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In campo si trasformava in “Sandrokan” e lo abbiamo apprezzato per l’entusiasmo, la grinta e lo spirito combattivo. Uno degli uomini dello scudetto. Uno degli alfieri della compagine tricolore. In panchina per la serietà, la compostezza, la schiettezza oltre che per preparazione tecnica.
Uno degli artefici, forse il principale, della salvezza conquistata in una stagione “che in 35 anni di carriera professionistica, non mi è maia capitata”, ama ripetere.
Soddisfazione e felicità nel post partita
L’applauso, all’entrata nella sala stampa del palamaggiò è la testimonianza del rispetto che gode, un’attestazione di stima.
“Prima di ogni commento voglio ringraziare tutti voi, ma soprattutto i sei/settemila tifosi che questa sera hanno riempito gli spalti e ci hanno sostenuto per tutto l’arco dell’incontro. Una vera spinta verso la vittoria”. Ha poi proseguito con la sincerità che ne ha contraddistinto il personaggio ed il suo essere uomo di sport durante l’arco della stagione.
“Non sono abituato a correre sotto la curva ed applaudire i tifosi, ma questo è il momento e l’occasione per ringraziarli esultando idealmente con loro. Purtroppo riconosco che è un mio limite caratteriale, ma lo avrei voluto fare, anzi è come se lo avessi fatto. Per me è una questione di riservatezza e rispetto”.
Poi l’analisi del periodo: “Dopo due mesi senza successi e con prestazioni non sempre all’altezza con partite perse negli ultimi minuti, all’ultimo canestro, era difficile trovare la personalità, la determinazione e la grinta mostrata contro Trento. Ho cercato di trasmettere il senso di appartenenza a questi colori ed all’importanza, per un giocatore, di lasciare la città con un buon ricordo e un risultato direi storico, come la salvezza raggiunta. Uno scontro da dentro o fuori senza appello”.
“Ho sempre creduto di conquistare la salvezza, ma se non avessimo avuto tutte le note vicissitudini, avremmo potuto raggiungere sicuramente i play off”.
“Stasera non ci siamo mai abbattuti nonostante l’infortunio ad Hunt che ha condizionato tutta la gara e ridotto ulteriormente le rotazioni”.
I grazie di Sandro
I ringraziamenti vanno “ad Ingrosso che si è fatto trovare pronto nonostante non giocasse da diverse partite, ad Hunt, per il suo grande spirito di sacrificio ed anche a Slokar che ha condiviso, da grande professionista, la mia scelta di puntare su Johnson. Ma tutto questo è stato possibile grazie al presidente Iavazzi che da solo ha fatto innumerevoli sacrifici economici”.
Una battuta sul futuro “ho un altro anno di contratto. Tra qualche giorno parlerò con il presidente e valuteremo il da farsi”.
Forse lascerà Caserta, questa è la sensazione, speriamo errata, che abbiamo avuto. Ci mancherà il tecnico, che, tra mille difficoltà, ha condotto la Juvecaserta alla tanto sospirata salvezza, ma soprattutto “l’uomo” che senza “se” e senza “ma” ha dimostrato che, nello sport l’onestà intellettuale paga ed è questo il vero messaggio.
Grazie Sandrokan.