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Officina Teatro

La Sirenetta
CulturaIn primo pianoTeatro

La Sirenetta ad Officina Teatro

scritto da Roberta Magliocca

La Sirenetta ad Officina Teatro.

“Tu non puoi vivere nel suo mondo e lui nel tuo….”
“Esisterà un altro mondo per noi. Non sarà fatto nè di acqua nè di terra…”

Di Roberta Magliocca

Seduti a specchio, di fronte ad un palco che – pur senza acqua – è mare e terra, giorno e notte, sole bollente e luna maledettamente imponente. 

Officina Teatro porta in scena La Sirenetta | Il Mondo di Sopra, liberamente ispirato all’omonima fiaba di H.C. Andersen

Con Monica Zuccaro, Rita Pinna, Patrizia Bertè, Gino Cinone, Maria Macri, Arianna Cioffi,  per l’ideazione e la regia di Michele Pagano, ci si spinge nella profondità dell’oceano per poi risalire la riva alla ricerca di quell’anello che unisca ciò che è separato per natura o convenzioni sociali. E come spesso in teatro, ciò che accade di concreto sul palcoscenico è foriero di interiorità scossa da interrogativi grandi come l’amore, l’amicizia, la famiglia.

E il coraggio. Quello che da solo può smuovere i mondi lontani, rinnegare la sicurezza di una vita che si continua perchè la si conosce, in favore dell’ignoto con tutti i rischi che ciò comporta.

Cosa ci spinge in avanti, dunque? Quella sana follia che ci porta a colmare vuoti e lontananze, ad avvicinarci alle differenze per ribaltarle e sanarle. Anche quando tutto, intorno a noi, ci fa notare l’impossibilità di tale atto.

L’impianto favolistico lascia il posto alla realtà del sentimento umano, con tutte le sfumature che esso reca con sè. E se da Andersen in poi, svariati autori hanno tentato – nel finale dell’opera – di superare, anche magicamente, le differenze nell’ottica del lieto fine, nella produzione di Officina Teatro La Sirenetta resta in scena con un finale aperto, tra mare e terra, tra chi sceglie il rischio e chi la sicurezza di una realtà che è meglio non forzare. Senza giudizi, lasciando allo spettatore la propria strada per un’interpretazione quanto più vicina alla propria idea di vita. Marina o terrestre che sia.

La Sirenetta ad Officina Teatro was last modified: gennaio 16th, 2017 by Roberta Magliocca
15 gennaio 2017 0 commenti
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Campania
CulturaIn primo pianoTeatro

CAMPANIA ACTOR STUDIO presenta “Alice / La Meraviglia”

scritto da L'Interessante

Campania Actor Studio

“CAMPANIA ACTOR STUDIO”

presenta

“Alice / La Meraviglia”

Mercoledì 30 novembre ore 22.00 – Piazza Campania

Si terrà mercoledì 30 novembre la prima della pièce teatrale del Campania Actor Studio. Una sceneggiatura sperimentale ideata sulle peculiarità degli spazi del Centro Commerciale Campania e sulle caratteristiche degli aspiranti attori protagonisti del progetto, per la regia di Michele Pagano.

Il Centro Commerciale Campania lo scorso aprile ha avviato il Campania Actor Studio, un percorso laboratoriale di recitazione. Alle selezioni hanno partecipato oltre 200 persone ma solo 20 sono state selezionate per il progetto da una giuria composta da Francesco Paolantoni, Massimiliano Gallo e Lucio Caizzi. I 20 attori hanno seguito un percorso intensivo di formazione con inizio in aprile per potere girare 10 puntate di una web serie e realizzare uno spettacolo teatrale.

L’idea nasce dalla volontà di far emergere le potenzialità del territorio attraverso l’incontro tra affermati professionisti del settore con giovani talenti, ma anche ispirare coloro i quali non si sono ancora avvicinati all’arte della recitazione e spingerli a ricercare il proprio potenziale espressivo, emozionarsi ed emozionare.

Mercoledì 30 novembre dalle ore 22.00 questa idea prenderà forma in una Piazza Campania nella quale il pubblico non sarà solo spettatore ma nella rappresentazione in cui salteranno i canoni classici della dalla tradizionale impostazione palcoscenico vs platea.

“Alice / La meraviglia”, liberamente ispirata alla celebre opera di Lewis Carrol, è una produzione del progetto Campania Actor Studio con la regia di Michele Pagano anima di Officina Teatro, una consolidata realtà della provincia di Caserta che si caratterizza per l’offerta di produzioni artistiche sperimentali di qualità e innovative. 

Plot: Se Lewis Carroll un giorno decide di prendere dei fogli di carta, una penna e di partorire Alice un motivo scatenante ci sarà stato. Alice diventerà poi un mito, un’immagine emblematica e poetica allo stesso tempo, che verrà contrassegnata, nell’immaginario collettivo, come quella ragazzina bionda e l’abito azzurro che, trascinata da un coniglio, riesce finalmente a vivere immaginando “ben sei cose impossibili al giorno”. Forse, l’intento di Carroll era proprio quello di spingere i propri lettori a chiudere gli occhi e a sognare senza remore e limitazioni. E allora ispirandoci a lui si può ricercare la nostra meraviglia in un centro commerciale, fantasticando tra le scale mobili e gli ascensori, tra le vetrine dei negozi e i tavolini di un bar.

L’INGRESSO E’ LIBERO.

CAMPANIA ACTOR STUDIO presenta “Alice / La Meraviglia” was last modified: novembre 18th, 2016 by L'Interessante
18 novembre 2016 0 commenti
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Requiem
CulturaIn primo pianoTeatro

Requiem a Pulcinella ad Officina Teatro

scritto da Roberta Magliocca

Requiem a Pulcinella

Di Roberta Magliocca

Pulcinella, uno e trino. Nel nome del padre, del figlio e del nonno, della signora con le borse della spesa, della vecchietta in chiesa, di chi promette e dopo toglie, di chi brucia e avvelena, di chi brucia per protesta, di chi brucia per stanchezza.

Sul palco di Officina Teatro un pulcinella lontanissimo da castagnette e tarantelle, nessun abito bianco di purezza assoluta, ma un pulcinella sommerso dal puzzo della Terra dei Fuochi, avvelenato da chi? Da Pulcinella stesso.

Pulcinella, al secolo Damiano Rossi, in scena magistralmente coniuga parola e fisicità, in una danza dal tempo scuro, dalla morte certa. Ma è come se, cosciente della sua imminente dipartita, pulcinella vomitasse al pubblico la decostruzione dei luoghi comuni e della società così come ce la vogliono far bere: avvelenata ma ricoperta di zucchero. E la sua invettiva la vomita in una frase sola, durata tutto lo spettacolo.

Ed è qui la forza e l’originalità dello spettacolo: perché della Terra dei Fuochi sentiamo parlare da anni ormai, e continuamente da anni continuano a morirci sotto al naso parenti ed amori, amici e conoscenti, sconosciuti ma gemelli di un medesimo destino. E allora vuol dire che le parole che ci arrivano, così come le notizie, non sono quelle giuste. Damiano ha capito il valore della parola. Della parola non in quanto chiacchiera, ma portatrice di un significato univoco e solo, lontano dai modi di dire e dalle omertà.

E intorno alla parola ci ha costruito un intero spettacolo. Rimettendo il cappotto per uscire al freddo, fuori dal teatro ci si interroga sulle parole e sulla vicenda, sulla morte che si pensa essere l’opposto della vita, mentre è solo l’opposto della nascita. Ed è questo l’ultimo luogo comune smantellato. La vita non ha opposti. Non andiamole contro. Pensiamo di più alle parole. E comportiamoci di conseguenza.

Di una bravura che sconcerta i tre pulcinella in palcoscenico. Quella bravura che caratterizza chi fa teatro per comunicare e non per gli applausi. E a quel punto, però, gli applausi scrosciano lunghissimi, tanto da far uscire in scena gli attori trafelati più e più volte come è successo ad Officina Teatro. Lunghissimi e decisi, di quegli applausi che ti fanno male le mani. Eppure continui.

REQUIEM A PULCINELLA

di e con Damiano Rossi

turntablist Ivan Alfio Sgroi

coro, figure, tecnica Tommaso Renzuto Iodice

Requiem a Pulcinella ad Officina Teatro was last modified: novembre 14th, 2016 by Roberta Magliocca
12 novembre 2016 0 commenti
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Codice Nero
CulturaIn primo pianoTeatro

Codice Nero commuove Officina Teatro

scritto da L'Interessante

Codice Nero

Di Roberta Magliocca

Officina Teatro ha ospitato lo scorso weekend “ Codice Nero ”, di e con: Riccardo Lanzarone

Ce n’è tanta di storia, scritta a grandi lettere sui sediolini delle sale d’aspetto degli ospedali. E le persone sono diverse, capelli diversi, mani diverse, occhi spenti. La sofferenza è una. La stessa, quella inesorabile di un punto interrogativo per il futuro che ti corrode l’anima, che ti invade i pensieri.

Sediolini cuciti a doppio filo con quello a destra, quello a sinistra, quello dietro. Ancorati al pavimento senza possibilità di movimento. L’immobilità assoluta di chi vorrebbe stare ovunque, ma non lì.

Tocca a me? Timidamente la voce di Salvatore Geraci, ex artificiere siciliano, si fa sentire in una sala d’aspetto qualsiasi nel mondo. Ma non tocca a lui, ancora no. Seduto nella sala d’attesa di un ospedale, sul palco del teatro è rimasto poco più di un’ora. Eppure la sua voce è durata una vita intera.

Il lavoro, l’amore, gli amici, il soprannome, il matrimonio. E quella malattia che per i medici è bisturi, per il paziente terrore, per i parenti sofferenza.

Come una bomba pronta ad esplodere, l’ospedale ti lascia in quel limbo fatto di tutto e niente, asettica e pulitissima sensazione di freddo ed abbandono, crudele e feroce senso del vuoto.

Ma in scena c’è la musica e il ricordo di un passato da tenersi stretto se il futuro è ancora incerto. C’è la speranza e la bellezza di un sogno: quando esco spacco il mondo, mi riprendo la mia vita e sarò felice.

Riccardo Lanzarone le ha conosciute le sale d’attesa degli ospedali. Le ha conosciute per se stesso e per lo zio, Salvatore Geraci appunto, a cui è dedicato lo spettacolo.

E anche chi scrive, le ha conosciute. Ha visto troppo spesso, per quanto giovane, entrare qualcuno in sala operatoria e uscirne mai. E ancora oggi, in una continua cronaca che non accenna a fermarsi, una partita infinita di tennis ci mette davanti agli occhi il rimbalzo da una parte all’altra di colpe e responsabilità.

E se è vero che nessuno deve toccare Caino, una domanda continua a fare male: Abele, chi lo difende?

CODICE NERO

Di e con: Riccardo Lanzarone

Musiche: Giorgio Distante

Disegno luci: Michelangelo Volpe

Dipinto: Pietro Distante

Organizzazione: Giulia Maria Falzea

Costumi: Bianca Maria Sitzia

Assistente costumi: Lilian Indraccolo

Produzione: Cantieri Teatrali Koreja

Codice Nero commuove Officina Teatro was last modified: novembre 3rd, 2016 by L'Interessante
3 novembre 2016 0 commenti
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Codice
CulturaIn primo pianoTeatro

Codice Nero: 29 e 30 Ottobre ad Officinateatro

scritto da L'Interessante

Codice Nero

29 Ottobre ore 21:00
30 Ottobre ore 19:00

CODICE NERO

Di e con: Riccardo Lanzarone
Musiche: Giorgio Distante
Disegno luci: Michelangelo Volpe
Dipinto: Pietro Distante
Organizzazione: Giulia Maria Falzea
Costumi: Bianca Maria Sitzia
Assistente costumi: Lilian Indraccolo
Produzione: Cantieri Teatrali Koreja

Cosa succede quando un uomo qualunque è costretto a stare in ospedale?
Salvatore Geraci, ex artificiere siciliano, racconta la sua vita: un tempo sospeso e solitario fatto di silenzi, sguardi, speranze e abbandono. Codice nero viola l’intimità del paziente che aspetta il suo turno. L’attesa diventa l’anticamera perfetta di uno spazio personale dove rivelare chi si era prima della malattia e supporre come andrà a finire. Il tempo di attesa è indefinito e informe: il protagonista ci vive dentro in una costante altalena tra presente, passato e futuro. Si ricorda chi era e immagina chi vorrà essere.
Salvatore attende e non smette di chiedere: “Tocca a me?” Intanto prepara un fuoco d’artificio che deve esplodere in tempo o forse mai.
Cosa hanno in comune la sanità e la polvere da sparo?

Per info e prenotazioni
Officinateatro – Viale degli Antichi Platani 10 – 81100 San Leucio (CE)
Tel: 0823363066 – 3491014251
Mail: info@officinateatro.com
www.officinateatro.com

Codice Nero: 29 e 30 Ottobre ad Officinateatro was last modified: ottobre 27th, 2016 by L'Interessante
27 ottobre 2016 0 commenti
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Esilio
CulturaIn primo pianoTeatro

Esilio ad Officina Teatro

scritto da L'Interessante

Esilio

Di Luigi Sacchettino

15 Ottobre. È un sabato sera.  Ore 21:00.

Sono in ESILIO.

Sì, ad Officina Teatro.  La prima della prima “sulla natura delle cose”- stagione duemilasedici duemiladiciassette. Con la direzione artistica di Michele Pagano.

A condurmi in Esilio sono Serena Balivo e Mariano Dammacco, il quale ne ha curato anche ideazione, drammaturgia e regia.

Esilio racconta la storia di un uomo che viene licenziato senza troppa empatia e che si trova a dover affrontare un nuovo futuro fatto di incertezze ed ossessioni.

Quest’uomo non è solo. Gli fa visita l’incredulità:  “è forse uno scherzo? Lo scherzo è bello finché dura poco”.

Interviene  la rabbia, emozione che ricorda il valore di un uomo e ne risveglia la voglia di riscatto.

Poi arriva la tristezza, quella che fa pensare che è tutto finito, il parassita della forza. Forza di reagire.

Fa capolino un ottimismo surreale, che presto lascia il posto alla disperazione. Totalizzante.

Il soliloquio ossessivo e paranoico  del protagonista viene interrotto dalla sol voce della sua anima. E’ un’anima riflessiva,  che ha lasciato il corpo, e che si interroga sui molti dubbi esistenziali. E’ un’anima che nulla può.

Una climax ascendente di emozioni, che culmina in una denuncia alla paranoia- al complotto, complotto!- caratterizzata da diffidenza e sospettosità che spingono a interpretare le motivazioni degli altri sempre come malevole per la propria persona. Si dubita persino di se stessi, e di un quadro appeso in una stazione di polizia.

Lo spettacolo è condotto magistralmente da Serena Balivo, la cui presenza scenica è formidabile.

Il tono, l’intensità e le espressioni dell’anima- in una veste nero scintillante di Dammacco- arrivano dirette allo spettatore che nulla può. E’ un discorso tra anime.

Il testo è curato nei minimi particolari; i discorsi sono ricercati, i temi collegati. Emblematico è il colloquio con Dio, la cui esistenza viene sconfessata dalla più scientifica fisica quantistica, spiegata ironicamente con la presenza di un “gatto intermittente”.

Se volete viaggiare con la mente e le emozioni, andate in Esilio.

Esilio ad Officina Teatro was last modified: ottobre 19th, 2016 by L'Interessante
19 ottobre 2016 0 commenti
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stai
CulturaIn primo pianoTeatro

Stai a Officina Teatro: debutta OfficinaLab

scritto da L'Interessante

Stai a OfficinaTeatro

Stai a OfficinaTeatro

Sul palco due attori, giovani, bravi.
Debutta con loro la produzione OfficinaLab. Gerardo Benedetti e Stefania Remino mostrano al pubblico in sala tutti i problemi della relazione di coppia passando dal comico al drammatico con una facilità disarmante. La regia di Michele Pagano, gentile ed elegante nel far rivivere la storia dei due personaggi. La drammaturgia fresca e coinvolgente riempie gli spettatori con mille emozioni contrastanti. Una pièce piena di colori e sfumature.Gerardo Benedetti (Stu) elegante sulla scena e magistrale nell’interpretazione. Stefania Remino (Abby) interpreta con memorabile semplicità ed estrema poesia il suo personaggio mostrando grandi doti tecniche. I due insieme mettono in luce una  sinergia enorme e una complicità ottima. Lo spettacolo vince e convince.
Vivete di teatro e fatevi vivere da esso.
Michele Brasilio

Stai a Officina Teatro: debutta OfficinaLab was last modified: maggio 24th, 2016 by L'Interessante
24 maggio 2016 0 commenti
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stai
CulturaIn primo pianoTeatro

STAI una produzione OfficinaLAB

scritto da L'Interessante

stai

Sabato 21 Maggio ore 21:00
Domenica 22 Maggio ore 19:00

STAI
OFFICINALAB 2016
con Gerardo Benedetti e Stefania Remino
Regia Michele Pagano

“Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse… mille volte vorrei nascere per mille volte ancora morire”. Shakespeare nel lontano cinquecento parlava così di amore. Prima di lui e dopo di lui, una miriade di autori si sono avvicendati nel trattare il più antico e il più sentito rapporto della vita. Amore non corrisposto; amore travagliato o semplicemente amore. E come ogni buon Romeo e Giulietta che si rispetti, anche Stu e Abby si trovano coinvolti e travolti, improvvisamente, senza capire come e perché, in una storia. Nella loro storia. Un percorso tragicomico a tratti, che sviscera esattamente le fasi del rapporto di coppia. “Perché si litiga?”, si domandano. Risposte non facili da trovare da soli e allora meglio rivolgersi ai più acuti quiz di giornaletti trovati in giro nei supermercati. “Cosa vuoi?”, si chiedono. E allora meglio salvarsi in calcio d’angolo con un “quello che voglio io è quello che vuoi tu”. Pseudo-cervellotici ragionamenti sul capire il perché delle crisi di coppia. E ancora, frasi nascoste nei propri pensieri per mostrare sempre il muso duro all’avversario. Confusioni e litigi. Risate e lotte. Una storia piena che non può essere come le altre perché è la loro storia.


Per info e prenotazioni
Officinateatro
Viale degli Antichi Platani 10
81100 – San Leucio (CE)
0823363066 – 3491014251
info@officinateatro.com
www.officinateatro.com

STAI una produzione OfficinaLAB was last modified: maggio 20th, 2016 by L'Interessante
20 maggio 2016 0 commenti
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IL MIRACOLO
CulturaIn primo pianoTeatro

Il Miracolo torna ad Officina Teatro

scritto da L'Interessante

IL MIRACOLO

IL MIRACOLO – REPLICHE STRAORDINARIE
Sabato 7 Maggio ore 21:00
Domenica 8 Maggio ore 19:00

Laboratorio Permanente Ipotesi Espressive presenta
“IL MIRACOLO”

Da un percorso di scrittura scenica collettiva

Con Antonia Alberico, Marica Palmiero, Enrico D’Addio, Francesco Ruggiero, Gianluigi Mastrominico, Pierpaolo Ragozini, Concetta Del Vecchio, Martina Cariello, Cristina Alcorano, Eugenio Sorgente, Martina Esposito, Maria Macri, Andrea Di Miele

Assistente alla regia: Federica Pezzullo
Costumi: Pina Raucci
Regia: Michele Pagano

SINOSSI
Tredici sono gli abitanti di quel derelitto palazzo. Sarebbero gli unici se non fosse ancora viva la Signora Fiorenza. Una lotta interna per decretare un unico vincitore. Un unico prescelto. Ramazze come armi, sedie volanti e sgambetti a farne da padrona. C’è chi la butta sulla simpatia e chi sulla scelta dello smalto; chi prova a lucidare la casa e chi la distrugge; chi si nasconde e chi viene trovato. Una sola cosa è certa, ora che il Napoli lotta per lo scudetto, “la squadra dei Rivetti andrà a sinistra e quella dei Crispino a destra”, si scorciano le maniche pronti per il loro derby.

NOTE DI REGIA
Nel Sud Italia, di convenzione, è radicato l’affidamento alle sacre icone bibliche. Una tradizione che parte da un passato storico, laddove l’affidarsi ai più comuni “San Gennaro” diventa parte integrante di una società che vive spesso di stenti e spera avvenga un cambiamento, necessario per migliorare il proprio stile di vita. Paradossalmente spesso tale affidamento viene utilizzato anche nel gergo comune, scaramanticamente o come frase fatta. “Ci vorrebbe un miracolo” può rappresentare una delle più quotidiane esclamazioni che si possono sentire. Tale spunto, ci porta ad affrontare una tematica più ampia, laddove notiamo che l’affidamento “all’icona”, spesso, viene vissuto in pari passo rispetto alla totale cecità umana. Il miracolo viene scongiurato per vincere un montepremi e poter acquistare finalmente l’oggetto dei desideri; per riuscire finalmente a trovarsi collocati dall’altro capo del televisore disposto in salotto; per partire ed abbandonare tutto. La lotta è portata avanti al suon della cabala o di ricostruzioni di sogni passati; si tenta la fortuna o perché no, si spera di ricevere la lettera di qualche remoto e ignoto parente che lo dichiari erede di una qualche fortuna. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, una frase di Antoine de Saint-Exupéry forse abusata e ascoltata sin dall’infanzia ma indispensabile per noi per la chiave di lettura dello spettacolo. Difatti, ci siamo chiesti se, al raggiungimento di quell’inaspettato miracolo, tale cecità riuscisse a svanire davanti agli occhi o se il buio risulti talmente profondo da non riuscire neanche a capire quello che si ha dinanzi. La nostra risposta si concretizza nel climax dello spettacolo, laddove tanto fermento, tanto ardore, tanto attesa, si mostrano inutili e inefficienti nel momento in cui il miracolo potrebbe avvenire.

Per info e prenotazioni
0823363066 – 3491014251
info@officinateatro.com
www.officinateatro.com

Il Miracolo torna ad Officina Teatro was last modified: aprile 30th, 2016 by L'Interessante
30 aprile 2016 0 commenti
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Lovers
CulturaIn primo pianoTeatro

Lovers ad Officina Teatro. Al mio assassino amatissimo

scritto da Roberta Magliocca

Lovers

Sono una donna

capelli lunghi, smalto rosso,

 tacco 100, pensieri confusi.

 Sono una donna

 e ho imparato quanto questa

 sia la mia forza e la mia condanna.

Sono una donna,

 l’oggetto del desiderio,

 un oggetto che diventa di possesso

per quell’uomo che tanto uomo,

 alla fine, poi non è.

 E così non sono più una donna,

 ma la sua donna,

 ricattabile con promesse d’amore,

 la sua donna che mai potrà essere di nessun altro.

Ero una donna.

 Quell’uomo che tanto diceva di amarmi

mi ha uccisa senza amore alcuno.

Roberta Magliocca

Lovers, in scena questo fine settimana ad Officina Teatro per la regia del direttore artistico Michele Pagano.

In scena 5 donne, portatrici sane di amore e tragedia, storie trascinanti un qualcosa che logora e che dovrebbe squarciare le menti e le anime.

Lovers è un pugno dritto allo stomaco, un camion che ti passa addosso.

Lovers sono occhi, mani, pensieri che non possono lasciare indifferenti. Cinque storie, cinque donne, cinque bambine con i propri sogni puntualmente disattesi con il passare del tempo.

E se il telegiornale ci abitua ai nostri italianissimi bollettini di guerra, con statistiche che dovrebbero inorridire – una donna uccisa ogni due giorni – conoscere i nomi e le storie, indipendentemente dai numeri, ti fa mancare l’aria, ti fa sentire appartenente ad una razza – quella umana – che ha profondamente qualcosa di sbagliato.

 Antonella, 21 anni. Fabiola, 45 anni. Stefania, 39 anni. Daniela, 8 anni. Sono solo alcune delle 121 donne uccise solo in un anno. Un numero impressionante, soprattutto se si pensa che sono donne uccise da uomini che non solo le conoscevano, ma che un giorno le avevano giurato amore. Sono padri, mariti, fidanzati, amanti.

Tutti protagonisti di un sentimento malato che non riesce ad accettare la parola “fine”.

Ricordo bene quando avevo 12-13 anni, le prime uscite con le amiche e le raccomandazioni dei miei genitori: “Non dare confidenza agli sconosciuti”. Mai avrebbero pensato che di lì a qualche anno avrebbero dovuto mettermi in guardia da chi conosco bene, da chi mi ama, da chi condivide con me la vita. Perché è questo che sono costretti a fare i genitori di oggi. Gli sconosciuti nel XXI secolo non fanno paura quanto chi vive con noi il nostro quotidiano.

Cosa scatta nella mente di chi amiamo per portarlo a questo folle gesto? Non si è ancora ben capito. Follia, dicono. Perdita di lucidità, forse. Amore malato, sicuramente, trauma. Non so. Resta il fatto che se quella donna che tanto amano, non può essere loro, allora, non sarà di nessun altro. E con lei, anche il mondo che le appartiene deve finire. Ed ecco che muoiono suocere, cognate, nuovi compagni, addirittura gli stessi propri figli.

 Si può, allora, ancora parlare di AMORE? L’amore non dovrebbe essere un augurarsi la felicità dell’altra persona, anche se questo significa vederla lontana da noi? Non sarebbe più giusto chiamarla OSSESSIONE?

 Si dovrebbe parlare di umanità. E una donna uccisa ogni due giorni è una statistica disumana. Quella che soffoca l’italia inquesto periodo non è soltanto crisi economica. Ma morale. Etica. Educativa. Ma soprattutto carenza di giustizia e protezione. Gridiamo al diritto di essere libere, di essere padrone assolute della nostra vita. Libere di amare e di lasciare. Libere. Questa libertà, per noi, non c’è. Siamo tornati al Medioevo? No, non credo. Forse età più scura di questa le donne non l’hanno mai vissuta.

 E ricordo ancora quando mio nonno diceva: “Le donne non si toccano nemmeno con un fiore”.

 Ora, gli unici fiori sono quelli che troneggiano sulle lapidi di donne che per amore hanno dato tutto. Anche la vita.

Roberta Magliocca

Lovers ad Officina Teatro. Al mio assassino amatissimo was last modified: aprile 24th, 2016 by Roberta Magliocca
24 aprile 2016 0 commenti
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