Il rione sanità non è sinonimo inviolabile di Camorra! Mentre il luogo comune attacca con l’illegalità, un nuovo progetto di ricostituzione socio-culturale grida al riscatto.
Nasce fra gli angoli spigolosi del quartiere stella, la prima biblioteca comunale del territorio. A volerla è stata la fondazione Adda Passà ‘a Nuttata che, presentando il progetto presso il tribunale di Napoli, intende centralizzare in Via Salita dei Cinesi un altro dei messaggi di protesta contro la criminalità organizzata. Dopo le iniziative autonome di street art, messe a punto lo scorso Aprile dall’argentino Francesco Bosoletti, con l’opera Resistiamo, e – ancor prima – quella dello spagnolo Tono Cruz dal titolo Luce, l’arte che fa cultura continua a darsi voce.
L’idea della biblioteca è stata condivisa pubblicamente nell’ambito di un convegno dedicato alla confisca dei beni alla camorra, proprio per sottolineare quanto il monopolio dell’attività criminale, che è ancora molto forte sulle vite dei giovani del posto, debba e può essere controllato a vista da una delle ricchezze più inestimabili che esistano: la cultura.
La biblioteca nascerà proprio in uno degli edifici sottratti alla malavita napoletana, per marcare in maniera inequivocabile che anche sull’ irrecuperabile si può costruire qualcosa che sia molto vicino alla meraviglia. Perché lì dove non c’è niente, l’ordinaria amministrazione diventa eccezione alla regola, e quando dal letame nasce il fiore, a volte, sembra un intero giardino.
Durante l’incontro, moderato dall’avvocato Carlo Claps, segretario dell’Associazione forense Magna Carta e Davide d’Errico, presidente della Fondazione, è stato annunciato anche un movimento di donazione. Chiunque volesse, infatti, può regalare un libro recandosi presso i punti ufficializzati: la Camera penale del tribunale e l’associazione forense Magna Carta.
Cos’è un libro per il Rione Sanità? (…e non solo per lui!)
C’è chi dice che attraverso i libri, leggendo le storie di mondi reali e universi immaginari, si esiste più volte in una sola. Se questa verità appartiene ad una visione soggettiva o alla legge universale del lettore comune e appassionato, è ancora da scoprire.
Quel che è certo è che un libro può salvare, può diventare un oggetto contundente da sferrare contro l’ignoranza, la delinquenza e ogni genere di atteggiamento violento, sia esso di concetto o di fatto.
Un libro può essere la vita possibile, anche dove essere è un po’ come non aver mai vissuto.
Michela Salzillo