificare Clemente Russo dai giochi. A sua discolpa, un commento dai toni delusi che, probabilmente, rappresenta il vero motivo di tanto clamore. “Diciamoci la verità, se fossimo stati al bar,quelle parole le avremmo comunque dette. Tra uomini questi discorsi si fanno.”

Vero, certo. Ma magari se questa verità venisse lavorata per appartenere al passato staremmo parlando di altro. Probabilmente, come riconosciuto da molti, Clemente Russo non è in grado di torcere capello neppure alla calvizie, ma non è questo il punto. Purtroppo se sei un personaggio pubblico, non puoi godere della riscossa senza accollarti eventuali errori. Quando diventi un simbolo di riscatto sociale. come la sua storia racconta, sai che sei emulato con frequenza, e non soltanto in palestra di fronte ad un sacco con cui fare a pugni.

 Questa società non ha bisogno di scivoloni del genere, non se li può permettere. Proprio perché c’è ancora chi, al bar, con superficialità, considera la donna l’oggetto da linciare in caso di tradimento, mentre, per la stessa condotta, esalta l’ uomo che la mette in atto, conferendogli la medaglia di sciupafemmine d’eccellenza. Di fronte a questa inquietante verità, gli inchini e i mea culpa di scena sono un’ inutile finzione.

Clemente Russo al tappeto: il gioco è bello quando dura poco was last modified: ottobre 4th, 2016 by L'Interessante
4 ottobre 2016 0 commenti
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Un posto al sole
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Un posto al Sole: buon compleanno!

scritto da L'Interessante

Un posto al sole

Di Michela Salzillo

Sono in arrivo novità   interessanti per i fedeli spettatori di “Un posto al sole”!

 La soap opera più famosa di Rai tre, che lunedì 26 settembre ha raggiunto le 4586 puntate, festeggia i suoi vent’anni annullando per quattro episodi   il sabato sabatico previsto dalla programmazione ordinaria. Dal 1996, anno in cui andò in onda il primo episodio della fiction partenopea, vantando un primato di produzione interamente italiano, l’appuntamento con gli appassionati è sempre stato dal lunedì al venerdì, durante la fascia oraria che, mediamente, oscilla fra le 20,35 e le 21,00, variazioni comprese.

La novità è stata annunciata da Ilaria Lazzarin, conosciuta anche come Viola Bruni, personaggio a cui, l’attrice di Busto Arstizio, è particolarmente legata da quando ne interpreta vesti e abitudini proprio all’ interno della soap

“Il 21 ottobre, Un posto al sole compie 20 anni!

 Prodotta dalla Rai di Napoli, Raifiction e Fremantle, è finalmente record italiano. Per farvi un regalo,  dal 1 ottobre, per quattro  Sabati, su Rai tre, alle 20:10  partirà una lunga serie di puntate speciali, piene di ricordi”

Dal messaggio dell’attrice non è difficile capire che si tratterà di un tuffo nel passato, un rewind di vecchi episodi che sicuramente toccheranno il cuore dei nostalgici e dei più affezionati.

Un posto al sole: la prima soap che unisce temi rosa a storie di cronaca nera

A differenza delle altre soap opera che trattano soprattutto temi rosa, quando “Un posto al sole” arriva in tv, attraverso un formato del tutto originale, rappresenta una delle principali novità in materia, perché accende i riflettori su di un intreccio che fa rapportare, per la prima volta in Italia, storie di cronaca nera, incentrate su problemi sociali, con vicende comiche e a sfondi surreali. In questo modo gli attori hanno avuto modo, sin dal primo ciack, di cimentarsi in mille parti e situazioni diverse, pur interpretando lo stesso personaggio.

 Tra le varie vicende di questa soap, infatti, ci sono anche casi tipici delle serie poliziesche, come omicidi, rapine, sequestri di persona e storie di camorra. Una soppressione di vita quotidiana, leggermente romanzata, che ha senz’altro contribuito a diffondere l’ immagine di Napoli nel resto della penisola.

Un posto al Sole: buon compleanno! was last modified: settembre 27th, 2016 by L'Interessante
27 settembre 2016 0 commenti
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