Tragedia
Di Luigi Sacchettino
Cari lettori interessati sono felice di ritrovarvi dopo la pausa estiva. Spero che le vacanze con i vostri amici a quattro zampe siano state indimenticabili.
Il rientro in modalità operativa ha accolto noi professionisti cinofili con una notizia amara, quella della tragedia successa in una villetta a Mascalucia, in provincia di Catania, dove due soggetti di razza dogo argentino hanno manifestato un comportamento di aggressione a discapito di un bambino di 18 mesi
Quando capitano tali vicende si resta sempre interdetti e puntare il dito non spetta a noi; non avendo dati confermati e chiarezza sui fatti risulta poco utile e soprattutto ingiusto.
Possiamo però farci delle domande, per evitare che si creino nuove- prevedibili- tragedie. E per farlo abbiamo raggiunto al telefono la dott.ssa Silvia Gorretta, medico veterinario esperto in comportamento animale che opera nella Capitale.
Grazie mille dottoressa Gorretta per aver accettato l’intervista nonostante la pausa estiva; cosa potrebbe essere successo nella mente di quel/i cane/i?
“La domanda che mi poni non può prevedere una unica risposta semplice ed immediata e diffiderei dalle opinioni che in questo momento possiamo ritrovare in rete o ascoltare dai media. Ogni cane percepisce ciò che lo circonda in maniera soggettiva. Il comportamento che può proporre può essere dettato da tante componenti; si pensi semplicemente al discorso emotivo, a ciò che ciascun cane come soggetto individuale percepisce nel mondo. Quando accadono questi episodi bisogna indagare sullo stato di benessere fisico e psichico del cane in quel momento.”
Dinanzi a queste vicende si parla spesso di tragedia improvvisa; ma è davvero tutto così repentino? Non ci sono segni prodromici?
“Assolutamente sì. Spesso però non vengono colti ed interpretati in maniera corretta a causa di una cattiva conoscenza della specie e della razza o peggio ancora per disinformazione che giornalmente ci viene propinata da opinionisti generici o professionisti poco aggiornati. Ad esempio i cani che vengono esasperati nel ruolo di guardiani possono poi manifestare un minore autocontrollo in situazioni che non riescono a decodificare o in cui sono autogestiti.”
Pensavo a quella madre e al senso di colpa che vive in questi momenti e che forse non l’abbandonerà mai. Quant’è importante il ruolo dei genitori nella supervisione delle interazioni cani e bambini?
“La supervisione è fondamentale non solo quando parliamo di neonati ma anche per bambini in età scolare. Non a caso l’ordinanza ministeriale tuttora in vigore prevede il loro divieto di detenzione da parte di minorenni. La supervisione dei genitori è fondamentale per il ruolo di mediazione e di modello da imitare; ad esempio fino ai tre anni il bambino non vede il cane come partner sociale ma come un oggetto. I bambini di età prescolare hanno movimenti scoordinati e versi acuti che possono preoccupare il cane; possono essere troppo esuberanti, violare lo spazio di sicurezza, non leggere la comunicazione del cane che sta richiedendo un momento di tregua. E’ qui che interviene il genitore dando delle indicazioni al cane e al bambino, in un sistema di tutela per tutti i protagonisti. Imprescindibile è ovviamente aver cresciuto il cane estremamente socializzato verso l’umano, indipendentemente dall’arrivo di un nuovo cucciolo di umano nel gruppo famiglia.”
Sì, molto vero; difatti del delicato momento “arrivo nuovo cucciolo di umano” ne abbiamo parlato in un precedente articolo. Ma secondo Lei si può parlare di razze pericolose?
“Secondo me no; è indubbio che la selezione aberrante condotta dall’uomo sulla specie ha fatto sì che alcune razze propongano comportamenti che possono diventare ipertrofici e che se non instradati durante l’età evolutiva potrebbero sul lungo periodo risultare problematici. Inoltre non dimentichiamoci che l’esperienza dei primi mesi di vita del cane può fare una notevole differenza nella sua relazione con l’uomo e in seconda battuta con l’ambiente.”
Cosa si può fare in prevenzione?
“Prima di scegliere di condividere la propria vita con un cane sarebbe bene consultare uno specialista per farsi aiutare nella scelta, senza banalizzazioni o superficialità, soprattutto quando in famiglia sono presenti i soggetti cosiddetti deboli- bambini, anziani, disabili-, e per meglio comprendere quali siano le predisposizioni di quella razza o di quel soggetto. Una volta adottato è importante impartire una corretta educazione con un professionista che dia le indicazioni di gestione e aiuti a creare una relazione quanto più ricca ed equilibrata possibile. Preferisco parlare di educazione e di non di addestramento, in quanto la prima lavora sul sistema in età evolutiva- e quindi in crescita- su cui il ruolo delle esperienze condotte senza violenza può contribuire a rendere un adulto davvero equilibrato. Riguardo ai metodi educativi coercitivi e violenti gli ultimi studi ci indicano chiaramente che il proprietario coercitivo può favorire l’aggressività del proprio cane, in un sistema di violenza che genera violenza.”
Ringraziamo la dottoressa Gorretta per la chiarezza e professionalità con cui ha risposto alle nostre domande su un tema così delicato.
Un dato ce lo abbiamo: cani hanno una loro identità e una mente plastica alla nascita. Ma la loro educazione e crescita serena dipende da noi.
La responsabilità è nostra. Di noi umani. Non possiamo banalizzare sui cani.
Soprattutto quando ci sono vite di mezzo. Umane e non.