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Categoria

Teatro

Sister Act
CulturaIn primo pianoTeatro

Sister Act al Teatro Augusteo di Napoli

scritto da L'Interessante

Sister Act.

Al Teatro Augusteo di Napoli, da venerdì 17 fino a domenica 26 marzo, sarà in scena il musical Sister act con Belia Martin, Pino Strabioli, Suor Cristina e Jacqueline Maria Ferry. Regia di Saverio Marconi

Unico, travolgente… DIVINO! Torna in tour il Musical tratto dall’omonimo film del ’92, che consacrò Whoopi Goldberg nell’indimenticabile ruolo di Deloris in “una svitata in abito da suora”.

Venticinque gli splendidi brani musicali scritti dal premio Oscar Alan Menken (Mitico compositore statunitense autore delle più celebri colonne sonore Disney come “La Bella e la Bestia”, “La Sirenetta”, “Aladdin” e altri show tra cui “La Piccola Bottega degli Orrori” e “Newsies”), che spaziano dalle atmosfere soul, funky e disco anni ’70, alle ballate pop in puro stile Broadway, in cui si innestano cori Gospel e armonie polifoniche.

Il testo e le liriche, tradotte da Franco Travaglio, coinvolgono il pubblico in una storia dinamica, incalzante e divertente tra gangster e novizie, inseguimenti, colpi di scena, rosari, paillettes con un finale davvero elettrizzante.

Lo spettacolo è diretto da Saverio Marconi, coadiuvato da un team artistico composto da Stefano Brondi (direttore musicale), Rita Pivano (coreografa), Gabriele Moreschi (scenografo), Carlo Buttò (direttore di produzione), Carla Accoramboni (costumista), Valerio Tiberi (disegno luci) e Emanuele Carlucci (disegno suono).

Il ruolo di Deloris, ovvero Suor Maria Claretta, il ciclone che travolgerà la tranquilla vita del convento, è affidato alla madrilena Belia Martin, già applauditissima protagonista dell’edizione spagnola del musical.

“L’ho vista in scena a Barcellona – dice Alessandro Longobardi – mi ha stregato con la sua interpretazione e la sua voce nera, calda, in stile gospel. Ha una grande energia, è una ragazza semplice ma di enorme talento; l’ho incontrata fuori dai camerini e invitata a partecipare alle audizioni a Roma, dove Saverio Marconi senza esitazione ha detto: Belìa è perfetta nel ruolo, è lei la nostra Deloris”.

Il noto attore e conduttore televisivo Pino Strabioli, dopo il successo ottenuto con i programmi “E lasciatemi divertire” su Rai 3 con Paolo Poli, “Colpo di scena”, il “Premio Strega 2016” e i gli spettacoli teatrali “WikiPiera” con Piera Degli Esposti e “L’abito sposa”, per la prima volta affronta il musical nel ruolo di Monsignor O’Hara.

E tra gli artisti c’è anche una special guest. Dopo il grande successo a The Voice Italia e del primo disco “Sister Cristina”, prodotto da Universal, Suor Cristina abbraccia l’esperienza del grande musical: in SISTER ACT sarà impegnata nel ruolo della novizia Suor Maria Roberta.

“La mia passione per il canto e la musica credo sia nata proprio con me, una passione cresciuta durante l’adolescenza: sognavo di diventare una performer un giorno. La mia strada è stata un’altra, ma il Signore ti da’ cento volte tanto… ed eccomi qua, un sogno che si realizza insieme al meraviglioso cast di SISTER ACT!”.

Insieme a loro Jacqueline Maria Ferry, nel ruolo della Madre Superiora: performer, attrice, cantante, musicista, nasce in una famiglia italo-francese di artisti e inizia giovanissima a lavorare in Italia e all’estero spaziando tra musical, tv, cinema, colonne sonore e musica live come interprete e cantautrice. Quindi “Festival di Sanremo”, “West Side Story”, “The Full Monty”, “Cats”, “W Zorro”, “Aggiungi un Posto a Tavola”.

E ancora Felice Casciano (“Pinocchio”, “Frankenstein Junior”, “La piccola bottega degli orrori”, “A qualcuno piace caldo”) nel ruolo di Curtis il gangster: con la sua voce calda, profonda in puro stile Barry White; e i nuovi talenti come l’esordiente Marco Trespioli che ha conquistato con la sua voce tenorile il ruolo del Commissario Eddie.

Giorni e orari spettacoli

Venerdì 17 alle ore 21:00

Sabato 18 alle ore 21:00

Domenica 19 alle ore 18:00

Martedì 21 alle ore 21:00

Mercoledì 22 alle ore 18:00

Giovedì 23 alle ore 21:00

Venerdì 24 alle ore 21:00

Sabato 25 alle ore 21:00

Domenica 26 alle ore 18:00

Prezzi

Prezzo poltrona € 35,00

Prezzo poltroncina € 25,00

Informazioni sono disponibili al sito www.teatroaugusteo.it o telefonando al botteghino: 081414243 – 405660, dal lunedì al sabato tra le ore 10:30 e le ore 19:30. La domenica dalle ore 10:30 alle ore 13:30.

Sister Act al Teatro Augusteo di Napoli was last modified: marzo 11th, 2017 by L'Interessante
11 marzo 2017 0 commenti
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Sebastiano
CinemaCulturaIn primo pianoTeatro

Sebastiano Gavasso: mangia, nuota, recita.

scritto da L'Interessante

Sebastiano

 

Di Christian Coduto

Nel momento in cui scende dal treno, armato solo di un trolley piccolino e molto pratico, impegnato in un’animata telefonata al cellulare, ti rendi conto di trovarti di fronte ad un ragazzo che non ama perdere tempo. Un giovane manager, che sfrutta le ore in maniera proficua. Non è uno di quelli che si adagia sugli allori, non se lo può permettere. Nessuno, in realtà, dovrebbe. Trasuda sicurezza da tutti i pori, ma senza apparire mai distaccato o antipatico. E’ solo concentrato su ciò che deve fare. Nel corso dell’intervista, armeggia in continuazione con un organizer: segna orari, appuntamenti, memo di varia natura. E’ uno che ama la perfezione, nella vita e nel lavoro. Spesso, si è soliti dire che la precisione sfoci nella freddezza, ma non è questo il caso. Sebastiano Gavasso è un attore forte, vibrante. Ho avuto la fortuna di vederlo sul palco in diverse occasioni. Ha una capacità di immedesimazione nel personaggio che interpreta che lascia sgomenti. La prima volta che lo vidi interpretare il “Tra le pietre” in Dignità autonome di prostituzione, gli scoppiai a piangere in faccia. Appena mi vede, sorride con la sua solita affabilità. L’attore è attualmente in Campania per le prove dello spettacolo “Il giocatore”, uno spettacolo importante, che avrà di certo grande risonanza. “Dove andiamo a mangiare?” mi chiede; in effetti l’ora di pranzo è vicina. Gli dico che la zona non la conosco … sfodera il suo amato cellulare: dopo un paio di minuti tira fuori il nome di un ristorante. “Ha detto un mio amico che lì si mangia benissimo”, mi informa.

La sua praticità è ammirevole. Appare in forma, rilassato, pronto ad affrontare una nuova avventura con molto entusiasmo. Parla a ruota libera. Ogni tanto utilizza, a sorpresa, qualche parolina in dialetto romano: proprio perché inaspettata, la cosa te lo fa apparire ancora più simpatico.

Mentre lanciamo un’occhiata al menù, inizio a riempirlo di domande.

 

Sebastiano Gavasso risponde alle domande de “L’interessante”.

D: Domanda introspettiva: chi è Sebastiano Gavasso?

R: Potrei risponderti in molti modi. Per esempio: “Credo che trovare la risposta a questa domanda sia la ragione principale per cui faccio questo mestiere.” Ma preferisco rispondere più seriamente:  un trentacinquenne, nato a Roma da un veneto ed una greco-romana, che ama recitare, nuotare e mangiare frutti di mare.

D: Una tua definizione della parola recitare. Cosa significa per te?

R: Giocare con la consapevolezza di sé, per conoscersi meglio e per condividere col pubblico questo piccolo tentativo di conoscenza.

D: Sei così serio e rispettoso sul palco, ma anche molto ironico nella vita di tutti i giorni. Il tuo JesVlog – Il Vlog di Gesù di Nazareth è un concentrato di battute esilaranti. Com’è nata l’idea di questo progetto?

R: L’idea è nata 2017 anni fa. Ha subito un piccolo stop di tre giorni nel 33 d.C. ma poi è ripartita alla grande (ridiamo di gusto). Noi tre (nel senso di autrice, regista e interprete) abbiamo voluto raccontare un Gesù diverso dal solito, ma non così lontano dai vangeli apocrifi. Una buona novella … non troppo buona … nell’alto dei clouds e su YouTube.

D: Lavori tanto sia in Italia sia all’estero, avendo vissuto e studiato per un lungo periodo di tempo a Perth. Quali differenze hai trovato nell’approccio alla recitazione?

R: A Perth ho avuto la fortuna di studiare con la talent scout di Heath Ledger, posso dire che in generale c’è una maggiore ricerca di verità  (grossa parte degli spettacoli teatrali che ho visto lì sono recitati come se si stesse su un set cinematografico). La verità scenica però è una cosa diversa, e non credo dipenda solo da quel tipo di ricerca di verità. Ad ogni modo credo che esistano solo tue tipi di recitazione: quella che comunica ed emoziona, e quella che non lo fa. La prima fa bene all’attore, al teatro e al pubblico. La seconda no.

D: Gli amanti del buon teatro ti conoscono per “Dignità autonome di prostituzione” di Luciano Melchionna, uno spettacolo decisamente fuori dal normale …

R: Ecco parlando di verità e verità scenica DAdP è l’esempio perfetto, e Luciano un maestro. La sua indicazione prima di ogni replica è “Il pubblico non deve uscire dalle stanze pensando a quanto sia bravo questo attore ma con la sensazione di aver assistito a qualcosa di extra-ordinario”. Per farlo l’unione di verità e arte è fondamentale. A tal proposito, Caravaggio diceva: “Tutte le cose non sono altro che bagatelle, fanciullaggini o baggianate – chiunque le abbia dipinte – se esse non sono fatte dal vero, e nulla vi può essere di più buono o di meglio che seguire la natura”. Noi dipingiamo anime vive, ma vale lo stesso concetto.

Ha pronunciato la citazione con un fare più serio, in netto contrasto con l’atmosfera leggera che si è creata nel frattempo e l’effetto è decisamente suggestivo. E’ così: è responsabile, ma ama prendersi in giro. E’ un continuo alternarsi di dinamiche, destabilizza e ti coinvolge nel suo essere.

D: Parliamo di “D5, Pantani”, al quale so che sei molto legato …

R: Uno spettacolo che mi è entrato nel cuore e che porta con sé una grande battaglia: restituire a Marco Pantani, alla sua famiglia, ai tifosi dell’uomo e dello sportivo la dignità e il rispetto che hanno provato a togliergli. Abbiamo debuttato a Dozza (BO) lo scorso dicembre dopo oltre un anno di prove e abbiamo avuto l’onere e l’onore di utilizzare in scena una delle biciclette di Marco. L’emozione a fine spettacolo era tangibile: commozione e consapevolezza di fare qualcosa di grande e di giusto. A maggio con lo spettacolo seguiremo le principali tappe del Giro d’Italia del Centenario. Debutteremo a Reggio Calabria il 5 maggio e chiuderemo a Milano al Teatro della Cooperativa il 28 maggio. Una grande vittoria fatta di salite, fatica e cuore. Con Marco, per Marco, sempre.

Dopo l’ultima frase, resta in silenzio per un attimo. L’osservo con attenzione: è visibilmente emozionato. Orgoglioso di quello che ha messo in atto. Avevamo parlato da tempo di questo progetto e so quanto per lui sia stato importante essere riuscito a realizzarlo.

D: Cinema e teatro , un legame interessante. Sei uno dei drughi di “Arancia meccanica” diretto da Gabriele Russo …

R: Un sogno che si è realizzato e mi ha cambiato la vita. Il Teatro Bellini è una famiglia che mi ha accolto, stimato, spronato. Uno spettacolo per “atleti del cuore”, che necessitava di una grande preparazione emotiva e fisica. Uno spettacolo meraviglioso. Un onore poter essere un drugo, oltre a un obiettivo da quando avevo 11 anni. Ora la nostra famiglia di drughi e malcicke di Arancia Meccanica sta lavorando ad un altro spettacolo che promette meraviglie: Il Giocatore di Dostoevski. La regia è sempre di Gabriele, e oltre agli aranciameccanici Daniele Russo, Alfredo Angelici, Paola Sambo, Martina Galletta e Alessio Piazza può contare su due nuovi diamanti: Marcello Romolo e Camilla Semino Favro. Con una squadra così è un piacere essere un Giocatore!  Debuttiamo il 14 Marzo al Teatro Bellini!

Nel frattempo, arrivano due primi strepitosi. In effetti il suo amico aveva ragione … Sebastiano mangia di gusto, si sta rilassando e sorride di più.

D: Nel 2012 sei stato il protagonista di “L’ultimo sogno di Howard Costello” di Michele Diomà, un’opera molto coraggiosa e riuscita, in cui reciti solo con lo sguardo e i gesti. E’ stato difficile completare un progetto così ambizioso?

R: E’ stato un progetto magico, che si è nutrito di sogni e che ha fatto sognare. Nei sogni tutto accade con naturalezza, le difficoltà nascono solo quando si smette di sognare.

D: La bravissima Laura Morante ti dirige in “Assolo”, in un cast di attori notissimi. Cosa ti affascina della visione registica femminile?

R: Non noto differenze di visioni registiche. Anche quei vale quel che vale per gli attori: chi comunica ed emoziona, e chi no. Maschile, femminile, nell’arte e nella vita, sono termini decadenti. Laura è attuale. Comunicativa. Capace di emozionare. Delicata, decisa e capacissima di dirigere. Anima e donna splendida.

D: Nel 2016 “Zeta” di Cosimo Alemà è record di incassi nelle sale italiane. Che ricordi hai di questa esperienza? Che rapporti hai con la musica rap?

R: Un’esperienza molto formativa, un film fatto di cuore e musica, di parole capaci di tagliare. Non è un film comodo, questa è la sua forza. Vola come una farfalla, punge come un’ape … come il rap … ed è deciso, umano, schietto e diretto, come Cosimo.

D: A proposito di musica … ci parli un po’ dei videoclip musicali di cui sei protagonista?

R: Il primo videoclip l’ho girato in Australia, è una forma artistica che mi piace molto: pensieri, parole, immagini, storie che si fondono con la musica. In Italia sono particolarmente legato a Rocker carbonaro di Mezzala (diretto da Antonella Sabatino) e Parlo all’infinito di Jacopo Ratini (diretto da Federico Malafronte) con cui abbiamo vinto il Roma Videoclip 2015 e in cui recito con la mia compagna Martina Galletta: una coppia nel video, in scena e nella vita! Il mio vero Oscar!

D: Prima di salutarci, un’ultima domanda : Cosa si augura Sebastiano Gavasso da questo 2017?

R: Mi auguro di fare sempre meglio e raggiungere gli obiettivi umani, professionali ed artistici che inseguo. Passo dopo passo. Tappa dopo tappa. In salita verso la vetta. Soprattutto mi auguro di essere un buon compagno, un buon fratello, un buon figlio, un buon amico … ma soprattutto un buono zio! Auguri piccolo Dario sei la mia rivoluzione!

D: Ciao e grazie di tutto!

R: Grazie a te amico mio è sempre un piacere! Ci vediamo a teatro!

Sebastiano Gavasso: mangia, nuota, recita. was last modified: marzo 2nd, 2017 by L'Interessante
2 marzo 2017 0 commenti
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Troppo
CulturaIn primo pianoTeatro

Troppo napoletano al Teatro Augusteo

scritto da L'Interessante

Troppo Napoletano.

Dopo il successo cinematografico del film Troppo napoletano, il primo lungometraggio prodotto da Alessandro Siani e Cattleya, arriva l’adattamento della pellicola in un’inedita versione teatrale che debutterà venerdì 17 febbraio (in scena fino a domenica 26 febbraio) sul palco del Teatro Augusteo di Napoli

 Diretto da Gianluca Ansanelli e con la supervisione artistica Alessandro Siani, la commedia, impreziosita anche da alcuni brani musicali scritti dallo stesso Siani, conferma i protagonisti del grande schermo Gigi e Ross con i piccoli Gennaro Guazzo e Giorgia Agata che guideranno un cast rinnovato con tante soprese, composto da: Luigi Attrice, Alessandro Bolide, Nicoletta D’Addio, Cristiano di Maio, Gennaro Di Biase, Ivan Fedele, Loredana Simioli, Ester Gatta, Ciro Villano, con la partecipazione straordinaria di Valentina Stella, che canterà le canzoni scritte da Siani e Bruno Lanza.

“Troppo napoletano” è una storia semplice, una storia d’amore vista con gli occhi di un bambino e che racconta le differenze tra due quartieri di Napoli, il Rione Sanità e Posillipo. Sarà proprio l’amore tra uno scugnizzo e una posillipina a far emergere i contrasti, ma soprattutto le tradizioni, le speranze e i sentimenti che hanno lo stesso sapore per chi è nato a Napoli.

Le scene sono di Roberto Crea, le coreografie di Naike Orilio e Giuseppe Farruggio, la realizzazione scene dei F.lli Giustiniani. Le musiche sono scritte da Bosnia e Gallo, le canzoni sono di Alessandro Siani e di Bruno Lanza. Le grafiche sono a cura di Luca Auletta, videografica, e disegno luci Francesco Adinolfi.

Lo spettacolo è prodotto da Best Live. 

Troppo napoletano al Teatro Augusteo was last modified: febbraio 3rd, 2017 by L'Interessante
3 febbraio 2017 0 commenti
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Principe
CulturaIn primo pianoTeatro

IL PRINCIPE ABUSIVO RITORNA IN TEATRO

scritto da L'Interessante

Il Principe abusivo.

IL PRINCIPE ABUSIVO RITORNA IN TEATRO: ALESSANDRO SIANI E CHRISTIAN DE SICA  SUL PALCO DEI MAGGIORI TEATRI D’ITALIA CON LA VERSIONE TEATRALE  DEL FILM CAMPIONE DI INCASSI

 

OGGI 2 FEBBRAIO IL DEBUTTO AL TEATRO VERDI DI SALERNO

SOLD OUT GIÀ DA DIVERSI GIORNI

 

IL TOUR PROSEGUIRÀ FINO AD APRILE

 

Milano 1 Febbraio 2017 – Dopo il successo della mise en  scène della stagione 2015, che ha registrato il sold out in tutte le tappe, ritorna con un nuovo tour, che toccherà i più importanti teatri d’ Italia, Il Principe abusivo a teatro. Il debutto è fissato per oggi giovedì 2 febbraio al Teatro Verdi di Salerno, già sold out da diversi giorni. Lo spettacolo, è “figlio” del film Il Principe Abusivo, che ha segnato il debutto da regista dell’attore Alessandro Siani, e che è stato un grande successo al box office. Con lui sulla scena, come nel lungometraggio, Christian De Sica, nell’amatissimo ruolo del ciambellano di corte.

 

“Il Principe Abusivo – dice Alessandro Siani – è stato il mio film d’esordio, accolto con grande affetto dal pubblico, un affetto nei confronti di questa pellicola, che mi ha trascinato a progettarne una versione teatrale. Un adattamento con grandi sorprese nel cast, con tante novità musicali. Una favola moderna che parla di ricchezza e povertà. Si dice…che il ricco trova parenti tra gli sconosciuti, il povero trova sconosciuti tra i parenti!”.

Lo spettacolo scritto e diretto da Alessandro Siani, che interpreterà il ruolo del “povero” Antonio De Biase, vedrà sulla scena oltre a Christian de Sica, anche la bellissima Elena Cucci nel ruolo della principessa, Luis Molteni che sarà il Re, Stefania De Francesco che interpreta la verace cugina di Antonio, Jessica Quagliarulo  e ancora Ciro Salatino che sarà il principino Gherez, e Antonio Fiorillo e Raffaele Musella, nei ruoli rispettivamente di Sasone  e Lelluccio, gli inseparabili amici di Antonio.

Le musiche sono affidate al maestro Umberto Scipione, scenografia Roberto Crea, coreografie Marcello Sacchetta, costumi Eleonora Rella. Collaborazione ai testi musicali di Vincenzo Incenzo. Lo spettacolo è prodotto dalla BEST LIVE.

DATE TOUR 2017

2-5 FEBBRAIO SALERNO – TEATRO VERDI

8-12 FEBBARIO TORINO – TEATRO ALFIERI

14-15 FEBBRAIO PARMA – TEATRO REGIO

18 FEBBRAIO – PADOVA – TEATRO GEOX

24-26 FEBBRAIO – FIRENZE – TEATRO VERDI

28 FEBBRAIO – BERGAMO – TEATRO CREBERG

3-5 MARZO – BOLOGNA – SALA EUROPA

11 MARZO – ROMA – PALALOTTOMATICA

16-17 MARZO – MILANO – TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI

24-26 MARZO – ANCONA – TEATRO DELLE MUSE

31 MARZO – PESCARA – PALASANGIOVANNI

6-9 APRILE – CATANIA – TEATRO METROPOLITAN

12 APRILE – BENEVENTO – PALATEDESCHI

22-23 APRILE – LECCE – TEATRO POLITEAMA

28 APRILE – CASERTA – PALAMAGGIO’

 

Tagliandi disponibili su Ticketone.it

IL PRINCIPE ABUSIVO RITORNA IN TEATRO was last modified: febbraio 2nd, 2017 by L'Interessante
2 febbraio 2017 0 commenti
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La Sirenetta
CulturaIn primo pianoTeatro

La Sirenetta ad Officina Teatro

scritto da Roberta Magliocca

La Sirenetta ad Officina Teatro.

“Tu non puoi vivere nel suo mondo e lui nel tuo….”
“Esisterà un altro mondo per noi. Non sarà fatto nè di acqua nè di terra…”

Di Roberta Magliocca

Seduti a specchio, di fronte ad un palco che – pur senza acqua – è mare e terra, giorno e notte, sole bollente e luna maledettamente imponente. 

Officina Teatro porta in scena La Sirenetta | Il Mondo di Sopra, liberamente ispirato all’omonima fiaba di H.C. Andersen

Con Monica Zuccaro, Rita Pinna, Patrizia Bertè, Gino Cinone, Maria Macri, Arianna Cioffi,  per l’ideazione e la regia di Michele Pagano, ci si spinge nella profondità dell’oceano per poi risalire la riva alla ricerca di quell’anello che unisca ciò che è separato per natura o convenzioni sociali. E come spesso in teatro, ciò che accade di concreto sul palcoscenico è foriero di interiorità scossa da interrogativi grandi come l’amore, l’amicizia, la famiglia.

E il coraggio. Quello che da solo può smuovere i mondi lontani, rinnegare la sicurezza di una vita che si continua perchè la si conosce, in favore dell’ignoto con tutti i rischi che ciò comporta.

Cosa ci spinge in avanti, dunque? Quella sana follia che ci porta a colmare vuoti e lontananze, ad avvicinarci alle differenze per ribaltarle e sanarle. Anche quando tutto, intorno a noi, ci fa notare l’impossibilità di tale atto.

L’impianto favolistico lascia il posto alla realtà del sentimento umano, con tutte le sfumature che esso reca con sè. E se da Andersen in poi, svariati autori hanno tentato – nel finale dell’opera – di superare, anche magicamente, le differenze nell’ottica del lieto fine, nella produzione di Officina Teatro La Sirenetta resta in scena con un finale aperto, tra mare e terra, tra chi sceglie il rischio e chi la sicurezza di una realtà che è meglio non forzare. Senza giudizi, lasciando allo spettatore la propria strada per un’interpretazione quanto più vicina alla propria idea di vita. Marina o terrestre che sia.

La Sirenetta ad Officina Teatro was last modified: gennaio 16th, 2017 by Roberta Magliocca
15 gennaio 2017 0 commenti
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Laborart
CulturaIn primo pianoTeatro

Gli Allievi della Laborart al Vibe Vienna International Ballet Experience

scritto da L'Interessante

Laborart.

Sei i giovani ballerini della scuola di Gragnano selezionati da Charlene Campbell Carey direttrice artistica della kermesse internazionale e dal Maestro Giuseppe Carbone (ex direttore della Scala di Milano)

Laborart vola negli States

Sei gli allievi della scuola di danza e recitazione di Gragnano (Napoli) che parteciperanno alla seconda edizione
di *Vibe Vienna International Ballet Experience*, in programma dal *10 al 14 gennaio, nella città di Missoula, Montana*. *Raffaella Esposito* (12 anni), *Annachiara *e* Federica* *Maresca* (14 anni), *Miriam Rafone* (16 anni), *Daniele Esposito* (15 anni), *Corinne De Bock* (18 anni). A rappresentare l’Italia saranno i sei ragazzi della Laborart, insieme al campano *Giovanni Giordano* (20 anni) e una giovane ballerina di Roma.

I ballerini sono stati selezionati da *Charlene Campbell Carey* direttrice artistica di *Vibe Vienna International Ballet Experience e dal Maestro Giuseppe Carbone *(ex direttore della Scala di Milano).

La kermesse internazionale riunisce oltre 200 giovani ballerini più importanti di tutto il mondo, offrendo loro la possibilità di intraprendere una carriera internazionale. Si tratta di un’occasione unica sia per i ballerini professionisti che per i dilettanti, un evento di grande spessore artistico che favorisce lo scambio culturale tra i suoi candidati partecipanti e il pubblico.

I concorrenti di *Vibe Vienna International Ballet Experience *parteciperanno anche alle altre attività previste nel programma, quali laboratori e performance dal vivo.

Il team è composto dal Presidente *Gregor Hatala*, la direttrice USA *Charlene Campbell Carey*, la direttrice musicale *Karen Carreno*, l’amministratrice *Jenifer Kerber*.

A decretare la tecnica e la competenza artistica dei partecipanti sarà una giuria composta da maestri di danza riconosciuti a livello internazionale, registi e coreografi che sono invitati dal Comitato Organizzatore Vibe, responsabile del sistema di selezione e di valutazione. I giurati: *Chan Hon Goh, Gharla Genn, Leslie Stevens, Ming Yan Davis, Andile Ndlovu, Rasta Thomas, Juliette Crump, Campbell Midgley, Roberto Munoz, Liu Bing, Lousie Plant SR., Carlton Wilborn, Guy De Bock, Maria Sascha Khan, Alex Atzewi.*

I premi assegnati saranno in denaro, borse di studio e partecipazioni a corsi di prestigio negli Stati Uniti e all’estero.

*Vibe Vienna International Ballet Experience 2017* sarà caratterizzato da una sfida internazionale di danza, un festival del cinema ed una conferenza ospitata dal Mansfield Center. Le competizioni tra i giovani artisti si terranno dal 10 al 12 gennaio, la finale il 13. Il Gala Vibe si terrà 14 gennaio 2017.

*I PARTECIPANTI SI SFIDERANNO NELLE SEGUENTI PERFORMANCE:*

*- Raffaella Esposito: Variazione danza classica “Cupido e “Coppella” – assolo di contemporaneo “I’m not scared” – Annachiara Maresca: Variazioni danza classica “Cigno nero” e “Bayadere” – duo di contemporaneo “La morte
di Odette” – Federica Maresca: Variazioni danza classica “Grand Pas Classique” e “Paquita” – duo di contemporaneo “La morte di Odette” – Miriam Raffone: Varizioni danza classica “Esmeralda” e “Paquita” – assolo di contemporaneo “Insanity” – duo di contemporaneo – Daniele Esposito: Variazione danza classica “Grand Pas Classique” –  assolo contemporaneo “Mamma ti scrivo dalla guerra” – duo di contemporaneo – Corinne De Bock: Variazioni danza classica “Kitri”e “Grand Pas Classique”*

Gli Allievi della Laborart al Vibe Vienna International Ballet Experience was last modified: gennaio 10th, 2017 by L'Interessante
10 gennaio 2017 0 commenti
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Naso
CulturaIn primo pianoTeatro

Grottesca Storia di un Naso: regia Vittoria Sinagoga di Actory Art

scritto da L'Interessante

Naso.

 

Di Luigi Sacchettino

Quanto è importante il naso? Si dice che dia personalità

Tanto che il  Prof. M. Klinger asserisce:  “Il  naso  è  il  baricentro  del  viso,  fulcro  dell’attenzione,  simbolo,  indizio   rivelatore;  è  da  sempre  il  pezzo  forte   del  volto,  la  parte  in  grado  di   svelare  i  segreti  della  personalità  e  di  rendere  la  vita  un’impresa  più  o  meno  ardua.  Più  degli  occhi,  più  della  bocca,  infinitamente  più  delle  orecchie  o  dei  capelli,  il  naso  è  la  persona,  è  il  suo  viso.”

Ma quanto è importante il naso per uno speziale? Si dice sia strumento di talento. Uno speziale senza naso perde il suo potere. E sulla ricerca del naso che si incentra lo spettacolo “Grottesca Storia di un Naso”, regia di Vittoria Sinagoga, interpretazione dagli attori dell’Actory art, testo a cura di Gabriele D’agostino.

Un naso scappa dal volto di uno speziale e decide di diventare trapezista.  Sì, siamo in un circo- tutti i protagonisti ruotano nel mondo circense.

La scena si apre con la donna cannone che accusa il marito barbiere di aver compiuto il misfatto, facendo  la barba al naso.  Le battute si susseguono, il ritmo è incalzante,  l’ironia si avverte e il grottesco prende vigore.  Un po’ si rallenta nel corpo centrale dello spettacolo, ma il finale è  fragoroso, spettacolare, al punto che si perde la sensazione di essere a teatro immaginandosi dinanzi ad artisti circensi. Un surreale crocevia di situazioni grottesche ma al contempo realistiche , in un ponte geografico tra la Russia e l’Italia.

Gli attori sono sul pezzo, anche nella gestione degli imprevisti,  smorzati con ironia e competenza.

“Non è stato facile portare in scena un paradosso che mette in evidenza la follia come unica consolazione al male di vivere. I personaggi sono la sintesi dei pregi e dei difetti dell’umanità… ci si immerge nell’affascinante mondo del circo per ironizzare su aspetti e situazioni che ad ogni latitudine appartengono al genere umano”- afferma la regista.

Un invito a replicare,  per rendere il naso ancora più sopraffino.

Un encomio all’ Atelier del costume Teatrale ActoryArt che ha realizzato gli abiti di scena con una cura magistrale.

Il naso di Gogol è una critica alla società russa, estremamente gerarchizzata ed imbrigliata in una burocrazia talmente rigida che perfino un naso, purché abbia i gradi, diventa un personaggio assolutamente rispettabile. Il protagonista Kovalev perde il naso. Perdere il naso secondo libro dei sogni significa la perdita, il danno. La perdita della buona reputazione.

Fra gli organi di senso l’olfatto, che ha sede proprio nella cavità nasale, è il più arcaico e il più legato alle nostre origini animali. Ciò significa che i messaggi olfattivi giungono al cervello integri, senza essere transitati (come avviene per gli altri sensi) attraverso strutture mediane di elaborazione. Un  significato simbolico della funzione nasale è dunque legato all’intuito, la capacità di scegliere ciò che va bene per noi prescindendo dalla coscienza razionale.

Senza il  naso le nostre scelte sarebbero quindi più complicate.

Grottesca Storia di un Naso: regia Vittoria Sinagoga di Actory Art was last modified: gennaio 10th, 2017 by L'Interessante
10 gennaio 2017 0 commenti
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Notte Bianca
CulturaIn primo pianoTeatro

Notte bianca al Teatro Augusteo di Napoli

scritto da L'Interessante

Notte bianca.

Al Teatro Augusteo di Napoli, in occasione della notte bianca di sabato 14 gennaio, si terrà alle ore 23:55 uno spettacolo speciale di “Italiano di Napoli”, con Sal Da Vinci e la regia di Alessandro Siani

La commedia musicale, che concluderà la sua tournée napoletana domenica 15, dopo aver registrato il tutto esaurito in tutte le 22 repliche previste, con guizzi comici e canzoni straordinarie sta riscaldando i cuori di tutti gli spettatori, attraverso una riflessione sull’identità di napoletani, italiani, cittadini della repubblica dei sentimenti.

Informazioni sono disponibili al sito www.teatroaugusteo.it o telefonando al botteghino: 081414243 – 405660, dal lunedì al sabato tra le ore 10:30 e le ore 19:30. La domenica dalle ore 10:30 alle ore 13:30.

Notte bianca al Teatro Augusteo di Napoli was last modified: gennaio 9th, 2017 by L'Interessante
9 gennaio 2017 0 commenti
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Iqbal
CulturaIn primo pianoTeatro

Iqbal: i scena al piccolo teatro di Caserta

scritto da L'Interessante

Iqbal

AL PICCOLO TEATRO DI CASERTA

IN SCENA IQBAL DI LUIGI MARINO

Dopo tre appuntamenti esclusivamente musicali questo fine settimana, sabato 7 gennaio alle ore 21 e domenica 8 alle 19, è di scena il teatro/canzone al Piccolo Teatro Cts di via Louis Pasteur 6 a Caserta, in zona Centurano. Iqbal di Luigi Marino lo spettacolo presentato dalla compagnia teatrale RossoSimona e diretta dallo stesso autore. Sul palco del Cts ci saranno, oltre allo stesso Marino, Noemi Caruso e Arianna Luci.

            Questa la storia riadattata in pièce teatrale e dalla quale è stato tratto anche un film prodotto nel 1998 dalla Rai con la regia di Cinzia TH Torrini. Iqbal Masih (1983-1995) è stato un bambino operaio, sindacalista e attivista pakistano, diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile. Per ripagare un debito familiare equivalente a 12 dollari, Iqbal fu ceduto a un fabbricante di tappeti. Fu quindi costretto a lavorare 10-12 ore al giorno, incatenato al telaio e sottonutrito, tanto da riportare un danno alla crescita. Nel 1992 riuscì a uscire di nascosto dalla fabbrica e partecipò insieme ad altri bambini a una manifestazione. Ritornato nella manifattura, si rifiutò di continuare a lavorare malgrado le percosse. Il padrone sostenne che il debito anziché diminuire era aumentato a diverse migliaia di rupie, pretendendo di inserirvi lo scarso cibo dato a Iqbal e supposti errori di lavorazione. La famiglia fu costretta dalle minacce ad abbandonare il villaggio. Iqbal, ospitato in un ostello, cominciò a studiare, a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali, sensibilizzando l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia. Alla fine del 1994 si recò a Stoccolma, partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani volta a mettere pressione sulle autorità di Islamabad. Nel dicembre del 1994 presso la Northeastern University di Boston ricevette il premio Reebok Human Rights Award. Vista la giovanissima età venne creata una categoria apposita: Youth in Action. Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l’attivismo locale, le autorità pakistane avevano preso una serie di provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti. Le testimonianze circa gli avvenimenti dell’ultima giornata della sua vita, il 16 aprile 1995, giorno di Pasqua, sono in buona parte imprecise e contraddittorie. Due cugini che l’accompagnavano riferiscono che a un certo punto nel tardo pomeriggio non prese l’autobus che doveva portarlo nella capitale e si allontanò con loro in bicicletta. Secondo il rapporto della polizia e la testimonianza iniziale dei cugini, uno dei quali fu ferito nella sparatoria in cui Iqbal Masih venne ucciso, l’omicida fu un lavoratore agricolo a seguito di una breve lite. Si accusò subito la “mafia dei tappeti”. A distanza di tempo permangono diversi dubbi sull’accaduto. Pure i due cugini poche settimane dopo ritrattarono la loro testimonianza iniziale. A seguito della sua morte, il tema del lavoro minorile, in special modo nell’industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto ancora maggior attenzione, rendendo Iqbal un vero e proprio simbolo di tale causa.

Iqbal: i scena al piccolo teatro di Caserta was last modified: gennaio 3rd, 2017 by L'Interessante
3 gennaio 2017 0 commenti
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Alice
CulturaIn primo pianoTeatro

Alice – La Meraviglia: il teatro sbarca al Centro Commerciale Campania

scritto da L'Interessante

Alice

Di Luigi Sacchettino

“Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa; ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe, chiaro?” (Alice)

Se qualcuno ci chiedesse com’è il mondo che ci piace cosa risponderemmo?

Probabilmente ognuno racconterebbe le proprie meraviglie.

A farci provare meraviglia, ammirazione questa volta sono gli attori del Campania Actor Studio, in “ Alice- la meraviglia ”, libero adattamento dell’opera di Lewis Carroll, con la regia di Michele Pagano e la collaborazione testi di Roberta Magliocca.

Il progetto Campania Actor Studio nasce dalla volontà di far emergere le potenzialità del territorio attraverso l’incontro tra affermati professionisti del settore con giovani talenti, ma anche ispirare coloro che non si sono avvicinati all’arte della recitazione a spingerli a ricercare il proprio potenziale espressivo, emozionarsi ed emozionare.

E ci riescono. Trasformano la piazza del Centro Commerciale Campania in un palcoscenico.

La vita del Centro non si ferma, ma tutto inizia a girare intorno allo spettacolo.

Non ci sono poltrone o spettatori classici, ma visitatori che si fermano e con meravigliosa curiosità domandano: “cos’è?”- “Alice, la meraviglia”- rispondono gli altri.

Lo spettacolo è dinamico, musicale, fluente; gli attori passano tra i visitatori, rendendoli spettatori e confondendosi con loro.

E’ uno spettacolo che ingloba, avvolge: l’attenzione per i dettagli e l’intimità dei dialoghi fanno la differenza.

E’ un’Alice dalle molte facce ad essere protagonista. Quattro, se ne alternano sul palco.

La più grande: disillusa; la adulta: aggressiva; la giovane: assetata di vita; la più piccola: incantata.

Il viaggio di Alice è fortemente caratterizzato da uno spirito di ricerca. Il viaggio di Alice è un viaggio alla ricerca della propria identità. Ogni personaggio che si oppone ad Alice è anche la proiezione di una parte di se stessa, che lei vuole conoscere e che interroga nel tentativo di recuperare l’identità perduta.

Il processo di consapevolezza e di ricerca passa attraverso una caduta all’indietro. Il Paese delle meraviglie è per Alice il luogo dove vede la contemporaneità delle proprie sedimentazioni e delle proprie variazioni.

E’ un  modo sperimentale di fare teatro anche senza essere a teatro. Un esperimento caparbio, di diffusione di un’arte che spesso viene vissuta solo da chi a teatro ci mette piede.

Un encomio agli attori, giovanissimi, che non si sono lasciati impressionare. Ma hanno impressionato.

Mi auguro che lo spettacolo venga presentato in teatro, dove le emozioni trovano la predisposizione d’animo dello spettatore.

Intanto,  non potevo non condividere con voi il meraviglioso epilogo:

“ALICE: Mamma… Mamma!

REGINA: sono qui!

ALICE: sei tornata?

REGINA: non sono mai andata via! Sono sempre stata vicino  a te! Sei stata tu a crederlo! Io sono sempre stata con te. Ero in angolo, nascosta.. ti guardavo da lontano…volevo che camminassi da sola! Volevo che da sola prendessi le tue decisioni! Da sola costruissi la tua vita! Che sviluppassi la forza necessaria per reggere i mattoni più pesanti! Non accusarmi di non esserci stata! Ti ho sentito parlare di me tante volte. Ha dato a me la colpa di tutto ciò che ti è successo! La colpa per averti lasciata sola!  Lo so che tutto quello che hai fatto, l’hai fatto per me! A me volevi dimostrare le tue capacità di figlia! Ma non c’era bisogno Alice, a me non devi dimostrare nulla! La dimostrazione più grande, l’ho avuta quando sei nata! Sei sempre stata una creatura meravigliosa! Questo l’ho sempre saputo! Di capacità ne hai avute tante! È stato il tempo ad ingannarti! Gli hai sempre corso dietro, non ti  sei mai  fermata a guardare al tuo fianco. La tua necessità di voler essere qualcos’altro! qualcosa in più! Ti ha tolto anche ciò che avevi! Dietro le tue spalle hai lasciato i tuoi affetti, i tuo cari, i tuo figli, e la tua meraviglia! La cosa più preziosa che avevi!  Ti sei riempita di tristezza e solitudine.  Ricordi che eri sempre presa dalla curiosità davanti a un baule, una cassaforte, un armadio o una porta chiusa a chiave? Una sete istintiva di mistero oppure la speranza di un miracolo? Ti ricordi anche che eri sempre delusa quando riuscivi ad aprirli. Invasa da una strana sensazione di vuoto. Sei sempre stata spinta verso quel vuoto assoluto che neppure esiste. Ecco questo è quello che devi continuare a fare! Non puoi arrestare il passo! Non esiste un tempo per fermarsi! Esiste solo il tempo per esserci!   Riprenditi tutte le cose che hai lasciato dietro! Goditi ciò che fino ad oggi hai costruito! È abbastanza perché tu possa continuare a meravigliarti! Ora vai Alice! Segui la tua meraviglia!”.

Alice – La Meraviglia: il teatro sbarca al Centro Commerciale Campania was last modified: dicembre 19th, 2016 by L'Interessante
19 dicembre 2016 0 commenti
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