Naso.
Di Luigi Sacchettino
Quanto è importante il naso? Si dice che dia personalità
Tanto che il Prof. M. Klinger asserisce: “Il naso è il baricentro del viso, fulcro dell’attenzione, simbolo, indizio rivelatore; è da sempre il pezzo forte del volto, la parte in grado di svelare i segreti della personalità e di rendere la vita un’impresa più o meno ardua. Più degli occhi, più della bocca, infinitamente più delle orecchie o dei capelli, il naso è la persona, è il suo viso.”
Ma quanto è importante il naso per uno speziale? Si dice sia strumento di talento. Uno speziale senza naso perde il suo potere. E sulla ricerca del naso che si incentra lo spettacolo “Grottesca Storia di un Naso”, regia di Vittoria Sinagoga, interpretazione dagli attori dell’Actory art, testo a cura di Gabriele D’agostino.
Un naso scappa dal volto di uno speziale e decide di diventare trapezista. Sì, siamo in un circo- tutti i protagonisti ruotano nel mondo circense.
La scena si apre con la donna cannone che accusa il marito barbiere di aver compiuto il misfatto, facendo la barba al naso. Le battute si susseguono, il ritmo è incalzante, l’ironia si avverte e il grottesco prende vigore. Un po’ si rallenta nel corpo centrale dello spettacolo, ma il finale è fragoroso, spettacolare, al punto che si perde la sensazione di essere a teatro immaginandosi dinanzi ad artisti circensi. Un surreale crocevia di situazioni grottesche ma al contempo realistiche , in un ponte geografico tra la Russia e l’Italia.
Gli attori sono sul pezzo, anche nella gestione degli imprevisti, smorzati con ironia e competenza.
“Non è stato facile portare in scena un paradosso che mette in evidenza la follia come unica consolazione al male di vivere. I personaggi sono la sintesi dei pregi e dei difetti dell’umanità… ci si immerge nell’affascinante mondo del circo per ironizzare su aspetti e situazioni che ad ogni latitudine appartengono al genere umano”- afferma la regista.
Un invito a replicare, per rendere il naso ancora più sopraffino.
Un encomio all’ Atelier del costume Teatrale ActoryArt che ha realizzato gli abiti di scena con una cura magistrale.
Il naso di Gogol è una critica alla società russa, estremamente gerarchizzata ed imbrigliata in una burocrazia talmente rigida che perfino un naso, purché abbia i gradi, diventa un personaggio assolutamente rispettabile. Il protagonista Kovalev perde il naso. Perdere il naso secondo libro dei sogni significa la perdita, il danno. La perdita della buona reputazione.
Fra gli organi di senso l’olfatto, che ha sede proprio nella cavità nasale, è il più arcaico e il più legato alle nostre origini animali. Ciò significa che i messaggi olfattivi giungono al cervello integri, senza essere transitati (come avviene per gli altri sensi) attraverso strutture mediane di elaborazione. Un significato simbolico della funzione nasale è dunque legato all’intuito, la capacità di scegliere ciò che va bene per noi prescindendo dalla coscienza razionale.
Senza il naso le nostre scelte sarebbero quindi più complicate.